perchè non inizia la ricostruzione del magnifico centro storico dell'aquila? quali sono i motivi? qualcuno sa dirmeli?

mo ve lo dico io: perchè costa. costa energie, fatica, può costare anche la vita, e nessuno in questo paese ha le palle per farlo

ma stasera mi voglio vedè il TG1 delle 20

bisogna esporsi per cambiare le cose.

ma dopo l'accaduto di oggi fossi in Chiodi mi dimetterei...

Per favore, chiunque voglia iuntervenire parlando di "tentativo di sfondare zone rosse vietate" o simili EVITI di farlo; qui si tratta di SINDACI, DONNE UOMINI E ANZIANI che vogliono gridare DOVE E' GIUSTO CHE SI GRIDI.

Chi decide che é giusto manifestare IN (DENTRO!!) casa di altri (meglio: presso, in, dentro il, domicilio di altri? leggi Palazzo Grazioli) ?

invito chi pensa cose del genere a documentarsi meglio sui fatti accaduti... adesso non ho tempo, ma non è difficile... e per chi non può andare direttamente all' Aquila a chiedere, potete leggere tanti blog di aquilani presenti con tanto di foto e racconti... e dopo possiamo parlare...

Se poi, i racconti di ciò che é successo; racconti che mi hanno fatto gli aquilani stessi ... sono puttanate e si scopre che é vero ciò che dice Uansoluscion... allorà ritiro tutto ciò che ho detto.

Perché una manifestazione DI TUTTI GLI AQUILANI (!!!!) nata come pacifica é stata rovinata??

3e32 è una rete cittadina no-profit, apartitica ed autogestita, nata a seguito del sisma che ha devastato L’Aquila e la sua provincia alle 3e32 del 6 aprile 2009. La frammentazione in centinaia di campi prima e la costruzione di 19 new town dopo, la mancanza di spazi sociali condivisi e di partecipazione civica ha infatti reso ancora più fragile la popolazione, costretta ad abbandonare le proprie case e i propri riferimenti sociali e strutturali.

Antonello Ciccozzi - ricercatore di antropologia culturale presso l'Università degli Studi dell'Aquila

ROMA / Si chiama Vincenzo Benedetti, è un pizzaiolo dell’Aquila ed è uno dei manifestanti manganellati dalla polizia durante la carica. Vincenzo è stato colpito alla testa. Dopo il terremoto ora vive in un camper. «Non mi ha ucciso il terremoto, figuriamoci se lo farà qualche manganellata», ha detto Benedetti. «Sono dell’Associazione Epicentro solidale e faccio parte del servizio d’ordine del corteo. Al secondo cordone delle forze dell’ordine in via del Corso, durante alcuni momenti di tensione, sono stato colpito alla testa da quattro manganellate mentre ero di spalle. La mia faccia è diventata in pochi secondi una maschera di sangue – ha raccontato il terremotato – un medico di Paganica mi ha portato nella vicina banca e mi ha soccorso, ma io ho voluto prima lasciare le impronte del mio sangue su un muro per testimoniare il sangue degli aquilani in questa manifestazione», ha spiegato Vincenzo con la testa fasciata e la maglietta inzuppata di sangue (guarda i video).
«In un paese democratico non è accettabile la repressione del dissenso, soprattutto quando nasce dalla disperazione, soprattutto quando vede coinvolti cittadini colpiti da una tragedia i quali hanno dovuto anche sperimentare, sulla loro pelle già offesa, la speculazione illecita di imprenditori banditi e esponenti istituzionali corrotti (scandalo Bertolaso&co docet)». Lo afferma Luigi de Magistris, eurodeputato Idv. «Oggi i cittadini de L’Aquila sono scesi in piazza per ricordare alle istituzioni e al Governo le promesse tradite e le istituzioni e il Governo hanno risposto loro con la carica delle forze dell’ordine. Berlusconi si comporta come Scelba e continua a rispondere alle pressioni legittime degli aquilani con uno spot populistico incessante, secondo cui la città sarebbe tornata alla normalità grazie al suo operato», aggiunge. «Insomma per lui tutto è una marchetta elettorale, una passerella mediatica. Nella manovra però niente è stato concesso alla popolazione terremotata: si pensi per esempio al fronte fiscale, in cui l’esecutivo ha dato prova della sua rapacità non prorogando la sospensione del pagamento delle tasse, mentre manca una legge organica per la ricostruzione e la ripresa del tessuto occupazionale e industriale di questo territorio», conclude.

