La Piazza
NO ALLA MANOVRA DI TREMONTI
Messaggio del 04-09-2011 alle ore 20:56:34
Quanto vorrei vedere se le RSU della Fiom, almeno quelle solite, se saranno presenti alla manifestazione.
Dopo la porcheria dell'Ergo uas firmato in Sevel almeno per quella realtà ci saranno pochi illusi a manifestare con un organizzazione che illude.
Ps: non sono ne cislino e ne uillino eh giusto per sgomberare il dubbio ai tifosi Fiom con i paraocchi
Quanto vorrei vedere se le RSU della Fiom, almeno quelle solite, se saranno presenti alla manifestazione.
Dopo la porcheria dell'Ergo uas firmato in Sevel almeno per quella realtà ci saranno pochi illusi a manifestare con un organizzazione che illude.
Ps: non sono ne cislino e ne uillino eh giusto per sgomberare il dubbio ai tifosi Fiom con i paraocchi
Messaggio del 04-09-2011 alle ore 20:46:16
Gli orari di partenza dei pullman per la MANIFESTAZIONE REGIONALE che si terrà a TERAMO il 6 settembre dalle ore 9.30 alle ore 13.00 Lanciano Piazzale Pietrosa.... ore 7.20.
Gli orari di partenza dei pullman per la MANIFESTAZIONE REGIONALE che si terrà a TERAMO il 6 settembre dalle ore 9.30 alle ore 13.00 Lanciano Piazzale Pietrosa.... ore 7.20.
Messaggio del 24-08-2011 alle ore 13:47:52
Messaggio del 24-08-2011 alle ore 04:05:13
6 SETTEMBRE 2011 SCIOPERO GENERALE CONTRO LA MANOVRA DEL MINISTRO DELL'ECONOMIA TREMONTI
6 SETTEMBRE 2011 SCIOPERO GENERALE CONTRO LA MANOVRA DEL MINISTRO DELL'ECONOMIA TREMONTI
Messaggio del 18-08-2011 alle ore 03:14:41
Venti miliardi nel 2012, 25,5 nel 2013. Su chi ricadrà dunque il peso di quei 45,5 miliardi di euro che servono per risanare i nostri conti pubblici, azzerando nel 2013 il deficit in rapporto al Pil? Pensionandi, dipendenti pubblici, più in generale su tutti i cittadini che si vedranno aumentare le tasse o diminuire i servizi a causa della scure che sta per abbattersi sugli enti locali (Comuni e Regioni). Il contributo della «politica» - «sui costi della politica abbiamo fatto un numero di interventi che credo siano addirittura eccessivi rispetto a quello che sarebbe giusto fare», dice Berlusconi - sarà modesto: i ministeri avranno una riduzione di budget di 8,5 miliardi di euro (6 nel 2012 e 2,5 nel 2013), enti locali e regioni pagheranno con 10,5 miliardi nel biennio (9,5 miliardi gli enti locali, 1 miliardo le regioni). Pura spesa sociale, anche se il governo ha escluso che i tagli riguarderanno sanità, scuola e cultura (già abbondantemente tartassate con le manovre precedenti). Il giro di vite arriva per le province sotto i 300 mila abitanti, che verranno soppresse, e per i comuni sotto i mille abitanti, che verranno accorpati.
Modesti saranno anche gli introiti dell'«imposta di solidarietà»: dovrebbe trattarsi di un contributo del 5 percento per i redditi oltre i 90 mila euro, del 10 percento per quelli sopra i 150 mila euro. A pagare l'addizionale sarà dunque solo chi ha redditi attualmente tassati con l'aliquota del 41 percento. Viene aumentata l'aliquota Irpef per i lavoratori autonomi che dichiarano redditi oltre 55 mila euro l'anno. La tassazione sulle rendite finanziarie sale al 20 percento: capital gain e interessi sulle obbligazioni, ma non quelle pubbliche (Bot, Ccct, e bond a tasso variabile) che continueranno ad avere una ritenuta alla fonte del 12,5 percento.
Anche i roboanti annunci (corredati da campagna pubblicitaria) sulla lotta all'evasione fiscale si traducono in poca cosa: tutte le transazioni superiori ai 2500 euro dovranno essere tracciabili (prima l'obbligo scattava dai 5 mila euro in su), e le sanzioni per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali saranno inasprite fino alla sospensione dell'attività.
Il grosso della manovra verrà dai tagli alle pensioni. La mediazione con Bossi ha portato allo stralcio dell'intervento sulle pensioni di anzianità (nella bozza di decreto per diverse migliaia di lavoratori la possibilità di ritiro sarebbe stata bloccata a partire dal 2012). Ma il grosso dei risparmi verrà dalle donne: il progressivo innalzamento a 65 anni dell'età di pensionamento per le donne impiegate nel privato (per quelle del settore pubblico l'innalzamento era già stato deciso lo scorso anno) viene anticipato dal 2020 al 2016.
E la campana suona anche per gli statali: i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità. Mentre il trattamento di fine rapporto, sempre agli statali, verrà corrisposto con due anni di ritardo.
La manovra varata dal consiglio dei ministri contiene «un meccanismo efficace di privatizzazione dei servizi locali e una normativa efficace su municipalizzate, oltre a norme per la semplificazione e le liberalizzazioni che anticipano la riforma dell'articolo 41 della Costituzione» ha annunciato Tremonti. È stato invece stralciato il taglio del 30 percento degli incentivi alle energie rinnovabili.
«Addolorati ma soddisfatti» Berlusconi e Tremonti, l'unico ministro a cantare vittoria è Maurizio Sacconi che nel decreto è riuscito a inserire alcune norme in materia di lavoro. Passa la cosiddetta «legge Fiat», la legge voluta dal Lingotto per sterilizzare i ricorsi della Fiom contro i contratti separati firmati da Cisl e Uil. I contratti aziendali o territoriali, d'ora in avanti, avranno la capacità di regolare tutto ciò che attiene all'organizzazione del lavoro e della produzione «anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali».
Il welfare paga il risanamento Scure sul Tfr e sulle tredicesime degli statali. Stop ai ponti, le feste non religiose spostate al lunedì. Donne in pensione a 65 anni MANOVRA BIS 45,5 miliardi in due anni. Mannaia su pensioni e dipendenti pubblici Passa la «legge Fiat». Salteranno le cause della Fiom contro gli accordi separatisara farolfiIl welfare paga il risanamento
Venti miliardi nel 2012, 25,5 nel 2013. Su chi ricadrà dunque il peso di quei 45,5 miliardi di euro che servono per risanare i nostri conti pubblici, azzerando nel 2013 il deficit in rapporto al Pil? Pensionandi, dipendenti pubblici, più in generale su tutti i cittadini che si vedranno aumentare le tasse o diminuire i servizi a causa della scure che sta per abbattersi sugli enti locali (Comuni e Regioni). Il contributo della «politica» - «sui costi della politica abbiamo fatto un numero di interventi che credo siano addirittura eccessivi rispetto a quello che sarebbe giusto fare», dice Berlusconi - sarà modesto: i ministeri avranno una riduzione di budget di 8,5 miliardi di euro (6 nel 2012 e 2,5 nel 2013), enti locali e regioni pagheranno con 10,5 miliardi nel biennio (9,5 miliardi gli enti locali, 1 miliardo le regioni).
Pura spesa sociale, anche se il governo ha escluso che i tagli riguarderanno sanità, scuola e cultura (già abbondantemente tartassate con le manovre precedenti). Il giro di vite arriva per le province sotto i 300 mila abitanti, che verranno soppresse, e per i comuni sotto i mille abitanti, che verranno accorpati.Modesti saranno anche gli introiti dell'«imposta di solidarietà»: dovrebbe trattarsi di un contributo del 5 percento per i redditi oltre i 90 mila euro, del 10 percento per quelli sopra i 150 mila euro. A pagare l'addizionale sarà dunque solo chi ha redditi attualmente tassati con l'aliquota del 41 percento. Viene aumentata l'aliquota Irpef per i lavoratori autonomi che dichiarano redditi oltre 55 mila euro l'anno. La tassazione sulle rendite finanziarie sale al 20 percento: capital gain e interessi sulle obbligazioni, ma non quelle pubbliche (Bot, Ccct, e bond a tasso variabile) che continueranno ad avere una ritenuta alla fonte del 12,5 percento.
