La Piazza
Bobrock,mi fai un favore?
Messaggio del 23-02-2011 alle ore 15:19:01
Pharlap dammi qualche cavallo buono,altro che inno tedesco
Pharlap dammi qualche cavallo buono,altro che inno tedesco
Messaggio del 22-02-2011 alle ore 20:19:44
è bello pure quello azzò
è bello pure quello azzò
Messaggio del 22-02-2011 alle ore 12:18:27
per dover di cronaca a me piace di più quello Russo!!
per dover di cronaca a me piace di più quello Russo!!
Messaggio del 22-02-2011 alle ore 12:16:49
il testo dell'inno tedesco fu scritto da August Heinrich Hoffmann von Fallersleben ed è la più nota canzone patriottica tedesca.
La melodia fu composta da Joseph Haydn, il famoso compositore padre della sinfonia e del quartetto d'archi, nel 1797 come inno dell'imperatore del Sacro Romano Impero (Confederazione Germanica) Francesco II. Il testo originario infatti cominciava così: Gott erhalte Franz, den Kaiser, unsern guten Kaiser Franz ("Dio conservi Francesco, l'imperatore, il nostro buon imperatore Francesco").
Fonte Wikipedia
In pratica hanno preso una musica già scritta e ci hanno incollato un testo che, da traduzione di bob, fa anche cagare
il testo dell'inno tedesco fu scritto da August Heinrich Hoffmann von Fallersleben ed è la più nota canzone patriottica tedesca.
La melodia fu composta da Joseph Haydn, il famoso compositore padre della sinfonia e del quartetto d'archi, nel 1797 come inno dell'imperatore del Sacro Romano Impero (Confederazione Germanica) Francesco II. Il testo originario infatti cominciava così: Gott erhalte Franz, den Kaiser, unsern guten Kaiser Franz ("Dio conservi Francesco, l'imperatore, il nostro buon imperatore Francesco").
Fonte Wikipedia
In pratica hanno preso una musica già scritta e ci hanno incollato un testo che, da traduzione di bob, fa anche cagare
Messaggio del 21-02-2011 alle ore 10:48:34
Ma leggete qui che perfetta descrizione:
Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
Dai solchi bagnati di servo sudor,
Un volgo disperso repente si desta;
Intende l’orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce de’ padri la fiera virtù.
Ne’ guardi, ne’ volti, confuso ed incerto
Si mesce e discorda lo spregio sofferto
Col misero orgoglio d’un tempo che fu.
S’aduna voglioso, si sperde tremante,
Per torti sentieri, con passo vagante,
Fra tema e desire, s’avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa
De’ crudi signori la turba diffusa,
Che fugge dai brandi, che sosta non ha.
Ansanti li vede, quai trepide fere,
Irsuti per tema le fulve criniere,
Le note latebre del covo cercar;
E quivi, deposta l’usata minaccia,
Le donne superbe, con pallida faccia,
I figli pensosi pensose guatar.
E sopra i fuggenti, con avido brando,
Quai cani disciolti, correndo, frugando,
Da ritta, da manca, guerrieri venir:
Li vede, e rapito d’ignoto contento,
Con l’agile speme precorre l’evento,
E sogna la fine del duro servir.
Udite! Quei forti che tengono il campo,
Che ai vostri tiranni precludon lo scampo,
Son giunti da lunge, per aspri sentier:
Sospeser le gioie dei prandi festosi,
Assursero in fretta dai blandi riposi,
Chiamati repente da squillo guerrier.
Lasciar nelle sale del tetto natio
Le donne accorate, tornanti all’addio,
A preghi e consigli che il pianto troncò.
Han carca la fronte de’ pesti cimieri,
Han poste le selle sui bruni corsieri,
Volaron sul ponte che cupo sonò.
A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor.
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.
Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
Per greppi senz’orma le corse affannose,
Il rigido impero, le fami durâr;
Si vider le lance calate sui petti,
A canto agli scudi, rasente agli elmetti,
Udiron le frecce fischiando volar.
E il premio sperato, promesso a quei forti,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
D’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha.
Ma leggete qui che perfetta descrizione:
Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
Dai solchi bagnati di servo sudor,
Un volgo disperso repente si desta;
Intende l’orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce de’ padri la fiera virtù.
Ne’ guardi, ne’ volti, confuso ed incerto
Si mesce e discorda lo spregio sofferto
Col misero orgoglio d’un tempo che fu.
