La Piazza
ci sono finalmente i nomi degli agenti
Roma, 18 novembre 2009
Una profonda ferita circolare, ancora aperta, sul polpastrello del pollice della mano sinistra e tante piccole ferite simili tra i capelli, sulle ginocchia, sulla gamba destra che sembrano bruciature di sigaretta. Sono alcuni degli scatti che ritraggono lo stato terribile in cui era il corpo di Stefano Cucchi durante l’autopsia.
Stefano Cucchi: piena luce sulla morte di Stefano Cucchi - “Chi ha spezzato la schiena a Stefano Cucchi? Chi l’ha picchiato? Chi l’ha lasciato senza cibo e cure da solo sotto un lenzuolo?”. E’ la domanda che rivolge la mamma di Federico Aldrovandi, un altro ragazzo barbaramente ucciso a Ferrara il 25 settembre del 2005.
Federico e Stefano. Il primo aveva 18 anni e fu ucciso da quattro poliziotti. Stefano è stato massacrato mentre era nelle mani dello Stato. Entrambi i ragazzi sono stati trovati in possesso di una modica quantità di droga. Troppo poco e troppo ragazzi per tentare una giustificazione. Gli agenti non si sono trovati davanti due spietati killer armati fino ai denti e pronti a far uso delle armi. Solo due semplici ragazzi. Così come ce ne sono tanti in giro. Soli, con in tasca una piccolissima scappatoia dal disagio, che rende più morbido il
vivere quotidiano.
Gli assassini in divisa di Federico sono stati condannati, ma non sconteranno mai la pena che il tribunale di Ferrara ha comminato loro. Grazie all’indulto varato nel 2006.
Pretendiamo invece che gli assassini di Stefano vengano raggiunti subito dalla giustizia del nostro Stato. Il contrario significherebbe perdere ulteriori pezzi di libertà e di democrazia.
Il coordinamento di Sinistra e Libertà di Civitavecchia si stringe attorno al dolore della famiglia Cucchi e chiede giustizia.
Caso Cucchi, in arrivo
i primi avvisi di garanzia
di Carlo Picozza e Marina Bisso
Arriveranno presto i primi avvisi di garanzia per la morte di Stefano Cucchi, il trentunenne arrestato la notte del 15 ottobre con pochi grammi di droga e deceduto all'alba del 22, dopo una settimana di passione, con le vertebre fratturate e pieno di lividi e lesioni. Intanto si apre un nuovo fronte sui referti medici. Quelli dei sanitari del Fatebenefratelli che visitarono Cucchi il 16 alle 23, rilevano le fratture alla schiena e scrivono: "Stazione eretta e deambulazione impossibili". I loro colleghi di Regina Coeli, invece, il giorno dopo si limitano a indicare solo "un'ecchimosi sacrale, una tumefazione del volto e difficoltà di deambulazione". L'indagine sull'ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale, per le lesioni sul corpo di Cucchi, ha avuto un'accelerazione. I pm Francesca Loi e Vincenzo Barba hanno ascoltato altri detenuti che hanno incontrato il giovane. I pm hanno già sentito i carabinieri che avevano fermato Cucchi e le guardie penitenziarie che hanno accompagnato il giovane nei suoi trasferimenti dal carcere in tribunale e in ospedale. L'ipotesi è che il pestaggio possa essersi consumato a più riprese. Anche i medici che lo hanno assistito nelle ultime ore potrebbero essere indagati. Ma per omicidio colposo. I magistrati hanno incontrato gli avvocati Fabio Anselmo e Mario Piccioni, rappresentanti della famiglia di Cucchi. I legali si sono detti "soddisfatti" e hanno annunciato il deposito dei certificati medici che documenterebbero il buono stato di salute del giovane prima dell'arresto. "Mio fratello", ripete Ilaria Cucchi, "non era anoressico né sieropositivo".
E sulle condizioni di salute del giovane ci sono anche le testimonianze raccolte dal senatore Stefano Pedica (Idv) a Regina Coeli. "La mattina del 17 ottobre, Stefano Cucchi non riusciva ad alzarsi dal letto per i dolori alla schiena che lo avevano tormentato tutta la notte", riferisce il parlamentare che sabato scorso ha trascorso quattro ore nel carcere visitando la cella numero 6 della medicheria dove il giovane è arrivato su una sedia a rotelle e si è lamentato per ore. Pedica ha parlato con i detenuti che hanno aiutato Cucchi a coricarsi nel letto su un fianco. "È stato visitato dal medico di turno alle 11.20 e, alle 11.40, da quello del carcere. Dopo mezzogiorno è uscito da Regina Coeli alla volta, prima del Fatebenefratelli dov'era stato già la sera precedente, poi del Pertini, con un codice di gravità media, il verde".
"Ma", denuncia Pedica, "nessuno in carcere scrive delle vertebre fratturate, della sua salute a rischio: il medico di Regina Coeli rileva solo l'ecchimosi alla schiena, la tumefazione sul viso e difficoltà a muoversi. Eppure, che Cucchi avesse due vertebre rotte era già chiaro dal giorno prima, da quando al Fatebenefratelli, il sanitario di guardia in Pronto soccorso, intorno alle 23, aveva scritto nel referto: "Trauma contusivo al rachide lombosacrale e la radiografia mostra una frattura della terza vertebra lombare e una frattura della prima vertebra coccigea. Stazione eretta e deambulazione impossibili"".
