Cultura & Attualità
Terzo mondo...
Messaggio del 26-11-2009 alle ore 18:02:01
quelli trovano sempre na scorciatoia
quelli trovano sempre na scorciatoia

Messaggio del 26-11-2009 alle ore 18:01:23
quando si tratta di assumere interinali politici invece i soldi ci sono sempre...
e le leggi pure....
quando si tratta di assumere interinali politici invece i soldi ci sono sempre...
e le leggi pure....
Messaggio del 26-11-2009 alle ore 17:58:44
devono far ricorso al tar
devono far ricorso al tar
Messaggio del 26-11-2009 alle ore 17:56:33
per fortuna no... dopo aver superato le preselezioni ho iniziato la preparazione delle prove scritte ma nel frattempo ho vinto un altro concorso alla fine del 2005
E' assurdo lasciare 39 psicologi a casa: una ventina circa di loro ha gia' lavorato con i detenuti negli anni precedenti...
per fortuna no... dopo aver superato le preselezioni ho iniziato la preparazione delle prove scritte ma nel frattempo ho vinto un altro concorso alla fine del 2005

E' assurdo lasciare 39 psicologi a casa: una ventina circa di loro ha gia' lavorato con i detenuti negli anni precedenti...
Messaggio del 26-11-2009 alle ore 17:45:28
sei tra i vincitori?
sei tra i vincitori?
Messaggio del 26-11-2009 alle ore 17:44:14
eravamo migliaia di candidati.... mesi e mesi di studio solo per affrontare le prove preselettive...
roba da matti.
eravamo migliaia di candidati.... mesi e mesi di studio solo per affrontare le prove preselettive...
roba da matti.
Messaggio del 26-11-2009 alle ore 17:42:28
Il 4 novembre 2009, i 39 psicologi vincitori di concorso al Ministero della Giustizia sono tornati a manifestare per la seconda volta, non avendo ancora ricevuto -dopo oltre tre anni dalla fine del concorso- nessuna notizia in merito alla loro assunzione, nonostante l'impegno di farsi carico della situazione, espresso, a nome del Ministero, dal vice capo di Gabinetto durante la manifestazione dello scorso marzo.
I 39 psicologi vincitori di concorso, infatti, continuano a vedersi negare l'assunzione dal Ministero della giustizia, nonostante la disastrosa situazione delle carceri italiane, nelle quali, purtroppo, continua a salire vertiginosamente il numero dei suicidi e dei gesti autolesionistici, segno evidente di grave disagio psicologico dei detenuti . Il Ministero della giustizia – DAP – sin dal 2004 aveva avviato un concorso per l’assunzione di 39 psicologi per coprire almeno parzialmente la totale carenza in organico di tali figure professionali (previste in totale 70) e aveva quindi approvato la graduatoria nel 2006 (B.U. Min. della Giustizia n.17 del 15.09.2006). Da allora, sorprendentemente, l’Amministrazione non ha proceduto ad alcuna assunzione, pur in presenza di tutte le condizioni economiche (disponibilità di risorse per assicurare tali prestazioni essenziali) e giuridiche e pur a fronte dell’aggravarsi della situazione nel sistema penitenziario, preferendo, invece, affidarsi ad un sistema di frammentate collaborazioni precarie e insufficienti. Non si riesce, a questo punto, a capire come sia possibile che autorevoli rappresentanti di Governo e gli stessi Dirigenti dell’Amministrazione continuino a dichiararsi attenti e sensibili a quanto sta accadendo nelle carceri e poi non si attivino concretamente e seriamente ad affrontare tale stato di crisi, opponendosi addirittura, con pretestuose argomentazioni, all’assunzione degli psicologi vincitori di concorso, ledendone in modo così palese i diritti.
L'Amministrazione Penitenziaria, infatti, sostiene che le prestazioni svolte dagli psicologi sarebbero state trasferite al Servizio Sanitario Nazionale in base alla recente riforma sulla sanità penitenziaria attuata con il D.P.C.M. 1° aprile 2008, quando poi contraddittoriamente afferma che le prestazioni psicologiche trattamentali e dell’osservazione sarebbero rimaste di sua competenza. Esso non spiega allora il motivo per cui tali prestazioni non possano essere svolte anche dai vincitori di concorso, ma solo da consulenti esterni. D'altro canto il Servizio Sanitario Nazionale pare non curarsi dell'assistenza psicologica dei detenuti, tant'è che in Italia gli psicologi che si occupano di sanità penitenziaria sono solo 16 per 65.000 detenuti (in base alle tabelle allegate al D.P.C.M. 1° aprile 2008 ) e nessuna Regione ha neanche lontanamente pensato di aumentare il numero dei professionisti in organico assumendo i 39 psicologi vincitori di concorso, pur potendolo fare.
Riteniamo, quanto meno, poco responsabile l'atteggiamento di tutte le amministrazioni coinvolte in questa kafkiana vicenda e, paradossalmente, pur avendo vinto un regolare concorso pubblico, siamo stati costretti, a ricorrere alle vie legali per vedere riconosciuti i nostri diritti. Pur potendo essere assunti sia dal Ministero della Giustizia, sia dal Servizio Sanitario Nazionale, i 39 psicologi si trovano oggi senza lavoro, non ostante abbiano superato un lungo e complesso concorso durato due anni, prova della loro motivazione e competenza nel settore penitenziario.