S’aduna voglioso, si sperde tremante,
Per torti sentieri, con passo vagante,
Fra tema e desire, s’avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa
De’ crudi signori la turba diffusa,
Che fugge dai brandi, che sosta non ha.
Ansanti li vede, quai trepide fere,
Irsuti per tema le fulve criniere,
Le note latebre del covo cercar;
E quivi, deposta l’usata minaccia,
Le donne superbe, con pallida faccia,
I figli pensosi pensose guatar.
E sopra i fuggenti, con avido brando,
Quai cani disciolti, correndo, frugando,
Da ritta, da manca, guerrieri venir:
Li vede, e rapito d’ignoto contento,
Con l’agile speme precorre l’evento,
E sogna la fine del duro servir.
Udite! Quei forti che tengono il campo,
Che ai vostri tiranni precludon lo scampo,
Son giunti da lunge, per aspri sentier:
Sospeser le gioie dei prandi festosi,
Assursero in fretta dai blandi riposi,
Chiamati repente da squillo guerrier.
Lasciar nelle sale del tetto natio
Le donne accorate, tornanti all’addio,
A preghi e consigli che il pianto troncò.
Han carca la fronte de’ pesti cimieri,
Han poste le selle sui bruni corsieri,
Volaron sul ponte che cupo sonò.
A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor.
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.
Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
Per greppi senz’orma le corse affannose,
Il rigido impero, le fami durâr;
Si vider le lance calate sui petti,
A canto agli scudi, rasente agli elmetti,
Udiron le frecce fischiando volar.
E il premio sperato, promesso a quei forti,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
D’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha.
Messaggio del 21-02-2011 alle ore 08:34:31
Addavero, solo degli asini possono mettere al potere certa gente
Addavero, solo degli asini possono mettere al potere certa gente
Messaggio del 20-02-2011 alle ore 03:37:04
Io però resto del parere che le prime ottave della Secchia rapita rappresentino meglio l'Italia, soprattutto dove si legge "s'udivano gli asini cantare versi d'amore"
Io però resto del parere che le prime ottave della Secchia rapita rappresentino meglio l'Italia, soprattutto dove si legge "s'udivano gli asini cantare versi d'amore"
Messaggio del 20-02-2011 alle ore 03:34:02
L'attuale inno italiano rappresenta l'Italia in maniera ottimale nella sua mediocrità
L'attuale inno italiano rappresenta l'Italia in maniera ottimale nella sua mediocrità
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 23:54:28
non discuto la musica, che può piacere o meno. ma ho già detto che un inno nazionale non è un disco rock che deve vendere i dischi. un inno nazionale deve rappresentare il suo paese. e mi dispiace per te, ma è più vero "siam pronti alla morte" (ovviamente riferito ai risorgimentali, non certo a noi di oggi), che il vino tedesco
non discuto la musica, che può piacere o meno. ma ho già detto che un inno nazionale non è un disco rock che deve vendere i dischi. un inno nazionale deve rappresentare il suo paese. e mi dispiace per te, ma è più vero "siam pronti alla morte" (ovviamente riferito ai risorgimentali, non certo a noi di oggi), che il vino tedesco
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 22:55:44
poi quel siam pronti alla morte è pure ipocrita oltre che brutto musicalmente
poi quel siam pronti alla morte è pure ipocrita oltre che brutto musicalmente
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 22:52:41
Ziomitich,il nostro inno come melodia fa vomitare,questo lo capisce pure un sordo,quesse tedesco è un altra pedalata,come pure quello Russo,inglese e tanti altri
Ziomitich,il nostro inno come melodia fa vomitare,questo lo capisce pure un sordo,quesse tedesco è un altra pedalata,come pure quello Russo,inglese e tanti altri
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 22:41:29
vero. Il testo originale dice "stringiamci a coorte"
vero. Il testo originale dice "stringiamci a coorte"
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 21:14:50
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Editato da Adonai il 19/02/2011 alle 21:18:24
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Editato da Adonai il 19/02/2011 alle 21:18:24
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 21:13:52
"Stringiamoci a coorte" è sbagliato
"Stringiamoci a coorte" è sbagliato
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 20:43:31
fratelli d'italia racconta l'intera storia della nostra nazione. chi non lo conosce e ammira gli inni degli altri paesi (che poi con un testo del genere....mah...) farebbe bene a leggerlo tutto. il nostro inno nazionale è stupendo.
l'inno nazionale non è un disco rock che deve avere una bella musica. deve esprimere l'identità nazionale e rappresentarla. e dimmi tu se "vino tedesco" è identità nazionale. ci avessero scritto birra pure pure...
leggete qui prima di parlare:
Fratelli d'Italia,
L'Italia s'è desta;
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma;
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,
Noi fummo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme;
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,
Uniamoci, amiamoci;
L'unione e l'amore
Rivelano ai popoli
Le vie del Signore.
