La Piazza

PALAZZO 900
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 19:19:43
...Allora, da quello che ho letto su il Centro, il Comune di Lanciano dovrà acquisire l'intero stabile per poi demolirlo......ma con i soldi di chi?
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 19:42:18
I tuoi, caro Fuori Concorso, e poi, forse, si rivarrà sugli amministratori dell'epoca...
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Editato da Il Piccioso il 21/12/2010 alle 19:44:55
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 19:44:59
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 23:10:56
..... tutti giù per terra!!!!!
Messaggio del 21-12-2010 alle ore 23:32:20
quale sarebbe? e picchè?
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 10:44:50
toh Nicò...
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 10:49:46
dura lex sed lex!
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 10:51:56

«E' una questione che crea grosso imbarazzo al Comune», ha commentato l'assessore all'Urbanistica, Marco Di Domenico (Pdl), «le responsabilità? Sicuramente non di questa amministrazione». La costruzione di Palazzo Novecento fu autorizzata dal consiglio comunale nel 1996, malgrado non rispettasse le indicazioni del Prg in vigore all'epoca.


e chi paghe?
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 11:02:45
E le famiglie che hanno acceso mutui e fatto sacrifici? Chi le risarcisce? Ma se i primi abusivi sono proprio 'sti politicanti della minchia che fanno i prg in base alle loro proprietà!
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 11:22:20
non ho parole! se abitassi in un appartamento di quel palazzo sarei costretto a commettere una serie di omicidi per placare la mia ira.

comunque nicò il palazzo è questo
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 11:32:08
io so che chi ha comprato sapeva, ma evidentemente tutti speravano nel solito condono all'italiana
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 11:54:06
chi ha comprato, quando ha comprato non sapeva, poi con il tempo ed il susseguirsi degli eventi se ne fatta una ragione....l'errore è all'inizio...sull'applicazione del comparto, dove il Prg ed il regolamento edilizio erano chiari, il comparto poteva essere anche realizzato in parte, ma rispettando le distanze e realizzando meno volumetria, il comparto si sarebbe una volta chiuso definitivamente con la riconsegna delle aree a verde di pubblica utilità quando l'altra metà dell'area sottoposta a vincolo di comparto (il villino dell'avv.salvatore), sarebbe stata edificata, come prevista da progetto.
Il discorso è che in comparti vennero attuati e previsti all'epoca per rendere edificabili zone che non erano edificabili, requisiti necessari per un progetto a comparto erano il recupero urbano di aree di degrado urbanistico, quindi quell'area con due splendidi villini del primo novecento erano urbanisticamente degradate?
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 12:07:38
il nocciuolo, permettimi buon Fuoric, non è il ciurlare nei comparti e nelle zone degradate...
il nocciuolo é comperare un appartamento in un fabbricato che viola norme e regolamenti.

>Se chi ha comperato non sapeva... e NON era tenuto a sapere (oppure non ha POTUTO sapere) esistono mille vie per ottenere risarcimenti adeguati!

> Se chii ha comperato non sapeva ma ERA TENUTO A SAPERE... allora "ignorantia legis"..

> Se, e sottolineo se, é come dice Bakunin, e cioé chi ha comprato sapeva e ha comperato lo stesso "assumendosi un rischio all'italiana"... beh... chi é causa del suo male pianga se stesso!
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 12:25:07
il nuocciolo è sapè, ma mò chi paghe?
Messaggio del 22-12-2010 alle ore 13:10:35
Se gli acquirenti avessero firmato dal notaio la clausola fatta inserire dalla ditta costruttrice circa i problemi in questione e se gli stessi acquirenti avessero pagato cifre più basse del mercato dell'epoca proprio per questa consapevolezza non si potrebbe affermare oggi che non sapevano.