Anche i roboanti annunci (corredati da campagna pubblicitaria) sulla lotta all'evasione fiscale si traducono in poca cosa: tutte le transazioni superiori ai 2500 euro dovranno essere tracciabili (prima l'obbligo scattava dai 5 mila euro in su), e le sanzioni per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali saranno inasprite fino alla sospensione dell'attività.Il grosso della manovra verrà dai tagli alle pensioni. La mediazione con Bossi ha portato allo stralcio dell'intervento sulle pensioni di anzianità (nella bozza di decreto per diverse migliaia di lavoratori la possibilità di ritiro sarebbe stata bloccata a partire dal 2012). Ma il grosso dei risparmi verrà dalle donne: il progressivo innalzamento a 65 anni dell'età di pensionamento per le donne impiegate nel privato (per quelle del settore pubblico l'innalzamento era già stato deciso lo scorso anno) viene anticipato dal 2020 al 2016.E la campana suona anche per gli statali: i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità. Mentre il trattamento di fine rapporto, sempre agli statali, verrà corrisposto con due anni di ritardo.
La manovra varata dal consiglio dei ministri contiene «un meccanismo efficace di privatizzazione dei servizi locali e una normativa efficace su municipalizzate, oltre a norme per la semplificazione e le liberalizzazioni che anticipano la riforma dell'articolo 41 della Costituzione» ha annunciato Tremonti. È stato invece stralciato il taglio del 30 percento degli incentivi alle energie rinnovabili.«Addolorati ma soddisfatti» Berlusconi e Tremonti, l'unico ministro a cantare vittoria è Maurizio Sacconi che nel decreto è riuscito a inserire alcune norme in materia di lavoro. Passa la cosiddetta «legge Fiat», la legge voluta dal Lingotto per sterilizzare i ricorsi della Fiom contro i contratti separati firmati da Cisl e Uil. I contratti aziendali o territoriali, d'ora in avanti, avranno la capacità di regolare tutto ciò che attiene all'organizzazione del lavoro e della produzione «anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali».
Venti miliardi nel 2012, 25,5 nel 2013. Su chi ricadrà dunque il peso di quei 45,5 miliardi di euro che servono per risanare i nostri conti pubblici, azzerando nel 2013 il deficit in rapporto al Pil? Pensionandi, dipendenti pubblici, più in generale su tutti i cittadini che si vedranno aumentare le tasse o diminuire i servizi a causa della scure che sta per abbattersi sugli enti locali (Comuni e Regioni). Il contributo della «politica» - «sui costi della politica abbiamo fatto un numero di interventi che credo siano addirittura eccessivi rispetto a quello che sarebbe giusto fare», dice Berlusconi - sarà modesto: i ministeri avranno una riduzione di budget di 8,5 miliardi di euro (6 nel 2012 e 2,5 nel 2013), enti locali e regioni pagheranno con 10,5 miliardi nel biennio (9,5 miliardi gli enti locali, 1 miliardo le regioni). Pura spesa sociale, anche se il governo ha escluso che i tagli riguarderanno sanità, scuola e cultura (già abbondantemente tartassate con le manovre precedenti). Il giro di vite arriva per le province sotto i 300 mila abitanti, che verranno soppresse, e per i comuni sotto i mille abitanti, che verranno accorpati.
Modesti saranno anche gli introiti dell'«imposta di solidarietà»: dovrebbe trattarsi di un contributo del 5 percento per i redditi oltre i 90 mila euro, del 10 percento per quelli sopra i 150 mila euro. A pagare l'addizionale sarà dunque solo chi ha redditi attualmente tassati con l'aliquota del 41 percento. Viene aumentata l'aliquota Irpef per i lavoratori autonomi che dichiarano redditi oltre 55 mila euro l'anno. La tassazione sulle rendite finanziarie sale al 20 percento: capital gain e interessi sulle obbligazioni, ma non quelle pubbliche (Bot, Ccct, e bond a tasso variabile) che continueranno ad avere una ritenuta alla fonte del 12,5 percento.
Anche i roboanti annunci (corredati da campagna pubblicitaria) sulla lotta all'evasione fiscale si traducono in poca cosa: tutte le transazioni superiori ai 2500 euro dovranno essere tracciabili (prima l'obbligo scattava dai 5 mila euro in su), e le sanzioni per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali saranno inasprite fino alla sospensione dell'attività.
Il grosso della manovra verrà dai tagli alle pensioni. La mediazione con Bossi ha portato allo stralcio dell'intervento sulle pensioni di anzianità (nella bozza di decreto per diverse migliaia di lavoratori la possibilità di ritiro sarebbe stata bloccata a partire dal 2012). Ma il grosso dei risparmi verrà dalle donne: il progressivo innalzamento a 65 anni dell'età di pensionamento per le donne impiegate nel privato (per quelle del settore pubblico l'innalzamento era già stato deciso lo scorso anno) viene anticipato dal 2020 al 2016.
E la campana suona anche per gli statali: i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità. Mentre il trattamento di fine rapporto, sempre agli statali, verrà corrisposto con due anni di ritardo.
La manovra varata dal consiglio dei ministri contiene «un meccanismo efficace di privatizzazione dei servizi locali e una normativa efficace su municipalizzate, oltre a norme per la semplificazione e le liberalizzazioni che anticipano la riforma dell'articolo 41 della Costituzione» ha annunciato Tremonti. È stato invece stralciato il taglio del 30 percento degli incentivi alle energie rinnovabili.
«Addolorati ma soddisfatti» Berlusconi e Tremonti, l'unico ministro a cantare vittoria è Maurizio Sacconi che nel decreto è riuscito a inserire alcune norme in materia di lavoro. Passa la cosiddetta «legge Fiat», la legge voluta dal Lingotto per sterilizzare i ricorsi della Fiom contro i contratti separati firmati da Cisl e Uil. I contratti aziendali o territoriali, d'ora in avanti, avranno la capacità di regolare tutto ciò che attiene all'organizzazione del lavoro e della produzione «anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali».
Il welfare paga il risanamento Scure sul Tfr e sulle tredicesime degli statali. Stop ai ponti, le feste non religiose spostate al lunedì. Donne in pensione a 65 anni MANOVRA BIS 45,5 miliardi in due anni. Mannaia su pensioni e dipendenti pubblici Passa la «legge Fiat». Salteranno le cause della Fiom contro gli accordi separatisara farolfiIl welfare paga il risanamento
Venti miliardi nel 2012, 25,5 nel 2013. Su chi ricadrà dunque il peso di quei 45,5 miliardi di euro che servono per risanare i nostri conti pubblici, azzerando nel 2013 il deficit in rapporto al Pil? Pensionandi, dipendenti pubblici, più in generale su tutti i cittadini che si vedranno aumentare le tasse o diminuire i servizi a causa della scure che sta per abbattersi sugli enti locali (Comuni e Regioni). Il contributo della «politica» - «sui costi della politica abbiamo fatto un numero di interventi che credo siano addirittura eccessivi rispetto a quello che sarebbe giusto fare», dice Berlusconi - sarà modesto: i ministeri avranno una riduzione di budget di 8,5 miliardi di euro (6 nel 2012 e 2,5 nel 2013), enti locali e regioni pagheranno con 10,5 miliardi nel biennio (9,5 miliardi gli enti locali, 1 miliardo le regioni).
Pura spesa sociale, anche se il governo ha escluso che i tagli riguarderanno sanità, scuola e cultura (già abbondantemente tartassate con le manovre precedenti). Il giro di vite arriva per le province sotto i 300 mila abitanti, che verranno soppresse, e per i comuni sotto i mille abitanti, che verranno accorpati.Modesti saranno anche gli introiti dell'«imposta di solidarietà»: dovrebbe trattarsi di un contributo del 5 percento per i redditi oltre i 90 mila euro, del 10 percento per quelli sopra i 150 mila euro. A pagare l'addizionale sarà dunque solo chi ha redditi attualmente tassati con l'aliquota del 41 percento. Viene aumentata l'aliquota Irpef per i lavoratori autonomi che dichiarano redditi oltre 55 mila euro l'anno. La tassazione sulle rendite finanziarie sale al 20 percento: capital gain e interessi sulle obbligazioni, ma non quelle pubbliche (Bot, Ccct, e bond a tasso variabile) che continueranno ad avere una ritenuta alla fonte del 12,5 percento.
Anche i roboanti annunci (corredati da campagna pubblicitaria) sulla lotta all'evasione fiscale si traducono in poca cosa: tutte le transazioni superiori ai 2500 euro dovranno essere tracciabili (prima l'obbligo scattava dai 5 mila euro in su), e le sanzioni per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali saranno inasprite fino alla sospensione dell'attività.Il grosso della manovra verrà dai tagli alle pensioni. La mediazione con Bossi ha portato allo stralcio dell'intervento sulle pensioni di anzianità (nella bozza di decreto per diverse migliaia di lavoratori la possibilità di ritiro sarebbe stata bloccata a partire dal 2012). Ma il grosso dei risparmi verrà dalle donne: il progressivo innalzamento a 65 anni dell'età di pensionamento per le donne impiegate nel privato (per quelle del settore pubblico l'innalzamento era già stato deciso lo scorso anno) viene anticipato dal 2020 al 2016.E la campana suona anche per gli statali: i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità. Mentre il trattamento di fine rapporto, sempre agli statali, verrà corrisposto con due anni di ritardo.