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti con Dio,
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,
Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,
Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
L'Italia chiamò
e ditemi quale altro inno racconta così intensamente l'intera storia della sua nazione. quello spagnolo manco ha il testo, quello francese parla solo della rivoluzione, quello inglese parla della regina (o del re, a seconda)...
leghisti del cazzo, che vi hanno rincoglioniti. e voi che vi siete fatti rincoglionire.
fratelli d'italia racconta l'intera storia della nostra nazione. chi non lo conosce e ammira gli inni degli altri paesi (che poi con un testo del genere....mah...) farebbe bene a leggerlo tutto. il nostro inno nazionale è stupendo.
l'inno nazionale non è un disco rock che deve avere una bella musica. deve esprimere l'identità nazionale e rappresentarla. e dimmi tu se "vino tedesco" è identità nazionale. ci avessero scritto birra pure pure...
leggete qui prima di parlare:
Fratelli d'Italia,
L'Italia s'è desta;
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma;
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,
Noi fummo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme;
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,
Uniamoci, amiamoci;
L'unione e l'amore
Rivelano ai popoli
Le vie del Signore.
Giuriamo far libero
Il suolo natio:
Uniti con Dio,
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,
Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò,
Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò
Stringiamoci a coorte!
Siam pronti alla morte;
L'Italia chiamò
e ditemi quale altro inno racconta così intensamente l'intera storia della sua nazione. quello spagnolo manco ha il testo, quello francese parla solo della rivoluzione, quello inglese parla della regina (o del re, a seconda)...
leghisti del cazzo, che vi hanno rincoglioniti. e voi che vi siete fatti rincoglionire.
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 20:13:50
vino tedesco ma iammè su..
il testo di mameli è molto più bello, vomitevole nu par di pall, de gustibus cmq
vino tedesco ma iammè su..
il testo di mameli è molto più bello, vomitevole nu par di pall, de gustibus cmq
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 19:58:08
bobb mi ha detto mia moglie che se canti il vecchio testo con un bicchiere di troppo vai a finire diretto in prigione senza passare dal via
comunque forse la melodia sara' piacevole phar lap ma il testo nulla di che
bobb mi ha detto mia moglie che se canti il vecchio testo con un bicchiere di troppo vai a finire diretto in prigione senza passare dal via
comunque forse la melodia sara' piacevole phar lap ma il testo nulla di che
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 17:01:13
eh ma che delusione: il testo fa caghèr!! eppure la melodia è così bella
------------
Editato da Appresse il 19/02/2011 alle 17:01:40
eh ma che delusione: il testo fa caghèr!! eppure la melodia è così bella
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Editato da Appresse il 19/02/2011 alle 17:01:40
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 15:21:07
maggiulata di Guastameroli un paio di palle
maggiulata di Guastameroli un paio di palle
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 14:13:28
ho commentato....ma c'ho ripensaato...nge sta nient da commentà
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Editato da Jeeg Robot il 19/02/2011 alle 14:21:07
ho commentato....ma c'ho ripensaato...nge sta nient da commentà
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Editato da Jeeg Robot il 19/02/2011 alle 14:21:07
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 13:33:56
bob vino tedesco?
bob vino tedesco?
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 13:22:39
Prego Pharlap
Germania, Germania, sopra di tutto
sopra di tutto nel mondo,
purché per protezione e difesa
si riunisca fraternamente.
Dalla Mosa fino alla Memel
dall'Adige fino al Belt: *
Germania, Germania, sopra di tutto
sopra di tutto nel mondo,
Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,
devono mantenere nel mondo
la loro vecchia, buona fama.
Che ci ispirino a gesta nobili
per tutta la nostra vita
Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,
Unità, giustizia e libertà
per la patria tedesca!
È lì che vogliamo arrivare,
col cuore e col nostro fraterno lavoro!