Fuori Concorso,
la conclusione è sempre la stessa, a pagare saranno comunque in prima istanza i contribuenti di Lanciano e forse successivamente gli amministratori dell'epoca se hanno oggi dei beni intestati.
Messaggio del 05-01-2011 alle ore 15:28:07

di Stefania Sorge
Palazzo Novecento verso lo sfratto
LANCIANO. Il primo passo verso la demolizione di Palazzo Novecento è stato mosso. Ieri mattina il dirigente dell'urbanistica, Remo Salvatore, ha compiuto il sopralluogo in via De Titta per verificare la mancata esecuzione delle ordinanze di Tar e Consiglio di Stato, che hanno condannato più volte l'immobile, diventato abusivo, all'abbattimento. Nuovo anno amaro per le dieci famiglie proprietarie degli appartamenti, che saranno sfrattate. E' finito il tempo dei rinvii per le dieci famiglie che abitano l'immobile, costruito nel 1999 contravvenendo alle disposizioni del piano regolatore dell'epoca. L'iter per l'abbattimento. I tecnici comunali hanno espletato ieri le prime formalità. Il dirigente dell'urbanistica ha constatato che il fabbricato, costruito alla fine degli anni'90, non è stato abbattuto come hanno stabilito, in più sentenze, sia il tribunale amministrativo regionale che il Consiglio di Stato, ai quali nel corso degli anni si erano rivolti gli inquilini, la ditta costruttrice, il Comune e il proprietario della villetta confinante, Pietro Salvatore. «Adesso la verifica della mancata ottemperanza delle sentenze sarà trascritta all'impresa costruttrice, la Dnd immobiliare, e ai proprietari degli appartamenti», spiega l'assessore all'urbanistica, Marco Di Domenico (Pdl), «e il fabbricato sarà acquisito al patrimonio comunale con la segnalazione alla Conservatoria dei registri immobiliari di Chieti.». Famiglie da sfrattare. Poi bisognerà fare il passo più doloroso: avviare le procedure di sfratto degli inquilini. «Ma i tempi saranno lunghi», precisa Di Domenico, «trascorrerà almeno un anno, anche perché ci sono persone anziane e invalide da spostare. Nel frattempo la demolizione dell'opera andrà inserita nel prossimo piano triennale delle opere pubbliche e, soprattutto, si dovranno trovare i fondi. Abbattere un palazzo del genere ha un costo approssimativo di 2 milioni di euro. Per fare l'appalto bisogna avere la copertura finanziaria». Impegno oneroso per l'amministrazione comunale, che già versa 4mila euro l'anno come risarcimento danni al proprietario del villino confinante, Salvatore, dall'anno di costruzione del fabbricato e fino a quando lo stesso non sarà abbattuto.
L'estremo tentativo. L'ultimo giorno dell'anno appena trascorso, l'impresa che ha realizzato e venduto l'immobile agli inizi del 2000, la Dnd immobiliare, ha presentato un progetto per settare verticalmente il fabbricato e ricavare così i 5 metri di distanza dalla villa di Pietro Salvatore, come prevedono le normative in materia. Un estremo tentativo per salvare il palazzo ed evitare le richieste di risarcimento danni che le famiglie potrebbero muovere alla ditta. La pratica deve ancora essere istruita dall'ufficio tecnico. Le reazioni. «E' una brutta storia, ereditata purtroppo dalla mia amministrazione», commenta il sindaco Filippo Paolini (Pdl), «ho sentito molte voci senza fondamento su questa vicenda. L'osservazione al piano regolatore presentata dagli inquilini, ad esempio, non è una sanatoria. Il consiglio comunale che cosa può votare adesso? E' una situazione che poteva essere evitata con più attenzione da parte della giunta e del consiglio comunale dell'epoca (1996, ndc). Trovo assurdo che il Prg degli anni '70 prevedesse un comparto su due ville liberty, snodo di tutta questa vicenda. Conoscendo le carte», conclude Paolini, «non vedo soluzione, ma se qualcuno ne trova una sarò la persona più felice del mondo». «L'abuso non può essere sanato con il Prg in itinere, ma si possono aumentare le volumetrie», apre uno spiraglio l'assessore Di Domenico, «si risolverebbe la questione delle altezze e il progetto della ditta potrebbe essere autorizzato, accogliendo parte dell'osservazione presentata dalle famiglie. Ma a complicare ulteriormente la vicenda ci sono i ritardi e le lungaggini dei consiglieri comunali, che non permettono di chiudere l'iter del Prg. Eppure quella di Palazzo Novecento è una questione che dovrebbe stare a cuore a tutti».

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