La manovra varata dal consiglio dei ministri contiene «un meccanismo efficace di privatizzazione dei servizi locali e una normativa efficace su municipalizzate, oltre a norme per la semplificazione e le liberalizzazioni che anticipano la riforma dell'articolo 41 della Costituzione» ha annunciato Tremonti. È stato invece stralciato il taglio del 30 percento degli incentivi alle energie rinnovabili.«Addolorati ma soddisfatti» Berlusconi e Tremonti, l'unico ministro a cantare vittoria è Maurizio Sacconi che nel decreto è riuscito a inserire alcune norme in materia di lavoro. Passa la cosiddetta «legge Fiat», la legge voluta dal Lingotto per sterilizzare i ricorsi della Fiom contro i contratti separati firmati da Cisl e Uil. I contratti aziendali o territoriali, d'ora in avanti, avranno la capacità di regolare tutto ciò che attiene all'organizzazione del lavoro e della produzione «anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali».
Messaggio del 14-08-2011 alle ore 21:14:06
se resti alla finestra, spranga per bene il portone.
se resti alla finestra, spranga per bene il portone.
Messaggio del 14-08-2011 alle ore 20:01:06
Ma chi vu' vide' Sojit.....nu seme nu popole di mafrune.......
Ma chi vu' vide' Sojit.....nu seme nu popole di mafrune.......
Messaggio del 14-08-2011 alle ore 19:47:39
Più licenziamenti ci saranno e più velocemente le borse saliranno
Questa è la politica del capitalismo che nessuno si sente in grado di contrastare. Ne vedremo di cose tragiche, basta solo attendere alla finestra.
Più licenziamenti ci saranno e più velocemente le borse saliranno
Questa è la politica del capitalismo che nessuno si sente in grado di contrastare. Ne vedremo di cose tragiche, basta solo attendere alla finestra.
Messaggio del 14-08-2011 alle ore 19:28:58
VERSO LO SCIOPERO GENERALE CONTRO QUESTA MANOVRA ...
VERSO LO SCIOPERO GENERALE CONTRO QUESTA MANOVRA ...
Messaggio del 13-08-2011 alle ore 17:01:21
LICENZIAMENTI – La contrattazione aziendale inserita nella manovra economica potrà stabilire e derogare a quella nazionale su tutto ciò che definisce l’organizzazione della produzione e del lavoro fino ai licenziamenti senza giusta causa, tranne quelli discriminatori. “La norma che risponde alla sollecitazione della Bce – ha spiegato Sacconi – rafforza la contrattazione di prossimità, quella aziendale e quella territoriale. La capacità della contrattazione aziendale si rivolge a tutto ciò che si definisce organizzazione della produzione e del lavoro. Non interviene invece su minimi contrattuali ma – ribadisce Sacconi- ha una capacità compiuta su tutto cio’ che e’ organizzazione della produzione e del lavoro anche in deroga ai contratti nazionali, dall’orario di lavoro al mansionamento, dai rapporti lavoro fino alle consequenze del licenziamento senza giusta causa con l’esclusione dei licenziamenti discriminatori”.
LICENZIAMENTI – La contrattazione aziendale inserita nella manovra economica potrà stabilire e derogare a quella nazionale su tutto ciò che definisce l’organizzazione della produzione e del lavoro fino ai licenziamenti senza giusta causa, tranne quelli discriminatori. “La norma che risponde alla sollecitazione della Bce – ha spiegato Sacconi – rafforza la contrattazione di prossimità, quella aziendale e quella territoriale. La capacità della contrattazione aziendale si rivolge a tutto ciò che si definisce organizzazione della produzione e del lavoro. Non interviene invece su minimi contrattuali ma – ribadisce Sacconi- ha una capacità compiuta su tutto cio’ che e’ organizzazione della produzione e del lavoro anche in deroga ai contratti nazionali, dall’orario di lavoro al mansionamento, dai rapporti lavoro fino alle consequenze del licenziamento senza giusta causa con l’esclusione dei licenziamenti discriminatori”.
Messaggio del 13-08-2011 alle ore 16:43:38
In più la manovra stabilisce la validità “erga omnes” dei contratti aziendali derivanti dall’accordo stipulato tra Confindustria e i sindacati alla fine di giugno. Dispiacerà senz’altro alle associazioni di lavoratori e alle imprese che vorrebbe continuare ad agire autonomamente. Il Ministro Sacconi, che ha fatto pressioni per includere questo punto nella manovra, ha spiegato: “ Le norme approvate contengono il cuore dello Statuto dei lavoratori in quanto attribuiscono ai contratti aziendali o territoriali la capacità di regolare tutto ciò che attiene all’organizzazione del lavoro e della produzione, anche in deroga ai contratti e alle disponibilità di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro, che in quanto tali sono inderogabili e universali”. Bisogna aspettare per vedere come verrà modificato l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che disciplina il licenziamento. Se venisse sottoposto a deroga la Cgil dissentirebbe. La norma varata ieri non esclude i contratti di recente stipulazione della Fiat e prevede che le disposizioni “contenute in contratti collettivi aziendali vigenti, approvati e sottoscritti prima dell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 tra le parti sociali, sono efficaci nei confronti di tutti il personale delle unità produttive cui il contratto stesso si riferisce a condizione che sia stato approvato con votazione a maggioranza dei lavoratori”. Fonte :WEB
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Editato da Kancer62 il 13/08/2011 alle 16:44:13
In più la manovra stabilisce la validità “erga omnes” dei contratti aziendali derivanti dall’accordo stipulato tra Confindustria e i sindacati alla fine di giugno. Dispiacerà senz’altro alle associazioni di lavoratori e alle imprese che vorrebbe continuare ad agire autonomamente. Il Ministro Sacconi, che ha fatto pressioni per includere questo punto nella manovra, ha spiegato: “ Le norme approvate contengono il cuore dello Statuto dei lavoratori in quanto attribuiscono ai contratti aziendali o territoriali la capacità di regolare tutto ciò che attiene all’organizzazione del lavoro e della produzione, anche in deroga ai contratti e alle disponibilità di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro, che in quanto tali sono inderogabili e universali”. Bisogna aspettare per vedere come verrà modificato l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che disciplina il licenziamento. Se venisse sottoposto a deroga la Cgil dissentirebbe. La norma varata ieri non esclude i contratti di recente stipulazione della Fiat e prevede che le disposizioni “contenute in contratti collettivi aziendali vigenti, approvati e sottoscritti prima dell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 tra le parti sociali, sono efficaci nei confronti di tutti il personale delle unità produttive cui il contratto stesso si riferisce a condizione che sia stato approvato con votazione a maggioranza dei lavoratori”. Fonte :WEB
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Editato da Kancer62 il 13/08/2011 alle 16:44:13
Messaggio del 13-08-2011 alle ore 16:12:23
per favore...qualcuno sa cosa succederà in ambito lavorativo...si è parlato di licenziamenti più facili e di far rientrare negli accordi presi per alcune realtà lavorative tutte le fabbriche del gruppo comprese quelle che non hanno firmato l'accordo (leggi "stendilamanoamarcegagliaemarchionne")....sarei grata grazie....
per favore...qualcuno sa cosa succederà in ambito lavorativo...si è parlato di licenziamenti più facili e di far rientrare negli accordi presi per alcune realtà lavorative tutte le fabbriche del gruppo comprese quelle che non hanno firmato l'accordo (leggi "stendilamanoamarcegagliaemarchionne")....sarei grata grazie....
Messaggio del 13-08-2011 alle ore 15:34:00
Era ora. Le campagne sono vuote, forza!!!
Era ora. Le campagne sono vuote, forza!!!
Messaggio del 13-08-2011 alle ore 13:02:24
ROMA - Nel Cdm approvazione all'unanimità delle misure anticrisi. Ecco un quadro delle misure, che Tremonti si è impegnato a chiarire meglio domattina.
AUMENTO IRPEF AUTONOMI OLTRE 55MILA EURO
Un aumento della quota Irpef per gli autonomi, forse a partire dall'attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro. La misura, inizialmente prevista per 2-3 anni, potrebbe essere a carattere permanente.
A RISCHIO TREDICESIMA STATALI
I dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità.
TFR RITARDATO 2 ANNI PER STATALI
Il pagamento con due anni di ritardo dell'indennità di buonuscita dei lavoratori pubblici è un'altra delle misure prevista nella bozza di decreto.
TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA
Nel provvedimento non si parla di ridurre il numero dei parlamentari e i loro privilegi (ad eccezione dei voli in classe economica per deputati e senatori, amministratori pubblici, dipendenti dello stato, componenti di enti ed organismi), ma si interviene sulle "poltrone" locali". Intervenendo in conferenza stampa a Palazzo Chigi Berlusconi ha però sostenuto che in realtà "ci sono numerosi interventi, credo anche eccessivi rispetto a ciò che sarebbe giusto, ma abbiamo seguito i desiderata dei cittadini che guardando alle loro condizioni hanno ritenuto che i politici e i parlamentari avessero entrate eccessive". In particolare, ha spiegato il premier, si è intervenuti "in tutte le direzioni". "Il numero di poltrone eliminate - ha aggiunto - è importante, intorno alle 54 mila". Altra misura, stando alle indiscrezioni, sarebbe quella relativa al contributo di solidarietà. Secondo quanto riferito da fonti governative, è previsto infatti un "contributo di solidarietà" anche per deputati e senatori pari al 10% per i redditi superiori ai 90 mila euro ma inferiori a 150 mila, e del 20% per quelli superiori a 150 mila euro. Esattamente il doppio di quanto previsto per i dipendenti pubblici e privati. Inoltre, per i dipendenti 'normali' il contributo è deducibile, mentre per gli 'onorevoli' non lo sarà. Infine, viene ridotta del 50% l'indennità per il parlamentare che ha un reddito uguale alla stessa indennità. Infine la decisione che saranno solo in classe economica i voli per parlamentari, amministratori pubblici, dipendenti dello Stato, componenti di enti ed organismi.
PENSIONI
Viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell'età pensionabile delle donne nel settore privato. Nessuna misura, invece, contrariamente a quanto anticipato, sulle pensioni di anzianità.
SCUOLA
Il comunicato finale del governo spiega che "per far fronte alle esigenze della scuola, nell'imminenza dell'avvio del nuovo anno scolastico, su proposta dei ministri Brunetta e Tremonti, è stato inoltre approvato un decreto presidenziale che autorizza per il solo anno 2011-2012 il trattenimento in servizio di 414 dirigenti scolastici; il decreto, altresì, prende atto di quanto definito dalla programmazione triennale delle assunzioni nella scuola, autorizzando l'assunzione a tempo indeterminato di 30.300 Unità di personale docente ed educativo e di 36.000 Unità di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario".
STOP PONTI, FESTE SPOSTATE AL LUNEDI'
Le festività infrasettimanali "non concordatarie" verranno spostate al lunedì. "Come avviene in tutta Europa", ha confermato il ministro dell'Economia.
DEROGA CONTRATTI NAZIONALI
Nella manovra c'è anche l'estensione 'erga omnes' dei contratti aziendali che potranno così derogare a quelli nazionali e a parte dello Statuto dei lavoratori. Non sarebbe più prevista la delega per lo statuto dei lavori e in particolare diventerebbe più facile licenziare i lavoratori con contratti a tempo indeterminato. La misura è stata spiegato così dal ministro Sacconi: "Le norme approvate in materia di lavoro contengono il cuore dello Statuto dei lavori in quanto attribuiscono ai contratti aziendali o territoriali la capacità di regolare tutto ciò che attiene all'organizzazione del lavoro e della produzione anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali". In concreto significa, ad esempio, che sono "efficaci nei confronti di tutto il personale" anche le norme contenuto nell'accordo firmato da Fiat per Pomigliano e Mirafiori con il no della Fiom-Cgil.
ROBIN HOOD TAX
Nella manovra c'è anche una "Robin Hood tax per il settore energetico". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi senza specificarne meglio i contenuti.
SENZA SCONTRINO RISCHIO CHIUSURA
Tracciabilità di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro con comunicazione all'Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali è prevista l'applicazione dell'Iva. E' quanto prevede la bozza di manovra che sarà discussa nel corso del Consiglio dei ministri di stasera, nella parte relativa al cosiddetto 'spesometro', già in vigore. E' inoltre previsto l'inasprimento delle sanzioni, fino alla sospensione dell'attività, per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali.
GIOCHI E TABACCO
Il comunicato finale di Palazzo Chigi parla genereciamente di "misure in materia di giochi ed accise sul fumo".
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA'
Contributo di solidarietà a due vie per i lavoratori dipendenti e per gli autonomi. Per i dipendenti del settore privato è previsto un prelievo del 5% per la parte del reddito eccedente i 90mila euro e del 10% per la parte eccedente i 150mila euro. Per i lavoratori autonomi l'addizionale scatta invece a partire dall'aliquota del 41% che si applica ai redditi superiori a 55mila euro. La misura, al momento sperimentale, ma potrebbe diventare permanente. "Un prelievo di solidarietà per i redditi un po' più elevati che allinea quanto fatto nel settore del pubblico impiego", ha chiarito Tremonti.
NIENTE MISURE SU IVA, IMMOBILI E PATRIMONI
Nella bozza di manovra che entrerà in Consiglio dei ministri non appare l'aumento dell'Iva. Anzi l'ipotesi sarebbe accantonata. Salterebbe anche qualunque intervento sugli immobili e i patrimoni mobiliari.
NIENTE TAGLI A STIPENDI
Il documento non contierrebbe la riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici.
RENDITE FINANZIARIE
Aumento al 20% della tassazione su tutte le rendite finanziarie, esclusi gli interessi dei titoli di stato che restano al 12,5%. Questa misura è stata confermata dal ministro Tremonti.
PRIVATIZZAZIONI
Nella manovra è stato inserito anche un meccanismo "molto efficace" per la privatizzazione dei servizi pubblici. Lo ha detto il ministro Tremonti spiegando che il sistema consentirà alle amministrazioni che procederanno alle privatizzazione di sbloccare risorse per gli investimenti. "Un meccanismo molto efficace - lo ha definito il ministro - per i servizi pubblici: se smobilizzi puoi fare investimenti".
MINISTERI
Previsto un taglio di 6 miliardi di euro nel 2012 e 2,5 nel 2013.
ENTI LOCALI
Verranno ridotti 6 miliardi di trasferimenti nel 2012 e 3,5 nel 2013. Per le regioni il peso della riduzione dei fondi è pari a 1 miliardo di euro. La sanità non verrà toccata.
PERDITE
Riduzione per le società al 62,5% della possibilità di abbattimento delle perdite.
RINNOVABILI
Torna l'ipotesi del taglio del 30% degli incentivi. Non potranno essere superiori alla media di quelli erogati negli altri Paesi d'Europa. Ma stando ad altre fonti il punto in un secondo momento sarebbe stato stralciato.
MERCATO ELETTRICO
L'ipotesi è quella della divisione in tre macrozone (Nord, Centro, Sud).
SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Si punta alla liberalizzazione e verranno incentivate le privatizzazioni.
FONDI FAS
Saranno anticipate di un anno le riduzioni del Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate.
DELEGA FISCALE
"Noi chiediamo al Parlamento la delega per la riforma assistenziale e fiscale non più sul 2012 ma sul 2011 e nel corso del 2012 pensiamo di ottenere risparmi assolutamente realizzAbili per 4 miliardi. Nel caso non fosse possibile realizzare quell'obiettivo la garanzia di salvaguardia e una corrispondente riduzione di regime di tax expenditure". Lo ha detto il ministro dell'economia, Giulio tremonti al termine del Cdm.
TABACCHI
Tra le misure varate dal Cdm per contrastare la crisi economica, "c'è un intervento di modulato aumento delle accise dei tabacchi".
ACCORPAMENTO PER 1500 COMUNI
Sono circa 1.500 i comuni per i quali sarà reso obbligatorio l'accorpamento, in base ai criteri previsti dalla manovra. Si tratta dei comuni sotto i 1000 abitanti.
VIA PROVINCE SOTTO 300 MILA ABITANTI
E' prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti, ma solo dopo il prossimo censimento. I capoluoghi interessanti dal provvedimento, stando a una verifica informale, sarebbero i seguenti:
Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo Valentia. Aosta non è più provincia da tempo in quanto coinciderebbe con la Regione.
sito de La Repubblica
Alla fine paga sempre il lavoro. Patrimoni salvi. Come Silvio Berlusconi aveva chiesto. Nessun prelievo sugli edifici di pregio. A contribuire alla crisi più pesante di tutti i tempi sono i dipendenti pubblici, che pagano con un rischio di taglio della tredicesima e con il rinvio del Tfr.
Pagano le donne che presto avranno un’età pensionabile più alta, senza avere né asili nido, né assistenza per gli anziani. Pagano gli invalidi e le vedove, con una stretta sull’assistenza da cui si vogliono reperire risparmi per 4 miliardi. Pagano i pensionandi di oggi, che dovranno aspettare più tempo per ritirarsi dal lavoro. Pagano le famiglie, che avranno meno servizi dagli enti locali martoriati dai tagli. Per i Comuni i fondi sono quasi dimezzati. Regioni, Province e Comuni dovranno rinunciare a 6 miliardi l’anno prossimo, altrettanto i ministeri. Le risorse sottratte alle amministrazioni centrali arriveranno dai fondi Fas. Come dire: ancora una volta un colpo al sud.