Unità, giustizia e libertà
sono la garanzia della felicità.
Fiorisci nel pieno di questa felicità, fiorisci, patria tedesca!
L' autore
Hinrich Hoffmann von Fallersleben,sopra un suo ritratto del 1840 quando aveva 42 anni, era un professore di letteratura e insegnava a Breslau, nella Prussia. Le sue passioni erano, oltre al suo lavoro, le donne, il vino, il canto, la democrazia (che non esisteva in Prussia) e l'idea di una Germania unita (anch'essa, all'epoca, era solo un sogno). E su tutto questo, compresi il vino, il canto e le donne, scrisse nel 1841 una poesia - "La Canzone dei Tedeschi" - nello stile un po' patetico e romantico dell'epoca. Di poesie come questa ne esistevano parecchie, ma Fallersleben seppe trovare il tono giusto. La poesia ebbe dei risultati inaspettati: prima si diffuse subito e velocemente in tutta la Germania rendendo famoso il professore fino ad allora poco conosciuto. Ma poi Fallersleben fu cacciato dall'università prussiana per aver espresso troppo esplicitamente il desiderio di democrazia e di unità, un desiderio poco amato dai potenti della Germania dell'epoca.
La prima strofa:
Deutschland, Deutschland über alles, Über alles in der Welt,
wenn es nur zum Schutz und Trutze brüderlich zusammenhält.
Von der Maas bis an die Memel,
von der Etsch bis an den Belt: *
Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt.
Germania, Germania, sopra di tutto
sopra di tutto nel mondo,
purché per protezione e difesa
si riunisca fraternamente.
Dalla Mosa fino alla Memel
dall'Adige fino al Belt: *
Germania, Germania, sopra di tutto
sopra di tutto nel mondo,
* Fallersleben definisce qui i confini della diffusione della lingua tedesca:
La Mosa (fiume all'ovest), la Memel (fiume all'est), l'Adige (fiume al sud) e il Belt (stretto di mare al nord).
Fu una poesia molto scomoda...
"Deutschland, Deutschland über alles" - queste parole con cui comincia la prima strofa della sua poesia significavano all'epoca: via con i tanti stati e staterelli, vogliamo uno stato unitario, la Germania! Erano parole sovversive contro i tanti piccoli e grandi re, principi, duca e granduca che popolavano il paesaggio politico della Germania dell'800 e che non avevano nessuna intenzione di andarsene per far spazio a una Germania unita e per di più "democratica". Ma anche dopo la forzata unificazione della Germania nel 1871, ad opera di Bismarck, la poesia di Fallersleben rimaneva poco amata da chi regnava, soprattutto la terza strofa che parlava di libertà e giustizia era troppo scomoda, perché di libertà e giustizia ce n'era poco nel nuovo stato.
La seconda strofa:
Deutsche Frauen, deutsche Treue, deutscher Wein und deutscher Sang
sollen in der Welt behalten
ihren alten guten Klang.
Uns zu edler Tat begeistern
unser ganzes Leben lang
Deutsche Frauen, deutsche Treue, deutscher Wein und deutscher Sang.
Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,
devono mantenere nel mondo
la loro vecchia, buona fama.
Che ci ispirino a gesta nobili
per tutta la nostra vita
Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,
Era concepita come canzone popolare
Fin dall'inizio la poesia era concepita come canzone. Ma in una canzone popolare non potevano mancare elementi come le donne, il vino e la natura che per gli spiriti romantici avevano un valore anche per il nascente sentimento nazionale. Come melodia Fallersleben scelse l'Inno Imperiale che Josef Haydn aveva scritto nel 1797 per l'imperatore austriaco Franz II impegnato in guerra contro Napoleone. Anche questa scelta non è casuale: il riferimento all'ex-stato unitario quando c'era ancora l'imperatore del "Sacro Romano Impero di Nazione Tedesca" aveva un significato ben preciso che mirava all'unità e contro la frammentazione politica. La solenne melodia, insieme alle parole semplici, ma espressive, fecero diventare "La Canzone dei Tedeschi" molto popolare - ma poco amata dalla classe politica dirigente.
La poesia romantica divenne inno nazionale
Solo durante la Repubblica di Weimar, nel 1922, divenne l'inno nazionale e si cantavano tutte le tre strofe. I nazisti poi lo riducevano alla prima strofa, con accento alle parole "Deutschland über alles", aggiungendo un senso del tutto nuovo: via con tutti gli altri stati dell'Europa, la Germania è superiore a tutti gli altri!
