I Viali
le chiavi di lettura sono tante, e spesso personali



no no lungi da me dare chiavi di lettura al mondo di qualcun'altro .. questa è la chiave che tento , non sempre riuscendovi, di adottare io.
Ate...vedi...Penelope ti ha dato la chiave di lettura per il tuo mondo caccoso

Non l'ho chiamata io cacca, cmq ok ci provo

più che altro leggere quella che tu chiami affettuosamente cacca in chiave diversa

Quindi? Dvremmo considerare tutto un letame?

"Dai diamanti non nasce niente , dal letame crescono i fior.."
Ate tu sei un ragazzo gentile, educato, così aperto e pieno di interessi...è un peccato sentirti dire che il mondo è una "cacca", tutto qui

ma la Bocconi nn è quella università dove paghi un botto di tasse universitarie e in pratica è come se te la comprassi la laurea!? [togliamo pure il "se", va..]
massimo rispetto x i nomalisti e il vecchio poli d TO[ma qui siamo OT

EDIT errore di battitura
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Editato da Bræd il 11/11/2006 alle 13:01:46
mi ero perso questo sviluppo


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Editato da Atelkin33 il 11/11/2006 alle 10:11:33
Renton, come hai notato nn eri l'unica a chiamarlo Calimero

cmq dindondan nn avrà i colori di calmimero...ma se si mettessero a parlare ate e lui in tono leopardiano....andremmo a suicidarci noi per loro

Io Ate l'ho sempre chiamato Calimero, mo che ce ne entri tu Din?

Gli ho affibbiato so soprannome ancora prima che aprisse bocca per parlare: è uguale

Ate ti voglio bene

Io l'ho sempre chiamato calimero Ate, da quando l'ho conosciuto e senza che lui nn mi dicesse niente a proposito del fatto di avere questo soprannome..

mo din, che c'azzecchi visivamente tu con calimero non lo so!

Ho i diritti



Ate, sei il nostro calimero preferito

Tu non sei antipatico Ate


Era per dire che non bisogna buttarsi giù. Sono la prima a dire le stesse cose che dici tu, ma dico anche che bisogna cercare di tirare fuori il marcio anche dalla merda.. a proposito
"è cacca"
![]()
un pò come quando vedi da sopra una mela che ti piace,poi le prendi, la giri un pò tra le mani e ti accorgi che ha un buco... quello è metaforicamente il buco in un sistema semi-perfetto... dentro il buco trovi il worm: il tuo obiettivo è eliminarlo, ma non ci riuscirai così facilmente.. qui siamo nella vita reale e non stiamo giocando a Pacman... allora invece di eliminarlo, visto che da solo è IMPOSSIBILE, aggiri l'ostacolo e con un taglio netto togli la parte rovinata (il fracico

Quella mela sarà buonissima, delicata al palato e saporita, perchè avrai lottato per salvarla, ridendoci anche su magari...
Era solo questo che volevo dirti Calimero.. per il resto

e

Ate. ho visto una fotografia che ti ha fatto aktarus...un primo piano... in bianco e nero...la prima cosa che ho detto quando ho visto quella foto è stata:
"in quegli occhi si vede la malinconia di Ate..."
quella foto ti rappresenta benissimo, sei bello, devvaero, ma hai quel tono uggioso, sconsolato ma allo stesso tempo curioso...
immagino già la scena di quando ti ha scattato quella foto...stavi facendo qualche discorso dei tuoi, tendente al pessimismo cosmico (


tata, renton,
non si tratta di essere pessimisti o cosa: il fatto è che mi sento come quando ero bambino. correndo per casa, per il cortile, ecc. mamma mi sgridava sempre quando raccoglievo qualcosa, toccavo, ecc. dicendomi "è cacca". pensai: "il mondo è fatto di merda allora, visto che tutto quello che tocco e vedo è cacca". con gli anni, amori e (dis)illusioni adolescenziali mi hanno fatto immaginare e vivere un mondo di carta igienica, dove tutto quello che toccavo mi lasciava pulito: scuola, musica, amore, calcio, passioni ed emozioni varie. sto crescendo, e mi rendo conto che la realtà con cui mi scontro oggi è tornata ad essere prevalentemente caccosa, anche se non marroncina di colore e consistente (o meno) al tatto. questa realtà merdosa la vedo nello studio, nel giudizio no-sense dei professori, nel lassismo degli studenti, nell'assenza di meritocrazia, in un mondo del lavoro saturo e allo stesso tempo rubinetto-che-perde. lo vedo in una politica che se ne sbatte, che non investe nella ricerca e che crea lauree-trappola per i ragazzi, in una università che premia i mediocri e indica (come le famose pagliuzze negli occhi altrui) in errore chi si sbatte, in una scuola che è calderone di tutto ed educatrice in niente, in una televisione che ci sbatte modelli preconfezionati e noi, esaltati, ne prendiamo uno e lo facciamo nostro.
potrei continuare all'inifinto, ma risulterei antipatico e pretenzioso più di quanto non sembri già.
ecco perchè mi dicono che sono pessimista. ma non chiedo altro, alla fine, se non di tornare a credere che la merda che mi stia intorno sia soltanto una scusa di mamma, placebo delle sue preoccupazioni di donna e madre.
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Editato da Atelkin33 il 10/11/2006 alle 13:38:59
e meno male che si parla di comunicazione, tutte ste sigle mc sdc odg ...

comunicate meglio, io non posso leggere per codice fiscale

e poi, quando sarò meno assonnato, interverrò seriamente
ODG io ti odio è ufficiale

ODG

Mistertì, ndì preoccupà, ce la faremo...dovremo solo riadattare la nostra laurea a un qualcosa di diverso rispetto a quello che pensavamo quando ci siamo iscritti....in quei famosi anni in cuiì sembrava che la nostra facoltà doveva essere una miniera d'oro del lavoro!
Come ha detto Anima, sono pochissime le facoltà che ti preparano già la lavoro...e la nostra di certo non ci ha preparato a molto

però sai che c'è, io mi evdo molto versatile.
a sto punto, avendo visto crollare le mie idee di amtricola, ne sto evdendo tante altre materializzarsi davanti ai miei occhietti.
inizio a valutare, e soprattutto apprezzare, proposte di lavoro che 6 anni fa non avrei mai immagianto di vagliare.
Con il mio corso di studi ho toccato diversi ambiti, dalla tanto lodata economia (sì certo 4 esami di economia e 3 di diritto più esami di sociologia dell'organizzazione nn fanno una laurea in economia...





insomma il succo del discorso è (mi quoto):
tutte ste chiacchiere che state a fa se le porte lu vende:
Invece di sta qui a discuterne:
chi c'ha la fatija o che fatii e chi nn ce l'ha o che si ingegni a trovarsela
PS: Dean Corso come sei saggio


Quote:
io penso che odg abbia avuto la fortuna da scegliere una facoltà, in un università che le ha dato opportunità e in più le piace anche da quello che capisco
bravissima Tata tu si che hai colto perfettamente il punto.
Come avevo anche già scritto io sono stata fortunata, perchè casualmente la facoltà che volevo fare era anche una di quelle più richieste dal mercato.
Io non ho assolutamente detto che bisogna scegliere solo in base alle ipotetiche future possibilità di lavoro, MA CHE BISOGNA MEDIARE
mediare tra i propri interessi e ciò che potrebbe essere più utile per il mondo del lavoro.
Io ero indecisa tra la facoltà di lingue moderne e economia, mi piacevano entrambe le prospettive.
Indovinate cosa mi ha "dato il la" per la scelta????
Poi chi non vuole mediare faccia pure.
Se non altro poi non si lamenti.
la già citata mia coinquilina, diventata ingegnere a 24 anni (QUASI 25), vecchio ordinamento...ha trovato lavoro...IMMEDIATAMENTE...anzi...il suo dilemma era scegliere tra le varie proposte che s’è trovata servite sul piatto d’argento
Samu non ho mai detto che gli ingegneri non trovano lavoro

anzi forse sono una delle poche facoltà che hanno più opportunità di lavoro di noi economisti

dicevo solo di non accorpare le due categorie, per praparazione e tipologia di studi molto diverse
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Editato da Occhidigatto il 08/11/2006 alle 09:05:02


