La Piazza

No! non è la RAI tv...
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 13:04:43
ma è... la BBC!!

molotov
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 13:09:19
che schifo.

dai su. ricominciamo con "se ti stavi a casa non succedeva" dai ....

schifo più totale verso queste forze del disordine e verso chi porta ancora i paraocchi.

vergogna.
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 13:15:41
Beh, che dire?

Questa triste notizia, peraltro gia' nota da anni, non fa che confermare che la peggiore politica e' dentro istituzioni che dovrebbero altresi' essere imparziali ed al di sopra di ogni sospetto.
Il comandante Fini, presente in cabina di regia nei giorni del G8 Genovese, avra' qualcosa da dire a tal proposito?

Del resto questa notizia ben si accoppia a quella sulle indagini in corso nei confronti dei Vigili Urbani di Parma che avrebbero pestato a sangue quel ragazzo di colore per farlo confessare di essere uno spacciatore.

Un grande, immenso VA*FANC*LO a tutti quei parlamentari che si sono opposti alla Commissione d'inchiesta sui fatti di Genova.
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 17:30:20
Un Kg di tritolo era meglio delle molotov....

Uana...non ho i paraocchi....ma si l'hanne jite circhenne.....!

Messaggio del 12-11-2008 alle ore 19:15:17
Antony, un po come tu con le brutte figure.

Era meglio se, almeno, fossi restato zitto.

Tornando al post, per quel che può valere, sto imparando che alla fine quasi sempre il tempo è galantuomo.
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 19:43:54
hanno sbagliato , dovevano buttarcele accese
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 19:52:56
Bene, allora se vi fa tanto ridere, spero vi capiti lo stesso...

cosa dite????
che voi non avete fatto niente???

Bene! Nemmeno quelle PERSONE!!!
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 20:01:08
ma poi non ho capito una cosa , perchè dormivano in una scuola?
da domani ho deciso che vado a vivere gratis nella scuola vicino casa mia , che c'è pure la piscina
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 20:01:21
Bruce a me personalmente non puo' capitarmi,so' come farmi sentire...

Non ho bisogno di andare a fare il burattino in una manifestazione sapendo che chi mi appoggia e' piu' stronzo delle forze di polizia...ed e' gia' d'accordo con il nemico....

se li so' pijate mi devo' sta' solo zitto...ci sono andato io a cercarmele...

Basta,finiamola....i paraocchi non li hanno quelli che la pensano come me,ma quelli come voi......
mo ca v'arisvijete non potrete fare piu' niente....

Messaggio del 12-11-2008 alle ore 20:04:02
Ed è sicoome tu sei sveglio che di queste cose si occupa la BBC e non la RAI...
certo certo!
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 20:29:26
I giornalisti sono giornalisti......basta fare notizia...

pompa qua',lima di la' agggiusta tutto ed il servizio e' pronto!

Se in futuro ti servira' l'aiuto delle forze dell'ordine,non le chiamare.....
telefona direttamente ai giornalisti della BBc....loro sanno come mantenere
l'ordine.....e ti fanno vivere sicuramente tranquillo....

Messaggio del 12-11-2008 alle ore 20:39:43
Di appartententi alle forze dell'ordine ne conosco tanti, ma nessuno che vada in giro a seminare molotov... se mi puoi smentire....

Non mi sembra comunque che nel caso in questione tritare di botte delle persone indifese e lasciare delle false prove c'entri molto con il mantenere l'ordine... ma forse ho una visione distorta.

Certo mica si può pretendere che delle "forze dell'ordine" vadano a prendere proprio i responsabili o per lo meno si preoccupino di individuarli...

Noooo, facciamo che ne prendiamo uno o più a casaccio... e loi corchiamo di mazzate.

E' quello che dice pure la costituzione e il codice penale! vero!

"Se qualcuno commette un reato si prende uno del suo paese, o un suo vicino di casa, o uno che abita nel luogo dove è successo il reato, o un vicino di casa della vittima, o uno che non c'entra un cazzo che tanto va bene lo stesso, e poi lo /li si corca di mazzate."



