Folklore
ecco a voi il IX capitolo!
Messaggio del 01-08-2003 alle ore 19:00:25
CAPITOLO IX
Allora di lì a qualche giorno si stava perdendo molto dell’entusiasmo che ci legava ad un pede d’oliva. Tutti pensavano (mentre Andrè Wind ammazza le mosche) più a sè stessi e più di tutti il moscone non ancora derattizzato di Muro Infisso[1], l’unico essere in grado di appiccicarsi alle fate (e non!) in sua cotanta bellezza che sta nel fondo di un bicchiere. Mi devi spiegare come ci si sente a essere ignorati e insultati da una mano ubriaca…chi la da lo apetta…potrebbero essere maschio o femmina o gemelli: “giornata favorevole per i nati nella prima decade di decadenza di giugno. Una lettera in arrivo da un tornado potrebbe essere una lettera bomba, voi l’aprirete e scoprirete (se lo scoprirete) che non era tanto per dire una lettera bomba, per i suoi contenuti (dobbiamo considerare il fatto che la gente è analfabeta), ma conteneva tanta di quella TNT (te, non thè!perché quando vengo a casa tua a prendere un po’ di te intendo un po’ di te, non voglio il thè. Tu mi porti il thè, è per forza che allora io m’incazzo!).”
Belle canzoni! Tutto questo, per dire: se come una mosca voli a bassa quota, rischi, prima o poi, di finire in mezzo a quel cumulo di roba che ci siamo fatti addosso all’uscita del cimitero.
L’animo lo perdemmo tutto il giorno della festa della fiera del giocattolo e delle campanelle.[2] Questo l’ha scritto Andrè Wind e c’ha messo una settimana, giocando con il microfono del computer. Suck my kiss! Andammo a cena in quel dell’oasi di serranelle, nel bel mezzo del nostro cammino della pizza s’incappò in un discorso, metaforicamente parlando, di fuoco…uh,uh,ah! Pfffff! Zssszzsszz! Ronf! Slurp! Pciù, smack, psss! Pssss! Pssssecondo ca si magn! Il trittico così formato a partire dalla mia destra: Emma Jii, Manuela Riporta e Pollon Combinaguai sedute all’apice del tavolo[3], riunite come le tre marie del panettone di natale perché non possiamo fare pubblicità Motta! Motta che a volte volta, se stramorta stramortacciatella, stramortadella, sempre motta che a motta rimotta la motta, rimotta la motte a volte rimotta rimotta la motta motta… mo t’arriva una mattarellata motta in motta! Motto mo! (zitto mo’) traduciamo questa piccola parte perché il resto non l’abbiamo capito.
L’inadempimento del discorso è il risarcimento del danno provocato da Manuela Riporta, morale e psicofisico, era tale da consentire a un cieco di riacquistare la vista (“ti conosco da poco, non è il caso di una foto, comunque anche tu sei un bravo ragazzo”. Andrè Wind, allora: “Mo gli dico che è brutta, io sono diretto, non mando i messaggi psichedelici. Cancelliamo, poi mia mamma legge stì messaggi). E come dire facciamo di un’erba tutto un fascio, se il contadino ha il trattore! E fa prima! Manuela Riporta non possedeva il trattore, quindi lavorava manualmente (Manuela!) e dicendo che fino a quel momento non aveva trovato nessuno, e che Dario(3) sarebbe potuto essere. Lei avrebbe potuto fingere di essere innamorata, per coprire qualcos’altro. A quattordici anni lei non poteva avere certe esperienze – disse Pollon Combinaguai – a diciotto sarebbe diventata molto più matura. Prima di arrivare al sesso, che non è una cosa fondamentale, ci sono da fare altre cose (secondo me qua si riferisce alle cose manuali!). Manuela controbattè:
“LA VERGINITÀ è UN VALORE A CUI TENGO”
…e poi aggiuse “se un ragazzo va con quattro ragazze è un playboy (come noi, solo che a volte andiamo anche con cinque, sei, sette, otto ragazze e non ci facciamo problemi, siamo playboy, voi siete zoccole!), se lo fa una ragazza è troia!” (questo discorso non fa una piega!).
[1] È il solito U. P., che ronza e si appiccica dovunque capita…ma dovrà arrivare la riscossa del DDT! Poi voglio vedere io dove se ne scappa! Ah ah ah!
[1] È la festività di Sant’Egidio o la festa del giocattolo, durante la quale il bello compra e regala alla sua bella, alla sua mamma, alla sua suocera (questo livello di disperazione preferiamo voi lo evitiate…) una piccola campanella di creta tutta variopinta e tempestata di simpatiche decorazioni. È un dono d’auspicio e di promessa, soprattutto delle mamme ai loro figliuoli; come dire: “se ti casche sa’ campanell, mbrond te la finisc a romp!!”
[1] il loro incontro è, per importanza, secondo solo a quello di Pickaciù con gigi la trottola per la raccolta dei soldi per il regalo a Candy Candy
CAPITOLO IX
Allora di lì a qualche giorno si stava perdendo molto dell’entusiasmo che ci legava ad un pede d’oliva. Tutti pensavano (mentre Andrè Wind ammazza le mosche) più a sè stessi e più di tutti il moscone non ancora derattizzato di Muro Infisso[1], l’unico essere in grado di appiccicarsi alle fate (e non!) in sua cotanta bellezza che sta nel fondo di un bicchiere. Mi devi spiegare come ci si sente a essere ignorati e insultati da una mano ubriaca…chi la da lo apetta…potrebbero essere maschio o femmina o gemelli: “giornata favorevole per i nati nella prima decade di decadenza di giugno. Una lettera in arrivo da un tornado potrebbe essere una lettera bomba, voi l’aprirete e scoprirete (se lo scoprirete) che non era tanto per dire una lettera bomba, per i suoi contenuti (dobbiamo considerare il fatto che la gente è analfabeta), ma conteneva tanta di quella TNT (te, non thè!perché quando vengo a casa tua a prendere un po’ di te intendo un po’ di te, non voglio il thè. Tu mi porti il thè, è per forza che allora io m’incazzo!).”