Al termine del consiglio dei ministri straordinario sulla manovra aggiuntiva, durato un paio d’ore, Giulio Tremonti ammette: «non abbiamo alternativa a questo modello». Il ministro riepiloga le cifre dell’intervento: nel 2012 il deficit scenderà all’1,4% e l’anno dopo vicino allo zero, con una manovra da 20 miliardi aggiuntivi l’anno prossimo, e 25 nel 2013. Qualcosa partirà già da quest’anno: forse accise su benzina e tasse sui tabacchi. «Abbiamo lasciato fuori dai tagli sanità, scuola, ricerca, cultura e 5 per mille», rassicura Tremonti. ll ministro prosegue con la sua opera di maquillage di una stangata mai vista prima. Il ministro rispolvera la Robin Tax, promettendo così di ridurre i tagli ai Comuni. Ci sono «misure a sostegno dell'occupazione - aggiunge - e sul trasferimento dei livelli contrattuali quanto più possibile su base territoriale e locale». Come dire: il contratto nazionale è finito. Avanti al modello Pomigliano. «Poi c'è una parte che riguarda liberalizzazioni e privatizzazioni - aggiunge Tremonti - e c'è una norma sulle professioni, su quelle fuori dalla Costituzione».
Questa è la versione soft (a parte i contratti). A cui si affianca il messaggio anti-casta: i risparmi dei cosiddetti costi della politica, con il taglio delle Province sotto i 300mila abitanti. L’accorpamento dei Comuni sotto i mille abitanti, con cui l’esecutivo punta a «eliminare» 50mila posti nella pubblica amministrazione. Ma l’altra faccia della manovra non ha nulla di morbido. I ceti deboli pagano un prezzo altissimo, con il rischio di veder tagliare i servizi pubblici, o di veder raddoppiare le tariffe. Vero è che ha resistito fino alla fine il contributo di solidarietà, che era a forte rischio soppressione. Viene confermato un taglio del 5% degli stipendi dei dipendenti oltre i 90mila euro annui, e del 10% di quelli oltre i 150mila. Il doppio per i parlamentari. Un segnale c’è.
Ma basta pensare che a quella quota di redditi nelle dichiarazioni Irpef non arrivano più di 500mila contribuenti, per lo più dirigenti pubblici e liberi professionisti (pochissimi titolari di azienda), si capisce che questa leva è assolutamente marginale, rispetto a quanto si preparano a dare le altre famiglie. Più forte la misura destinata agli autonomi, che iniziano a pagare dai redditi di 55mila euro annui. Per loro dovrebbe aumentare stabilmente di un punto l’aliquota Irpef oggi al 41%. Nulla di fatto invece sull’Iva, l’imposta che il ministro ha più volte indicato come destinata ad aumentare. «Dalle persone alle cose», è stato il leitmotiv degli ultimi mesi. Invece qui ci sono solo le persone.
La convocazione del consiglio a pomeriggio inoltrato è servita a consentire un’altra giornata di trattative tra ministri e tra governo e enti locali. Una raffica di incontri, contatti, riunioni riservate. Il testo che entra in consiglio è la difficile sintesi delle tensioni interne alla maggioranza. L’ultimo braccio di ferro c’è stato sulle pensioni. La Lega ci ha provato fino alla fine a salvarle. Esce con un compromesso difficilmente accettabile per i lavoratori delle imprese: le anzianità si toccano, con l’anticipo al 2012 di quota 97 (la somma di età e contributi). Per molti lavoratori significa rinviare l’uscita di un anno e mezzo. Le donne poi si vedono anticipata al 2012 l’innalzamento dell’età pensionabile. A Palazzo Chigi il governo si presenta con tre provvedimenti: il decreto legge sulla manovra, il disegno di legge costituzionale per la modifica degli articoli 41 e 81 della Costituzione, una delega sull’assistenza. Il governo punta a individuare i soggetti «autenticamente bisognosi». Il che significa tagli.
ROMA - Nel Cdm approvazione all'unanimità delle misure anticrisi. Ecco un quadro delle misure, che Tremonti si è impegnato a chiarire meglio domattina.
AUMENTO IRPEF AUTONOMI OLTRE 55MILA EURO
Un aumento della quota Irpef per gli autonomi, forse a partire dall'attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro. La misura, inizialmente prevista per 2-3 anni, potrebbe essere a carattere permanente.
A RISCHIO TREDICESIMA STATALI
I dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità.
TFR RITARDATO 2 ANNI PER STATALI
Il pagamento con due anni di ritardo dell'indennità di buonuscita dei lavoratori pubblici è un'altra delle misure prevista nella bozza di decreto.
TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA
Nel provvedimento non si parla di ridurre il numero dei parlamentari e i loro privilegi (ad eccezione dei voli in classe economica per deputati e senatori, amministratori pubblici, dipendenti dello stato, componenti di enti ed organismi), ma si interviene sulle "poltrone" locali". Intervenendo in conferenza stampa a Palazzo Chigi Berlusconi ha però sostenuto che in realtà "ci sono numerosi interventi, credo anche eccessivi rispetto a ciò che sarebbe giusto, ma abbiamo seguito i desiderata dei cittadini che guardando alle loro condizioni hanno ritenuto che i politici e i parlamentari avessero entrate eccessive". In particolare, ha spiegato il premier, si è intervenuti "in tutte le direzioni". "Il numero di poltrone eliminate - ha aggiunto - è importante, intorno alle 54 mila". Altra misura, stando alle indiscrezioni, sarebbe quella relativa al contributo di solidarietà. Secondo quanto riferito da fonti governative, è previsto infatti un "contributo di solidarietà" anche per deputati e senatori pari al 10% per i redditi superiori ai 90 mila euro ma inferiori a 150 mila, e del 20% per quelli superiori a 150 mila euro. Esattamente il doppio di quanto previsto per i dipendenti pubblici e privati. Inoltre, per i dipendenti 'normali' il contributo è deducibile, mentre per gli 'onorevoli' non lo sarà. Infine, viene ridotta del 50% l'indennità per il parlamentare che ha un reddito uguale alla stessa indennità. Infine la decisione che saranno solo in classe economica i voli per parlamentari, amministratori pubblici, dipendenti dello Stato, componenti di enti ed organismi.
PENSIONI
Viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell'età pensionabile delle donne nel settore privato. Nessuna misura, invece, contrariamente a quanto anticipato, sulle pensioni di anzianità.
SCUOLA
Il comunicato finale del governo spiega che "per far fronte alle esigenze della scuola, nell'imminenza dell'avvio del nuovo anno scolastico, su proposta dei ministri Brunetta e Tremonti, è stato inoltre approvato un decreto presidenziale che autorizza per il solo anno 2011-2012 il trattenimento in servizio di 414 dirigenti scolastici; il decreto, altresì, prende atto di quanto definito dalla programmazione triennale delle assunzioni nella scuola, autorizzando l'assunzione a tempo indeterminato di 30.300 Unità di personale docente ed educativo e di 36.000 Unità di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario".
STOP PONTI, FESTE SPOSTATE AL LUNEDI'
Le festività infrasettimanali "non concordatarie" verranno spostate al lunedì. "Come avviene in tutta Europa", ha confermato il ministro dell'Economia.
DEROGA CONTRATTI NAZIONALI
Nella manovra c'è anche l'estensione 'erga omnes' dei contratti aziendali che potranno così derogare a quelli nazionali e a parte dello Statuto dei lavoratori. Non sarebbe più prevista la delega per lo statuto dei lavori e in particolare diventerebbe più facile licenziare i lavoratori con contratti a tempo indeterminato. La misura è stata spiegato così dal ministro Sacconi: "Le norme approvate in materia di lavoro contengono il cuore dello Statuto dei lavori in quanto attribuiscono ai contratti aziendali o territoriali la capacità di regolare tutto ciò che attiene all'organizzazione del lavoro e della produzione anche in deroga ai contratti collettivi e alle disposizioni di legge quando non attengano ai diritti fondamentali nel lavoro che in quanto tali sono inderogabili e universali". In concreto significa, ad esempio, che sono "efficaci nei confronti di tutto il personale" anche le norme contenuto nell'accordo firmato da Fiat per Pomigliano e Mirafiori con il no della Fiom-Cgil.
ROBIN HOOD TAX
Nella manovra c'è anche una "Robin Hood tax per il settore energetico". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi senza specificarne meglio i contenuti.