Messaggio del 12-11-2008 alle ore 20:43:24
Scusa Dj ma che cosa significa "Se in futuro ti servira' l'aiuto delle forze dell'ordine,non le chiamare....."

Qui stiamo parlando di un'atto gravissimo, un qualcosa che succede nei peggiori regimi dittatoriali!!!!
Nessuno sostiene che tutta la Polizia e' cosi, ma stiamo parlando di un episodio singolo.
Un poliziotto che, probabilmente eseguendo degli ordini, fabbrica prove per avere il pretesto di massacrare a manganellate dei ragazzi che dormivano in una scuola.
Ma stiamo scherzando????

E visto che tu non te le vai a cercare, immagina questa scena: ti fermano in macchina per un normale controllo e un poliziotto (o Carabiniere o Vigile Urbano) ti infila una bustina di coca in tasca e subito dopo la "trova" durante la perquisione, ti arresta e ti sbatte in galera.
E successo gia' a qualcuno, quindi non saresti il primo.

Che fai, dai la colpa a giornalisti?




Messaggio del 12-11-2008 alle ore 20:44:18
la fiera del qualunquismo...
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 20:46:07

ti fermano in macchina per un normale controllo e un poliziotto (o Carabiniere o Vigile Urbano) ti infila una bustina di coca in tasca e subito dopo la "trova" durante la perquisione, ti arresta e ti sbatte in galera.




si si.. ma prima di arrestarlo lo sodomizza con il manganello...
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 20:46:46
no, lo specchio di questo paese. nient'altro.
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 21:50:25
xche' dormivano li dentro?

Che dovevano fare.....forse un ritiro spirituale e successiva santificazione di qualche martire...

Bruce in mezzo a tutto quel casino le botte le poteva' piglia' uno qualsiasi:statte a la case e vidi ca niciune abbusche...

Poi una domanda Bruce:
con tutto so casino al G8 che cosa si e' ottenuto?
Pensi che i big se ne so' fregati dei morti,delle risse,dei danni e di tutto il resto?

Si fara' so processo ai poliziotti e dirigenti vari,ok...ci sranno responsabilita'ok....
ma.....chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato.....

Risultato:danni a non finire e una manifestazione che non e' servita a niente!






Messaggio del 12-11-2008 alle ore 21:59:39

Si fara' so processo ai poliziotti e dirigenti vari,ok...ci sranno responsabilita'ok....



Infatti è ciò che interessa a noi.
Cmq un appunto per Thompson: le commissioni d'inchiesta non servono a un cazzo, se non a depistare le indagini.
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 22:43:01
no infatti il g8 non è servito a niente, basta vedere quante cazzate sparate da idioti ci sono in questo 3d per rendersi conto che il mondo non ha speranza.
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 23:12:57
ma con chi caxxo parlate pure voi!

Mo il problema è perchè dormivano lì

per questa volta rispondo

c'era in corso una manifestazione di più giorni, regolarmente autorizzata, ed il comune di genova aveva dato quegli spazi

contenti?
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 23:17:34

francamente state difendendo l'indifendibile...
uno va a manifestare al G8, e mi pare che in italia ci sia la libertà di esprimere le proprie idee... dorme in una scuola perchè gli è stata concessa come dormitorio dall'autorità competente, non perchè è stata occupata arriva la polizia e mena a tutti solo per scaricare l'adrenalina della giornata, mettendo come scusa delle molotov portate dagli agenti stessi e un ferita da taglio alla divisa che un agente si è provocato da solo... e voi li difendete pure??
carlo giuliani era un cog**one, ma vedo che è in buona compagnia...
Messaggio del 12-11-2008 alle ore 23:38:27
se ne è discusso di Carlo, frase fuori luogo ed infelice la tua Divo, ma continuiamo a parlare di quello che si parla QUI
Messaggio del 13-11-2008 alle ore 00:36:24

vabbò, se preferisci, elimina l'ultimo rigo del mio intervento... il senso non cambia.
Messaggio del 13-11-2008 alle ore 13:03:38
in effetti divissimo, il senso è proprio quello da te sottolineato.
Messaggio del 13-11-2008 alle ore 14:43:19
e meno male ca ni li ti i paraocchi
Messaggio del 13-11-2008 alle ore 15:05:34
Finché si manifesta pacificamente non c'è spiegazione che tenga a massacri gratuiti.