Vedo ke la discussione ha toccato ambiti diversi...
Ma parlando di quella ke è anche la mia facoltà, sappiatelo, NON NE VADO FIERO: mi unisco al coro dei sedotti e, più ke abbandonati, BIDONATI!, nel senso ke, come diceva Penelope,
mlt di noi, soprattutto 5 - 6 ani fA, quando ci siamo immatricolati, siam partiti convinti di essere dei pionieri, degli innovatori
nell'ambito universitario, proiettatti in un mercato del lavoro già pronto di lì a breve ad accogliere nuove NECESSARIE figure quale il Comunicatore d'Impresa, l'addetto all'ufficio stampa etc etc.
E così nn è!le aziende continuino a preferire laureati in Economia e nn Comunicatori d'Impresa! Fanno bene, hanno una formazione più completa.
Ovviamente stringo i denti e vado avanti, cercando di migliorarmi sempre di più dal punto di vista della formazione e cercando di passare dalla teroia alla pratica il prima possibile.
ragionare per idealismi, o buoni propositi non si porta pane a casa....
beh certo, il PRAGMATISMO serve, necessariamente ma...
agire esclusivamente sulla base di quello che è il punto d'incontro tra la domanda e l'offerta, potrebbe farci dimenticare di essere delle PERSONE, confondendoci con dei PRODOTTI.

A M E N
ma quanto meno gli economisti non devono arrivare all'età da pensione per trovare un lavoro
Jobbissima, la già citata mia coinquilina, diventata ingegnere a 24 anni (QUASI 25), vecchio ordinamento...ha trovato lavoro...IMMEDIATAMENTE...anzi...il suo dilemma era scegliere tra le varie proposte che s'è trovata servite sul piatto d'argento

cmq...
tutte ste chiacchiere che state a fa se le porte lu vende:
Invece di sta qui a discuterne:
chi c'ha la fatija o che fatii e chi nn ce l'ha o che si ingegni a trovarsela


Cmq mi sono intrippata con sto post, era da parechcio che non succedeva

Mah alla fine, non per difendere odg, che tra l'altro in questo post non mi è piaciuta come di consueto


NON SI PUO' PIU' SCEGLIERE UNA FACOLTA' SOLO IN BASE AI GUSTI E ALLE ATTITUDINI.......
come si fa a pensarla in qst modo...????io penso che se una persona abbia un sogno lavorativo deve cercare di perseguirlo in tutti i modi possibili...qll che ragionano solo esclusivamente in qst senso odg saranno i depressi cronici del domani! nn ci si può adattare a fare qlcs solo perchè te lo richiede il mercato...
spero vivamente di nn perdere il mio entusiamo negli anni e auguro a tutti di poter fare nella vita qll che amano fare!(sono uscita un pò fuori tema...?





Venendo al discorso generale bisogna dire che Odg nonostante l'arroganza da buona bocconiana alcune cose sensate le ha dette, perchè è vero che, come dice anima l'università non deve insegnare il mestiere ma dare studio serio e duro ed è anche vero che preferirei spararmi in bocca piuttosto che avere il cinismo dimostrato da Odg, ma è anche vero che uno non va all'università per hobby e si sa che un laureato in ingengeria dopo 6 mesi al 80% ha il lavoro, mentre un laureato in lettere va avanti a ripetizioni per tutta la vita.
Poi c'è da dire che per i bocconiani c'è anche il vantaggio di un veloce turn over visto che a 35 la metà è in comunità a disintossicarsi dalla cocaina e l'altra metà in galera per insider traiding

Volevo scrivere tutto ciò che ha scritto penelope negli ultimi interventi...ma visto che mi ha preceduto nn faccio altro che quotarla...
...ti assicuro odg, che nn tutti qll che hanno fatto economia aziendale ad un'università pubbliche, appena hanno concluso gli studi si sn ritrovati con 2/3 lavori al seguito...e ti parlo di persone che sn uscite cn 110 e nn di fancazziste...
Ma credi davvero di aver fatto la migliore università del mondo?
no, solo la migliore in Italia, relativamente alla facoltà di economia ovviamente

ma questa non è un'opinione, è un dato di fatto comprovato da sondaggi, statistiche e ricerche a livello nazionale...e sfido chiunque a metterlo in discussione

Conosco una persona che ogni anno di specialistica lo paga diecimila euro.Praticamente il lavoro ce l'ha in tasca, SI perchè se l'è comprato
l'unica cosa che compri frequentando un'università privata è la qualità della didattica, l'eccellenza del corpo docente, l'avanguardia delle infrastrutture messe a disposizione degli studenti, la miriade di opportunità per approfondimenti curriculari ed extracurriculari offerti a livello nazionale ed internazionale.
poi se sei bravo, se queste cose sai sfruttarle, farle tue, se ti impegni a studiare e rendi bene, proprio perchè hai avuto i vantaggi che ho scritto sopra, allora sì che il lavoro lo trovi, soddisfacente, prestigioso.
Finiamola di dire che le lauree private sono comprate solo perchè molti non possono permettersele.
Al contrario, le università private, e parlo per la mia in particolare, sono serissime.
E anche perchè costano molto gli studenti non "pascolano" anni in università. Quindi l'alto costo è anche incentivo a velocizzare i tempi di laurea.
Scusatemi ma io credo che una cosa debba essere BEN CHIARA.
ALLA BOCCONI o ALLA LUISS SI PAGA 5000 euro di retta ALL"ANNO CAPITo?
ODG, tu sei stata fortunata perche' la tua famiglia ti ha dato la possibilita' di laurearti pagando una retta.
Certo tu hai studiato sodo e ti sei meritata quel che hai.
MA CHI NON HA QUESTA FORTUNA CHE DEVE FARE?
VA all'universita' pubblica. Ma all'universita' pubblica NON HANNO CONTATTI CON LE AZIENDE e quindi il ciclo si chiude.
In piu' il mondo non vive solo di economia. da quel che ne so ARCHEOLOGIA O SCIENZE FORESTALI NON HANNO LA BOCCONI ed i suoi sponsor? Che facciamo abbandoniamo le foreste e disboschiamo il pianeta per essere "PRAGMATICI" ?
:e non dirmi che e' quello che stiamo gia' facendo

xODG : sinceramente ignoravo la tua facoltà di provenienza, ho citato la BOCCONI solo perchè conosco varie persone uscite da lì che sono DAVVERO convinte che la facoltà di economia e nello specifico QUELLA facoltà sia l'unica degna di chiamarsi tale.
Poi può anche essere vero per carità, ma io per princicpio non avrei mai speso pacchi di milioni per un ' università privata..
Conosco una persona che ogni anno di specialistica lo paga diecimila euro.Praticamente il lavoro ce l'ha in tasca, SI perchè se l'è comprato.
Cmq ripeto e straripeto: trovo assolutamente patetico e noioso sentire persone che, senza nemmeno aver vissuto una realtà, la giudicano a priori e considerano le proprie scelte (e quindi se stessi) migliori degli altri. Attenti a non sentirvi troppo superiori

