Messaggio del 09-03-2009 alle ore 18:10:27
Bartam, anch'io ricordavo Bartolo da Sassoferrato come giurista. Storia del diritto italiano: Il diritto nella storia medievale, Ennio Cortese. ------------ Editato da Il Piccioso il 09/03/2009 alle 18:11:46
Messaggio del 09-03-2009 alle ore 15:29:17
Interessante Bartam, peccato la parte on line riguardi solo una parte del Regno di Napoli.
Mi riferivo all'altro volume di Mazzella, dedicato agli stemmi delle famiglie nobili del Regno, un esemplare del quale si trova nella nostra biblioteca.
Messaggio del 09-03-2009 alle ore 00:42:28
tra le pecche del mio corso di laurea non posso che evidenziare la mancanza di un corso di cronologia, che avrebbero potuto integrare in quello di epigrafia, comunque interessantissimo; altra grossa lacuna: nessun corso di numismatica, che è invece presente in analoghi corsi di laurea, presso altre sedi.
ricordavo Bartolo da Sassoferrato soltanto come giurista, non avevo presente che tra le sue opere figurasse anche un trattato di araldica.. interessante.
Bruce, Mazzella è presente nella bibliografia della mia tesi, ma non ricordo in merito a cosa l'abbia citato. c'è però qualcosa che me lo fa ricordare vicino ad Antinori.
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 14:25:30
ps: se ti interessa giusto l'altro giorno ho ritrovato in garage un altro libro di Cignoni
Cignoni, Mario: Bartolo da Sassoferrato - De insigniis et armis, Giampiero Pagnini Editore,
poi se ti interessa ho le dispense di Cronologia e Cronografia di Riccardo Capasso che mi ha insegnato e credo che ci siano delle cose che a te potrebbero piacere moltissimo.
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 13:59:52
già che sono in argomento, sarebbe il caso di dire che gli stemmi che vi fate fare dalle bancarelle di Araldica non servono a un cazzo
c'è gente che ne va pure fiera...
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 13:44:44
Forse però ho una cosa che ti tira...
sono uno dei pochi in Italia a poter vantare un esame di Araldica (30)
(fatto insieme a due di Cronologia e Cronografia (30 e 28)
e poi cancellato dalle università purtroppo...
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 13:31:08
bhè spero che i miei studi universitari (non conclusi ahimè...) in Storia, i 3 esami di storia del cristianesimo, quello di archeologia cristiana e soprattutto quello di Religione Romana Arcaica siano serviti almeno ad abbreviare le mie ricerche su google...
almeno so cosa devo cercare
ho delle immense lacune ovviamente, ma ancora credo che ci sia differenza tra chi ha almeno una infarinatura su qualcosa, anche piena di lacune, rispetto a chi non sa assolutamente di che cazzo sta parlando e pretende di fare "la punta agli stronzi"
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 13:16:39
difatti lo faro grazie del generoso consiglio....penso che anche tu ne abbia fatto un largo uso.....poi ..e' solo un mio pensiero che restera' vita natural durante opinabile....
(ben prima quindi dell'editto di Milano (o di Costantino) ragion per cui la religione a Roma era tutto tranne che quella cattolica)
e poi per villa pontificia si intende la villa del "pontifex" ovvero del pontefice ma che nulla ha a che vedere col Pontefice della chiesa cattolica ovvero il Papa...
quote:
bhè mica ti volevo dare dell'ignorante, solo che hai fatto una bella confusione.
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 12:48:38
io ho parlato di CLERO....mica di religione cattolica...NON CREDO CHE CLERO SIA SINONIMO DI CATTOLICESIMO..o erro e confondo anche adesso..per me il clero e' la chiesa...
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 12:40:35
Alessandro VII (1655-1667), che fu il primo pontefice ad abitare il palazzo, riprese l'opera di Urbano VIII, completando l'edificio con la costruzione della facciata principale e del braccio ovest, comprendente la galleria verso il mare, costruita con l'intervento del Bernini. In seguito per un lungo periodo i papi non si recarono a Castel Gandolfo, infatti soltanto con Benedetto XIV il palazzo tornò ad essere frequentato e quindi restaurato e arricchito di nuovi ornamenti. Nel 1747 fu decorata la galleria con pitture di Pier Leone Ghezzi rappresentanti vedute dei colli Albani con scene di vita campestre; ed inoltre la stanza contigua fu "ridotta vagamente alla cinese"; nel 1749 si costruì la loggia delle benedizioni e due sale adiacenti. A Clemente XIV (1769-1774) si devono interventi di restauro del palazzo e la decorazione pittorica di alcune sale vicine alla galleria, in una delle quali furono dipinte delle scene relative ad opere compiute dallo stesso dopo la sua elevazione al soglio pontificio; ma soprattutto al suo nome è legato l'acquisto della villa Cybo effettuato nel 1773, con il cui parco si ampliò il breve spazio privato a disposizione dei pontefici, costituito fino ad allora dal giardino di Urbano VIII. Alla fine del XVIII secolo le truppe francesi occuparono il palazzo danneggiandolo gravemente; lavori di restauro furono in seguito condotti da Pio VII, che provvide anche ad un nuovo arredamento, e quindi da Pio VII che fece ripristinare anche i condotti delle acque e il giardino, pur non consentendogli il suo breve pontificato di poter usufruire delle delizie di Castel Gandolfo. Un assiduo frequentatore della villa fu Gregorio XVI che vi arrecò anche dei miglioramenti. Pio IX fu l'ultimo pontefice ad abitarvi nel secolo scorso, infatti dopo gli avvenimenti del 1870 e fino all'epoca del Trattato Lateranense, essa restò abbandonata. Subito dopo questa data, sotto Pio XI il palazzo e i giardini subirono consistenti modifiche per la reintegrazione nel loro antico ruolo. Con lo stesso trattato la Santa Sede entrava in proprietà della vicina villa Barberini. La vasta chiusa della villa Barberini è compresa a monte e a valle, dalla "galleria di sopra" e dalla "galleria di sotto", mentre a sud-est segue per un tratto il confine tra i comuni di Albano e Castel Gandolfo, e comunica sul rimanente lato a ovest per mezzo di un cavalcavia - costruito dopo i Patti Lateranensi - con i giardini della villa Cybo.