SENZA SCONTRINO RISCHIO CHIUSURA
Tracciabilità di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro con comunicazione all'Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali è prevista l'applicazione dell'Iva. E' quanto prevede la bozza di manovra che sarà discussa nel corso del Consiglio dei ministri di stasera, nella parte relativa al cosiddetto 'spesometro', già in vigore. E' inoltre previsto l'inasprimento delle sanzioni, fino alla sospensione dell'attività, per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali.
GIOCHI E TABACCO
Il comunicato finale di Palazzo Chigi parla genereciamente di "misure in materia di giochi ed accise sul fumo".
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA'
Contributo di solidarietà a due vie per i lavoratori dipendenti e per gli autonomi. Per i dipendenti del settore privato è previsto un prelievo del 5% per la parte del reddito eccedente i 90mila euro e del 10% per la parte eccedente i 150mila euro. Per i lavoratori autonomi l'addizionale scatta invece a partire dall'aliquota del 41% che si applica ai redditi superiori a 55mila euro. La misura, al momento sperimentale, ma potrebbe diventare permanente. "Un prelievo di solidarietà per i redditi un po' più elevati che allinea quanto fatto nel settore del pubblico impiego", ha chiarito Tremonti.
NIENTE MISURE SU IVA, IMMOBILI E PATRIMONI
Nella bozza di manovra che entrerà in Consiglio dei ministri non appare l'aumento dell'Iva. Anzi l'ipotesi sarebbe accantonata. Salterebbe anche qualunque intervento sugli immobili e i patrimoni mobiliari.
NIENTE TAGLI A STIPENDI
Il documento non contierrebbe la riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici.
RENDITE FINANZIARIE
Aumento al 20% della tassazione su tutte le rendite finanziarie, esclusi gli interessi dei titoli di stato che restano al 12,5%. Questa misura è stata confermata dal ministro Tremonti.
PRIVATIZZAZIONI
Nella manovra è stato inserito anche un meccanismo "molto efficace" per la privatizzazione dei servizi pubblici. Lo ha detto il ministro Tremonti spiegando che il sistema consentirà alle amministrazioni che procederanno alle privatizzazione di sbloccare risorse per gli investimenti. "Un meccanismo molto efficace - lo ha definito il ministro - per i servizi pubblici: se smobilizzi puoi fare investimenti".
MINISTERI
Previsto un taglio di 6 miliardi di euro nel 2012 e 2,5 nel 2013.
ENTI LOCALI
Verranno ridotti 6 miliardi di trasferimenti nel 2012 e 3,5 nel 2013. Per le regioni il peso della riduzione dei fondi è pari a 1 miliardo di euro. La sanità non verrà toccata.
PERDITE
Riduzione per le società al 62,5% della possibilità di abbattimento delle perdite.
RINNOVABILI
Torna l'ipotesi del taglio del 30% degli incentivi. Non potranno essere superiori alla media di quelli erogati negli altri Paesi d'Europa. Ma stando ad altre fonti il punto in un secondo momento sarebbe stato stralciato.
MERCATO ELETTRICO
L'ipotesi è quella della divisione in tre macrozone (Nord, Centro, Sud).
SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Si punta alla liberalizzazione e verranno incentivate le privatizzazioni.
FONDI FAS
Saranno anticipate di un anno le riduzioni del Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate.
DELEGA FISCALE
"Noi chiediamo al Parlamento la delega per la riforma assistenziale e fiscale non più sul 2012 ma sul 2011 e nel corso del 2012 pensiamo di ottenere risparmi assolutamente realizzAbili per 4 miliardi. Nel caso non fosse possibile realizzare quell'obiettivo la garanzia di salvaguardia e una corrispondente riduzione di regime di tax expenditure". Lo ha detto il ministro dell'economia, Giulio tremonti al termine del Cdm.
TABACCHI
Tra le misure varate dal Cdm per contrastare la crisi economica, "c'è un intervento di modulato aumento delle accise dei tabacchi".
ACCORPAMENTO PER 1500 COMUNI
Sono circa 1.500 i comuni per i quali sarà reso obbligatorio l'accorpamento, in base ai criteri previsti dalla manovra. Si tratta dei comuni sotto i 1000 abitanti.
VIA PROVINCE SOTTO 300 MILA ABITANTI
E' prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti, ma solo dopo il prossimo censimento. I capoluoghi interessanti dal provvedimento, stando a una verifica informale, sarebbero i seguenti:
Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo Valentia. Aosta non è più provincia da tempo in quanto coinciderebbe con la Regione.
sito de La Repubblica
Alla fine paga sempre il lavoro. Patrimoni salvi. Come Silvio Berlusconi aveva chiesto. Nessun prelievo sugli edifici di pregio. A contribuire alla crisi più pesante di tutti i tempi sono i dipendenti pubblici, che pagano con un rischio di taglio della tredicesima e con il rinvio del Tfr.
Pagano le donne che presto avranno un’età pensionabile più alta, senza avere né asili nido, né assistenza per gli anziani. Pagano gli invalidi e le vedove, con una stretta sull’assistenza da cui si vogliono reperire risparmi per 4 miliardi. Pagano i pensionandi di oggi, che dovranno aspettare più tempo per ritirarsi dal lavoro. Pagano le famiglie, che avranno meno servizi dagli enti locali martoriati dai tagli. Per i Comuni i fondi sono quasi dimezzati. Regioni, Province e Comuni dovranno rinunciare a 6 miliardi l’anno prossimo, altrettanto i ministeri. Le risorse sottratte alle amministrazioni centrali arriveranno dai fondi Fas. Come dire: ancora una volta un colpo al sud.
Al termine del consiglio dei ministri straordinario sulla manovra aggiuntiva, durato un paio d’ore, Giulio Tremonti ammette: «non abbiamo alternativa a questo modello». Il ministro riepiloga le cifre dell’intervento: nel 2012 il deficit scenderà all’1,4% e l’anno dopo vicino allo zero, con una manovra da 20 miliardi aggiuntivi l’anno prossimo, e 25 nel 2013. Qualcosa partirà già da quest’anno: forse accise su benzina e tasse sui tabacchi. «Abbiamo lasciato fuori dai tagli sanità, scuola, ricerca, cultura e 5 per mille», rassicura Tremonti. ll ministro prosegue con la sua opera di maquillage di una stangata mai vista prima. Il ministro rispolvera la Robin Tax, promettendo così di ridurre i tagli ai Comuni. Ci sono «misure a sostegno dell'occupazione - aggiunge - e sul trasferimento dei livelli contrattuali quanto più possibile su base territoriale e locale». Come dire: il contratto nazionale è finito. Avanti al modello Pomigliano. «Poi c'è una parte che riguarda liberalizzazioni e privatizzazioni - aggiunge Tremonti - e c'è una norma sulle professioni, su quelle fuori dalla Costituzione».
Questa è la versione soft (a parte i contratti). A cui si affianca il messaggio anti-casta: i risparmi dei cosiddetti costi della politica, con il taglio delle Province sotto i 300mila abitanti. L’accorpamento dei Comuni sotto i mille abitanti, con cui l’esecutivo punta a «eliminare» 50mila posti nella pubblica amministrazione. Ma l’altra faccia della manovra non ha nulla di morbido. I ceti deboli pagano un prezzo altissimo, con il rischio di veder tagliare i servizi pubblici, o di veder raddoppiare le tariffe. Vero è che ha resistito fino alla fine il contributo di solidarietà, che era a forte rischio soppressione. Viene confermato un taglio del 5% degli stipendi dei dipendenti oltre i 90mila euro annui, e del 10% di quelli oltre i 150mila. Il doppio per i parlamentari. Un segnale c’è.
Ma basta pensare che a quella quota di redditi nelle dichiarazioni Irpef non arrivano più di 500mila contribuenti, per lo più dirigenti pubblici e liberi professionisti (pochissimi titolari di azienda), si capisce che questa leva è assolutamente marginale, rispetto a quanto si preparano a dare le altre famiglie. Più forte la misura destinata agli autonomi, che iniziano a pagare dai redditi di 55mila euro annui. Per loro dovrebbe aumentare stabilmente di un punto l’aliquota Irpef oggi al 41%. Nulla di fatto invece sull’Iva, l’imposta che il ministro ha più volte indicato come destinata ad aumentare. «Dalle persone alle cose», è stato il leitmotiv degli ultimi mesi. Invece qui ci sono solo le persone.
La convocazione del consiglio a pomeriggio inoltrato è servita a consentire un’altra giornata di trattative tra ministri e tra governo e enti locali. Una raffica di incontri, contatti, riunioni riservate. Il testo che entra in consiglio è la difficile sintesi delle tensioni interne alla maggioranza. L’ultimo braccio di ferro c’è stato sulle pensioni. La Lega ci ha provato fino alla fine a salvarle. Esce con un compromesso difficilmente accettabile per i lavoratori delle imprese: le anzianità si toccano, con l’anticipo al 2012 di quota 97 (la somma di età e contributi). Per molti lavoratori significa rinviare l’uscita di un anno e mezzo. Le donne poi si vedono anticipata al 2012 l’innalzamento dell’età pensionabile. A Palazzo Chigi il governo si presenta con tre provvedimenti: il decreto legge sulla manovra, il disegno di legge costituzionale per la modifica degli articoli 41 e 81 della Costituzione, una delega sull’assistenza. Il governo punta a individuare i soggetti «autenticamente bisognosi». Il che significa tagli.