Mah guarda Penelope, non sono d'accordo con te sul discorso della Bocconi. Io preferirei 1 miliardo di volte essere laureata alla Bocconi, almeno non starei nemmeno qui a fare discorsi sull'accontentarsi dei lavori iniziali, di andare all'estero, di rimboccarsi le maniche, perchè in quel caso è il lavoro che cerca te e non il contrario, almeno per quello che ne so io.
infatti secondo me sono le persone che devono iscriversi ora all'università che dovrebbero (col senno di poi di voi altri) fare una scelta più sensata.
Voi non avete colpe secondo me, proprio per i motivi che dicevi tu.
Ma ovviamente punti di vista....
a ognuno spetti il futuro che si è saputo costruire!
scusa ma ti rendi conto di quello che dici? hai praticamente detto che chi ha fatto Sdc è come se fosse stato a spasso 5 anni...
Ma credo davvero di aver fatto la migliore università del mondo?
Io ho fatto il test per SdC a Bologna tre anni fa e non l'ho passato (400 posti per 1100 iscritti al test, con un 150-200 posti già assegnati diciamo a "tavolino"). Ho scelto perfortuna scienze politiche, che mi è veramente piaciuto.
A propsito della discussione penso che i problemi di scienze politiche e comunicazione siano simili, infatti anche da me non ti insegnano in pratica nulla...ma sai un po di tutto....quindi sta a te approfondire e imparare qualcosa! Speriamo bene
Detto questo io sn contenta di quello che ho fatto.. preferisco essere disoccupata che figlia della Bocconi
non mi pare di aver mai nominato la mia università

ma già che l'hai chiamata in causa, ti dico.....
io devo moltissimo all'università che ho avuto il privilegio di poter frequentare, ma tu chiaramente sei liberissima di preferire di restare disoccupata

tra l'altro il tuo ragionamento lo condivido, probabilmente le università hanno venduto molto bene la facoltà di scienze della comunicazione qualche anno fa, quando non ancora si conosceva bene....
infatti secondo me sono le persone che devono iscriversi ora all'università che dovrebbero (col senno di poi di voi altri) fare una scelta più sensata.
Voi non avete colpe secondo me, proprio per i motivi che dicevi tu.
Ma ovviamente punti di vista....
a ognuno spetti il futuro che si è saputo costruire!

Penelope cazzutissima

la faccina con l'inchino non c'è ma immaginatela

allora per tornare al tema specifico del post OVVERO la facoltà di SDC ..
io credo che sia un sentimento diffuso il sentirsi SEDOTTI E ABBANDONATI da questa facoltà..
SEDOTTI perchè all'inizio fu fatto credere a migliaia di studenti che quella facoltà nasceva per rispondere alle ESIGENZE di un mercato che richiedeva profili NUOVI
ABBANDONATI perchè pian piano si capì che probabilmente il mercato tutti questi profili nuovi nn li cercava o che comunque non era quella la facoltà che poteva adeguatamente formarli DATO CHE negli anni sono nate lauree specifiche come WEB DESIGNER o COPYWRITER che a livello di PORTARE IL PANE A CASA sono probabilmente più adatte.
Detto questo io sn contenta di quello che ho fatto.. preferisco essere disoccupata che figlia della Bocconi.
grazie per la cara

d'accordissimo con te sul motore del progresso.....
ma ciò che dico è che a gionare per idealismi, o buoni propositi non si porta pane a casa....
posto che la società ideale è ben lontana dalla attuale, noi dobbiamo trovare lavoro nella società attuale, non in quella ideale.
Dunque volenti o nolenti tocca fare i conti con ciò che il mercato chiede, non con ciò che al mercato dovrebbe idealmente servire.
Pragmatismo, è ciò che a molti manca.
si cara, io ho solo detto che in una società complessa come la nostra c'è esigenza , accanto a profili professionali ormai consolidati ,di profili innovativi , per creare quella varietà di competenze che è motore del progresso..
per la pensione poi ci dici

prima di tutto vi prego caldamente di non confondere gli economisti con gli ingegneri

in secondo luogo, saranno anche pallosi (per i profani della materia), ma quanto meno gli economisti non devono arrivare all'età da pensione per trovare un lavoro

ok , fatto

concordo: Sai che palle un mondo pieni di economisti ed ingegneri?
(

Anima a volte me lo accopperei

La differenza la fanno le persone, non i sistemi!
permettimi di precisare ODG

Una rondine non fa' certo primavera.
Concordo con te che il fancazzismo e il lucignolismo all'universita' dilaga MA il problema e' proprio questo: il sistema non puo' collassare per inseguire il trend moderno...
lo sai perche' le universita' americane sono le migliori? Perche' li' si va per studiare non per imparare la professione.
Non si inseguono chimere, ma si propone una sola cosa: STUDIO SERIO.
Ed i soldi vengono investiti sui professori migliori, sulle attrezzature migliori, sui campus migliori.
All'universita' ci si va per acquisire conoscenze, non per lavorare.
E poi se si seguisse il tuo ragionamento che l'universita' la decide il mercato del lavoro, allora buttiamo a mare tutta la cultura umanistica millenaria e diventiamo tutti amministratori delegati di qualche multinazionale import export.
Ma dai....che ragionamento e' questo, cosi' non vai da nessuna parte.
Il sistema deve garantire la possibilita' di auto-determinarsi a TUTTI, sia ai top manager che agli archeologi. Questo e' il cuore di una "societa' civile".
scusa Tata ma io non ho ancora capito che facoltà fai tu.

Crepi!


Massimo rispetto ma fate un sorriso, perchè a persone come voi, in grado di spaccare il mondo da un momento all'altro, sarà il mondo stesso a sorridere

In bocca al lupo a tutti, afinchè i sogni possano realizzarsi e la vita possa trascorrere il più serenamente possibile, di cuore
Oddio lasciamo stare, ad Atelkin glielo dico tutti i giorni che è troppo catastrofico. Oh ma vabbè, sono modi di essere e noi li rispettiamo

Siamo solo realisti

Ecco un altro super pessimista, secondo me Ate è il


la flessibilità non esiste nelle persone e nelle aziende. e soprattutto, da bravi italioti* abbiamo trasformato i lavoro determinato in precario, in realtà due cose completamente diverse. ma come sempre, campioni del mondo.
* skin, Raccolta post 2006, pubblicazioni Frentane, Lanciano, 2006;

Mah, pensa un po' che io credo tuttora a Babbo Natale

Scherzi a parte, si tratta solo di leggere la realtà... l'ottimismo va bene ma nn consiste nel credere al paese dei balocchi che non esiste.
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Editato da Skin il 07/11/2006 alle 10:54:45
Sei troppo pessimista, critichi sempre e precludi ogni minima possibilità che un qualcosa di positivo possa anche accadere


xkè, cosa ho detto di male?
Skin cmq tu intervieni sempre per cacare fuori dalla tazza, scusa se te lo dico

chi cerca trova
guarda che mo come mo pure per fare l'operaio deve essere raccomandato... se decidi di fare l'attore porno, bè, quello è un settore pieno di opportunità

ODG ora ti quoto

Cmq quoto in pieno animamundi e Renton! E' quello il concetto che ho cercato di spiegare, io stessa ho affermato che la mia laurea mi ha datto buone basi, ma diciamoci la verità, una volta che un esame l'hai sostenuto metti tutto nel dimenticatoio (a parte quei concetti che fortunatamente ti rimangono nella capoccia

quanto meno uno oltre alla passione deve guardare anche le tasche
Mat, sono d'accordo con te, ma in parte. Io stessa, se ricordi bene, ero molto propensa per psicologia, sono sempre stata interessata a questa materia e a questi argomenti (non per niente mi faccio una cultura personale di libri di psicologia e perchè no, anche l'università mi ha dato alcune nozioni sull'argomento, ci ho fatto anche una tesi


Io cmq riquoto Renton, chi cerca trova e non chi studia trova...
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Editato da *tata* il 07/11/2006 alle 10:33:02
Renton se ti capita qualche imprevisto durante il percorso di studi è normale che ci siano ritardi, ma quelle sono eccezioni.
La norma è che la maggior parte delle persone all'università cazzeggia, e poi si lamenta pure di finire fuori corso!

