La Piazza
Le avventure di un turista inglese
Messaggio del 10-02-2012 alle ore 21:46:35
be, certo... gli inglesi sono abituati a tutt'altro tipo di spettacolo...
be, certo... gli inglesi sono abituati a tutt'altro tipo di spettacolo...
Messaggio del 10-02-2012 alle ore 21:59:48
C’era una volta l’ Inghilterra
Nel giorno più violento delle rivolte dell’estate scorsa, la borsa di Londra è crollata ai minimi dell’anno. Poco dopo la fine dei riots si è venuto a sapere che il 20 per cento dei britannici tra i sedici e i ventiquattro anni è senza lavoro e che il 2011 sarebbe stato l’anno con il numero più alto mai registrato di candidati non ammessi all’università. Cameron ha parlato del “lento declino morale” della Gran Bretagna, riprendendo un’espressione più volte usata quando era all’opposizione: broken Britain, un paese in pezzi.
...Gli stranieri che arrivano in Gran Bretagna cominciano a rendersi conto di questa decomposizione della società già all'aeroporto di Heathrow, a Londra, uno dei più importanti del mondo ma anche il più fatiscente. Un’infrastruttura così inefficiente che nel dicembre 2010 ha chiuso per quattro giorni dopo una leggera nevicata: mancavano gli sbrinatori per gli aerei.
...Nel 2007 uno studio dell’Unicef ha messo la Gran Bretagna in fondo alla classifica sulla qualità della vita dei bambini nei paesi sviluppati. I bambini britannici erano all’ultimo posto per “benessere soggettivo”, relazioni familiari e interpersonali, ma primi in classifica per quanto riguarda i “rischi comportamentali”, che includono bullismo e uso di droghe e alcol: fenomeni usuali, che ogni sabato sera trasformano i centri delle città inglesi in una baraonda di vomito e risse.
...c'era una volta...
C’era una volta l’ Inghilterra
Nel giorno più violento delle rivolte dell’estate scorsa, la borsa di Londra è crollata ai minimi dell’anno. Poco dopo la fine dei riots si è venuto a sapere che il 20 per cento dei britannici tra i sedici e i ventiquattro anni è senza lavoro e che il 2011 sarebbe stato l’anno con il numero più alto mai registrato di candidati non ammessi all’università. Cameron ha parlato del “lento declino morale” della Gran Bretagna, riprendendo un’espressione più volte usata quando era all’opposizione: broken Britain, un paese in pezzi.
...Gli stranieri che arrivano in Gran Bretagna cominciano a rendersi conto di questa decomposizione della società già all'aeroporto di Heathrow, a Londra, uno dei più importanti del mondo ma anche il più fatiscente. Un’infrastruttura così inefficiente che nel dicembre 2010 ha chiuso per quattro giorni dopo una leggera nevicata: mancavano gli sbrinatori per gli aerei.
...Nel 2007 uno studio dell’Unicef ha messo la Gran Bretagna in fondo alla classifica sulla qualità della vita dei bambini nei paesi sviluppati. I bambini britannici erano all’ultimo posto per “benessere soggettivo”, relazioni familiari e interpersonali, ma primi in classifica per quanto riguarda i “rischi comportamentali”, che includono bullismo e uso di droghe e alcol: fenomeni usuali, che ogni sabato sera trasformano i centri delle città inglesi in una baraonda di vomito e risse.
...c'era una volta...
Messaggio del 10-02-2012 alle ore 22:54:13
È difficile dire quando e perché la società britannica ha cominciato a decomporsi. Ma alcune risposte si possono trovare nello smantellamento del settore industriale e nella perdita di coesione e del senso di comunità che quel mondo si portava dietro. La scomparsa delle fabbriche e del loro tessuto sociale si è consumata tra gli anni ottanta e novanta, parallelamente alla privatizzazione senza scrupoli delle infrastrutture e dei servizi pubblici, che un tempo non erano considerati come semplici opportunità di speculazione. Le industrie tradizionali sono state sostituite dalle imprese di servizi e commercio, e in particolare da un settore: la finanza.
In questo modo l’economia ha finito per dipendere dai capricci e dagli interessi delle grandi banche. La Gran Bretagna moderna è plasmata dalla City di Londra, dai suoi valori e dal suo denaro. Tutto questo è evidente se si considera la prostituzione della politica nei confronti della finanza, che si è manifestata, per esempio, nell’uso del denaro dei contribuenti per salvare le banche. Di recente, inoltre, è diventata quasi una regola che i membri del governo lascino i loro incarichi per diventare consulenti di quegli stessi istituti. La società britannica si ispira sempre di più all’avidità delle grandi banche.