Così, trascinandosi prima e aiutato da una sedia a rotelle poi, Stefano Cucchi era arrivato nella cella numero 6 della medicheria: "Gli altri detenuti", racconta Pedica, "dopo averlo aiutato a coricarsi, gli hanno offerto una sigaretta che non è riuscito a fumare". Pedica ha chiesto a quei carcerati se Cucchi avesse raccontato di essere stato picchiato. "Me lo hanno fatto capire con lo sguardo, forse intimoriti dalla presenza del personale del carcere che ha assistito alla mia visita".
Sulla morte del giovane il presidente della Camera, Gianfranco Fini, chiede che "si faccia piena luce", dopo aver incontrato i familiari. E una delegazione della Commissione di inchiesta del Senato sul sistema sanitario nazionale, presieduta da Ignazio Marino, ha fatto un sopralluogo a Regina Coeli e ha convocato per domani mattina il direttore del carcere e i sanitari che operano nella medicheria carceraria. Anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha annunciato dichiarato che il Comune si costituirà parte civile "se ci saranno i margini".
(06 novembre 2009)
----------
Caso Cucchi, sei indagati
Spunta un supertestimone
Ha assistito al pestaggio. Giovanardi: "Morto perché drogato e anoressico". È polemica
di Marino Bisso e Carlo Picozza
C´è un testimone chiave del pestaggio di Stefano Cucchi nella cella di sicurezza del Palazzo di giustizia. E ci sono i primi sei indagati per l´aggressione al trentunenne arrestato sano, con pochi grammi di droga, e morto sette giorni dopo con il corpo denutrito, disidratato, devastato da fratture e altri traumi. I magistrati oggi decideranno sulla riesumazione della salma. Sul decesso del giovane è tornato a parlare il sottosegretario Carlo Giovanardi: «Era in carcere perché tossicodipendente e spacciatore abituale». E ha incassato di nuovo critiche a valanga e richieste di dimissioni.
I magistrati si concentrano sulle responsabilità di quattro agenti penitenziari che hanno avuto in custodia, il giovane negli interrati del Palazzo di giustizia il 16 ottobre, giorno della convalida dell´arresto. A metterli su questa pista non ci sono solo le confidenze consegnate da Cucchi ai compagni di cella, ma la testimonianza di un detenuto che, dallo spioncino della cella, ha assistito al pestaggio di Stefano dopo che era stato accompagnato in bagno. L´attenzione dei pm si concentra anche su qualche detenuto con cui Cucchi avrebbe potuto avere un alterco.
I magistrati vogliono far luce inoltre su possibili percosse antecedenti l´arrivo in tribunale e nei giorni scorsi hanno sentito i carabinieri. Rischiano di essere indagati pure loro. Un´inchiesta interna dell´Arma ha ricostruito il ruolo dei suoi uomini escludendo responsabilità. Ma gli avvocati della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo e Dario Piccioni, insistono: «Chiediamo accertamenti a tutto campo: Stefano si presentò in tribunale già con il volto segnato».
«Escludo che ci siano responsabilità di qualche collega», dice Daniele Nicastrini, segretario regionale della Uil penitenziari, «e non sono arrivati avvisi di garanzia. Qualcuno è stato convocato dai pm ma Cucchi era già in condizioni critiche prima che lo prendessimo in consegna». Oggi il magistrato scioglierà le riserve sulla riesumazione della salma. «Lo ha chiesto la parte civile per far eseguire alcune tac», spiega il coordinatore dei periti, Paolo Arbarello, «e noi non ci opporremo». Il secondo fronte dell´inchiesta, che interesserà i sanitari che non avrebbero assistito Cucchi in maniera adeguata, muoverà sull´ipotesi di omicidio colposo.
Intanto, sulle frasi di Giovanardi («Cucchi era in carcere perché spacciatore abituale; la verità verrà fuori: è morto soprattutto perché pesava 42 chili») sono piovute critiche da sinistra, destra e centro e una valanga di contestazioni su Facebook. «Quando in politica, come nella vita», attacca Lorenzo Cesa, segretario Udc, «manca ogni senso di umanità, si diventa barbari: oggi è Giovanardi il nuovo barbaro». «E pensare», dice Antonio Di Pietro, segretario Idv, «che Giovanardi ha le deleghe alle Politiche giovanili: si dimetta per manifesta incapacità». «È vergognoso», commenta Paolo Ferrero, segretario del Prc, «che chi si scandalizza per la sentenza sul crocifisso non abbia alcun rispetto per la vita umana».
(10 novembre 2009)
----------------
Cucchi, mazzo di chiavi incastra gli aggressori
Solo la polizia penitenziaria poteva aprire le celle. Il pm: riesumeremo la salma
di Marino Bisso e Carlo Picozza
Un mazzo di chiavi incastra gli aggressori di Stefano Cucchi. Gli agenti della polizia penitenziaria, solo loro, potevano aprire la porta della stanza di sicurezza negli interrati del Palazzo di giustizia dov´è stato rinchiuso e sarebbe stato pestato il trentunenne. Ora sono accusati di omicidio preterintenzionale. Intanto la Procura farà riesumare la salma di Cucchi, arrestato in buone condizioni di salute la notte del 15 ottobre e deceduto all´alba del 22 nel reparto carcerario dell´ospedale Sandro Pertini, disidratato, denutrito, con due vertebre rotte e altre lesioni.