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 12:37:38
L'attuale villa pontificia, che ha una estensione di circa 70 ettari, è il risultato dell'unione di tre diverse proprietà: al primitivo nucleo infatti, costituito dal palazzo apostolico e dal piccolo giardino annesso, si unì nel 1773 la villa Cybo, e nel 1929 in seguito al Trattato Lateranense la villa Barberini sorta sui grandiosi resti della villa di Domiziano. Nel 1596 furono venduti all'asta i beni dei Savelli, tra cui anche Castel Gandolfo che fu acquistato dalla Camera Apostolica per 24000 scudi, e nel 1604 con un decreto concistoriale di Clemente VIII (1592-1605) incorporato nei domìni temporali della Santa Sede. Il Piazza scrive a proposito della "villa de' Sommi Pontefici" che "Paolo V fu il primo, che allettato dall'amenità ammirabile sopra ogni altra del Lazio, dal sito, e dalla vicinanza di Roma, e dalle delizie del lago, e dalla salubrità dell'aria v'incominciasse a gettare fondamenti per abitazione Pontificia, la quale avrebbe tirata a compimento, se o la distrazione della sontuosissima fabbrica Mondragone, degna della Pontifizia maestà; o la morte sopraggiunta troncati non gli havesse i dissegni magnanimi". In realtà si ha oggi conoscenza soltanto di un'opera attuata da Paolo V in Castel Gandolfo, e cioè dell'acqua che egli vi fece condurre da Palazzolo, come ricorda l'iscrizione collocata in alto a destra sulla facciata principale dalla dimora apostolica.
Chi realizzò invece a Castel Gandolfo la residenza per la villeggiatura dei papi fu Urbano VIII, che, non ancora papa, vi aveva trascorso periodi di riposo in un casino di proprietà situato come scrive il Bonomelli sul piano superiore del torrione che ancora domina la porta romana; di questa sua delizia campestre, il cardinale Maffeo Barberini ricorda i pregi in alcuni versi indirizzati al prelato Lorenzo Magalotti, fratello di sua cognata. Salito al soglio pontificio nel 1623, Urbano VIII diede subito inizio ai lavori di costruzione della villa, scegliendo per edificarla il sito dell'antichissima acropoli di Alba Longa, su cui i Gandulphi avevano costruito la loro rocca, occupata in seguito dai Savelli. Si affidò l'incarico di costruire il palazzo all'architetto Carlo Maderno che fu coadiuvato da Bartolomeo Breccioli e Domenico Castelli. L'intento era quello di includere l'antica rocca nella nuova costruzione; si innalzò dunque l'ala del palazzo prospiciente il lago in maniera che si legasse ad angolo retto con il corpo delle fabbriche già esistenti verso l'attuale piazza, dove si aprì il portale e lo scalone. Il terzo lato che doveva chiudere la corte dinnanzi la rocca - anch'essa dotata di una corte, ma di piccole dimensioni sarà costruito insieme alla facciata da Alessandro VII. A nord-ovest del nuovo complesso, in un terreno che scende verso la strada di Marino, si impiantò il giardino, in cui è conservata ancora l'antica spartizione a riquadri, che fu circondato "di alte mura a guisa di rocca".
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 12:34:12
ma che stai dicendo ??
Intanto è Domiziano, non Doviziano... imperatore dall'anno 81 d.C.
(ben prima quindi dell'editto di Milano (o di Costantino) ragion per cui la religione a Roma era tutto tranne che quella cattolica)
e poi per villa pontificia si intende la villa del "pontifex" ovvero del pontefice ma che nulla ha a che vedere col Pontefice della chiesa cattolica ovvero il Papa...
Messaggio del 08-03-2009 alle ore 12:14:35
speciale sulle ville pontificie...assurdo doviziano se ne fece costruire una personale di 14 kilometri quadrati...cioe' la 167 NON E' COSI' GRANDE..............EVVIVA IL CLERO