La Piazza

pollock?
Anniversario della nascita di Jackson Pollok.
Basta fermarsi con il puntatore del mouse sul logo, e volendo cliccare: Google cercherà corrispondenze per "Jackson Pollok".
Saluti
che serie A!!!
su questo sito si puo fare un pò di action painting!!!!
http://www.jacksonpollock.org/
stasera mi sarei visto il film su pollock che mi hanno dato un paio di giorni fa e non sapevo dell'anniversario, ma guarda la casualità.
Che bello quel link

Pollock, Pollock combina guai...



L'arte contemporanea


un quadro di quelli so farlo anch'io, bendato e con una mano sola.
l'arte contemporanea soffre obbligatoriamente di una rappresentazione della realtà filtrata da nuove arti, come il cinema e la fotografia, che riproducono fedelmente l'oggetto o il soggetto selezionato. penso sia lecito nell'artista cercare forme espressive di sintesi, significato, di simbologia, ecc. che si allontanino da una "mera" (virgolette d'obbligo) rappresentazione, andando al di là dell'impatto visivo iconografico.
non sono un tecnico nè un esperto dell'arte, ma permettimi ki di definire forse riduttivo bollare l'arte contemporanea con espressioni come "questo lo facevo anche io". è un linguaggio espressivo diverso che scava nel profondo, che lotta con i sentimenti e i pensieri dell'uomo, aprendo con il suo artificio estetico un calderone di emozioni e pensieri che sono del tutto legittimo e pienamente artistici.
tutto giusto atelkin, però resta il fatto che quello lo facevo davvero pure io che non ho mai preso un pennello in mano

è proprio questo che non capisco dell'arte: perchè se faccio io uno scarabocchio è una schifezza, oppure se caco io nei vasetti della simmenthal mi danno del pazzo, se lo fa un "artista" no (chi decide chi è un artista e chi no?).
Domani metto in produzione boccette di piscio, non si sa mai

la mia opera si intitolerà "piscio di un non artista"

comunque quelle tele pollok le faceva senza pennello....

sampei
il piscio imbottigliato nn ha alcun senso: l'idea non è tua ma ti è venuta di riflesso guardando un opera concepita più di 60 anni fa..l'arte contemporanea è arte concettuale..prendi x esempio la body art dove il corpo umano diventa vera e propria rapprentazione artistica: c'era un artista, di cui nn ricordo il nome, che si faceva sparare un colpo di carabina da una disanza di 30 metri..uno pensa, "è un pazzo"! il suo intento invece era quello di "riscoprire" il dolore fisico che i mezzi di comunicazione del tempo avevano banalizzato e anestitizzato..d'altronde l'arte nn poteva rimanere pura rappresentazione dell'esistente..altrimenti che 2 maroni

Domani metto in produzione boccette di piscio, non si sa mai
non saresti il primo, è questo che fa la differenza. è il momento, l'attimo, il contesto che fanno di un gesto comune, traslato all'estremo e portato come casus belli, un'opera d'arte. e tutto questo (tempo, contesto, primato, gesto, ecc.) ti differenziano come artista, o meno.
L' arte è vita incarnata nell' oggetto, figlia di un tempo e di un momento, come giustamente dice Atelkin.
Quando cercate di rinchiuderla nelle vostre gabbie concettuali, lei trova uno spiraglio e si manifesta così come non avreste mai potuto prevedere. :0)
L' oggetto è legato al gesto, al tempo, al modo e al motivo che hanno portato alla sua esistenza.
Perché sennò Picasso, Schifano, Keith Haring e Pollock sono solo dementi che scarabocchiano a caso...
...Ma qualcuno di voi ha mai letto cosa loro pensavano e come spiegavano i loro gesti? :0)
A tal proposito vi consiglio "Diari", di Keith Haring

Ecco un'ottima recensione.
Per tutti quelli che pensano che fare arte vuol dire disegnare a cazzo così, tanto per fare. :0)
Un saluto
Diciamo che oggi tutti vogliono essere artisti anche non sapendo fare una mazza... Ne avrei tanti di esempi, ma ho pietà e pena per loro,quindi...