Chi ha pestato Cucchi lo teneva in custodia nel "bunker" del tribunale, aspettando il processo per direttissima. L´aggressione, secondo la testimonianza chiave di un africano detenuto, si sarebbe consumata nella camera di sicurezza, dopo che il trentunenne era stato accompagnato in bagno. Nella cella di fronte, l´immigrato sente le urla, apre lo spioncino e assiste al pestaggio. Dopo un´ora o poco più Cucchi si presenta in aula per l´udienza: né il giudice né il pm si accorgono delle sue condizioni e lui non denuncia l´aggressione. Solo il padre e l´avvocato d´ufficio notano il viso segnato da lividi e gonfiore (il primo) e la postura piegata su un lato (il secondo).
Un´altra zona d´ombra è sotto l´attenzione dei pm Francesca Loi e Vincenzo Barba. Alla decisione del giudice di lasciarlo in carcere, Cucchi reagisce con un calcio a un tavolo. È agitato. Ce l´ha con i carabinieri che l´hanno arrestato. Proprio i carabinieri lo accompagnano negli interrati, attraverso una scala stretta. Cosa accade in quei minuti? Cucchi scivola? La relazione dell´Arma non ne fa menzione. Viene consegnato agli agenti penitenziari alle 13.30; finisce in cella con l´immigrato supertestimone e proprio a lui confida: «Guarda come mi hanno ridotto», senza indicare gli autori del pestaggio. Subito dopo, però, viene chiamato il medico del tribunale che, alle 14.05, certifica «ecchimosi» sul viso e aggiunge: «Riferisce dolore e lesioni anche nella regione sacrale e agli arti inferiori». Ma poi conclude: «Evasivamente», che scrive in maiuscolo, «riferisce che le lesioni sono dovute a una caduta accidentale per le scale avvenuta ieri». Per Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare che indaga sulla Sanità, potrebbe esserci stato un secondo pestaggio.
Molti i vuoti e le contraddizioni: le versioni della cinquantina di persone ascoltate, sono al vaglio dei magistrati. C´è anche una cartella infermieristica del servizio di Medicina protetta del Pertini, nella quale i sanitari (che nei giorni successivi scriveranno che Cucchi rifiuta cibo e idratazione per flebo), annotano: «Nutrizione eccellente»: «Non rifiuta mai il pasto e non necessita di integratori». Era il primo giorno di Cucchi al Pertini.
(11 novembre 2009)
-----------
Cucchi, la verità dei carabinieri
"Non entrammo mai in cella"
di Carlo Bonini
Chi sono e come si muovono i carabinieri che la mattina del 16 ottobre hanno in consegna Stefano Cucchi? La Procura della Repubblica ne individua quattro e ne raccoglie le testimonianze in due momenti diversi (due di loro sono stati sentiti una seconda volta sabato scorso).
Per scoprire che nel loro racconto - come del resto in quello di S., il detenuto africano testimone del pestaggio - nei sotterranei del palazzo di Giustizia in cui Cucchi comincia a morire le uniformi continuano ad avere un solo colore. Quello della Polizia penitenziaria. I quattro carabinieri - vedremo perché - riferiscono di non aver potuto vedere, né sentire cosa accade nel corridoio delle camere di sicurezza tra le 9.30 e le 12.50 di quella mattina. Di non aver usato con quel ragazzo "nessuna forma di violenza", né "fisica", né "psicologica".
Documentano di essersi congedati da Cucchi alle 13.30, convinti di aver riconsegnato alle celle, dopo il processo per direttissima, un "soggetto in buono stato di salute e idoneo alla detenzione". La mattina del 16 ottobre, dunque. Alle 9.20, Stefano Cucchi - che una nota interna all'Arma vuole con la schiena non ancora spezzata perché "capace di vestirsi e stringersi le stringhe delle scarpe da solo" - lascia la camera di sicurezza della caserma di Tor Sapienza (dove ha trascorso la notte) diretto al tribunale.
È su una macchina con due carabinieri: M. ed S. (sono le iniziali del cognome che "Repubblica" conosce). Stefano li vede per la prima volta, perché inquadrati in una "compagnia" (la "Casilino"), diversa da quella cui appartengono i cinque militari che, la notte prima, lo hanno arrestato (la "compagnia Appio"). M. ed S. riferiscono che, "durante il tragitto", il ragazzo "interagisce normalmente" e rifiuta la proposta di un controllo in ospedale prima di raggiungere il Tribunale. Cucchi, insomma, è vigile. Ha fretta di andare a processo. Intorno alle 9 e 30, la macchina con a bordo Cucchi è nel garage del Tribunale.
E qui, incontra una seconda auto dei carabinieri. Ne scendono due cittadini albanesi, fermati come Stefano la notte precedente, e due militari che li accompagnano. Sono il maresciallo T. e il carabiniere A., della "compagnia Appio". Stefano li riconosce perché sono due dei cinque militari che lo hanno arrestato la sera precedente al parco degli Acquedotti e che dovranno comparire con lui nell'aula della "direttissima". Poco dopo le 9.30 - riferiscono T. ed A. - Cucchi e i due albanesi "vengono consegnati agli agenti della penitenziaria" di piantone alle camere di sicurezza nei sotterranei del Palazzo di Giustizia. La porta blu cobalto che introduce alle celle si richiude alle loro spalle e i quattro carabinieri (i due della "compagnia Casilino", i due della "Appio") lasciano i sotterranei.