Messaggio del 13-08-2011 alle ore 12:42:22
Ecchecazzo, critichiamo solo Berlusconi anche quando diventa 'comunista'...
...quindi, VIA TUTTI!?!
...ma quando mai!!!
...e meno male che il 'Belpaese' lo conosciamo bene...
Sappiamo che è composto di ratti (politici), pantegane (servi istituzionali e mediatici) e, l’85-90% di topini (gli elettori, dai quali si potrà tranquillamente incamerare il voto lasciandoli però ai margini delle decisioni, tanto si accontentano di essere trattati così).
Sappiamo che storicamente, e nel tempo, sono riusciti a trasformarsi da menefreghista pro-fascista a menefreghista anti-fascista, cambiando bandiera – al solito – al girar del vento.
Sappiamo che, oggi, la stragrande maggioranza di ratti e pantegane, oltre ad essere dei voltagabbana, sono mestieranti politici, inciucisti e finti oppositori, portaborse, servi zelanti, saltimbanchi e troie di regime, sedicenti giornalisti, pubblicitari e propagandisti d’ogni tipo, prelati, pseudo-intellettuali prezzolati, opinionisti un tanto al chilo, feltri e belpietri d’ogni risma, laidi imprenditori, contenti evasori o ignoranti d’ogni sorta (di esempi ne abbiamo, ahimé, tanti… ).
Sappiamo che, ai topini del ‘Belpaese’, sono state raccontate tante belle favolette e per così tanti anni, che ha perso ogni nervo, ogni arditezza, ogni coraggio (che già naturalmente per sua indole tenderebbe a non possedere).
E dopo tutto questo 'Sappiamo che...', la cosa che mi fa particolarmente ribrezzo è che i topini sono stati maledettamente viziati, tant'é che, oltre a metterglielo a ‘quel posto’, oggi, aprono sistematicamente la bocca ed ingoiano, pure il seme dei loro padroni, in modo tale da tenergli anche la bocca chiusa, oltre che piena.
Buona vita a tutti....
Ecchecazzo, critichiamo solo Berlusconi anche quando diventa 'comunista'...
...quindi, VIA TUTTI!?!
...ma quando mai!!!
...e meno male che il 'Belpaese' lo conosciamo bene...
Sappiamo che è composto di ratti (politici), pantegane (servi istituzionali e mediatici) e, l’85-90% di topini (gli elettori, dai quali si potrà tranquillamente incamerare il voto lasciandoli però ai margini delle decisioni, tanto si accontentano di essere trattati così).
Sappiamo che storicamente, e nel tempo, sono riusciti a trasformarsi da menefreghista pro-fascista a menefreghista anti-fascista, cambiando bandiera – al solito – al girar del vento.
Sappiamo che, oggi, la stragrande maggioranza di ratti e pantegane, oltre ad essere dei voltagabbana, sono mestieranti politici, inciucisti e finti oppositori, portaborse, servi zelanti, saltimbanchi e troie di regime, sedicenti giornalisti, pubblicitari e propagandisti d’ogni tipo, prelati, pseudo-intellettuali prezzolati, opinionisti un tanto al chilo, feltri e belpietri d’ogni risma, laidi imprenditori, contenti evasori o ignoranti d’ogni sorta (di esempi ne abbiamo, ahimé, tanti… ).
Sappiamo che, ai topini del ‘Belpaese’, sono state raccontate tante belle favolette e per così tanti anni, che ha perso ogni nervo, ogni arditezza, ogni coraggio (che già naturalmente per sua indole tenderebbe a non possedere).
E dopo tutto questo 'Sappiamo che...', la cosa che mi fa particolarmente ribrezzo è che i topini sono stati maledettamente viziati, tant'é che, oltre a metterglielo a ‘quel posto’, oggi, aprono sistematicamente la bocca ed ingoiano, pure il seme dei loro padroni, in modo tale da tenergli anche la bocca chiusa, oltre che piena.
Buona vita a tutti....
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 20:13:32
Perché vedono
Perché vedono
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 19:56:11
Perché chi è che incita alla protesta e gli passa la fantasia
Perché chi è che incita alla protesta e gli passa la fantasia
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 19:14:42
perchè nessuno protesta?
perchè nessuno protesta?
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 19:01:03
Franza o Spagna, basta che se magna!
da un popolo che conia questo slogan cosa ti aspetti?
che morto un papa o un berlusca, se ne fa un altro, semplice!!
Franza o Spagna, basta che se magna!
da un popolo che conia questo slogan cosa ti aspetti?
che morto un papa o un berlusca, se ne fa un altro, semplice!!
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 18:56:02
Se nessuno protesta vuol dire che va tutto bene
Se nessuno protesta vuol dire che va tutto bene
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 18:55:47
Thompson... beato te che sei ottimista!
primo, perchè pensi che siamo al capitolo finale di Berlusconi e secondo perchè pensi che l'itaGliano medio possa migliorare...
Thompson... beato te che sei ottimista!
primo, perchè pensi che siamo al capitolo finale di Berlusconi e secondo perchè pensi che l'itaGliano medio possa migliorare...
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 18:47:55
libertad se nessuno protesta come fanno in altri paesi le cose non miglioreranno
libertad se nessuno protesta come fanno in altri paesi le cose non miglioreranno
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 18:44:00
Libertad,
mi sono battuto (e talvolta sbattuto) per una decina di anni far capire i pericoli che si correvano con Berlusconi ed il berlusconismo.
Io il berlusconismo l'ho visto (letteralmente) nascere in una delle province italiane a piu' alta densita' mafiosa dove svolgevo il servizio militare tra il '93 e il '94.
Ho litigato con amici e famigliari ai quali, nonostante spiegavo loro le porcherie che Berlusconi compiva (a livello sociale, giuridico, fiscale, etc...) continuavano a riporre una fiducia cieca, ai limiti del fideismo, in questo uomo.
Ho deciso allora di lasciare l'Italia perche' non avevo piu' nulla da spartire con il cosiddetto "italiano medio" e perche' sapevo come sarebbe andata a finire.
Adesso siamo arrivati all'epilogo, al capitolo finale, dell'epopea berlusconiana.
Da ora in poi ci attendono anni duri, forse persino violenti, per ripulire le macerie del berlusconismo e resettare i cervelli corrotti di tanti "italiani medi" ma soprattutto mediocri.
Libertad,
mi sono battuto (e talvolta sbattuto) per una decina di anni far capire i pericoli che si correvano con Berlusconi ed il berlusconismo.
Io il berlusconismo l'ho visto (letteralmente) nascere in una delle province italiane a piu' alta densita' mafiosa dove svolgevo il servizio militare tra il '93 e il '94.
Ho litigato con amici e famigliari ai quali, nonostante spiegavo loro le porcherie che Berlusconi compiva (a livello sociale, giuridico, fiscale, etc...) continuavano a riporre una fiducia cieca, ai limiti del fideismo, in questo uomo.
Ho deciso allora di lasciare l'Italia perche' non avevo piu' nulla da spartire con il cosiddetto "italiano medio" e perche' sapevo come sarebbe andata a finire.
Adesso siamo arrivati all'epilogo, al capitolo finale, dell'epopea berlusconiana.
Da ora in poi ci attendono anni duri, forse persino violenti, per ripulire le macerie del berlusconismo e resettare i cervelli corrotti di tanti "italiani medi" ma soprattutto mediocri.
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 18:26:10
e poi vuole cancellare il 25 aprile e il 1 maggio come festivita'...piuttosto sara' lui a sparire dal governo....
e poi vuole cancellare il 25 aprile e il 1 maggio come festivita'...piuttosto sara' lui a sparire dal governo....
Messaggio del 12-08-2011 alle ore 17:59:50
La manovra di Tremonti varata in queste ore dal governo affossa ancora di più il paese nella depressione economica, deprime le possibilità di ripresa dell’economia, fa pagare alla parte più esposta del paese il peso e le conseguenze di questa crisi. Il pareggio di bilancio del 2014 non ci è stato imposto dall’Unione Europea. E’ una scelta politica di Tremonti che in questo mondo rischia di portare il paese ancora di più nella recessione. E’ una manovra tutta concentrata furbescamente nel 2013-2014, quando -speriamo- potrebbe esserci un altro governo a fronteggiare l’emergenza economica.
