La Piazza

DOMANDA SERIA....
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 19:44:21
Treble....facciamo una prova......stasera alle 22.00 in tutto il comprensorio di Lanciano......zona per zona controlliamo se c e' ancora l acqua.....punto di riferimento i primi piani
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 18:38:43
I COSTI DELLA GESTIONE POLITICA

In principio erano i Comuni che distribuivano l'acqua, provvedevano alla lettura dei contatori e emettevano fattura.
L'utente pagava " sic et simpliciter" la distribuzione da parte del Comune che nel nostro caso è il Comune di Lanciano.

Possiamo quindi ipotizzare che, prima dell'approvazione della legge galli , l'utente finale pagasse al Comune di Lanciano 50 centesimi per un certo consumo di acqua

Con l'interoduzione della legge Galli sono stati applicati alcuni principi:

1. Tutti i Comuni ricadenti in un determinato territorio sono stati obbligati a cedere le proprie reti ad un nico soggetto gestore, che nel nostro caso e' la società SASI Spa nata dalla trasformazione dell'ex consorzio Acquedottistico Comprensoriale del Chietino per le Opere Acquedottistico
2. Gli azionisti della SASI sono gli stessi Comuni che ricadono in un determinato territorio.
3. La SASI si è dovuta costituire ex novo , questo significa:
Costi ulteriori per :
- Consiglio di Amministrazione e Collegio dei Revisori dei conti
- consulenti , considerato che la SASI non ha dirigenti all'interno
Uffici , autoparco, softwares di gestione, sede etc
Le spese ulteriori sono state necessariamente riversate sull'utente finale, quello che pagava 50 cent al comune di Lanciano per un tot di acqua. Dopo questo passaggio il povero utente per la stessa quantità di acqua non pagava piu soltanto 50 cent bensi' 80 ( a causa dei nuovi costi)

SEPARAZIONE DELLA GESTIONE DALLA PROPRIETA' ( ulteriori costi)

La legge Galli ha inoltre sancito che il gestore del Servizio idrico tuttavia non potesse essere allo stesso tempo proprietario delle reti che il Comune di Lanciano ( tra gli altri) aveva dovuto cedere gratuitamente alla SASI .
Per questa ragione è stata creata la Società ISI srl alla quale per legge (Galli) è stata attribuita la proprietà delle reti .
Anche la ISI srl è società a totale capitale pubblico
Quindi nuovo consiglio di amministrazione e collegio dei revisori contabilli , quindi nuove spese.
Per far fronte a queste ulteriori spese , la ISI ha affittato le reti alla SASI , che paga pertanto un canone annuo.
Avete capito bene le stesse reti che prima erano del Comune di Lanciano e che sono state cedute gratuitamente.
Anche in questo caso le spese ulteriori ( quelle per pagare CDA ed annessi) e pertanto quelle di affitto sono state necessariamente riversate sull'utente finale, quello che pagava 80 cent al comune di Lanciano per un tot di acqua. Dopo questo passaggio il povero utente per la stessa quantità di acqua non pagava piu soltanto 80 cent bensi' 100 ( a causa dei nuovi costi).

ISTITUZIONE DELL'ATO E ULTERIORI COSTI PER L'UTENTE

La legge Galli ha previsto l'istituzione dell'ATO ( autorità territoriale ottimale) quale autorità di vigilanza sull'operato del Gestore SASI.
L'ATO ha avuto bisogno di una sede, di un CDA, di revisori etc.
Indovinate da dove sono uscite queste somme?
Dal povero utente finale. Dopo questo passaggio il povero utente per la stessa quantità di acqua non pagava piu soltanto 100 cent bensi' 130 ( a causa dei nuovi costi).

