La Piazza

La HONDA licenzia
Messaggio del 03-07-2012 alle ore 14:19:12
300 dipendenti saranno ma ndati a casa...
Messaggio del 03-07-2012 alle ore 14:45:24
FONTE

Messaggio del 03-07-2012 alle ore 15:42:38
Ma quale crisi! stanno semplicemente spostando capitali dall'europa verso paesi emergenti: Brasile, Cina,Colombia,India,Messico,Perù,Turchia,Malesya,Filippine,Thailandia,ecc...
Inoltre questi cazzoni di politici non ancora capiscono( o fanno finta) che sono i grandi gruppi bancari o di grandi multinazionali che alzano e abbassano spread,titoli di stato e tutto il resto giocando sulla speculazione e quindi sull'acquisto e la repentina vendita di azioni,titoli di stato e qualsiasi cosa possa fruttargli soldi.

Messaggio del 03-07-2012 alle ore 15:56:47

Inoltre questi cazzoni di politici non ancora capiscono( o fanno finta)


i pezzi di merda sanno e capiscono, siamo noi popolo che ci accontentiamo e festeggiamo quando vince l'Italia, è tempo di rivoluzione e guerriglia, subito, ora, a settembre scorrerà sangue a fiumi sotto la di sangro...come possiamo essere competitivi quando ad esempio un tagliaerbe Honda, produrlo non in Cina o Thailandia ma in america costa 14 euro meno che produrlo nello stabilimento di Atessa!?!?!
Messaggio del 03-07-2012 alle ore 17:56:32

come possiamo essere competitivi quando ad esempio un tagliaerbe Honda, produrlo non in Cina o Thailandia ma in america costa 14 euro meno che produrlo nello stabilimento di Atessa!?!?!



Vallo a chiedere ai capoccioni che mettono tasse su tasse sull'impresa e sul lavoro. Una multinazionale non verrebbe mai e poi mai in Italia a investire... figuriamoci in Abruzzo che alla voce porti/aeroporti commerciale presenta uno 0 e alla voce ferrovia presenta un kilometraggio e una velocità ridicola.
La Honda aveva uno stabilimento simile a quelli di Atessa in Spagna, a Montesa, e ha lasciato a casa la gran parte dei dipendeti, trasferendo la produzione in Italia. Purtroppo però il mercato delle moto è crollato ancora di più rispetto all'auto e non se ne vede via d'uscita. I prossimi saranno mesi infuocati per i dipendenti Honda Atessa.

Ps: La Honda negli anni che furono venne ad aprire in Abruzzo perchè con i fondi per i mezzogiorno europei, ricevettero per 10 anni grandi incentivi fiscali e tassazione quasi 0. Dopo i 10 anni il mercato tirava ancora e quindi lo stabilimento garantiva ancora redditività.... fino al 2008. La Honda non ha più interesse alcuno a mantenere lo stabilimento giù nel Sangro!
Messaggio del 03-07-2012 alle ore 19:51:45
una cosa nn capisco....produrre in VIETNAM è sempre costtao di meno negli ultimi 40 anni...perchè solo ora acade ciò??? stanno kiudendo tutti mica solo le industrie di moto

vuoi vedere che è tutta colpa dell'euro?? che non riusciamo più ad esportare con una moneta così forte???

vedi la Germania che esporta x il 70 % in Europa...


vuoi vedere che ci salviamo solo se torniamo alla lira?
Messaggio del 03-07-2012 alle ore 20:28:59

vuoi vedere che ci salviamo solo se torniamo alla lira?



Si magari col ritorno alla lire potremmo pure acquistare un motorino (prodotto in Italia), ma poi non ti bastano i soldi per comperare la benzina (che si paga in dollari).
Messaggio del 03-07-2012 alle ore 21:24:33
tineme tanda live d`ariccoje,di pimmadore,turismo....ancora a pensare che la Honda o Sevel mantenga l' economia abruzzese?
Messaggio del 03-07-2012 alle ore 21:41:53
scusa Thompson ma nn condivido.....qs storia della benzina che costerebbe 10000 Lire è una cavolata....perkè??

il prezzo è determinato dall'incorcio tra domanda e offerta....sennò in Romania, Bulagria, Georgia, Crozia mi dici perchè la comprano in dollari e costa meno che in ITALIA??


riflettete gente
Messaggio del 03-07-2012 alle ore 22:02:41
Gusto,

a parte la Croazia che conosco poco, gli altri paesi che hai citato non a caso hanno una densita' di automobili paragonabile all'Italia tra gli anni '60 e '70.