Ma jeteve a pesà

Questa è una gran stronzata Odg

E' vero che la vita uno se la organizza, ma se poi ti capitano le cose tra capo e collo e non riesci più a rispettare i tuoi programmi che fai? Ti suicidi?
Personalmente credo che ci siano una marea di fattori da tenere in considerazione.. anche per andare all'estero per esempio non è solo una questione di palle, è anche una questione di situazione familiare, economica etc: per favore non facciamo di tutta l'erba un fascio

All'estero l'eta' media in cui si inizia a lavorare e' a 24/25 anni.
In Italia a 25 anni si sta' appena appena iniziando ad accumulare qualche esame
Animamundi permettimi di dissentire

in qualsiasi sistema c'è chi le cose le prende seriamente e chi no

Io personalmente mi sono laureata a 24 anni, laurea vecchio ordinamento.
Mi sono impegnata studiando parecchio, ma sono riuscita anche a conciliare gli impegni di studio con una vita privata più che soddisfacente.
Poi c'è chi l'università la prende come un "parcheggio" in cui rifugiarsi per non prendersi responsabilità...
e queste persone potranno avere alle spalle anche il più efficiente dei sistemi universitari......
ci metteranno sempre quella mezza vita a laurearsi.
La differenza la fanno le persone, non i sistemi!
Renton, uno si può anche adattare, prendendo quei pochi spicci al mese... ma saranno sempre più numerosi i neolaureati che decidono di trasferirsi allì'estero. Siamo la popolazione più vecchia al mondo e, cosa peggiore, dipendiamo in gran parte dai risparmi accumulati dalle generazioni precedenti. Ora non voglio complicare il discorso, ma un paese che non investe in risorse umane è un paese che non può avere futuro.
Tornando al discorso università, 30 anni di riforme hanno solo contribuito a sfasciare il sistema. Per quanto riguarda invece la scelta dell'università, mi sento abbastanza vicino a odg: chi sceglie una facoltà è analogo ad un'impresa che decide di investire in un settore: valuta i propri punti di forza e le opportunità presenti nel settore. Il problema è qui le opportunità non ci sono più, e la colpa è solo della classe politica che anzichè fare riforme strutturali liberalizzando l'economia pensa solo agli artifici contabili(vedi la finanziaria).
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Editato da Skin il 07/11/2006 alle 10:16:31
La finisci di fare pubblicità ai tuoi post?


Per flessibilità non intendevo quello scritto sui libri di economia e sociologia dell'organizzazione e sociologia economica, quanto la flessibilità personale nell'adattarsi almeno nei primi anni di gavetta a fare anche cose che non c'entrano col proprio settore....
Lo so che quello che dici tu non esiste

Renton, ma perchè qui esiste "flessibilità"? Dove, quando? Cmq a riguardo ho aperto già un post su attualità.
P.S. dimenticavo. All'estero i "Master" sono riservati a chi il lavoro ce lo ha gia' e servono proprio a dare nozioni CULTURALI a colui il quale e' solo un TECNICO.
In Italia come al solito succede qualcosa per cui questa cosa si e' trasformata in una "pezza" temporanea (ed occasione per speculare) per chi non riesce a trovare lavoro.
All'estero l'eta' media in cui si inizia a lavorare e' a 24/25 anni.
In Italia a 25 anni si sta' appena appena iniziando ad accumulare qualche esame.
ti credo che poi al governo l'eta' media e' sui 65/70 anni (gerontocrazia)...
Caro Nkino, io li ho presenti fin troppo bene quei due anni di pratica, anche se il settore è diverso, e so quanto sia dura e quante rinunce e tirate di cinghia costi, specialmente se nn hai una famiglia col portafogli dietro pronta a sganciarti la pila ad ogni occasione...
sono convinta che le cose vadano sudate per essere gratificanti.. incrociamo le dita e via...
Skin il mercato del lavoro esiste, magari poi non è quello che vuoi fare tu, ma c'è. Bisogna adattarsi ed essere flessibili, ingoiare l'amaro in bocca e rimboccarsi le maniche, altrimenti rimarremo fermi ai blocchi e lo sprint sarà ritardato sempre più....
Io il lavoro ce l'ho sempre avuto, ho fatto di tutto, spesso sacrificando del tempo prezioso per fare pratica nel mio settore. Quello che so, è che chi cerca trova e mai detto fu più vero

Mi permettete?
Un errore che molte persone (la stragrande maggioranza della persone direi) e' quello di ritenere che andare all'universita' voglia dire IMPARARE A FARE UN LAVORO.
Scusatemi ma questa e' una grossa scemenza.
L'universita' e ancora prima la scuola stessa, non dovrebbe insegnare A FARE UN LAVORO, bensi' dovrebbe "semplicemente" fornirvi i mezzi culturali e formativi adeguati per intraprendere un certo tipo di carriera professionale (e dio solo sa quanti laureati ci sono in Italia che non sanno nemmeno fare la O col bicchiere).
In pratica dovrebbe darvi le fondamenta e gli strumenti teorici e culturali per affrontare un cammino professionale, non fornirvi la professione in se e per se.
Esempio facile facile: molti a scuola non sopportano la Storia dicendo che non serve a nulla, o lo stesso Latino oppure la filosofia. E' un errore gigantesco. Senza tali basi non puoi costruire nulla.
La professione si impara FACENDOLA, ovvero nei primi anni di esperienza lavorativa ma qui in Italia casca l'asino. perche'? Come giustamente dice skin, perche' il mercato del lavoro in Italia e' malato.
la sua malattia si chiama: raccomandazione, assenza totale di meritocrazia, assenza totale di politiche in favore dei giovani, assenza totale di incentivazione alle aziende ad assumere personale giovane per fare quelo che una volta veniva chiamato "apprendistato".
Da un lato le aziende vogliono e cercano personale gia' esperto, dall'altro i giovani continuano a studiare perche' non possono fare altro, con il fiorire di master, scuole di specializzazione che non specializzano o specializzano a costo di fior di migliaia di euro, corsi varii etc etc.
In pratica i giovani continuano ad accumulare nozioni teoriche (che in teoria avrebbero dovuto apprendere all'universita') semplicemente perche' non possono lavorare se non nei call center, perche' le aziende non possono ma molte volte NON VOGLIONO ASSUMERE personale da formare e far sviluppare.
Ecco perche' si e' assistito nell'ultimo decennio a un moltiplicarsi assurdo (ed INUTILE a mio parere) di corsi di laurea, di specializzazione, di master piu' o meno validi (la maggiorparte dei quali comunque serve a poco o a niente).
Ecco perche' come dice Atelkin, quello che e' importante e' darsi da fare personalmente al di fuori del proprio indirizzo di studio scelto. L'esperienza di accumula sul campo non a scuola.
A scuola si dovrebbe imparare letteralmente l'ABC della cultura, le basi appunto come dicevo su cui costruire in seguito. Ma il costruire in seguito dipende da noi e dal nostro darsi da fare.
Pretendere di uscire dall'universita' gia' sapendo "come fare" e' un utopia.
E' un utopia per varie eragioni: l'universita' non ha questo come suo fine e scopo.
Perche' il mondo del lavoro, e' veloce, fluido, multiforme e multiculturale.
L'universita' non ha ne' i mezzi ne' tantomeno il tempo (e la voglia) e non potrebbe neanche realisticamente farlo, per "inseguire" il mondo del lavoro.
Il corto circuito in Italia e' avvenuto proprio quando l'universita' ha perso di vista se stessa per inseguire il mondo del lavoro.
Se a poi questo aggiungete che il tutto in Italia e' fatto "all'italiana" ovvero si parte con le migliori intenzioni possibili e poi si termina col fare i furbi e speculare sulla pelle dei molti gonzi da parte dei soliti "furbi", bhe allora la situazione e' sempre la solita: SI SALVI CHI PUO' e gli altri a lavorare nei call center.
Ma perchè, esiste un mercato del lavoro?
quoto tata in tutto



