La Piazza

Ci avevano detto.....
Messaggio del 15-11-2011 alle ore 21:10:21
Ci avevano detto....

...........che la loro coalizione era compatta mentre l'altra era "un' armata brancaleone".

E cosa ti succede?

"Noi andremo all'opposizione e io sarei preoccupato se ci fosse solo la maggioranza, diventerebbe un Parlamento come quello di Gheddafi che se non ricordo male veniva convocato solo il primo del mese di aprile".
Abbiamo registrato il cambiamento del Pdl che segna una rottura con la Lega e che ci assegna un ruolo all'opposizione". "Oggi si è interrotto il percorso iniziato nel 1994".
Lo afferma Roberto Maroni.


Ci avevano detto....
.....che le nostre banche erano solide ed al riparo.

E che cosa succede?

Debutto in picchiata per Unicredit il giorno dopo l'annuncio dell'aumento di capitale da 7,5 miliardi, della pulizia nel bilancio, della trimestrale e del piano strategico. E di 5400 licenziamenti.
E' soprattutto la contabilità trimestrale, chiusa con una perdita da oltre 10 miliardi (di cui 8,6 sono l'impatto tecnico delle svalutazioni di avviamenti) a destare qualche perplessità sulla capacità effettiva del gruppo di compiere un'intensa ristrutturazione e tornare presto e bene alla sola attività commerciale nei paesi roccaforte.



Ci avevano detto....
.....che la Finmeccanica era uno dei fiori all'occhiello dell'industria italiana.

E che cosa succede?

Finmeccanica chiude i primi nove mesi dell'anno con una perdita netta di 767 milioni di euro, rivede la stima sui ricavi per l'intero anno e cancella il dividendo per il 2011. Piazza Affari non approva e il titolo crolla: a fine seduta cede oltre il 20%. Nessuno immaginava svalutazioni così pesanti.

Sono passati solo 3 giorni da quando il piccoletto di Arcore si e' dimesso e le crepe, i danni, le bugie che vi ha raccontato in questi anni stanno cominciando ad affiorare.

Mi raccomando, tenete le chiappettine ben strette perche' - parole di quel fine pensatore di Calderoli - ci sono stormi di uccelli paduli pronti all'azione.

Cari bananas,
quando sarete con le pezze al c*lo ricordatevi di me e soprattutto ricordatevi che io ve lo avevo detto che finiva cosi.
Messaggio del 16-11-2011 alle ore 13:20:43
Tornando alla mia prima osservazione, quella relativa all'"armata brancaleone" ho trovato molto "illuminante" il seguente articolo:

Tutto si decompone, non solo nel polo di centrodestra che Roberto Maroni ha archiaviato ieri (“l’alleanza è rotta”), ma anche nel Pdl.
Saverio Romano e Daniela Santanchè preparano un gruppo parlamentare autonomo, all’opposizione del governo tecnico che Mario Monti dovrebbe formalizzare oggi al Quirinale.
La chiamano “rivolta democratica”, è una reazione al misto di ambizione e dissoluzione che sta investendo in queste ore il Pdl tormentato da dubbi intorno al governo tecnico e minacciato dal super attivismo di Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini che nel Pdl vedono una prateria di voti e personale politico da arruolare.

Si sono visti e ne hanno parlato a lungo, l’ex ministro dell’Agricoltura e la ex sottosegretaria alla presidenza del Consiglio.
Romano porterà i quattro parlamentari della sua formazione, il Pid, il resto lo mette lei, Daniela Santanchè, che si muove un po’ d’accordo (un po’ no) con Ignazio La Russa e Denis Verdini.
“E’ facile commissariare un Parlamento di nominati”, dice Romano.
“Se è per un tempo limitato questa violazione del diritto di rappresentanza la si può anche accettare, altrimenti no. Se Monti pensa sul serio di impedire le elezioni e arrivare al 2013 noi faremo un gruppo parlamentare di resistenza democratica”.
Saranno Romano e Santanchè a non votare la patrimoniale che Silvio Berlusconi ha avversato per oltre due anni. “
Siamo disposti a subire, ma nella misura in cui sia chiaro che questo è uno stato di eccezione e che l’unico orizzonte sono le elezioni anticipate”.
Il contesto del partito berlusconiano è esulcerato da conflitti che deflagrano nella paura del voto.
Secondo la maggior parte dei dirigenti del Pdl, le urne sarebbero “un bagno di sangue”.