E poi, da quello che ho letto in giro, il ritorno alla lira (auspicato da una determinata parte politica il nome del cui leader comincia con B e finisce con erlusconi) produrrebbe una svalutazione immediata della valuta pari al 30-35%.
Quindi qualunque cosa prodotta all'estero acquistata in Italia costerebbe dalla sera alla mattina 1/3 di piu'.

Sia ben chiaro che a me personalmente il ritorno alla lira andrebbe di lusso visto che qualche risparmio c'e' l'ho in valuta estera. Ma per chi ha quattro soldi da parte in Italia la cosa non sarebbe cosi' conveniente.
Messaggio del 03-07-2012 alle ore 22:03:03
Bene! A casa i raccomandati! E mo voje avvedè a chi vutete!!!!!
Messaggio del 04-07-2012 alle ore 12:31:36

La Honda negli anni che furono venne ad aprire in Abruzzo perchè con i fondi per i mezzogiorno europei, ricevettero per 10 anni grandi incentivi fiscali e tassazione quasi 0. Dopo i 10 anni il mercato tirava ancora e quindi lo stabilimento garantiva ancora redditività.... fino al 2008. La Honda non ha più interesse alcuno a mantenere lo stabilimento giù nel Sangro!

Messaggio del 04-07-2012 alle ore 13:08:10
Producono all'estero a costi quasi impercettibili; poi riportano il prodotto finito in Italia a prezzi da capogiro.
Se la politica italiana non mette il veto sui prodotti esteri (vedi la Fiat 500 prodotta in Polonia e pagata in Italia 10 volte di più il valore del costo di produzione) imponendo prezzi costo/consumatore, non si andrà mai da nessuna parte.

Non si può produrre 10 all'estero ed avere un ricavo di 100 in Italia.

Altro che guerriglia, siamo sempre più simili a questi


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Editato da Sojit_e_sorvnut il 04/07/2012 alle 13:09:44
Messaggio del 04-07-2012 alle ore 14:27:54
Tra l'altro parlando con un avvocato,mi ha detto che l'articolo 18 è praticamente inesistente,perchè lo hanno modificato sotto il naso degli operai e dei sindacati,infatti l'articolo 18 è contenuto sotto un'altro articolo,quindi di fatto non esiste è solo un paliativo che permette il reintegro solo in pochi casi,ma se l'azienda deve licenziare per esuberi può farlo alla grandissima.


E la prossima bomba che deve scoppiare è la SEVEl!
Messaggio del 04-07-2012 alle ore 14:53:08

produrre in VIETNAM è sempre costtao di meno negli ultimi 40 anni...perchè solo ora acade ciò??? stanno kiudendo tutti mica solo le industrie di moto



Gusto per prima cosa negli anni 70 non esisteva il WTO e un minimo di protezionismo si poteva ancora fare. Secondo i paesi emergenti hanno infrastrutture completamente nuove, funzionali ed efficienti e offrono una bassa tassazione, se non incentivi, a chi apre un'azienda li da loro. Terzo il costo del lavoro, non solo in termini di salario, ma anche di oneri fiscali è infinitamente inferiore all'Italia.

Io sono di questo parere: nel breve periodo una chiusura e conseguenti licenziamenti da parte di Honda, Sevel e indotto comporterebbe uno shock forte sul territorio, non solo a livello economico ma anche sociale. Tuttavia può essere la buona volta che si inizi a puntare veramente sul Turismo sull'agricoltura e sull'industria delle energie rinnovabili. A condizione però di un cambio di mentalità degli abitanti del luogo... cosa che attualmente mi sembra un'impresa ardua!
Messaggio del 04-07-2012 alle ore 15:04:37
quanto mi tirano i neoliberisti che si iniziano a cagare addosso.
Messaggio del 04-07-2012 alle ore 15:35:19

quanto mi tirano i neoliberisti che si iniziano a cagare addosso.


sai qual'è il grosso handicap di questo tempo che stiamo vivendo? una generazione di 20/30 enni "bamboccioni" a cui hanno svenduto ed inculato il futuro e stanne ancora a casa di mammà e papà a tirare il latte dal biberon, ad incularli non è stato solo 20 anni di governo berlusconi, ma almeno 35 anni di governi e politici del bel paese....
Messaggio del 04-07-2012 alle ore 18:53:28


quoto i due interventi che mi precedono...
Messaggio del 05-07-2012 alle ore 03:58:40
Ma perchè cadere dalle nuvole? Sono anni che la Honda va in cassa... evidentemente i governi hanno sempre fatto in modo di evitare i licenziamenti, che prima o poi dovevano arrivare. Piuttosto bisognava prevedere gli effetti dolorosi di questa crisi, ed ora l'unica cosa da fare in concreto è dare un indirizzo decente alla nuova generazione costretta già a fare i conti con il fallimento della generazione che l'ha preceduta.

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