ho rispetto per l'arte contemporanea (o almeno per una sua parte,
poichè dal genio di molti veri artisti è venuta fuori una attuale progenie di buffoni e fasulli, ammettetelo)
e non la critico nella maniera in cui lo si è fatto sopra.
La mia critica è intima, ovvero, non la capisco, o meglio, non mi tocca.
Non mi tocca perchè forse sono io a non essere contemporaneo,
mi piace però essere così antico da rimanere ancora senza fiato quando vedo un'opera di Caspar David Friedrich.
quello che (mi) fa più schifo è che il 90% dell'arte contemoporanea è fatta in funzione della vendita, (è poi ovvio che l'artista deve pur vivere, ma mi sembra che molti producano più di una catena di montaggio, ripetendo i loro clichè all'infinito)
Pure Lanciano è piena di gallerie d'arte che vendono pataccate immense , per la gioia dell'arricchito che vuole arredare il salotto...
Guzzanti come sempre un passo avanti:
Non mi tocca perchè forse sono io a non essere contemporaneo
micolao, l'unica volta che sono rimasto immobile e shockato a causa di un quadro è stato con Las Meninas di Velasquez. non mi sento, fortunatamente aggiungo, un moderno (contemporaneo lo sono/siamo per forza, viviamo).
ma non per questo bacchetto l'arte che mi circonda, pur riconoscendone spesso un carattere strettamente...economico, ma non dimenticare che tutti i grandi artisti del passato avevano una committenza a cui fare riferimento e che pagava quadri, statue, ecc.
marmo e pennelli non erano gratis, secoli fa.
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Editato da Atelkin33 il 29/01/2009 alle 14:36:57
Io credo che l'arte sia innanzitutto sincerità, e la sincerità dell'artista la sa solo l'artista stesso. In teoria, l'arte per restare pura non dovrebbe essere fonte di lucro, ma ovviamente non va così.
Per me l'arte è ispirazione, esternazione di un sentire interiore, e la tecnica è solo un modo per migliorare lo stile. E quindi, non giudico l'arte in generale, che è figlia dei tempi, semmai giudico la singola opera, che può piacermi o meno. Riguardo l'arte contemporanea, ritengo che il suo più grande problema sia il bisogno di stupire per poter far presa, per diventare immagine mass-mediatica ed essere notata, e allora ti tocca vedere manichini fatti a pezzi, mosche morte sotto vetro, un cane legato e affamato sotto gli occhi dei visitatori. Sono cose che fanno senso più che sfiorare i sensi, ma se i tempi sono questi un impressionista a scoppio ritardato morirebbe di fame nell'indifferenza generale.
In teoria, l'arte per restare pura non dovrebbe essere fonte di lucro
senza lucro non sarebbe vissuto neanche un artista, nè prima nè ora.
Per me l'arte è ispirazione, esternazione di un sentire interiore, e la tecnica è solo un modo per migliorare lo stile.
uhm, per me no. "La spontaneità nell’arte non esiste, se non nel senso romantico del termine", io la penso così. l'1% può essere istinto ed ispirazione, il resto è tutta applicazione, teoria, studio e pratica. ecco perchè molte persone che possiedono quell'1% non riesco mai ad essere "artisti" a tempo pieno, perchè si limitano a quella estemporaneità senza vivere il resto, che è praticamente il tutto poi.
Riguardo l'arte contemporanea, ritengo che il suo più grande problema sia il bisogno di stupire per poter far presa
come lo era decenni e secoli fa. l'artista rompe con il quotidiano, lo fa a pezzi per ricomporlo in una ottica che colpisca "l'uomo comune", facendogli poi capire/arrivare/decodificare un messaggio (un tempo era la madonna che dal seno tirava fuori il latte da cui nasceva la via lattea, oggi è il barattolo con le mosche morte).
Discussioni sull'arte e il suo valore ne sono state fatte a bizeffe durante il secolo passato.
Andare al di là dell'impatto visivo iconografico, rendendo incomprensibile ai più e comprensibile ad una fetta di intellettuali o mecenati interessati venalmente all'accadimento, produce molto spesso ciofeche impresentabili .
Ora nessuno mette in dubbio che mentre producevano non pensassero (anche per cagare ci vuole il funzionamente delle meningi), ma se la rappresentazione non appare universalmente riconoscibile, occorre il libro o il mercante.
Pollock penso sia il caso più eclatante di mercanzia senza valore e di sperimentazione volontaristica ingarbugliata.
Oppure qualcuno pensa che tutti quanti possiamo dichiararci artisti del rotolamento? Può bastare un Guggenheim per farci santi?