non esistono facoltà piu semplici...esistono al max facoltà dove in alcune città è più abbordabile e la preparazione che ti lasciano non è che sia eccezionale (vedi ad esempio sciende delle merendine di teramo



X quanto riguarda SCD sono d accordo con tutti voi...impari tutto e niente...

x matsoftware e samu quando dite:sapete qual è una laurea che da un po' di anni sta subendo una inflazione assurda?
quella in giurisprudenza.
conosco più gente laureata in giurisprudenza che in qsiasi altra cosa...
che c'avema fa nghi tutte s'avvuchete?
è vero che giurisprudenza è una delle facoltà più gettonate dal popolo italiano ma è anche vero che moltissimi studenti si perdono x strada

poi con la laurea in giurisprudenza non è mica detto che devi fare l avvocato





X ODG...3) non credo metta realmente alla prova il cervello, se non limitatamente alla parte mnemonica...
e ti pare poco?
Oddio, quasi che mi commuovo...mi viene da quotare tutto ciò che dice Tata

Mah, io riconfermo tutto quello che ho detto


Per ora mi limito a commentare ciò che ho letto, quando finirò di legere tutto commenterò il resto, ci si rivede

E cmq volevo dire a ODG: "mi dispiace, ma stavolta non sono d'accordo con te"


Mah io ora non ho letto tutto, ma posso solo dire una cosa, da quando ci sono capitata pure io in mezzo ad una cosa simile, quando mi viene detto che in quella scuola non si studia, che in quella università ti regalano gli esami, che ti regalano diploma o laurea, mi faccio la mia risatina dentro di me e non dò assolutamente peso a ciò che mi viene detto.
Secondo me non esistono facoltà di ripiego, esiste solo ciò che piace di più e ciò che piace di meno, caro matsoftware, se a te la matematica piace non è detto che debba piacere a tutti


Quindi io dico, se si è scelta una facoltà in base ad una proprio "passione" si è fatta solamente la cosa giusta!
Poi i discorsi della maleorganizzazione è tutta un'altra cosa e avrei mooolto da criticare sul caso italiano (anche se non conosco bene i casi esteri), ma secondo me non esiste facoltà "facile" o facoltà "difficile" esiste solo ciòc he piace, ciò che ci risulta A NOI (e non a tutti) più semplice e scorrevole perchè per noi più interessante.
Detto questo, il problema del posto di lavoro esiste un pò in tutti i campi, ma il lavoro lo trova chi lo cerca e chi si impegna (a parte chi ha la zampata). Certo, bisogna sapersi accontentare all'inizio, ma l'importante è che ci sia passione e volontà...e anche al costo di andare a vivere all'estero per un toto di tempo e di fare cose che inizialmente non piacciono...è giusto continuare a cercare.
Io studio in una facoltà moootlo criticata, mi sento dire tutti i giorni che è una facoltà delle merendine


Ma una cosa è certa, se tornassi indietro la rifarei, perchè la mia facoltà mi piace, ho studiato davvero, ho sicuramente assimilato molte basi grazie fino ad ora alla laurea di primo livello, l'ho fatto con passione (a parte qualche materia socmoda che devi studiare per forza


Se le parolacce le devo cancellare le cancello

Passo e chiudo

tu, come loro, sei di quella razza che vede bene le proprie scelte e definisce inutili le scelte completamente opposte prese dagli altri
no Samu non è proprio così

ke le mie scelte le vedo bene è vero.....
sono convintissima di ciò ke ho fatto e devo anke dire ke i risultati ke sto ottenendo mi convincono sempre di più.
però non reputo inutili le scelte degli altri, semplicemente non le condivido, dal momento che (mi ripeto) per me l'università non deve essere solo "ciò che piace fare", ma anche e soprattutto "ciò che ti darà lavoro"....
ah, poi......per quanto riguarda giurisprudenza sono d'accordo con te...
magari è una facoltà che ha parecchi sbocchi professionali, ma:
1) è una carriera lunga, la laurea è solo l'inizio del percorso di studi
2) la fanno in tanti e c'è un'epidemia di giuristi
3) non credo metta realmente alla prova il cervello, se non limitatamente alla parte mnemonica
detto ciò, aspetto le maledizioni di tutti i dottori in legge!

Si che poi ti chiedeva le date nn i fatti
ma anche cose assurde tipo la moda parigina dei sanculotti nei dettagli

o cosa mangiavano a colazione i Medici

questo a livello base, per il livello avanzato puoi immaginare....

che foraio!
Ma il prof aveva scritto altri tre libri blu come per quelli dell'esame del triennio?

credo che quello sia stato uno degli esami che io abbia odiato di più a Teramo....non puoi riassumere 2000 anni di storia in un esame




450 pagine, preparato in tre giorni Samu, in concomitanza con la tesi... voto 27
Che palleeeeeeeeeeeeeeeeeee!
Era tutto un avanzamento

per non parlare di alcuni master o corsi alla specialistica che ripetono gli argomenti trattati al triennio!
per quello sono andata via da Teramo

mi proponevano tutti gli esami del triennio, livello avanzato

nn avrei mai e poi mai voluto fare "storia dell'europa livello avanzato"

il discorso di mat non fa una piega, sottoscrivo.
E' scontato che il discorso valga per tutte le facoltà, solo che qui si parlava di SDC, ed è noto che SDC spesso è scelta come ripiego e non come ferma volontà, altrimenti non si spiega l'esorbitante numero di iscritti, non si spiega come a SDC, DAMS, Scienze Poilitiche e varie abbiamo 10 volte gli iscritti di tutte le facoltà tecnico/scientifiche..non credo che tutti odiano la matematica oppure tutti amano diventare scienziati della comunicazione o ambasciatori o avvocati. Non conosco gente che come ultima scelta perchè non sa che fa va ad ing., o perlomeno se lo fanno vengono subito potati ad analisi o ai primi esami del primo, questo volevo dire. Uff