A stare alla loro testimonianza, due raggiungono l'ufficio arrestati per depositare i verbali di fermo di Cucchi e degli albanesi. Un terzo è impegnato a consegnare negli uffici del perito del tribunale lo stupefacente sequestrato a Stefano al momento dell'arresto ("20 grammi di hashish, 2 grammi di cocaina, 1 spinello, 2 pasticche di ecstasy"). L'ultimo è "all'ufficio postale" interno al palazzo di Giustizia per "depositare su un libretto infruttifero i 90 euro confiscati durante l'arresto". Insomma, per almeno un'ora, nessuno dei quattro è neppure nei paraggi delle celle di sicurezza dove Cucchi ha cominciato la sua attesa. Il maresciallo T. e il carabiniere A. tornano infatti alle camere di sicurezza intorno alle 11 "soltanto per accompagnare in aula" i due albanesi di cui è stato "chiamato" il processo. Pratica che richiede un qualche tempo. T. ed A. riferiscono infatti che "il cancelliere della settima sezione", una volta chiusa l'udienza, li invita "a trattenersi in aula" per attendere e sollecitare la perizia sullo stupefacente del processo Cucchi. Cosa che i due fanno, "contattando telefonicamente" il carabiniere che è rimasto negli uffici del perito.
La porta che dà sulle celle dei sotterranei torna dunque ad aprirsi ai carabinieri soltanto alle "12.50", perché è questa l'ora in cui T. e A. dicono di essere stati "chiamati" dagli agenti della penitenziaria per l'accompagnare Cucchi in aula. Nel ragazzo dicono di "non notare nessuna alterazione fisica". Confermano il suo nervosismo per l'esito del processo e indicano l'ora del congedo dal padre in aula, quando sono ormai "passate le 13.15".
Stefano Cucchi, ora, è di nuovo da solo con i carabinieri. E percorre a ritroso la strada per i sotterranei insieme ai 4 i militari con cui è arrivato in tribunale. In una discesa - dicono - "senza problemi". Che, ad un certo punto, li vede separarsi. Due carabinieri si dirigono verso il garage "per recuperare gli effetti personali di Cucchi rimasti in macchina". Il maresciallo T. ed A., sbrigano invece le formalità di consegna al Nucleo traduzioni che attende nei sotterranei. Sono le 13.30. "Il soggetto è in buono stato di salute e idoneo alla detenzione". Se ha già la schiena spezzata (come lascerebbe presumere la testimonianza del detenuto africano S. che colloca il pestaggio nella tarda mattinata), i carabinieri non se ne sono accorti. Se è ancora intera, chi sta per rompergliela lo farà nei venti minuti che stanno per cominciare. Prima che, alle 14, il medico del tribunale venga chiamato nei sotterranei.
(12 novembre 2009)
--------
Sei indagati per la morte di Cucchi
tre medici e tre agenti penitenziari
Stefano Cucchi (a destra) con il padre Giovanni
Stefano Cucchi (a destra) con il padre Giovanni
Sei indagati nell'inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, l'uomo di 31 anni deceduto il 22 ottobre al Sandro Pertini, dopo essere arrestato per droga il 15 ottobre. Si tratta di tre agenti di custodia e di tre medici, che sono stati iscritti nel registro degli indagati dai pm di Roma Francesca Loj e Vincenzo Barba. Da valutare la posizione di alcuni carabinieri.
Aldo Fierro, il primario di 60 anni della struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini, e i medici Stefania Corbi, 42, e Rosita Caponetti, 38, sono i sanitari accusati di omicidio colposo dalla procura di Roma per la morte di Stefano Cucchi. Secondo il capo di imputazione, i tre, agendo con negligenza, imperizia e imprudenza, "omettendo le dovute cure, cagionavano la morte di Cucchi avvenuta all'ospedale Pertini il 22 ottobre".
Nicola Minichini, 40 anni, Corrado Santantonio, 50, e Antonio Dominici, 42 sono gli agenti di polizia penitenziaria accusati di omicidio preterintenzionale dalla procura di Roma per la morte di Stefano Cucchi. Stando al capo di imputazione, "colpendo Cucchi il 16 ottobre nelle celle di sicurezza del tribunale con calci e pugni, dopo averlo fatto cadere, ne cagionavano la morte avvenuta all'ospedale Sandro Pertini".
La procura di Roma precisa invece che "Contro i carabinieri non sono emersi elementi concreti". La procura scagiona così i militari che la sera del 15 ottobre scorso hanno arrestato Stefano Cucchi per cessione di sostanze stupefacenti e gli altri carabinieri che il giorno dopo lo hanno portato a piazzale Clodio consegnandolo agli agenti di polizia penitenziaria per l'udienza di convalida dell'arresto.
(13 novembre 2009)
---------
Cucchi, superteste sotto protezione
di Carlo Picozza e Marina Bisso
È uscito da Regina Coeli e, sotto protezione, ora vive in un luogo segreto, affidato a una comunità per tossicodipendenti. La procura ha deciso di tutelare l'immigrato africano che prima ha udito le urla e poi, dallo spioncino della sua cella, avrebbe assistito al pestaggio di Stefano Cucchi negli interrati del tribunale, mentre il giovane aspettava l'udienza del processo, subito dopo l'arresto e sei giorni prima di morire denutrito, disidratato e con la schiena rotta.