Poi io sono la prima a pensare che le manifestazioni violente non servono a un caxxo e che molte delle persone presenti alle manifestazioni sono solo dei coglioni che non sanno neanche per quale motivo sono lì e magari sventolano al vento anche bandiere di cui non conoscono assolutamente il significato.

Però devo anche riconoscere che a volte (e qui parlo in generale) lo "stato" o il "regime" nonlascia possibilità di scelta
Messaggio del 14-11-2008 alle ore 08:30:59
quoto bruce

Messaggio del 14-11-2008 alle ore 08:55:42
antony diggei... ti auguro di non ritrovarti mai sotto un mananello..che a pagarne le spese saresti solo tu chi avuto avuto e chi a dato a dato..

Vergogna": la rabbia delle vittime

«Quella notte ho perso un polmone
E ora nessuno dei macellai pagherà»
PAOLO COLONNELLO
INVIATO A GENOVA
C’è Mark Covell, il giornalista inglese, che trema impercettibilmente e pensa alla sua milza che non c'è più, ai denti tutti rotti, ai polmoni danneggiati, al coma durato settimane e intanto gli occhi si riempiono di lacrime. C'è Lena, senza più un polmone che guarda fissa davanti a sè e chiede in tedesco spiegazioni a chi non la può capire. C'è Daniel che si massaggia le cicatrici sulla testa e ammutolisce. C'è la mamma di Sara che sussulta a ogni nome, a ogni assoluzione, come se ogni volta calasse di nuovo il manganello sulla testa di sua figlia, "desaparecida" nella notte della democrazia alla scuola Diaz.

Una notte italiana, di quelle che non si dimenticano, anche se i giudici fissano sulla carta alle 21 una sentenza che morirà nei pochi mesi che rimangono alla prescrizione (21 gennaio) e che dichiara assolti i vertici della Polizia, trascinati su un banco degli imputati sul quale non hanno mai voluto sedersi. Assolti in mancanza di prove certe. Oppure assolti per non aver commesso il fatto. Comunque assolti anche contro ogni speranza delle giovani carni offese che qui adesso urlano con tutto il fiato in gola: «Vergogna, vergogna!». Pagheranno soltanto gli uomini della truppa, i picchiatori, quei pochi individuati tra mille difficoltà, depistaggi, omertà nella massa degli agenti travisati che fecero irruzione alla Diaz la sera del 21 luglio 2001.

E pagheranno solo virtualmente, visto che le pene verranno interamente condonate o, appunto, molto presto prescritte. Ma come per il «lager» di Bolzaneto, anche per il massacro della Diaz le attese e le aspettative erano superiori alla realtà, che è fatta di codici, di leggi, di prove, di responsabilità personali. E non consola, non lenisce dolori e sofferenze. Ed è una realtà dove raramente la giustizia riesce a coincidere con la storia, quella dei fatti immortalati dalle mille riprese digitali del G8 di Genova, dei denti rimasti sui pavimenti della palestra, del sangue che dipingeva le pareti. Perché la storia ha più a che fare con la politica che con la giustizia ed è da lì che dovevano arrivare risposte, come al solito assenti. Così alla fine rimane un'altra occasione mancata e una figura davvero brutta, anche a livello internazionale, delle nostre forze dell'ordine.

Dimostrare il teorema, come voleva l'accusa, di «un unico disegno criminoso» nell'atteggiamento animalesco dei 200 poliziotti che irruppero come belve assetate di sangue nei saloni della scuola Diaz, era impresa quasi impossibile. Perché avrebbe richiesto la presenza di un mandante da individuare ben al di sopra degli stessi vertici della polizia. I quali, vedi le dichiarazioni di Giovanni Luperi o Francesco Gratteri - i due vice capi della polizia presenti sul campo - si sono ben guardati dal chiamare in causa qualcuno. Basti la risposta surreale, eppure così significativa, resa da Luperi (attuale capo dell'Ais, ex Sisde) nel corso di alcune «dichiarazioni spontanee» al processo, sottratte cioè all'esame dei pm: «Quella sera io stavo pensando dove portare a cena i miei colleghi...».