Riguardo agli esami, sembra che molti atenei mettano esami sedicenti giusto per far scaldare la poltrona ai docenti, per non parlare di alcuni master o corsi alla specialistica che ripetono gli argomenti trattati al triennio!
il discorso de "in modo da formare SERI professionisti che altrettanto SERIAMENTE CREDONO in ciò che fanno." vale per qualsiasi facoltà, mat. inclusa la tua.
ovunque c'è il soggetto che si fa il mazzo per preparare al meglio i propri esami e che spesso e volentieri la parola vacanza nn sa manco più che significa, mica accade solo ad ingegneria sa cosa...

tutto sta nella mente dello studente e nella sua voglia di apprendere...
poi che in molti atenei mettono esami che nn saranno utili per avviare lo studente al lavoro è altro discorso.
Certo che ci sono stati esami più semplici, perlomeno che hanno impegnato meno tempo oppure più facili da assimilare (soprattutto al primo anno con il bagaglio delle superiori etc) oppure più appassionanti e quindi la materia è stata assimilata più velocemente e sono il primo a disprezzare un certo modo di ragionare della "nostra" categoria di porsi sul piedistallo (infatti detesto il classico ingegnere

Poi c'è il discorso della laurea triennale sulla quale stenderei un velo pietoso (sul livellamento verso il basso dell'istruzione), sull'infarinatura generale su tutto e la specializzazione su niente (praticamente l'opposto degli obiettivi di partenza).
Per me uno può fare tutto, ma veramente di tutto, basta che di fatij! Odio infatti lo studente di ingegneria medio-basso che cerca di trovarsi gli esami più facili per "riempire" i crediti liberi, o che si lamenta sempre con le solite litanie sui corsi, sui professori, sulle materie, su alcune lezioni che durano qualche minuto di più etc. Dopo magari si lamenta che non trova lavoro o che certi argomenti "non si capiscono" e poi è il primo a denigrare gli altri studenti, troppi ce ne sono.
Per quanto riguarda SDC penso che il problema più grave sia stato che in certi atenei sia stata la facoltà catalizzatrice di troppi studenti che non avevano voglia di fare nulla, come ad ex alla sapienza (si, odio la sapienza). La ritengo al contrario valida se la si considera (e quindi si impostano i programmi dei corsi e tutto) come una seria specializzazione di un corso di base (come ad esempio lettere, tanto per dirne una) in modo da formare SERI professionisti che altrettanto SERIAMENTE CREDONO in ciò che fanno. Altrimenti non ci si può lamentare della nominata che ha in tutto il mondo accademico (come anche Scienze Politiche o in alcuni casi il DAMS)..
Beh, Mat allò anche tu stai denigrando la mia facoltà :loo:
scusa eh...con Carla studentessa ci ho vissuto due anni e non parlo solo perchè ho visto lei.
io ho visto anche i suoi amici...e ne ha tanti, lo sai.
e siccome state alla stessa facoltà, e visto che conosco il nome di quasi tutti i tuoi prof

direi che se la logica nn mi inganna, anche a te qualche esame più sempliciotto e preparato con meno tempo, c'è stato.
Carla sarà anche come l'ho descritta in QUEL post...ma ti assicuro che nello studio e nel lavoro è l'opposto

non mi fare il classico Ingegnere, ti prego

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Editato da Samu80 il 05/11/2006 alle 11:16:40
e per tornare al tema del post:
sapete qual è una laurea che da un po' di anni sta subendo una inflazione assurda?
quella in giurisprudenza.
conosco più gente laureata in giurisprudenza che in qsiasi altra cosa...
che c'avema fa nghi tutte s'avvuchete?
VERISSIMO!!
Mamma mia sembra una passione oltremodo smodata...tra l'altro scelta da molti per evitare di fare materie "matematiche"


ehhh una persona sola (e molto particolare) non fa testo...

secondo me uno dei maggiori problemi di sdc è la marea, enorme marea, di gente che fa a fare quella facoltà per puro cazzeggio o per evitare il mondo del lavoro. chi la prende sul serio, qualcosa può anche riuscire a prendere ma ripeto, la ma esperienza mi ha insegnato che il valore aggiunto viene dal di più, da tutto quello che facevo a casa per cazzi miei dopo le impercettibili segnalazioni dei professori.
carla è uscita con 108...

Per ingegneria non prendere come riferimento Carla ...

io anche, nn scelsi quella facoltà perchè nn sapevo che altro fare (come ha detto odg: Per esclusione, perchè non c'è nessun'altra facoltà che li stimoli particolarmente).
anche io mi sono iscritta lì perchè ci credevo e in fondo ci credo anche ora...
sicuramente sfrutterò questo titolo in modo diverso da come l'avevo immaginato, ma qcs ne farò.
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Editato da Samu80 il 04/11/2006 alle 14:23:14
io personalmente nn ho scelto questa facoltà per puro diletto ma perchè credevo che fosse la risposta ad un mercato come quello dei media ,e della comunicazione in generale, in progressiva espansione.
probabilmente questa espansione ha avuto un brusco freno e probabilmente sdc così comè o com'è stata non è stata una adeguata risposta..

tu sei una di quei soggetti che nn ho mai digerito

ho abitato 3 anni con delle studentesse in giurisprudenza...e quando stamattina ho letto le tue parole nella mia mente sono riaffiorate delle immagini odiosissime.

tu, come loro, sei di quella razza che vede bene le proprie scelte e definisce inutili le scelte completamente opposte prese dagli altri

quante volte mi sono ritrovata in questo tipo di dibattiti

e per tornare al tema del post:
sapete qual è una laurea che da un po' di anni sta subendo una inflazione assurda?
quella in giurisprudenza.
conosco più gente laureata in giurisprudenza che in qsiasi altra cosa...
che c'avema fa nghi tutte s'avvuchete?

va bene Samu, allora diciamo che ti concedo il beneficio del dubbio

e perchè si dice in giro che sdc non sia difficile
permettimi di dissentire però.
sono stata iper sincera quando ho detto che probabilmente , anzi, sicuramente non rifarei quella facoltà...ma ti assicuro che SDC non è così semplice come voi crediate.
SOno anni ormai che appena nomino il titolo in mio possesso persone con laurea in economia/giurisprudenza non fanno altro che storcere il naso.
poi però mi è capitato di metterli di fronte ai testi che avevo per gli esami...ti posso assicurare che ho fatto cambiar loro idea sulla eccessiva facilità o meno di questa facoltà

In tutte le facoltà c'è l'esame più semplice da sostenere...ma non per quello significa che TUTTI gli esami siano semlici.
a roma vivevo con un ingegnere e ti assicuro che diversi esami li ha preparati davvero con poco...ma non per quello posso affermare che ingegneria sia semplice.
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Editato da Samu80 il 04/11/2006 alle 09:16:04
la nomea della laurea in scienze della comunicazione penalizza fortemente quella minima - ma comunque esistente - percentuale di studenti che quella facoltà la sceglie perchè è ciò che realmente desidera fare
purtroppo il 90% degli studenti sceglie di andare a fare scienze della comunicazione per esclusione, perchè non c'è nessun'altra facoltà che li stimoli particolarmente, e perchè si dice in giro che sdc non sia difficile (quest'ultima cosa la sostengo anch'io)
il problema di fondo è che come dice Samu, se esci da sdc sai un po' di tutto, ma nulla bene.......
"in pratica" non sai fare nulla....
il problema di fondo è che visto come è diventato il mercato del lavoro, la gente dovrebbe rendersi conto che ormai NON SI PUO' PIU' SCEGLIERE UNA FACOLTA' SOLO IN BASE AI GUSTI E ALLE ATTITUDINI.......
l'università deve essere un compromesso