"Anche la magistratura non si fida degli ambienti del carcere", commenta il senatore Stefano Pedica (Idv) che insiste: "Cucchi è stato picchiato a più riprese". Lo dice riferendo il racconto di uno dei due detenuti che hanno passato la notte del 16 ottobre nella cella numero 6 della medicheria di Regina Coeli con Cucchi, che era stato da loro aiutato a scendere da una sedia a rotelle, quando rientrò dalla visita al Fatebenefratelli, e a coricarsi su un fianco, prima che cominciasse a lamentarsi nella notte. "Cucchi", riferisce Pedica, "aveva detto a quel detenuto di essere "stato picchiato dentro e fuori"".
Cosa voleva dire? Quel "dentro" - lo spiegano gli avvisi di garanzia per omicidio preterintenzionale agli agenti penitenziari - sta a indicare il "bunker" del tribunale, luogo dell'aggressione a Cucchi per la quale sono ora accusati Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici. Quel "fuori", invece, resta un giallo: l'altro possibile pestaggio sarebbe avvenuto prima o dopo la permanenza negli interrati del tribunale? "Sta di fatto", commenta Pedica, "che la verità non è ancora completa".
Con l'allontanamento dell'immigrato da Regina Coeli, i pm Francesca Loi e Vincenzo Barba, hanno voluto metterlo al riparo da possibili "pressioni psicologiche che potrebbero fargli ritrattare o cambiare le sue dichiarazioni". Che assumeranno valore di prova in sede di incidente probatorio. "Ma quali botte, quale pestaggio?", si difende Nicola Minichini, con il suo legale Diego Perugini.
"A quel ragazzo abbiamo offerto un caffè e due sigarette. Stava male, abbiamo chiamato il medico. Dopo l'udienza era agitato, ce l'aveva con i carabinieri che l'avevano arrestato. Noi lo abbiamo preso in consegna da loro, poi lo abbiamo affidato alla scorta". "Restano zone d'ombra", per l'avvocato Perugini, "dalle cause della morte di Cucchi al suo ricovero, al credito dato a un presunto supertestimone". Anche i tre medici del reparto carcerario del Pertini, indagati per omicidio colposo, respingono le accuse adombrando l'ipotesi che le fratture non fossero recenti e sostenendo che "una scarsa alimentazione per pochi giorni non causa la morte".
Intanto il capo del dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, ha disposto un'inchiesta amministrativa: "I risultati guideranno i provvedimenti interni. Opereremo nel rispetto della legge e per la tutela del personale impegnato, nella stragrande maggioranza, per la gestione dei carceri con carenze gravi ed emergenze incessanti per l'afflusso crescente di detenuti".
(15 novembre 2009)
.........
Pilotamatto, non era per te!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ERA PER GIOVANARDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
veramente lui è uno di quei tossici che tanto disprezza
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
il commissario di polizia penitenziaria che sovrintendeva alle celle del tribunale di piazzale Clodio, Alfredo Proietti, capo della centrale operativa regionale, lascerà il posto nei prossimi giorni a un nuovo comandante, Costanzo Sacco, del reparto di Frosinone. Solo un caso?
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Stai a vedere che ci è caduto davvero per le scale, ammanettato però....
sarà CASUALMENTE scivolato....
guarda tu la sfortuna, certe volte...
Giovanardi parla di toissici e droga dimeticando che quelli che gli stanno seduti accanto in parlamento non sono da meno....
che gran testa di cazzo sto Giovanardi.
Bigotto,beduino di merda..ti dovrebbero spaccare le gambe.
BUFERA SUL sottosegretario. L'IDV INSORGE: SI DIMETTA
Giovanardi: «Cucchi drogato,
è morto perché anoressico»
«Era in carcere perché era uno spacciatore abituale».
La famiglia del ragazzo: «Non merita repliche»
Il presidente della Provincia di Roma Zingaretti: "Si scusi o intervenga Berlusconi"
metto la foto sperando che gli imbecilli che l'hanno messo lì se lo ricordino per la prossima volta:

Cucchi, testimone: "Pestato in cella al tribunale"
Roma - "Dalle informazioni che abbiamo, confermo la presenza di un testimone del pestaggio di Stefano Cucchi nella cella di sicurezza del palazzo di giustizia a Roma. Si tratta di un detenuto". Lo ha detto l’avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo. L’avvocato ha precisato di attendersi come imminente l’istanza di riesumazione del cadavere per svolgere una nuova autopsia. Su cosa abbia visto il testimone l’avvocato non si sbilancia. "Sappiamo cosa ha visto il testimone, chi sono le persone coinvolte. Ma in questo momento non possiamo dire di più".
La polemica con Giovanardi "Condivido molte delle affermazioni di Carlo Giovanardi". Ha detto ancora Anselmo. "Ciò che mi preme precisare - ha spiegato il legale - è che nelle cartelle cliniche emerge come Stefano abbia rifiutato cibo e acqua perché voleva parlare con il suo avvocato e con una volontaria di una comunità terapeutica dove voleva rientrare, oltre che con suo cognato. Che fosse un tossicodipendente con grossi problemi di droga come ha detto Giovanardi è vero - ha aggiunto Anselmo -, ma è evidente come i molteplici traumi alla colonna vertebrale abbiano debilitato il fisico fino al decesso di Stefano. Credo che la configurabilità dell’omicidio preterintenzionale è fuori discussione".