L'inno nazionale di oggi
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, per non continuare in questa triste tradizione, si decise di cantare solo la terza strofa di quest'inno, quella che parla di unità, libertà e giustizia, valori che costituiscono anche il moderno stato democratico.
La terza strofa:
Einigkeit und Recht und Freiheit
für das deutsche Vaterland!
Danach laßt uns alle streben,
brüderlich mit Herz und Hand!
Einigkeit und Recht und Freiheit
sind des Glückes Unterpfand.
Blüh‘ im Glanze dieses Glückes,
blühe deutsches Vaterland.
Unità, giustizia e libertà
per la patria tedesca!
È lì che vogliamo arrivare,
col cuore e col nostro fraterno lavoro!
Unità, giustizia e libertà
sono la garanzia della felicità.
Fiorisci nel pieno di questa felicità, fiorisci, patria tedesca!
preso da questo sito
http://www.viaggio-in-germania.de/inno-nazionale1.html
Prego Pharlap
Germania, Germania, sopra di tutto
sopra di tutto nel mondo,
purché per protezione e difesa
si riunisca fraternamente.
Dalla Mosa fino alla Memel
dall'Adige fino al Belt: *
Germania, Germania, sopra di tutto
sopra di tutto nel mondo,
Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,
devono mantenere nel mondo
la loro vecchia, buona fama.
Che ci ispirino a gesta nobili
per tutta la nostra vita
Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,
Unità, giustizia e libertà
per la patria tedesca!
È lì che vogliamo arrivare,
col cuore e col nostro fraterno lavoro!
Unità, giustizia e libertà
sono la garanzia della felicità.
Fiorisci nel pieno di questa felicità, fiorisci, patria tedesca!
L' autore
Hinrich Hoffmann von Fallersleben,sopra un suo ritratto del 1840 quando aveva 42 anni, era un professore di letteratura e insegnava a Breslau, nella Prussia. Le sue passioni erano, oltre al suo lavoro, le donne, il vino, il canto, la democrazia (che non esisteva in Prussia) e l'idea di una Germania unita (anch'essa, all'epoca, era solo un sogno). E su tutto questo, compresi il vino, il canto e le donne, scrisse nel 1841 una poesia - "La Canzone dei Tedeschi" - nello stile un po' patetico e romantico dell'epoca. Di poesie come questa ne esistevano parecchie, ma Fallersleben seppe trovare il tono giusto. La poesia ebbe dei risultati inaspettati: prima si diffuse subito e velocemente in tutta la Germania rendendo famoso il professore fino ad allora poco conosciuto. Ma poi Fallersleben fu cacciato dall'università prussiana per aver espresso troppo esplicitamente il desiderio di democrazia e di unità, un desiderio poco amato dai potenti della Germania dell'epoca.
La prima strofa:
Deutschland, Deutschland über alles, Über alles in der Welt,
wenn es nur zum Schutz und Trutze brüderlich zusammenhält.
Von der Maas bis an die Memel,
von der Etsch bis an den Belt: *
Deutschland, Deutschland über alles, über alles in der Welt.
Germania, Germania, sopra di tutto
sopra di tutto nel mondo,
purché per protezione e difesa
si riunisca fraternamente.
Dalla Mosa fino alla Memel
dall'Adige fino al Belt: *
Germania, Germania, sopra di tutto
sopra di tutto nel mondo,
* Fallersleben definisce qui i confini della diffusione della lingua tedesca:
La Mosa (fiume all'ovest), la Memel (fiume all'est), l'Adige (fiume al sud) e il Belt (stretto di mare al nord).
Fu una poesia molto scomoda...
"Deutschland, Deutschland über alles" - queste parole con cui comincia la prima strofa della sua poesia significavano all'epoca: via con i tanti stati e staterelli, vogliamo uno stato unitario, la Germania! Erano parole sovversive contro i tanti piccoli e grandi re, principi, duca e granduca che popolavano il paesaggio politico della Germania dell'800 e che non avevano nessuna intenzione di andarsene per far spazio a una Germania unita e per di più "democratica". Ma anche dopo la forzata unificazione della Germania nel 1871, ad opera di Bismarck, la poesia di Fallersleben rimaneva poco amata da chi regnava, soprattutto la terza strofa che parlava di libertà e giustizia era troppo scomoda, perché di libertà e giustizia ce n'era poco nel nuovo stato.