Bene la gestione pubblica e pertanto politica dell'acqua ha fatto si' che quello che una volta costava 50 cent ai cittadini adesso costa 130.
Il servizio non è ovviamente migliorato







Messaggio del 14-06-2011 alle ore 18:23:14
Luca boh cmq la levano alle 10 pure ai paesini intorno e a pescara, però non è una cosa fissa, capita anche che non la levano. magari t'è capitato di accorgertene proprio in uno di questi giorni.
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 18:21:11
A dire il vero pensavo a canali di acqua pura e cristallina...
... cmq sia uan ripassatina su come funziona un acquedotto non farebbe male!
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 18:07:16
Vi dico la mia.

Qui il problema è di ordine ideologico prima ancora che giuridico.

Ideologico perchè, in questi venti anni post mani pulite e grazie alla asfissiante propaganda berluscon-populistica è passata la mentalità che PUBBLICO=INEFFICIENTE, SCIATTO, SPRECONE etc etc.. mentre PRIVATO=ALTAMENTE EFFICIENTE, PERFETTO, GESTIONE OCULATA etc etc.

In realtà a mio parere, non c'è una perfetta relazione tra le due cose. NON SEMPRE GESTIONE PRIVATISTICA equivale a GESTIONE MIGLIORE DI TUTTE.

Inoltre ALCUNI SERVIZI FONDAMENTALI quali appunto l'acquedotto, la sanità, l'educazione primaria e secondaria, i trasporti pubblici, la viabilità e le infrastrutture in generale, dato che costituiscono l'impalcatura portante di una Nazione, NON POSSONO ESSERE GESTITI CON LA MENTALITA' DI MERCATO, ma debbono, proprio per l'importantissimo ruolo che ricoprono, ESSERE GESTITI IN OTTICA DI PUBBLICA UTILITA' ovvero a favore di TUTTI I CITTADINI e non solo di quelli che se lo possono permettere e gli altri si arrangino.

ALCUNI SETTORI DEVONO necessariamente restare PUBBLICI. Certo, devono essere gestiti da amministratori capaci e oculati per evitare sprechi, ruberie e cattiva gestione, (ed è questo il punto DAVVERO DOLENTE dell'Italia !) e non come poltronifici da regalare in mano alla più becera e clientelare delle lottizzazioni.

Infine vorrei ricordare che il mito del "libero mercato" è appunto un mito spacciato da Berlusconi e dai suoi lacchè. In Italia il libero mercato NON LO VUOLE PROPRIO BERLUSCONI, dato che è LUI il primo a detenere posizioni dominanti di mercato ottenute non in virtuù della sua "capacità imprenditoriale" ma SOLO GRAZIE ALL'ARTE DELL'INTRALLAZZO, DELLA TANGENTE, DELLA MENTALITA? "MAFIOSA" in generale.

In un "vero" mercato libero, dove la concorrenza la si fà sul MIGLIORE RAPPORTO QUALITA' PREZZO, uno come Berlusconi sarebbe affogato nei debiti (come stava accadendo prima della sua "discesa in campo" del '94).

Altro punto dolente è IL MOSTRO delle SOCIETA' MISTE PUBBLICO PRIVATE, che incarnano il PEGGIO dei due mondi: LA LOTTIZZAZIONE CLIENTELARE e LA GESTIONE PRIVATISTICA AL SOLO DI FINE DI GENERARE UTILI.

Questo è il peggio del peggio del sistema, sistema che ovviamente Berlusconi (17 anni in carica con maggioranze mai viste prima nella storia della Repubblica) si E' BEN GUARDATO DAL MODIFICARE MINIMAMENTE.
Altro che "un nuovo miracolo italiano"...
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 17:59:47
BRUCE IL MIO NICK NON PRENDE SPUNTO DAI CANALI DELLA RETE FOGNARIA.....MA DA QUESTO PERSONAGGIO....
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 17:44:08
Treble nin tenghe a pazzia.....dico veramente
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 17:43:10
Caspita non e' vero.....in alcune vie ci sta' l acqua fino a tardi.......mica hanno l autoclave!!!!!!!!!!!!!
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 17:36:52
Lucacanali Luca l'acqua le levene a tutte le vie
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 17:35:29
No comment, siamo tra l'assurdo e l'inverosimile.
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 17:32:56
Sig. Canali,
visto anche il cognome che si è scelto, sarebbe opportuno ripassasse qualche regola di idraulica, troverà tutte le rispsote alle sue domande!
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 17:29:04
Infatti l acquedotto lo ridarei immediatamente in mano al comune di Lanciano......quando avevamo bollette calmierate ed il servizio idrico era assicurato quasi tutto l anno.....invece ora puntualmente dalle 22.00 in poi siamo senz acqua anche in inverno........eppoi non riesco a capire perche' c e' questa ingiustizia sociale che l acqua viene tolta solo e' sempre al quartiere Santa Rita!!!!!!!!!!!!! Un vero e' proprio atto di razzismo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 17:19:51
il SI contribuisce e rafforza il sistema "sasi&co."!