La paura, che ha spinto uomini come Franco Frattini a diventare ambasciatori del “montismo” alla corte del Cavaliere, si mescola all’ambizione dei tanti che già immaginano archiviata la stagione del bipolarismo e legittimamente cercano, come Roberto Formigoni, altre strade.
I Fabrizio Cicchitto, i Gaetano Quagliariello, e dunque un pezzo significativo della vecchia Forza Italia, coltivano l’idea che un anno o più di governo Monti possa offrire al Pdl il tempo per riorganizzarsi, finalmente liberi da Giulio Tremonti e dall’alleanza con la Lega.
Ma questa idea già si infrange sulle manovre di Casini, che contatta gli ex democristiani alla Beppe Pisanu e alla Claudio Scajola e raggiunge vecchi liberali considerati fedelissimi del Cavaliere (i nomi si sapranno presto).

Il Terzo polo tenta un’opa ostile.
Gianni Alemanno torna a stringere la mano di Fini, prima un’alleanza a Roma (“senza di loro non si vince”), poi chissà.(segue dalla prima pagina)
Quando Italo Bocchino, il plenipotenziario di Gianfranco Fini, ha fatto capire che Mario Monti potrebbe essere – sostenuto dal Terzo polo e dal centrosinistra – un candidato alla presidenza del Consiglio, ieri per qualche ora il Pdl è entrato nel panico e il governo tecnico di Monti ha vacillato sul serio.
Bocchino forse ha rivelato sul Corriere i pensieri meglio riposti e segreti dell’Udc e di Fli, ma certamente ha dato voce ai timori più forti ed espliciti che scuotono ampi settori del Pdl, che ieri, di fronte ai sostenitori dell’opzione Monti hanno potuto dire: “Puntano alla scomposizione di tutto il sistema, dopo averci buttato fuori dal governo con un colpo di mano ci vogliono anche fregare alle elezioni”.
Non è un caso se Fini in persona ha voluto far conoscere la sua valutazione delle parole di Bocchino: “Un errore”, le ha definite in privato il presidente della Camera.

L’interesse del Terzo polo è che l’accordo sul nuovo governo si chiuda. Solo dopo, con calma, col tempo, cominceranno le grandi manovre verso la “decomposizione e ricomposizione” che Cirino Pomicino descrive sempre ai suoi interlocutori. Gli uomini della ex Forza Italia, e forse anche Angelino Alfano e Renato Schifani, pensano che si possa resistere alle lusinghe, e che la maggioranza berlusconiana del Senato sia una garanzia: “Stacchiamo la spina quando vogliamo”. E in effetti è così. Per adesso. Ma col tempo, nei diciotto mesi di cura Monti, può accadere qualsiasi cosa e le garanzie che Alfano ha chiesto al Quirinale (se un solo partito contraente si sfila si va al voto, anche in caso di fuoriuscite di singoli parlamentari) davvero potrebbero non servire a niente, come pensa Daniela Santanchè e come crede anche Ignazio La Russa.


di Salvatore Merlo
© - FOGLIO QUOTIDIANO



Ciao bananas,
siete sempre nei miei pensieri
Messaggio del 16-11-2011 alle ore 13:42:37
Nel frattempo Monti ha tirato fuori dal cilindro il governo Profumo di Passera quasi a voler dimostrare che il suo sara' un governo piu' fine ed elegante del precedente governo Bunga Bunga Scilipoti

Ciao bananas
Messaggio del 16-11-2011 alle ore 13:46:17
Indiscrezioni di questi minuti danno un Berlusconi al settimo cielo e superentusiasta per il neonato governo Profumo di Passera e si dice disposto ad appoggiarlo con fiducia incondizionata.

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