La seconda strofa:
Deutsche Frauen, deutsche Treue, deutscher Wein und deutscher Sang
sollen in der Welt behalten
ihren alten guten Klang.
Uns zu edler Tat begeistern
unser ganzes Leben lang
Deutsche Frauen, deutsche Treue, deutscher Wein und deutscher Sang.
Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,
devono mantenere nel mondo
la loro vecchia, buona fama.
Che ci ispirino a gesta nobili
per tutta la nostra vita
Donne tedesche, fedeltà tedesca,
vino tedesco e canto tedesco,
Era concepita come canzone popolare
Fin dall'inizio la poesia era concepita come canzone. Ma in una canzone popolare non potevano mancare elementi come le donne, il vino e la natura che per gli spiriti romantici avevano un valore anche per il nascente sentimento nazionale. Come melodia Fallersleben scelse l'Inno Imperiale che Josef Haydn aveva scritto nel 1797 per l'imperatore austriaco Franz II impegnato in guerra contro Napoleone. Anche questa scelta non è casuale: il riferimento all'ex-stato unitario quando c'era ancora l'imperatore del "Sacro Romano Impero di Nazione Tedesca" aveva un significato ben preciso che mirava all'unità e contro la frammentazione politica. La solenne melodia, insieme alle parole semplici, ma espressive, fecero diventare "La Canzone dei Tedeschi" molto popolare - ma poco amata dalla classe politica dirigente.
La poesia romantica divenne inno nazionale
Solo durante la Repubblica di Weimar, nel 1922, divenne l'inno nazionale e si cantavano tutte le tre strofe. I nazisti poi lo riducevano alla prima strofa, con accento alle parole "Deutschland über alles", aggiungendo un senso del tutto nuovo: via con tutti gli altri stati dell'Europa, la Germania è superiore a tutti gli altri!
L'inno nazionale di oggi
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, per non continuare in questa triste tradizione, si decise di cantare solo la terza strofa di quest'inno, quella che parla di unità, libertà e giustizia, valori che costituiscono anche il moderno stato democratico.
La terza strofa:
Einigkeit und Recht und Freiheit
für das deutsche Vaterland!
Danach laßt uns alle streben,
brüderlich mit Herz und Hand!
Einigkeit und Recht und Freiheit
sind des Glückes Unterpfand.
Blüh‘ im Glanze dieses Glückes,
blühe deutsches Vaterland.
Unità, giustizia e libertà
per la patria tedesca!
È lì che vogliamo arrivare,
col cuore e col nostro fraterno lavoro!
Unità, giustizia e libertà
sono la garanzia della felicità.
Fiorisci nel pieno di questa felicità, fiorisci, patria tedesca!
preso da questo sito
http://www.viaggio-in-germania.de/inno-nazionale1.html
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 12:52:25
ci vorrebbe un Benigni tedesco
Bob, fallo il Benigni tedesco
ci vorrebbe un Benigni tedesco
Bob, fallo il Benigni tedesco
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 12:26:05
questo è vero
questo è vero
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 12:25:37
Ognuno ha l'inno che si merita
Ognuno ha l'inno che si merita
Messaggio del 19-02-2011 alle ore 12:19:16
Siccome mi ha sempre fatto inpazzire l'inno tedesco,me lo traduci?mi piacerebbe conoscere anche il significato.Aggiungo per i forumiani, che è normale,visti i musicisti che ha avuto,che la Germania abbia un inno bellissimo,la cosa che trovo strana, è che l'Italia che avuto buoni musicisti, abbia un inno vomitevole,mi pare la maggiulata di Guastameroli?ma chi l'ha scelto?gia allora mi sa che si andava avanti a conoscenze e raccomandazioni
Siccome mi ha sempre fatto inpazzire l'inno tedesco,me lo traduci?mi piacerebbe conoscere anche il significato.Aggiungo per i forumiani, che è normale,visti i musicisti che ha avuto,che la Germania abbia un inno bellissimo,la cosa che trovo strana, è che l'Italia che avuto buoni musicisti, abbia un inno vomitevole,mi pare la maggiulata di Guastameroli?ma chi l'ha scelto?gia allora mi sa che si andava avanti a conoscenze e raccomandazioni
Nuova reply all'argomento:
Bobrock,mi fai un favore?
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