che ce ne siano state non delegittima il poterne fare qui, di nuove o di replicate, anzi sta a significare che l'argomento è lontano dall'essere archiviabile, fortunatamente.
ki, il problema di questa tua affermazione
la rappresentazione non appare universalmente riconoscibile, occorre il libro o il mercante.
è per me molto grave e denota una grande denigrazione della società: in parole povere, tu ci fai (tutti) più scemi di quanto siamo. è ovvio che per l'arte, qualunque essa sia (eh sì, anche la musica e un libro) ha bisogno a volte di strumenti di decodificazione ma non perchè uno è scemo, ma per il semplice fatto che si può esprimere attraverso un linguaggio che non ha una immediatezza comunicativa "popolare", passami il termine.
allora, che facciamo? bruciamo i libri di scrittori come sartre e arpino perchè non immediatamente codificabili? andiamo a cagare sulla statua in piazza plebiscito perchè al volo non è automatico capire che sia un omaggio ai caduti?
su su...
Un po' scemi lo siamo se diamo valore artistico ad una cagata!!!
"lo fa a pezzi per ricomporlo in una ottica che colpisca "l'uomo comune" "
Questa è una tua affermazione, non mia!!
Non dirmi che "l'ottica" cacatoria o rotolatoria possa "colpire" l'uomo comune.
Di "decodificazione" ho invece scritto per prima io.

le virgolette cosa le ho usate a fare?
ma chi sei tu per dire che "l'uomo comune" non è colpito da una determinata cosa? autoelevandoti ad uomo non comune, non riesci ad avere una visione lucida di quello che può essere il recepire di un linguaggio da parte di una persona.
ripeto, diamo fuoco alle opere di sartre e arpino? cazzo, non si capisce niente! e le poesie? tutti sono bravi a fare le rime baciate no?!
su su...
ki se ci si basa sul tuo ragionamento allora l'arte con la A maiuscola si dovrebbe fermare all'impressionismo..
che poi, se "l'uomo comune" nn conosce nulla dell'impressionismo la decodificazione dell'opera si aggira su una percentuale pari al 20% (nn di molto superiore alla merda d'artista di Manzoni)
- L'arte sarebbe esistita comunque: nessuno inizia a dipingere, a scrivere, a cantare pensando di diventare famoso. Inizia perchè sente di voler coinvolgere gli altri nel proprio mondo. E spera, giustamente, di poter vivere della propria passione. Il problema è quando la passione diventa dovere contrattuale con tanto di scadenze e aspettative non solo personali.
- Se l'arte fosse per il 99% tecnica, tutti saremmo pittori: basterebbe seguire un corso di pittura, in molti raggiungerebbero dei risultati soddisfacenti dal punto di vista del "modo". Io non ho mai quadrettato un foglio, ma c'è chi lo fa e a me tanta staticità dà la nausea.
- Oggi va avanti solo chi fa parlare, e non perchè ha fatto qualcosa che sfiori l'anima, ma perchè ha fatto qualcosa di insolito, come coprire una costa con un drappo di stoffa. Un tempo diventava artista chi plasmava la bellezza.
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Editato da Hachiko il 29/01/2009 alle 20:22:24
Ate, stai scrivendo cose che io non ho mai scritto.
Non ho scritto di Sartre, Arpino, Raffaello oppure De Chirico, Picasso ecc..
Ho scritto di Manzoni (lo stesso autore "cagatore" non ha mai considerato le sue feci come opera d'arte ma come "reliquia"...sai non ha neppure adoperato le mani per produrla) ,... ho scritto di Pollock ( e su Questo è meglio lasciar perdere).
Ingegnarello, ma perchè mi fai "dire" cose che non ho "detto"?
D'accordo con cose che ha scritto Hachico.