A dire il vero, in quei verbali che ieri sono stati pubblicati sul sito abuondiritto.it da Luigi
Manconi di contraddizioni ce ne sono parecchie. Innanzitutto ci sono due frasi che prima non c’erano. Ne sono certi il senatore Pedica e due suoi collaboratori, che quelle carte le hanno esaminate una settimana fa per almeno quattro ore.
Una è l’aggiunta delle parole “in libertà” nella frase in cui si descrive la caduta
accidentale dalle scale. Il medico di Regina Coeli evidentemente prima aveva ritenuto di non dover specificare che quel presunto volo sui gradini era successo prima dell’arresto.
Particolare non da poco, che non si chiarisce nemmeno nei referti successivi: al pronto soccorso del Fatebenefratelli, dove lo sottopongono a una lastra per vedere se ha la schiena rotta, Stefano dichiara che i sintomi del dolore li sente da “tre a sei ore prima”.
Sono le 20 e 04 del 16 ottobre, e lui è nelle mani delle forze dell’ordine da più di venti ore. Sui verbali c’è un’altra annotazione a margine, comparsa nei giorni successivi alla lettura di Pedica.
È una nota del medico: “Predispongo - scrive - relazione clinica da inviare al magistrato domattina”. A quella mattina, però, Stefano non c’è arrivato vivo. Infine, un’altra brutta sorpresa: nel dossier su Stefano, quel foglio dove nega il consenso a informare la famiglia del suo stato di salute, non esiste.
Nel frattempo, il senatore dell’Idv Pedica, ieri è stato alle due caserme dei carabinieri che hanno visto Stefano la notte dell’arresto, quella dell’Appio Claudio e quella di Tor Sapienza. E anche qui, non tutto quadra. Nessuno dei due comandanti ha saputo dire se la posizione giudiziaria di Stefano fosse stata controllata. L’hanno trattato come un avanzo di galera, ma nessuno che si sia preso la briga di controllare se era incensurato o meno. E Stefano conti in sospeso con la giustizia non ne aveva avuti mai.
Poi c’è la questione del legale. I carabinieri dell’Appio Claudio, riferisce Pedica, dicono che il diritto alla difesa si acquisisce solo con la convalida dell’arresto. Falso pure questo. Dal momento del fermo, chiunque ha diritto a chiamare un avvocato. Poi c’è il nodo del “senza fissa dimora”, motivo per cui a Stefano non sono stati concessi i domiciliari. Nemmeno a questo i carabinieri hanno voluto rispondere. In compenso, entrambi i comandi hanno assicurato che Stefano, durante la prima notte di fermo, è stato tranquillo.
All’Appio Claudio è rimasto nella sala del comandante, perché lì celle non ce ne sono. A Tor Sapienza era in isolamento, ha fumato un paio di sigarette, poi ha avuto un malore, ma quando è arrivato il medico lo ha pregato di lasciarlo dormire. Il mattino dopo, l’udienza di convalida dell’arresto, il fermo nel Tribunale e poi il trasferimento a Regina Coeli.
Quando è arrivato, raccontano i detenuti che l’hanno visto entrare in sedia a rotelle, a fumare non ce la faceva già più.
rimango senza parole di fronte a certe cose...
purtroppo però, come molte cose, verrà insabbiato tutto e mandato nel dimenticatoio
tuttobene..agghiacciante io???




Ci mancava lo scemo del villaggio...

Purtroppo mi autoquoto...
L'orrore ci governa...
E questi sono i risultati...
Due ministri a giustificare una roba simile...
L'ORRORE CI GOVERNA...
Ci mancava lo scemo del villaggio...
pilota sei agghiacciante
l ultimo ..ovvio e' na pijata pe culo...
Morto perchè drogato
quess è addaver il top.
Ma ssa gente chi cazz le vote???
Possibile ca ci sta tutt si cujune a ssu paese???
E' il tuo cervello che è drogato.
che schifo
il coglione di turno
sembnra che il pestaggio, gravissimo lo stesso, non sia stata la causa della morte di stefano.
risulta infatti che nei sei giorni di ricovero al pertini abbia perso ben sette chili, da 53 a 47, questa sarebbe la causa della morte, si sta iniziando a indagare sul personale medico . lo hanno lasciato morire di inedia, lui si sarebbe cmq rifiutato di mangiare e nessun medico sarebbe intervenuto alimentandolo con le flebo
adesso prenderei suo figlio e lo massacrerei sotto ... ma non sotto alle celle .... sotto i suoi occhi...
cussù è talmente merda che nze ne frega un cazzo del figlio, devi massacrà lui
infatti sci

l'uomo con la pistola ha sempre ragione
Quando l'uomo con la pistola incontra l'uomo col fucile, l'uomo con la pistola sa che è un uomo morto
e' la legge della vita, l'uomo con la pistola ha sempre ragione
Questa gente tira le palle fuori con la povera gente, i balordi...voglio vedere se lo fanno con in mafiosi!
aggiornamenti
adesso prenderei suo figlio e lo massacrerei sotto ... ma non sotto alle celle .... sotto i suoi occhi...
Tanto insabbieranno tutto,piuttosto di condannare poliziotti e PM.