Inizialmente si pensava che la dipendenza del paese nei confronti della finanza globale potesse generare effetti benefici per tutta l’economia. Invece alla fine sono stati i soldi dei contribuenti, decine di miliardi di sterline, a salvare le istituzioni che avevano messo in crisi l’economia britannica. Quando il premier Gordon Brown ha detto al parlamento che il bailout delle banche era servito a “salvare il mondo”, ha anche specificato che dopo l’intervento pubblico i britannici avrebbero controllato la Royal Bank of Scotland e le sue associate. Ma dopo averci trascinato sulla soglia del baratro e dopo essere state tenute a galla con i soldi dei cittadini, le banche e le compagnie di assicurazioni nel 2011 hanno distribuito ai loro manager premi per 14 miliardi di sterline.
...La Thatcher ha sempre insistito su un punto: “La società non esiste”. Forse la decomposizione è cominciata da qui. È stata la Thatcher ad avviare le privatizzazioni, svendendo le risorse della nazione a una nuova oligarchia di azionisti. Un esperimento che ha allargato i confini del libero mercato, sostengono i suoi ammiratori. Secondo i suoi avversari, invece, è stata la trasformazione del paese in una terra desolata, in cui le strutture del vivere civile sono state annichilite e sostituite dall’egoismo e dall’avidità.
È difficile dire quando e perché la società britannica ha cominciato a decomporsi. Ma alcune risposte si possono trovare nello smantellamento del settore industriale e nella perdita di coesione e del senso di comunità che quel mondo si portava dietro. La scomparsa delle fabbriche e del loro tessuto sociale si è consumata tra gli anni ottanta e novanta, parallelamente alla privatizzazione senza scrupoli delle infrastrutture e dei servizi pubblici, che un tempo non erano considerati come semplici opportunità di speculazione. Le industrie tradizionali sono state sostituite dalle imprese di servizi e commercio, e in particolare da un settore: la finanza.
In questo modo l’economia ha finito per dipendere dai capricci e dagli interessi delle grandi banche. La Gran Bretagna moderna è plasmata dalla City di Londra, dai suoi valori e dal suo denaro. Tutto questo è evidente se si considera la prostituzione della politica nei confronti della finanza, che si è manifestata, per esempio, nell’uso del denaro dei contribuenti per salvare le banche. Di recente, inoltre, è diventata quasi una regola che i membri del governo lascino i loro incarichi per diventare consulenti di quegli stessi istituti. La società britannica si ispira sempre di più all’avidità delle grandi banche.
Inizialmente si pensava che la dipendenza del paese nei confronti della finanza globale potesse generare effetti benefici per tutta l’economia. Invece alla fine sono stati i soldi dei contribuenti, decine di miliardi di sterline, a salvare le istituzioni che avevano messo in crisi l’economia britannica. Quando il premier Gordon Brown ha detto al parlamento che il bailout delle banche era servito a “salvare il mondo”, ha anche specificato che dopo l’intervento pubblico i britannici avrebbero controllato la Royal Bank of Scotland e le sue associate. Ma dopo averci trascinato sulla soglia del baratro e dopo essere state tenute a galla con i soldi dei cittadini, le banche e le compagnie di assicurazioni nel 2011 hanno distribuito ai loro manager premi per 14 miliardi di sterline.
...La Thatcher ha sempre insistito su un punto: “La società non esiste”. Forse la decomposizione è cominciata da qui. È stata la Thatcher ad avviare le privatizzazioni, svendendo le risorse della nazione a una nuova oligarchia di azionisti. Un esperimento che ha allargato i confini del libero mercato, sostengono i suoi ammiratori. Secondo i suoi avversari, invece, è stata la trasformazione del paese in una terra desolata, in cui le strutture del vivere civile sono state annichilite e sostituite dall’egoismo e dall’avidità.
Messaggio del 11-02-2012 alle ore 08:36:56
Il più grande ossimoro di tutti i tempi: società multiculturale
Il più grande ossimoro di tutti i tempi: società multiculturale
Messaggio del 11-02-2012 alle ore 09:57:37
cuccù, Travaglio, in qualunque paese si troverebbe a vivere direbbe le stesse cose e farebbe le stesse critiche.
cuccù, Travaglio, in qualunque paese si troverebbe a vivere direbbe le stesse cose e farebbe le stesse critiche.
Messaggio del 11-02-2012 alle ore 11:23:49
Possiamo fare a meno di certo turismo? Ricordiamo che la moglie del principe carlo ha avuto bisogno di personale che le insegnasse a LAVARSI
Possiamo fare a meno di certo turismo? Ricordiamo che la moglie del principe carlo ha avuto bisogno di personale che le insegnasse a LAVARSI
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