Ciò non vuol dire, a parer mio, che debbano privatizzarsi i servizi.
bisogna soltanto eliminare le storture e le anomalie del sistema di gestione che abbiamo!
e si può fare!
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 15:04:55
Ringrazio cortesemente, per le risposte esaustive....
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 14:08:53
Era il 1994 quando la legge Galli sanciva che il finanziamento del servizio idrico dovesse avvenire tramite il principio del full recovery cost, ovvero che tutti gli investimenti sulle reti idriche dovessero essere caricati sulle bollette e non rientrassero più nell’ambito della fiscalità generale. Stabiliva inoltre che ci fosse una remunerazione minima del capitale, sempre da mettere in bolletta, del 7 per cento.


Si trattava della prima vera apertura ai privati, che improvvisamente diventavano i soggetti più agevolati nella gestione dell’acqua. Il motivo è facile a dirsi. Non potendo più prendere i soldi dalle casse statali, l’ente gestore doveva anticipare i soldi di tasca propria, come investimento, con la certezza che questi soldi iniziali sarebbero rientrati, con gli interessi, attraverso le bollette. Il problema era che molti comuni non avevano i fondi necessari per fare gli investimenti iniziali; soldi che invece non mancavano ai soggetti privati. Così sempre più enti pubblici dalle casse prosciugate si sono visti costretti a cedere la gestione dei servizi ai privati, o a trasformare le società di gestione in s.p.a. miste pubblico-privato (per la giurisdizione comunque enti di diritto privato).

Ma allora perché, ci si chiede, laddove i privati sono entrati nella gestione dell’acqua gli investimenti non sono aumentati,e in molti casi sono persino diminuiti? Perché il principio del full recovery cost non funziona. Lo ha ammesso la stessa Federutility, spiegando nel suo ‘blue book’ che gli acquedotti italiani sono talmente disastrati che si renderebbero necessari investimenti di oltre 55 miliardi di euro. Una tale cifra, anche spalmata sulle bollette in 20 anni, renderebbe inaccessibile l’acqua ad una buona fetta della popolazione. Dunque, la strategia dei privati è stata la stessa che i fautori delle privatizzazioni rimproverano al settore pubblico: nessun investimento. Tanto, si sa, che il servizio sia buono o scadente nessuno può rinunciare a consumare acqua.

Nessun investimento a fronte di una gestione privata finalizzata al profitto e non a garantire un servizio alla cittadinanza. In questo non c’è grande differenza fra una società di gestione privata e una s.p.a. mista a maggioranza pubblica. Entrambe devono, per legge, garantire il massimo dei profitti ai loro azionisti e sono enti di diritto privato.

Con ieri si pone fine a questo percorso di privatizzazione, che il decreto Ronchi del 2009 aveva addirittura reso obbligatorio con delle scadenze ben precise che imponevano la cessione di quote sempre maggiori ai privati. Si abroga inoltre la remunerazione minima garantita del capitale investito: quel 7 per cento che veniva regalato ai gestori per invogliarli a compiere degli investimenti.

Si afferma insomma che sull’acqua non si possono fare profitti. Ora, da questo importantissimo paletto che il referendum ha piantato solidamente a terra, bisogna ripartire per affrontare molte questioni legate alla gestione del servizio.