«Oggi la richiesta di aiuto dei terremotati aquilani è arrivata vicinissimo alle orecchie del presidente del Consiglio che, mentre Bersani era in piazza a parlare con i manifestanti, si è barricato nel palazzo. L’immagine plastica di quanto il re sia ormai nudo e di quanto fossero vuoti e strumentali i suoi spot dei miracoli». Lo ha detto Davide Sassoli, capogruppo Pd al Parlamento europeo. «Ciò che è accaduto oggi a Roma è indegno di un Paese civile – ha detto Sassoli – I cittadini dell’Aquila hanno giustamente portato sino alla soglia di Palazzo Chigi un grido di dolore da troppo tempo colpevolmente ignorato dal governo, ed è gravissimo che chi ne aveva la responsabilità non abbia impedito con ogni mezzo che si arrivasse allo scontro fisico con chi era in piazza per una protesta sacrosanta che ci chiama in causa tutti. La delegazione del Pd al Parlamento europeo esprime la propria convinta solidarietà a tutti i cittadini dell’Aquila e dell’Abruzzo, in particolare a chi oggi a Roma ha visto aggiungersi al danno la beffa». «Il Partito democratico chiede al governo – conclude Sassoli -, così come ha sempre fatto dallo scorso 6 aprile in poi, di allungare la proroga per il pagamento delle tasse per tutte le popolazioni terremotate così come si è fatto per Umbria e Marche e di approvare al più presto una tassa di scopo per la ricostruzione di una città e di una Regione che rischiano di morire».

L'AQUILA (10 luglio) - Dieci punti di sutura in testa, ma ieri sera, nonostante le ferite ancora fresche, Marco De Nuntis, era presente sul posto di lavoro, a servire panini al Mc Donald; stessa cosa per il pizzaiolo Vincenzo Benedetti, impegnato a sfornar pizze nella zona dello stadio all'Aquila. Da mercoledì i loro volti insanguinati sono diventati il simbolo della protesta aquilana.

«Altro che centri sociali - afferma De Nuntis mentre gli infermieri del pronto soccorso dell'Aquila gli medicano le due profonde ferite in testa, ricordo delle manganellate romane - sono un ragazzo normalissimo che era insieme a tutte le altre cinquemila persone per protestare contro un Governo che si è dimenticato di noi. Nessuno vuole disconoscere quello che è stato fatto, ma non è sufficiente. La città deve riprendere a vivere sia socialmente che economicamente. Così com'è non ci si riuscirà mai. Così com'è, L'aquila è una città morta».

De Nuntis ha la casa totalmente inagibile e vive in una delle casette antisismiche di Pagliare di Sassa, così come Vincenzo Benedetti, che dorme ancora in una roulotte in attesa di una sistemazione decorosa. «Si stanno appigliando su piccoli precedenti penali per giustificare comportamenti che non sono assolutamente giustificabili - rincara Benedetti - per giustificare la loro indifferenza di fronte a una città in ginocchio. Vogliamo una sola cosa: essere trattati come tutti gli altri terremotati, nè più, nè meno».

uansolù.... altro che vecchietti, pernsionati e bimbi

...pannella e bersani...
...antagonisti...
...centri sociali...
...ferrero (ferraro?)...
... disobbedienti di professione...
... procurare scompiglio...

ripeto solidarietà per gli aquilani che sono andati lì credendo nella causa!

per il resto.... liquame politico (fatto di ferrero, antagonisti, kloro al clero e piombo al fascio, centri sociali occupati e mo col cazzo che ci cacciate ecc...)!

che poi mi chiedo, perché sti "antagonisti e i disobbedienti" non protestano mai assieme agli allevatori del nord per le quote latte, perché non si uniscono ai sindacati di polizia, perché non collaboirano mai alla protesta KONTRO IL GOVERNO dei vigili del fuoco.... perché, chissa perché?

e intanto una sacrosanta protesta è andata a puttane