Belle canzoni! Tutto questo, per dire: se come una mosca voli a bassa quota, rischi, prima o poi, di finire in mezzo a quel cumulo di roba che ci siamo fatti addosso all’uscita del cimitero.
L’animo lo perdemmo tutto il giorno della festa della fiera del giocattolo e delle campanelle.[2] Questo l’ha scritto Andrè Wind e c’ha messo una settimana, giocando con il microfono del computer. Suck my kiss! Andammo a cena in quel dell’oasi di serranelle, nel bel mezzo del nostro cammino della pizza s’incappò in un discorso, metaforicamente parlando, di fuoco…uh,uh,ah! Pfffff! Zssszzsszz! Ronf! Slurp! Pciù, smack, psss! Pssss! Pssssecondo ca si magn! Il trittico così formato a partire dalla mia destra: Emma Jii, Manuela Riporta e Pollon Combinaguai sedute all’apice del tavolo[3], riunite come le tre marie del panettone di natale perché non possiamo fare pubblicità Motta! Motta che a volte volta, se stramorta stramortacciatella, stramortadella, sempre motta che a motta rimotta la motta, rimotta la motte a volte rimotta rimotta la motta motta… mo t’arriva una mattarellata motta in motta! Motto mo! (zitto mo’) traduciamo questa piccola parte perché il resto non l’abbiamo capito.
L’inadempimento del discorso è il risarcimento del danno provocato da Manuela Riporta, morale e psicofisico, era tale da consentire a un cieco di riacquistare la vista (“ti conosco da poco, non è il caso di una foto, comunque anche tu sei un bravo ragazzo”. Andrè Wind, allora: “Mo gli dico che è brutta, io sono diretto, non mando i messaggi psichedelici. Cancelliamo, poi mia mamma legge stì messaggi). E come dire facciamo di un’erba tutto un fascio, se il contadino ha il trattore! E fa prima! Manuela Riporta non possedeva il trattore, quindi lavorava manualmente (Manuela!) e dicendo che fino a quel momento non aveva trovato nessuno, e che Dario(3) sarebbe potuto essere. Lei avrebbe potuto fingere di essere innamorata, per coprire qualcos’altro. A quattordici anni lei non poteva avere certe esperienze – disse Pollon Combinaguai – a diciotto sarebbe diventata molto più matura. Prima di arrivare al sesso, che non è una cosa fondamentale, ci sono da fare altre cose (secondo me qua si riferisce alle cose manuali!). Manuela controbattè:
“LA VERGINITÀ è UN VALORE A CUI TENGO”
…e poi aggiuse “se un ragazzo va con quattro ragazze è un playboy (come noi, solo che a volte andiamo anche con cinque, sei, sette, otto ragazze e non ci facciamo problemi, siamo playboy, voi siete zoccole!), se lo fa una ragazza è troia!” (questo discorso non fa una piega!).
[1] È il solito U. P., che ronza e si appiccica dovunque capita…ma dovrà arrivare la riscossa del DDT! Poi voglio vedere io dove se ne scappa! Ah ah ah!
[1] È la festività di Sant’Egidio o la festa del giocattolo, durante la quale il bello compra e regala alla sua bella, alla sua mamma, alla sua suocera (questo livello di disperazione preferiamo voi lo evitiate…) una piccola campanella di creta tutta variopinta e tempestata di simpatiche decorazioni. È un dono d’auspicio e di promessa, soprattutto delle mamme ai loro figliuoli; come dire: “se ti casche sa’ campanell, mbrond te la finisc a romp!!”
[1] il loro incontro è, per importanza, secondo solo a quello di Pickaciù con gigi la trottola per la raccolta dei soldi per il regalo a Candy Candy
Messaggio del 09-08-2003 alle ore 20:04:11
Anche questo era bello...ma....vedi post sopra
Anche questo era bello...ma....vedi post sopra
Messaggio del 10-08-2003 alle ore 13:58:46
Messaggio del 18-01-2004 alle ore 15:02:47
Messaggio del 18-01-2004 alle ore 15:08:38
attenzioneee!!!
il rinascimento della poesia!!!!!
attenzioneee!!!
il rinascimento della poesia!!!!!
Messaggio del 30-01-2004 alle ore 09:45:54
…e poi aggiuse “se un ragazzo va con quattro ragazze è un playboy (come noi, solo che a volte andiamo anche con cinque, sei, sette, otto ragazze e non ci facciamo problemi, siamo playboy, voi siete zoccole!), se lo fa una ragazza è troia!” (questo discorso non fa una piega!)....nduvinato...io lo dico sempre....brav nduvinato
…e poi aggiuse “se un ragazzo va con quattro ragazze è un playboy (come noi, solo che a volte andiamo anche con cinque, sei, sette, otto ragazze e non ci facciamo problemi, siamo playboy, voi siete zoccole!), se lo fa una ragazza è troia!” (questo discorso non fa una piega!)....nduvinato...io lo dico sempre....brav nduvinato
Messaggio del 30-01-2004 alle ore 15:32:18
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