una media tra ciò che piace/piacerebbe fare e ciò ke rikiede il mercato del lavoro
se volete lavorare, e trovare un lavoro remunerativo anche in tempi rapidi dovete guardare all'università come ad uno strumento per arrivare al posto di lavoro.....
se poi siete molto fortunati, e i vostri gusti in materia di facoltà universitarie coincidono con le richieste del mercato del lavoro......allora è il massimo!
io ho fatto economia aziendale. ho trovato il primo lavoro in una multinazionale proprio nel settore che volevo dopo soli 45 gg che lo cercavo.......
mi sono presa il lusso di lasciarlo perchè ho trovato opportunità migliori della già ottima prima opportunità che avevo avuto....
ho appena cambiato nuovamente azienda perchè ho ricevuto un'ottima proposta economica in un'altra grandissima azienda.
se tornassi indietro rifarei la mia facoltà, perchè grazie ad essa oggi posso prendermi il lusso di scegliere dove lavorare, e fare un lavoro che mi piace infinitamente.
ovviamente hanno tutta la mia stima coloro che invece vanno all'università a fare materie che li appassionano profondamente, ma che non sono richieste dal mercato del lavoro.
Gli idealisti che ostentano l'esigenza di fare qualcosa che davvero vogliono fare, per propria cultura personale........
L'importante è che queste persone si rendano conto del calvario che dovranno affrontare per trovare un lavoro, probabilmente anche sottopagato.
anzi CE la mandi buona

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Editato da Samu80 il 02/11/2006 alle 18:22:01
esatto, ce lo dobbiamo inventare!!!
beh, in questo mi sento pronta!
che Dio me la mandi buona

eddai Samuzzola, mi fai veramente angosciare, anche se praticamente abbiamo scritto la stessa cosa.. incrocia i paletti, ops volevo dire le dita

noi scienziati il lavoro ce lo dobbiamo inventare... perchè abbiamo tanta buona volontà (nn tutti ovvio) ma un fagotto semi vuoto sulle spalle

Ridi Samu

Scienziata della comunicazione triennale a Teramo, anche io.
mi sono fatta il mazzo quei tre anni teramani e ne sono uscita con una confusione mentale unica.
Facoltà che ti fa toccare diversi ambiti ma non ti permette di dire ORA SO FARE QUESTO!!!
a brevissimo concludo la specialistica (durata tre anni per me e nn due perchè avendo fatto il passaggio da una facoltà all'altra, ora sono a lettere, ho dovuto recuperare crediti per un totale di 10 esami in più...cioè un anno in più...) in competenze linguistiche e testuali in editoria e giornalismo...a roma3....
fatti talmente tanti esami di letteratura italiana e di linguistica che se facessi tipo altri 5 esami potrei prendere anche la laurea triennale in lettere ...
e cosa diventerò a fine mese?
una laurea triennale in sdc, una amgistrale in .....lettere...... se troverò lavoro come commessa da qualche parte o come centralinista credo sarà anche troppo...
le materie fatte sono belle e stimolanti... ma di pratico nn ho fatto praticamente nulla.
ho arricchito il mio bagaglio culturale, ma nulla più.
se tornassi indietro credo che nn rifarei quello che ho fatto, ma ora è tardi... e sto per entrare ufficialmente nel magico mondo della disoccupazione!
il problema sostanziale è questo: tutto e poco, niente in profondità. una buona idea distrutta dall'applicazione, come un po' tutto in italia del resto. una facoltà figlia del suo paese.
ps. anche io sono un triennalista scienziato, ora mi sto specializzando sotto sociologia in lavoro, organizzazione e sistemi informativi (-> gestione risorse umane) e il "giornalismo" (virgolette d'obbligo) è un mio lavoro: tre anni non mi hanno dato neanche un'unghia rispetto ad 11 mesi di collaborazione con un quotidiano.
Anche io sono una scienziata... della comunicazione... pentita non so...io il mazzo me lo sono fatto, tra lavoro e studio e ho finito per tempo con un ottimo risultato.. ma ora? se potessi tornare indietro sceglierei qualcos'altro.. di più comleto appunto, perchè sdc, che tu lo voglia o meno, ti dà solo una infarinatura generale e ne esci a metà, quasi come ne sei entrato, ma con mille stimoli in testa... avrei scelto arte, beni culturali, sarei altrove.. oppure avrei scelto direttamente la scuola di giornalismo

insomma è solo un abbozzo di qualcosa di più profondo.. eppure questa facoltà vale, è un'idea grandiosa.. e posso dirvi che studiavo per studiare, ma purtroppo non basta: il tempo era talmente limitato che studiavi e lavoravi, per i seminari pomeridiani non c'era tempo, anche perchè non ce ne erano tanti e i laboratori non venivano sfruttati e le attrezzature mancavano.... pssss. io ho studiato a teramo

uppo, è una discussione che dovrebbe interessare/far riflettere in molti.
Bellissimo post, ora che ho tempo lo leggo con calma tutto, sono arrivata a metà.. bellissimo post, brava penelope