Messaggio del 14-06-2011 alle ore 13:33:27
La S.A.S.I. è pubblica, tanto è vero che le nomine dirigenziali al suo interno sono POLITICHE, nomine (come la Presidenza) che vengono assegnate come contentino agli sconfitti o primi non eletti di una coalizione vincente
è chiare stù fatte???!!!
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 13:22:14
Sì, come pensavo la Sasi altro non è che i comuni della zona riuniti
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 13:17:00
Con l’entrata in vigore della Legge n. 36 del 05.01.1994 (Legge Galli) si è avviato nel nostro Paese, un complesso ed articolato processo finalizzato ad ottenere una riorganizzazione territoriale e funzionale del Servizio Idrico Integrato (d’ora innanzi S.I.I.), inteso come l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e di distribuzione di acqua ad usi civili ed industriali, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.
Per il superamento della frammentazione delle gestioni affidate ai singoli Comuni, la c.d Legge Galli ha stabilito l’obbligatorietà della definizione di Ambiti Territoriali Ottimali in cui confluiscono tutti gli Enti Comunali, così superando il criterio delle municipalità delle singole gestioni.
L’Ente D’Ambito (l’ATO) è una Autorità Pubblica dotata di personalità giuridica e di autonomia organizzativa (consorzio obbligatorio di funzioni ai sensi dell’art. 25, comma 7 della Legge 08/06/1990 n. 142) ed è costituito dai Comuni ricadenti nel medesimo ambito territoriale ottimale.
Con la nascita dell’ A.T.O n. 6 del Chetino, tutti i Comuni ricadenti nel relativo territorio di appartenenza, hanno cessato l’esercizio delle funzioni individuali attinenti i propri servizi idrici ed hanno trasferito al nuovo soggetto gestore pubblico ( SASI) la titolarità del servizio idrico integrato.
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 13:11:50
Fermo restando che credo che la Sasi sia un qualche tipo di consorzio in cui dentro dovrebbero esserci anche gli stessi comuni - ma su questo potrei dire anche una cazzata -, la risposta è no.
Semplicemente perché i due quesiti trattavano di condizioni di affidamento al privato (il secondo riguardava persino soltanto il profitto del privato), non della possibilità di affidamento in sé.
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 13:10:44
Aggiungo che la proprietà della SASI appartiene appunto ( pro quota) a ben 92 Comuni. I maggiori azionisti della SASI sono il Comune di Lanciano ed il Comune di Vasto
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 13:08:49
No Luca per la semplice ragione che la gestione del Servizio idrico Integrato da parte della SASI ( società a capitale totalmente pubblico) va' nella direzione opposta alla privatizzazione.
La SASI è una società per azioni a capitale totalmente pubblico quindi non privato. La SASI quindi resterà il gestore relativo alla totalità dei servizi di adduzione, distribuzione dell'acqua e fognature nel territorio dei 92 comuni che ricadono dentri i confini dell'ATO n. 6 del chietino
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 12:58:48
Spero che ci sia qualcuno che risponda con competenza a questa domanda, abbastanza seria.....
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 02:04:32
e probabilmente (ma forse mi sbaglio), il "no" di adonai non ha senso, perchè la gestione è già in mano ai comuni consorziati SASI.
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 02:03:02
Io ne so pochissimo quindi possibilmente qualcuno confermi o smentisca...

La SASI non è proprietaria dell'acqua o degli impianti, ma gestisce l'acquedotto e le fognature per conto dei comuni consorziati.

Piacerebbe anche a me capirne di più
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 01:26:35
No.
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 01:14:36
Messaggio del 14-06-2011 alle ore 01:05:36
ORA DOPO QUESTI REFERENDUM SULL ACQUA PUBBLICA.....CHE VUOL DIRE CHE LA GESTIONE LA TOLGONO DALLA S.A.S.I E' TORNA SOTTO LA COMPETENZA COMUNALE??? CHIEDO SERIAMENTE

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