Ti hanno fermato e, porco dio, ti hanno perquisito. Ti hanno trovato quei 20 grammi di fumo, non ci voleva porca troia era stata una giornata decente. Li avevi appena comprati quei 20 grammi, servivano per le giornate di merda, ma ora li hanno loro. Sequestrati. E tu sei seduto su una seggiola di ferro, come quelle delle sale d’attesa degli ambulatori pubblici. Sono usciti e hai solo un piantone, in borghese, davanti. Non sai come si chiama, ma sai che lui sa come ti chiami tu.
Tornano nella stanza, gli altri pulotti: “Sei in arresto, ora vieni tradotto al carcere di…. ” “In carcere? per un po’ di hashisc? Ma era per me, mica mi avete trovato a venderlo.” “Non importa, la legge la conoscevi anche prima..non ti va bene? Impegnati per legalizzarla al posto che ingrassare gli spacciatori. Porgi i polsi perchè ti mettano le manette.”
Sono in sei ma hanno bisogno di ammanettarti. Non le vuoi le manette, alzi la voce, bestemmi “porcodio non ho nemmeno un’arma, niente, che bisogno c’è?”
Un calcio al costato ti fa stare zitto, mentre ti riprendi sei già incatenato. Ti portano fuori, in cortile dove un’auto con le sirene aspetta con le portiere aperte. Vieni spinto fuori dalla questura, scendi le scale, poi una mano da dietro, sulla schiena, ti spinge ancora, ma forte: Così sbatti la testa sulla parte superiore della portiera. Sei dentro l’auto, sdraiato sul sedle posteriore, devi affaticarti a metterti seduto, ma una presa che ti straccia il muscolo del braccio ti “aiuta” . Sei seduto, ora, sul sedile dietro, mentre due sbirri prendono posto a fianco a te. ti arriva una manata sulla faccia: ” Hai perso l’equilibrio e hai sbattuto contro lo stipite della porta, guarda che segno”. Il poliziotto con le mani pesanti, schiaccia il livido sotto il sopracciglio. Si corre in auto e si arriva al carcere. Vieni tradotto in un ufficio dopo aver percorso scale di cemento. Un altro in borghese compare: si vede che è un capo perchè gli altri sono tutti ossequiosi con lui già solo nel tono della voce. “Questo pezzo di merda ha fatto nomi? ” No.” dicono gli agenti che ti accompagnano.
“Allora, stronzo, drogato, tossico di merda, da chi cazzo l’hai comprato il fumo?” e tu stai in piedi con le manette. Devi farti prendere per il bavero e sollevare di due piedi. Sei in minoranza stretta, 6 contro uno. “Non conosco lo spacciatore, mi ha chiamato un amico che era pronto”
“E chi è questo amico che ti ha chiamato?” “Anche lui non c’entra un cazzo” Gli dici. “Quando una partita arriva dal marocco gli ariva una telefonata e mi chiama.”
“Dìcci il nome, figlio di mignotta. A che ora c’è la telefonata di questo pezzo di merda? E dillo veloce, stronzo”
Uno schiaffo, da far vedere le stelle, è la firma di quelle parole.
“Alle 15 e qualcosa, tipo 15,15″
stai barcollando mentre lo dici.
Ti afferrano e ti sbattono sulla sedia.”Allora leggo tre nomi dalle 15,07 ale 15,20: xy, dh e wx. Chi è di questi tre che ti ha avvisato?”
un altro, di quelli che ti avevano accompagnato, emerge dallo sfondo e ti insulta: “E vedi di non raccontarci cazzate, stronzo, comunista di merda” Mentre altre braccia estranee ti collocano malamente su una fredda sedia metallica, rispondi:
“Non sono comunista sono anarchico”
Con l’irrazionalità propria della violenza, irritato da quelle parole lo sbirro sferra un pugno sul tuo zigomo. A questo punto scatta l’orgoglio. Non dici un cazzo sulla memoria del registro del cellulare e le botte prendono la forma di calci nella schiena. Non sai nemmeno il “chi”, vivi solo le pedate.
Sei a terra che con un filo di voce sussurri: ” Fatemi telefonare a casa. O a un avvocato” mentre i calci si susseguono con un certo ritmo. Stai male e lo comunichi, ma i calci rallentano senza cessare. Provi a chiedere di darti il cellulare e non te lo danno: ridono, ti scherniscono e sembra che fanno a gara a vedere chi da’ il calcio piu forte. Le botte ad un certo punto fanno così male che non senti manco piu’ il dolore. Li insulti, bestemmi “Mi state ammazzando bastardi di cristiani di merda”
Alla fine non si sa piu’ chi, ti porta in cella, trascinando il tuo corpo in corridoi non ripercorribili con la memoria, come uno straccio sporco. Ma anche se la tortura è cessata, stai male. Dopo poche ore ti portano all’ospedale. I tuoi vengono avvisati, ma non possono vederti neppure al reparto carcerario del nosocomio. Quando li incontri, sei già cibo surgelato per i vermi*.
* Mi scuso per il finale e per qualche parola un po’ cruda, ma dedico questa immaginazione commossa a Federico Aldovrandi, a Stefano Cucchi, a Aldo Bianzino (che era un “padre di famiglia“), a Francesco Mastrogiovanni,a Riccardo Rasman, a Manuel Eliantonio, a Franco Serantini .