Luperi pensava alla cena quella sera, mentre 200 suoi agenti subordinati massacravano nella scuola di via Cesare Battisti una novantina di giovani inermi accusandoli ingiustamente prima di essere dei black block, poi di aver tentato di accoltellare un agente, infine di aver nascosto (ma in bella vista, giusto all'ingresso) due molotov. Per meglio dirla con le parole del capo d'imputazione firmato dai pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini «personale della Polizia dello Stato non meglio identificato..con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso..faceva irruzione in massa all'interno dell'edificio da perquisire, ove al loro sopraggiungere si trovavano ospitati gli occupanti e irrompevano, dapprima in gran parte in un ampio locale al piano terra, temporaneamente adibito a dormitorio..e in rapidissima successione si portavano ai piani superiori dell'edificio, raggiungendo altre persone ivi rifugiate..in ogni occasione colpendo con violenza le persone predette, tutte in palese atteggiamento di non offensività e di resa, in talune occasioni infierendo più volte sulle stesse già colpite a terra, sanguinanti e ferite, utilizzando i manganelli rispettivamente in dotazione o sferrando calci..».

I ragazzi e le ragazze che uscirono sanguinanti da quella macelleria messicana - per dirla con le parole di Michelangelo Fournier, vicequestore - ora affollano la parte riservata al pubblico di quest'aula che somiglia a un cinema e dove per 4 anni è stato proiettato sempre lo stesso film: quello della commedia degli equivoci, dei non ricordo, delle omissioni, delle prove scomparse, come le due molotov disintegrate in chissà quale ufficio della questura genovese. Una folla che cresce mano a mano che la cancelleria rimanda l'ora della sentenza e che a un certo punto mette insieme il sindaco Marta Vincenzi e il presidente del tribunale dei minori Adriano Sansa, la mamma di Carlo Giuliani, Haidi, e l'ex leader no global Vittorio Agnoletto. Pensionati e fantasmi. Tutti in cerca di una risposta che la sentenza letta dal presidente Gabrio Barone non darà. Dice il berlinese Daniel Thomas Albrecht, 29 anni, primo della lunga lista di vittime: «Del poliziotto che mi colpì fino a farmi svenire ricordo bene una cosa: gli occhi pieni di odio. L'odio disumano di chi non capisce nemmeno che sta facendo».
Messaggio del 14-11-2008 alle ore 08:59:20
Io, l'infame che denunciò gli orrori di Bolzaneto"
di Giuseppe D'Avanzo
Marco Poggi, infermiere penitenziario, entrò in servizio a Bolzaneto alle 20 di venerdì 20 luglio 2001 e ci rimase fino alle 15, 15.30 di domenica 22 luglio. «Ho visto picchiare con violenza e ripetutamente i detenuti presenti con schiaffi, pugni, calci, testate contro il muro».

«Picchiava la polizia di stato ma soprattutto il "gruppo operativo mobile" e il "nucleo traduzioni" della polizia penitenziaria. Ho visto trascinare un detenuto in bagno, da tre o quattro agenti della "penitenziaria". Gli dicevano: "Devi pisciare, vero?". Una volta arrivati nell´androne del bagno, ho sentito che lo sottoponevano a un vero e proprio linciaggio...».