in italia, appunto.
Per esempio in Spagna non c'è nemmeno l'anno comune, si sceglie l'indirizzo fin dal primo anno e quindi, se prendi l'indirizzo aziendale per esempio, non sei costretto a fare l'esame in storia del giornalismo che non ti servirà mai ad una cippa se non per cultura personale.
come sempre accade in italia, le buone idee lasciano spazio a perverse applicazione, come da te elencato.
le risposte, oltre a quanto già scritto, secondo me dovrebbero essere: il numero chiuso, forte specializzazione settoriale e di materia per chi poi opta per il giornalismo; poi, una sorta di 1 + 3, cioè un anno comune a tutti e poi bisogna scegliere se indirizzarsi verso giornalismo, verso la comunicazione aziendale, verso quella istituzionale, verso altri curriculum eccetera. ma le mie sono proposte impopolari e come tali, saranno oggetto di critica qui e ovunque.
purtroppo questa facoltà ha preso la "nominata" del cazzeggio e così andrà avanti, in italia non te la togli tanto facilmente.
si atelkin ma io penso, anche perchè ogni scarrafone è bello a mamma sua, che in realtà scienze della comunicazione sia una facoltà molto valida , almeno a livello teorico.Voglio dire che essa è nata con ottimi propositi , i problemi sono stati:
-la mancata istituzione di un piano di studio statutario, ovvero specifico, e uguale per tutte le facoltà di sdc, con più esami specialistici e meno edami generali mutuati da altre facoltà.
-il fatto che i docenti sono stati "presi in prestito" da agenzie di pubblicità , redazioni giornalistiche ed aziende.
-il fatto che, essendo stata creata sperimentalmente diciamo, non siano state predisposte fin dall'inizio strutture adeguate come aule e laboratori , e quindi non sono state predisposte le attività che in questi laboratori si sarebbero dovute svolgere.
in definitiva credo che se ci fossero dei cambiamenti radicali in questo senso , questa potrebbe diventare una buona facoltà e non una di quelle dalle quali si consiglia di scappare.
infatti l'unica cosa a cui non ti prepara scienze della comunicazione è a comunicare: se volete fare giornalismo, scegliete un settore e specializzatevi (es. economia -> giornalismo economico). storia, con i dovuti accorgimenti, è ottima per un futuro spirito giornalistico secondo me.
resta una cosa, che vale per tutti: l'università italiana, sotto molti aspetti, è diventata troppo facile. il valore aggiunto bisogna crearselo da soli, con applicazione e ricerca: una risposta all'appiattimento degli studenti deciso, a tavolino o per pura mancanza di volontà, dall'alto e aiutato dal fancazzismo di buona parte degli universitari.
"Cari maturandi (maturati).
pare abbiano bocciato poco le commissioni quest'anno. Adesso sarete pronti a pensare all'iscrizione universitaria. Se non è cambiato qualcosa in questo paese, molti fra voi sceglieranno le varie facoltà e corsi di laurea in Scienze della comunicazione. Di certo saranno, quelli che prenderanno questa strada, molti di più di coloro che andaranno a economia e commercio, a giurisprudenza e moltissimi di più di quelli che sceglieranno matematica, fisica e altre scienze "dure". Vorrei dirvi: non fatelo. Ho qualche motivo valido per dirlo.
Lavoro da molti anni al crocevia tra giornalismo e tecnologia, tra internet e giornali, sulla linea di confine dei media "mainstream" con i nuovi. E le nuove iniziative essendo da sempre una delle poche porte che immettono nel mondo del lavoro, è ovvio che facciano scattare l'immaginazione, l'interesse, l'ambizione di persone che proprio nel mondo dei media, alla fine della fiera, vogliono entrare. Perché uno per quale motivo dovrebbe mai laurearsi in SdC, se non per entrare nel mondo dei media? Ripeto: non fatelo. Eccone i motivi.
Ma prima ovviamente spazziamo il campo dalle personalizzazioni. Racconto qui la spremuta delle mie esperienze con molti di voi, incontri avuti in questi anni, decine e decine di incontri e colloqui avuti in questi anni, centinaia di tesi viste, spesso anche sacrificando i sabati. Ho incontrato spesso gente seria e motivata, a volte molto preparata, sempre ben disposta a cambiare. Ma altrettanto regolarmente col piombo nelle ali. Quello dell'ambiente di studio nel quale si muovono.
Quel corso di laurea non solo non vi darà la preparazione necessaria a lavorare nei media, per i quali credo non esistano (e forse è una fortuna) vere e proprie istituzioni che possano preparare fino in fondo. Quel corso però non vi darà nemmeno le mitiche "basi" che dovrebbero poi essere necessarie per - facciamo qualche esempio - un master in marketing, un corso di giornalismo, un profilo manageriale. Perché? Non lo so, posso dirvi che è così e in che modo è così.
Ho incontrato studenti vogliosi di scrivere una tesi su internet, ho consigliato loro una bibliografia. Obiezione: "Mi scusi, ma questi sono libri in inglese". E allora? Questo lavoro si fa con l'inglese per l'80%? "Io non so l'inglese". Non si potrebbe avere qualcosa in italiano? No non si potrebbe.
Ho incontrato ragazzi che... volevano fare una tesi su internet. Ha fatto delle ricerche su Google? "Sì, eccole". E capivi parlando che la ricerca su Google non era stata fatta, o che era stata fatta senza quel "raffinamento" che è il frutto di mille e mille volte che devi lambiccarti su un problema ed imparare a sgrossarlo, a renderlo sottile e lucido come un sasso consumato dal mare. Niente di tutto questo.
Ho incontrato studenti che... "la media ponderata ...". Scusi, ha famigliarità con la statistica? "No, ecco veramente, se potesse evitare certi concetti". La media ponderata? Un concetto?
Ho incontrato studenti che... la domanda e l'offerta. "Sa, non ho tanta dimestichezza con l'economia". Ah no? Peccato.
Ho incontrato studenti che... l'osservatore partecipante. Un largo sorriso: "Ho studiato queste cose al corso di metodi e tecniche della ricerca", Bene, allora dicevo... "No scusi, però questo non mi serve per il mio lavoro". Come, non ti serve? La metodologia della ricerca non ti serve?
Allo stesso tempo però fioccavano domande sul "rapporto tra giornalismo tradizionale e giornalismo on line". Oppure, secondo lei, "come saranno influenzate le fonti del giornalismo alla luce di internet?". Il birignao appeso tra un servizio del tg e un po' di babbling sociologico.
Ma ignorare il "contenuto" può essere perfino perdonabile (puoi sempre recuperare, leggendo), a fronte della mancanza "criminale" (perché frutto di un comportamento che danneggia gli studenti) di una mentalità rivolta al metodo. Come selezionare gli obiettivi di una ricerca, quali sono gli strumenti da adottare, l'attitudine a leggere prima di andare da un disgraziato che lavora e che ti dedica un'ora del suo tempo.
E certo, perché, per utilizzare "l'esperto" esterno, che lavora in un'azienda, devi aver fatto prima un lavoro. Banalmente: devi sapere a cosa ti servirà, cosa vuoi chiedergli, cosa non puoi chiedergli. Insomma l'esperto è una fonte, non quello che "ti fa" la tesi o ti dà gli elementi base che avrebbe dovuto darti l'insegnante, prima che il lavoro vero e proprio cominciasse. Nessuno, cari studenti, vi addestrerà all' uso delle fonti. E invece: "Il professore mi ha consigliato di parlare con lei". Immagino.
Se è possibile dirlo in modo un po' più terra terra i professori che avrete, il personale insegnante che vi seguirà, l'ambiente nel quale vivrete non lavorerà, se lavorerà, per voi. Voi sarete soli , e solo la vostra iniziativa personale, il vostro saperci fare potrà togliervi da questo stato di abbandono. Con una ricaduta gravissima: che questa formazione da autodidatti di facoltà, affidati al proprio saperci fare, crea una cultura retorica, avvocatizia, che supera i problemi della propria preparazione sostituendo al lavoro umile e tosto la "manovra politica", fondata su chiacchiera e trucchetti, per aggiudicarsi oggi una buona tesi e domani un posto in cattedra. E' la selezione più ingiusta e violenta che possa esistere: quella basata sulla furbizia.
Ma questo film l'abbiamo visto. Ho più di mezzo secolo, ma questo è lo spettacolo delle università meridionali (e non solo) nelle quali si è diventati per lungo tempo docenti per meriti di combriccola accademica e / o di partito. "Scienze".... della comunicazione?
Ragazzi miei, scappate, scappate a gambe levate. O toccherà ad altri soggetti sopperire con i propri mezzi alle carenze della vostra preparazione: a voi in primo luogo che vi troverete a prendere le vostre lezioni nei cinema parrocchiali dismessi dai preti, poi alla vostra famiglia che dovrà sborsare tanti soldi, e a chi vi riceverà in un luogo di lavoro e che dovrà dedicare al vostro perfezionamento tempo e risorse proprie e dell'azienda (problema secondario, tuttavia, con quella laurea in una azienda non vi ci prendono).
E' come se in ospedale i pazienti si curassero da soli o venissero curati dai famigliari invece che dai medici.
Scappate, ragazzi: verso una facoltà seria, una di scienze "dure", una che vi faccia "fare il mazzo" sui libri e che bocci senza pietà agli esami o meglio che vi faccia spendere tanto tempo in sessioni di lavoro comune, con i i professori e gli altri studenti, con tanto lavoro finalizzato al metodo e in uno spirito di gruppo.
O perlomeno, se non ve la sentite, una dove almeno vi insegnino l'inglese, la statistica e un po' di economia. E' un po' di metodo.
Ma scappate."
Questa lettera è tratta dal blog del giornalista Vittorio Zambardino.Ovviamente ha stimolato una marea di commenti..
per chi fosse interessato :
http://vittoriozambardino.blog.kataweb.it/scene_digitali/2006/07/ragazzi_miei_sc.html
per tutti quelli che hanno fatto questa facoltà o vorrebbero farla

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