Come mai il Ministero della Giustizia e quello della Salute non hanno ancora trovato un accordo per garantire assistenza psicologica dignitosa per i detenuti?
A quante morti dovremo ancora assistere inermi prima della nostra immissione in ruolo?
Considerata la situazione critica nelle carceri, sarebbero necessari psicologi a tempo pieno per ogni Istituto Penitenziario e per ogni Ufficio di Esecuzione Penale Esterna , ma oggi addirittura non vengono assunti neppure i 39 vincitori del primo e unico concorso a psicologo su scala nazionale, che rappresenterebbero, quanto meno, il primo concreto segnale positivo.
Fonte: O.N. Psicologi
Il 4 novembre 2009, i 39 psicologi vincitori di concorso al Ministero della Giustizia sono tornati a manifestare per la seconda volta, non avendo ancora ricevuto -dopo oltre tre anni dalla fine del concorso- nessuna notizia in merito alla loro assunzione, nonostante l'impegno di farsi carico della situazione, espresso, a nome del Ministero, dal vice capo di Gabinetto durante la manifestazione dello scorso marzo.
I 39 psicologi vincitori di concorso, infatti, continuano a vedersi negare l'assunzione dal Ministero della giustizia, nonostante la disastrosa situazione delle carceri italiane, nelle quali, purtroppo, continua a salire vertiginosamente il numero dei suicidi e dei gesti autolesionistici, segno evidente di grave disagio psicologico dei detenuti . Il Ministero della giustizia – DAP – sin dal 2004 aveva avviato un concorso per l’assunzione di 39 psicologi per coprire almeno parzialmente la totale carenza in organico di tali figure professionali (previste in totale 70) e aveva quindi approvato la graduatoria nel 2006 (B.U. Min. della Giustizia n.17 del 15.09.2006). Da allora, sorprendentemente, l’Amministrazione non ha proceduto ad alcuna assunzione, pur in presenza di tutte le condizioni economiche (disponibilità di risorse per assicurare tali prestazioni essenziali) e giuridiche e pur a fronte dell’aggravarsi della situazione nel sistema penitenziario, preferendo, invece, affidarsi ad un sistema di frammentate collaborazioni precarie e insufficienti. Non si riesce, a questo punto, a capire come sia possibile che autorevoli rappresentanti di Governo e gli stessi Dirigenti dell’Amministrazione continuino a dichiararsi attenti e sensibili a quanto sta accadendo nelle carceri e poi non si attivino concretamente e seriamente ad affrontare tale stato di crisi, opponendosi addirittura, con pretestuose argomentazioni, all’assunzione degli psicologi vincitori di concorso, ledendone in modo così palese i diritti.
L'Amministrazione Penitenziaria, infatti, sostiene che le prestazioni svolte dagli psicologi sarebbero state trasferite al Servizio Sanitario Nazionale in base alla recente riforma sulla sanità penitenziaria attuata con il D.P.C.M. 1° aprile 2008, quando poi contraddittoriamente afferma che le prestazioni psicologiche trattamentali e dell’osservazione sarebbero rimaste di sua competenza. Esso non spiega allora il motivo per cui tali prestazioni non possano essere svolte anche dai vincitori di concorso, ma solo da consulenti esterni. D'altro canto il Servizio Sanitario Nazionale pare non curarsi dell'assistenza psicologica dei detenuti, tant'è che in Italia gli psicologi che si occupano di sanità penitenziaria sono solo 16 per 65.000 detenuti (in base alle tabelle allegate al D.P.C.M. 1° aprile 2008 ) e nessuna Regione ha neanche lontanamente pensato di aumentare il numero dei professionisti in organico assumendo i 39 psicologi vincitori di concorso, pur potendolo fare.
Riteniamo, quanto meno, poco responsabile l'atteggiamento di tutte le amministrazioni coinvolte in questa kafkiana vicenda e, paradossalmente, pur avendo vinto un regolare concorso pubblico, siamo stati costretti, a ricorrere alle vie legali per vedere riconosciuti i nostri diritti. Pur potendo essere assunti sia dal Ministero della Giustizia, sia dal Servizio Sanitario Nazionale, i 39 psicologi si trovano oggi senza lavoro, non ostante abbiano superato un lungo e complesso concorso durato due anni, prova della loro motivazione e competenza nel settore penitenziario.
Come mai il Ministero della Giustizia e quello della Salute non hanno ancora trovato un accordo per garantire assistenza psicologica dignitosa per i detenuti?
A quante morti dovremo ancora assistere inermi prima della nostra immissione in ruolo?
Considerata la situazione critica nelle carceri, sarebbero necessari psicologi a tempo pieno per ogni Istituto Penitenziario e per ogni Ufficio di Esecuzione Penale Esterna , ma oggi addirittura non vengono assunti neppure i 39 vincitori del primo e unico concorso a psicologo su scala nazionale, che rappresenterebbero, quanto meno, il primo concreto segnale positivo.
Fonte: O.N. Psicologi
Nuova reply all'argomento:
Terzo mondo...
Registrati
Mi so scurdate la password
Hai problemi ad effettuare il login?
segui le istruzioni qui