Marco Poggi dice che sa che cos´è la violenza. «Ci sono cresciuto dentro. Ho "rubato" la terza elementare ai corsi serali delle 150 ore e sono andato infermiere in carcere per buscarmi il mio pezzo di pane. Per anni ho lavorato al carcere della Dozza a Bologna. Un posto mica da ridere. Tossici, ladri di galline, mafiosi, trans, stupratori. La violenza la respiravi come aria, ma quel che ho visto a Bolzaneto in quei giorni non l´avrei mai ritenuto possibile, prima. Alcuni detenuti non capivano come fare le flessioni di routine previste dalla perquisizione di primo ingresso in carcere. Meno capivano e più venivano picchiati a pugni e calci dagli agenti della polizia penitenziaria. Gli ufficiali, i sottufficiali guardavano, ridevano e non intervenivano. Ho visto il medico, vestito con tuta mimetica, anfibi, maglietta blu con stampato sopra il distintivo degli agenti della polizia penitenziaria, togliere un piercing dal naso di una ragazza che era in quel momento sottoposta a visita medica e intanto le diceva: "Sei una brigatista?"».

Marco Poggi è «l´infame di Bolzaneto». Così lo chiamavano alcuni agenti della "penitenziaria" e lui, in risposta, per provocazione, per orgoglio, per sfida, proprio in quel modo - Io, l´infame di Bolzaneto - ha voluto titolare il libro che raccoglie la sua testimonianza. Poggi è stato il primo - tra chi era dall´altra parte - a sentire il dovere di rompere il cerchio del silenzio. «Delle violenze nelle strade di Genova - dice - c´erano le immagini, le foto, i filmati. Tutto è avvenuto alla luce del sole. A Bolzaneto, no. Le violenze, le torture si sono consumate dietro le mura di una caserma, in uno spazio chiuso e protetto, in un ambiente che prometteva impunità. Solo chi l´ha visto, poteva raccontarlo. Solo chi c´era poteva confermare che il racconto di quei ragazzi vittime delle violenze era autentico. Io ero tra quelli. Che dovevo fare, allora? Dopo che sono tornato a casa da Genova, per giorni me ne sono stato zitto, anche con i miei. Io sono un pavido, dico sempre. Ma in quei giorni avevo come un dolore al petto, un sapore di amaro nella bocca quando ascoltavo il bla bla bla dei ministri, le menzogne, la noncuranza e infine le accuse contro quei ragazzi. Non ho studiato - l´ho detto - ma la mia famiglia mi ha insegnato il senso della giustizia. Non ho la fortuna di credere in Dio, ho la fortuna di credere in questa cosa - nella giustizia - e allora mi sono ripetuto che non potevo fare anch´io scena muta come stavano facendo tutti gli altri che erano con me, accanto a me e avevano visto che quel che io avevo visto. Ne ho parlato con i miei e loro mi hanno detto che dovevo fare ciò che credevo giusto perché mi sarebbero stati sempre accanto. E l´ho fatta, la cosa giusta. Interrogato dal magistrato, ho detto quel che avevo visto e non ci ho messo coraggio, come mi dicono ora esagerando. Non sono matto. Ci ho messo, credo, soltanto l´ossequio per lo stato, il rispetto per il mio lavoro e per gli agenti della polizia carceraria - e sono la stragrande maggioranza - che non menano le mani».

Marco Poggi ha pagato il prezzo della sua testimonianza. «Beh! - dice - un po´ sì, devo dirlo. Dopo la testimonianza, in carcere mi hanno consigliato - vivamente, per dire così - di lasciare il lavoro. Dicevano che quel posto per me non era più sicuro. Qualcuno si è divertito con la mia auto, rovinandomela. Qualche altro mi ha spedito la mia foto con su scritto: "Te la faremo pagare". Il medico con la mimetica e gli anfibi mi ha denunciato per calunnia. Ma il giudice ha archiviato la mia posizione e con il lavoro mi sono arrangiato con contratti part-time in case di riposo per anziani. Oggi, anche se molti continuano a preoccuparsi della mia integrità più di quanto faccia solitamente la mia famiglia, sono tornato a lavorare in carcere, allo psichiatrico di Castelfranco Emilia. Mi faccio 160 chilometri al giorno, ma va bene così. Sono tutti gentili con me, l´infame di Bolzaneto»