Dopo mesi di inutile ottimismo e di stupida sottovalutazione della portata della crisi, il governo si trova a dover prendere amaramente atto del fallimento della sua politica economica, della fallacia delle sue previsioni iniziali, della futilità delle speranze dell’ “effetto traino” legato alla possibile ripresa dell’economia mondiale. Dopo tre anni di provvedimenti tappabuchi, di mezzemisure all’insegna del marketing e di fumo negli occhi, la situazione economica del paese è gravissima, ed il peggio deve ancora venire. Avere tenuto sotto (parzialissimo) controllo i conti pubblici, senza rilanciare l’economia e la domanda interna, senza dare adeguata protezione sociale ed ai redditi si è dimostrata una strategia fallimentare ed autolesionista, senza futuro.
La manovra di queste ore ne è la dimostrazione, e ora ne paghiamo il prezzo E ancora una volta a subirne le conseguenze è la parte più debole del paese: pensionati, lavoratori a basso reddito, consumatori, utenti dei servizi pubblici.. La reintroduzione dei ticket, l’inserimento dei costi standard nella sanità, la riduzione dei trasferimenti agli enti locali, il blocco degli stipendi nella pubblica amministrazione, l’intervento sulle pensioni stanno lì a dimostrare quanto ancora una volta il prezzo della crisi è pagato dalla fasce sociali più deboli.
E’ possibile, era possibile fare diversamente?
Un altra manovra da 51 miliardi di euro in 3 anni si può fare. Anche tagliando la spesa pubblica: quella militare, delle grandi opere, per le scuole private, per il business della sanità privata. E con una politica fiscale che colpisca le rendite e non i salari, i grandi patrimoni e non i bassi redditi, i consumi ecologicamente dannosi e non i consumi pubblici ed i servizi sociali. E’ possibile garantirsi in questo modo un flusso costante di risorse da destinare da una parte all’abbattimento del debito e dall’altra a dare protezione sociale a chi è colpito dalla crisi e a rilanciare un’economia diversa fondata su un nuovo modello di sviluppo.
Serve una tassa sui patrimoni milionari (che ci porterebbe oltre 10 miliardi di euro di entrate), bisogna portare la tassazione delle rendite al 23% e bisogna aumentare l’imposizione fiscale sui redditi superiori ai 70mila euro annui dal 43 al 45%. Nel contempo è necessario ridurre del 20% la spesa militare e cancellare il programma di 131 cacciabombardieri F35 (che ci costano più di 16miliardi di euro). Questi sono passi obbligati in tempi di crisi: in Germania e in Gran Bretagna sono state ridotte le spese militari, in Italia, ancora no.
E servono misure per rilanciare l’economia attraverso un programma di “piccole opere” (cancellando Ponte sullo Stretto e Tav), di sostegno alla green economy (energie rinnovabili, mobilità sostenibile, agricoltura biologica, ecc), di incentivo e difesa dei redditi, unica garanzia perchè possa riattivarsi una domanda interna. In questo senso la lotta al precariato, il sostegno alle pensioni più basse, il recupero del fiscal drag e il reddito di cittadinanza sono misure assolutamente necessarie in questa fase.
L’Italia con questo governo e con le politiche fatte negli ultimi tre anni rischia di “uscire” dalla crisi ancora peggio da come ci era entrata. Altri paesi stanno aggiustando la mira, stanno cambiando in parte le loro politiche, si stanno dando, almeno in parte, una vera politica economica ed industriale. Il governo Tremonti ha assecondato un nefasto mix di corporativismo, assistenzialismo e neoliberismo che sta portando l’economia italiana verso una situazione di neofeudalesimo economico. La distruzione del capitale umano e sociale (l’università, la scuola, la coesione sociale, il welfare) rischia di avere effetti nefasti per il futuro e di produrre un livellamento verso il basso accompagnato però dall’accentuazione della forbice delle diseguaglianze, dalla crescita dei privilegi e del disagio sociale. E’ ora di cambiare rotta, mettere questo governo quanto prima nelle condizioni di non nuocere e ricostruire le ragioni della speranza di un paese diverso: con un modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ed i diritti.
La manovra di Tremonti varata in queste ore dal governo affossa ancora di più il paese nella depressione economica, deprime le possibilità di ripresa dell’economia, fa pagare alla parte più esposta del paese il peso e le conseguenze di questa crisi. Il pareggio di bilancio del 2014 non ci è stato imposto dall’Unione Europea. E’ una scelta politica di Tremonti che in questo mondo rischia di portare il paese ancora di più nella recessione. E’ una manovra tutta concentrata furbescamente nel 2013-2014, quando -speriamo- potrebbe esserci un altro governo a fronteggiare l’emergenza economica.
Dopo mesi di inutile ottimismo e di stupida sottovalutazione della portata della crisi, il governo si trova a dover prendere amaramente atto del fallimento della sua politica economica, della fallacia delle sue previsioni iniziali, della futilità delle speranze dell’ “effetto traino” legato alla possibile ripresa dell’economia mondiale. Dopo tre anni di provvedimenti tappabuchi, di mezzemisure all’insegna del marketing e di fumo negli occhi, la situazione economica del paese è gravissima, ed il peggio deve ancora venire. Avere tenuto sotto (parzialissimo) controllo i conti pubblici, senza rilanciare l’economia e la domanda interna, senza dare adeguata protezione sociale ed ai redditi si è dimostrata una strategia fallimentare ed autolesionista, senza futuro.
La manovra di queste ore ne è la dimostrazione, e ora ne paghiamo il prezzo E ancora una volta a subirne le conseguenze è la parte più debole del paese: pensionati, lavoratori a basso reddito, consumatori, utenti dei servizi pubblici.. La reintroduzione dei ticket, l’inserimento dei costi standard nella sanità, la riduzione dei trasferimenti agli enti locali, il blocco degli stipendi nella pubblica amministrazione, l’intervento sulle pensioni stanno lì a dimostrare quanto ancora una volta il prezzo della crisi è pagato dalla fasce sociali più deboli.
E’ possibile, era possibile fare diversamente?
Un altra manovra da 51 miliardi di euro in 3 anni si può fare. Anche tagliando la spesa pubblica: quella militare, delle grandi opere, per le scuole private, per il business della sanità privata. E con una politica fiscale che colpisca le rendite e non i salari, i grandi patrimoni e non i bassi redditi, i consumi ecologicamente dannosi e non i consumi pubblici ed i servizi sociali. E’ possibile garantirsi in questo modo un flusso costante di risorse da destinare da una parte all’abbattimento del debito e dall’altra a dare protezione sociale a chi è colpito dalla crisi e a rilanciare un’economia diversa fondata su un nuovo modello di sviluppo.
Serve una tassa sui patrimoni milionari (che ci porterebbe oltre 10 miliardi di euro di entrate), bisogna portare la tassazione delle rendite al 23% e bisogna aumentare l’imposizione fiscale sui redditi superiori ai 70mila euro annui dal 43 al 45%. Nel contempo è necessario ridurre del 20% la spesa militare e cancellare il programma di 131 cacciabombardieri F35 (che ci costano più di 16miliardi di euro). Questi sono passi obbligati in tempi di crisi: in Germania e in Gran Bretagna sono state ridotte le spese militari, in Italia, ancora no.
E servono misure per rilanciare l’economia attraverso un programma di “piccole opere” (cancellando Ponte sullo Stretto e Tav), di sostegno alla green economy (energie rinnovabili, mobilità sostenibile, agricoltura biologica, ecc), di incentivo e difesa dei redditi, unica garanzia perchè possa riattivarsi una domanda interna. In questo senso la lotta al precariato, il sostegno alle pensioni più basse, il recupero del fiscal drag e il reddito di cittadinanza sono misure assolutamente necessarie in questa fase.
L’Italia con questo governo e con le politiche fatte negli ultimi tre anni rischia di “uscire” dalla crisi ancora peggio da come ci era entrata. Altri paesi stanno aggiustando la mira, stanno cambiando in parte le loro politiche, si stanno dando, almeno in parte, una vera politica economica ed industriale. Il governo Tremonti ha assecondato un nefasto mix di corporativismo, assistenzialismo e neoliberismo che sta portando l’economia italiana verso una situazione di neofeudalesimo economico. La distruzione del capitale umano e sociale (l’università, la scuola, la coesione sociale, il welfare) rischia di avere effetti nefasti per il futuro e di produrre un livellamento verso il basso accompagnato però dall’accentuazione della forbice delle diseguaglianze, dalla crescita dei privilegi e del disagio sociale. E’ ora di cambiare rotta, mettere questo governo quanto prima nelle condizioni di non nuocere e ricostruire le ragioni della speranza di un paese diverso: con un modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ed i diritti.
Nuova reply all'argomento:
NO ALLA MANOVRA DI TREMONTI
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