la fai troppo facile hachiko. è il 99% tecnica ed applicazione, quel restante 1% quel talento, quel "quid" che trasforma l'applicazione, il sapere, il conoscere la tecnica in arte.
hai ragione quando dici che l'arte ci sarebbe a prescindere, ma non l'avremmo decodificata come tale se non fosse passata attraverso un'ottica di committenza: nelle grotte di lascaux abbiamo tutto ciò che iconifica l'arte, come il gigantismo, la raffigurazione, il colore ecc. solo che chi fece quelle opere aveva un intento diverso, seppur commissionato (era il sacerdote che dipinse i bufali come augurio per una caccia proficua).
Oggi va avanti solo chi fa parlare
no, va avanti chi riesce non a rappresentare il reale, ma chi lo rende visibile: non è un concetto mio, ma di paul klee che penso sintetizzi bene questo passaggio che cerco di portare sul post.
inoltre, l'uomo riesce solo con un distacco (ne ha maggiore consapevolezza) a giudicare bene le cose, è difficile capire la propria contemporaneità: perchè "capiamo" così bene l'800 e non altrettanto bene pollock?
sono finiti i tempi il cui poeta era un semplice esponente di carne e sangue della musa, che parlava!
ki, non sto scrivendo cose che non hai scritto. hai ragione su manzoni, se ci pensi non è altro che una trasposizione caccosa dei lavori di duchamp che era un immenso e bravissimo pittore ma che trovò nel orinatoio-fontana l'elemento di rottura che lo ha portato ad essere un vero e possente comunicatore.
in questo caso, manzoni peccò di immediatezza, originalità e contesto: la tela rotta, se la facciamo ora, è la famosa "cagata pazzesca" ma allora fu invece un punto di arrivo di un percorso straordinariamente lento e faticoso.
Inizia perchè sente di voler coinvolgere gli altri nel proprio mondo. E spera, giustamente, di poter vivere della propria passione
questo è parte di quell'1%.
non saresti il primo, è questo che fa la differenza. è il momento, l'attimo, il contesto che fanno di un gesto comune, traslato all'estremo e portato come casus belli, un'opera d'arte. e tutto questo (tempo, contesto, primato, gesto, ecc.) ti differenziano come artista, o meno.
amen puoi dire "potevo farlo anche io" solo perchè hai gia visto il suo....
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Editato da Vermillion il 30/01/2009 alle 01:28:37
La diffusione della cultura ha un che di prodigioso; oggi possiamo affermare senza ombra di dubbio che il numero degli scrittori ha superato di gran lunga quello dei lettori
se caco io nei vasetti della simmenthal mi danno del pazzo, se lo fa un "artista" no
no sampei, il discorso non è come lo fai tu: l'arte contemporanea, che neanche io spesso apprezzo






Domani metto in produzione boccette di piscio, non si sa mai
la mia opera si intitolerà "piscio di un non artista"
questa invece potrebbe essere una genialata


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Editato da Divo il 31/01/2009 alle 03:59:24


quando ero un ragazzo, in illo tempore

un quinto proiettore, se ti mettevi al centro della stanza, proiettava una scritta sulla tua panza

che significava tutto ciò? significava che tu eri parte dell'opera d'arte

questa cosa mi ha colpito parecchio




La diffusione della cultura ha un che di prodigioso; oggi possiamo affermare senza ombra di dubbio che il numero degli scrittori ha superato di gran lunga quello dei lettori
su questa riflessione, sai qual è il problema grave secondo me? è che si prende l'arte, in ogni sua forma, come un qualcosa che tutti possono fare. è questo è tutta colpa di quel periodo terribile della storia umana occidentale che è il romanticismo, che ha esaltato l'ispirazione e ci ha fatto credere che baudelaire fosse un alcolizzato che scriveva solo strafatto. no cazzo no.
perchè una persona non dice mai io sono uno dottore ma sempre io sono un artista? c'è la presunzione che l'arte sia un qualcosa che possano fare tutti, come se dipingere una tela o scrivere due righe sia un automatismo. no, non lo è. come non è un automatismo, per richiamare la metafora del dottore, aprire la pancia ad uno ed operarlo. c'è un grado di difficoltà in entrambe le cose, solo che per l'arte non lo si considera.
Penso che a prescindere da tutti i discorsi che si possono fare, un artista potrebbe essere definito come qualcuno che "ha qualcosa da dire" e che "sa come dirlo efficacemente". Magari la "Merda d'artista" non è bella; anzi, per come la vedo io, per come l'ho capita io, se qualcuno la ritenesse bella, l'artista avrebbe fallito.
come un qualcosa che tutti possono fare
che l'arte sia un qualcosa che possano fare tutti
Il punto è questo... Decisamente la penso come te, oggi tutti sono artisti... Non facendo mancare il mio solito tatto


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