Dice Marco Poggi che «se i reati non ci sono - se la tortura non è ancora un reato - non è che te li puoi inventare». Dice che lui «lo sapeva fin dall´inizio che poi le condanne sarebbero state miti e magari cancellate con la prescrizione». Dice Poggi che però «quel che conta non è la vendetta. La vendetta è sempre oscena. Il direttore del carcere di Bologna Chirolli - una gran brava persona che mi ha insegnato molte cose sul mio lavoro - ci ripeteva sempre che lo Stato ha il dovere di punire e mai il diritto di vendicarsi. Mi sembra che sia una frase da tenere sempre a mente. Voglio dire che importanza ha che quelli di Bolzaneto, i picchiatori, non andranno in carcere? Non è che uno voglia vederli per forza in gabbia. La loro detenzione potrebbe apparire oggi soltanto una vendetta, mi pare. Quel che conta è che siano puniti e che la loro punizione sia monito per altri che, come loro, hanno la tentazione di abusare dell´autorità che hanno in quel luogo nascosto e chiuso che è il carcere, la questura, la caserma. Per come la penso io, la debolezza di questa storia non è nel carcere che quelli non faranno, ma nella sanzione amministrativa che non hanno ancora avuto e che non avranno mai. Che ci vuole a sospenderli da servizio? Non dico per molto. Per una settimana. Per segnare con un buco nero la loro carriera professionale. È questa la mia amarezza: vedere i De Gennaro, i Canterini, i Toccafondi al loro posto, spesso più prestigioso del passato, come se a Genova non fosse accaduto nulla. Io credo che bisogna espellere dal corpo sano i virus della malattia e ricordarsi che qualsiasi corpo si può ammalare se non è assistito con attenzione. Quella piccola minoranza di poliziotti, carabinieri, agenti di polizia penitenziaria, medici che è si abbandonata alle torture di Bolzaneto è il virus che minaccia il corpo sano. Sono i loro comportamenti che hanno creato e possono creare, se impuniti, sfiducia nelle istituzioni, diffidenza per lo Stato. Possono trasformare gli uomini in divisa - tutti, i moltissimi buoni e i pochissimi cattivi - in nemici del cittadino. Non ci vuole molto a comprendere - lo capisco anch´io e non ho studiato - che soltanto se si fa giustizia si potrà restituire alle vittime di Genova, ai giovani che vanno in strada per manifestare le loro idee, fiducia nella democrazia e non rancore e frustrazione. I giudici fanno il loro lavoro, ma devono fare i conti con quel che c´è scritto nei codici, con quel che viene fuori dai processi. Non parlo soltanto dei processi, è chiaro. Parlo della responsabilità della politica. Che cosa ha fatto la politica per sanare le ferite di Genova? Gianfranco Fini, che era al governo in quei giorni, disse che, se fossero emerse delle responsabilità, sarebbero state severamente punite. Perché non ne parla più, ora che quelle responsabilità sono alla luce del sole? Perché Luciano Violante si oppose alla commissione parlamentare d´inchiesta? Dopo sette anni questa pagina nera rischia di chiudersi con una notizia di cronaca che dà conto di una sentenza di condanna, peraltro inefficace, senza che la politica abbia fatto alcuno sforzo per riconciliare lo Stato e le istituzioni con i suoi giovani. Ecco quel che penso, e temo».
Messaggio del 14-11-2008 alle ore 15:45:27
io quella sera ero a Genova, stazione Brignole, con altri 10.000 manifestanti che aspettavano di poter tornare a casa. Tutti stanchi e depressi, molti ammaccati. Finalmente iniziano a partire i treni. Io vado a prendere il treno che va a Palermo (sarei sceso a Roma) e mentre aspettavo di poter salire vicino a me c'era una ragazza con un cellulare in mano che diceva a un altro:

"sono entrati, hanno spaccato tutti i computer (la redazione di INDYMEDIA NdR), stanno massacrando tutti! io sto male, non ce la faccio più, ho respirato i gas tutto il giorno e voglio andare a casa ma non possiamo lasciarli così, dobbiamo andare tutti alla Diaz..."

Io non immaginando la gravità della situazione sono salito sul treno...

Nuova reply all'argomento:

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