E a tutti quei cittadini innocenti per i quali il braccio del potere esecutivo dello stato ha decretato, senza consultare nessuno, che se non sei allineato allo “standard”, sei un po’ estroso, anarchico e ti fai qualche canna, in Italia puoi essere tra coloro che subiscono “de facto” la pena di morte . Per “caduta dalle scale”
Il comandante delle guardie penitenziarie di Teramo Giuseppe Luzi ammette che è sua una delle voci al centro dell'inchiesta partita da una lettera anonima e da una registrazione illegale. In carcere sono arrivati anche gli ispettori del ministero della Giustizia che hanno identificato il detenuto picchiato. L'uomo non vuole però per il momento sporgere querela
di Lorenzo Colantonio
"La voce del cd è mia, ma non mi riferivo a un pestaggio. Ero mosso dalla rabbia e forse ho usato termini forti. In realtà c'era stato solo un richiamo degli agenti ai detenuti dopo un'aggressione da parte di questi ultimi alle guardie". Il comandante delle guardie penitenziarie di Teramo Giuseppe Luzi ammette, si difende ma non spiega tutto.
Sono le 15 di oggi quando la parlamentare radicale Rita Bernardini e il segretario della Uil Penitenziari Eugenio Sarno escono dall'istituto penitenziario di Castrogno al centro di un caso nazionale sul presunto pestaggio a detenuti e danno la svolta alla vicenda.
I due riferiscono il colloquio avuto poco prima con il comandante. Dicono che lui ha ammesso. E' sua la voce al centro dell'inchiesta partita da una lettera anonima e da una registrazione illegale. La voce che dice: «Non lo sai che ha menato al detenuto in sezione?». Risposta: «Io non c'ero, non so nulla...». Ma l'altro incalza: «Ma se lo sanno tutti?... In sezione un detenuto non si massacra, si massacra sotto... Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto». Non c'è però alcun riferimento ai nomi di chi parla.
Nel pomeriggio anche gli ispettori inviati dal ministro Alfano sono arrivati nel carcere di Teramo. Il primo atto eseguito è stato quello di identificare il detenuto picchiato dall'agente. Lo hanno fatto, ma il detenuto non vuole per ora sporgere querela.
Il sostituto procuratore, David Mancini, aveva disposto l'acquisizione del compact disc. Lo stesso pm, ieri, aveva ordinato anche una perizia fonica sul cd. Ma l'ammissione del comandante Luzi la rende inutile.
E' un carcere che scoppia di detenuti quello di Teramo: oltre quattrocento, a fronte di 180 agenti. E' un carcere dove negli ultimi due mesi si sono verificati un suicidio, due tentati suicidi e quattro aggessioni nei confronti delle guardie. Ed è in quasto clima di veleni che si inserisce la vicenda del cd anonimo che accusa gli agenti di essere a loro volta dei picchiatori.
Nella registrazione audio - catturata con un cellulare - è chiaramente udibile il colloquio, agitato, tra due persone. Ancora più grave, sarebbe la contestazione di aver pestato il detenuto dinanzi a un altro carcerato, dunque testimone dell'accaduto. Ma il comandante afferma che non c'è stato alcun «massacro». La registrazione è stata recapitata al quotidiano Il Centro in una busta, a mezzo servizio postale, con una lettera di accompagnamento in cui l'anonimo si dichiara «un detenuto stanco delle vessazioni all'interno del carcere».
Nella lettera che accompagna il cd, il sedicente detenuto scrive: «Qui qualsiasi cosa succede è colpa nostra ma questa volta non finirà così, è da troppo che sopportiamo, qui quelli maltrattati siamo noi ed anche in questa occasione abbiamo subito un pestaggio da parte di una guardia». Ma l'ipotesi più probabile è che, in considerazione del filtro per la posta in uscita, e del divieto di avere con sé telefoni cellulari, a registrare il colloquio sia stato in realtà un altro agente di polizia penitenziaria, in un clima di veleni.
io credo che le cose non cambieranno fino che non si ha delle forze dell'ordine altamente qualificate, personale con una certa cultura e una buona formazione professionale, non come adesso che in molti cercano un posto sicuro e uno stipendio.
piccioso io VOGLIO credere che ci siano persone che fanno questo lavoro nel modo giusto ,nel rispetto degli altri ma più passa il tempo è più mi rimane difficile....
io conosco qualche poliziotto e dai loro racconti purtroppo evince che la violenza molto spesso è QUASI all ordine del giorno...però voglio dire senza sollevare polemiche (non è il contesto giusto)che anche loro forse son "costretti" da un sistema che li circonda... non è una giustificazione "assolutamente"
a Lanciano non succede, almeno con i locali ... perchè poi devono farsi trasferire ma non basta...
se accade ad un locale poi se la prendono con chiunque lavora lì... quindi è difficile... ma nelle altre prigioni è all'ordine del giorno ... la famosa "squadretta" che sale in sezione, ti porta sotto con la scusa della notifica ed invece vai nelle cosidette "celle" dove puoi urlare quando vuoi....
finito il pestaggio vai in infermeria (sono 5-6 celle singole dove ti curano i danni) fino a quando non risani del tutto... poi risali in sezione....
questo succede più ai detenuti di transito e quelli di fuori... ai locali è difficile.. a meno che fai lo sborrone anche lì dentro....
ecco la testimonianza .... ma è cosa che si sa da una vita....
ecco perchè bisogna sempre sapere e conoscere una guardia del posto.... nel caso avvisi qualcuno al colloquio e poi te la prendi con la loro famiglia... ... vedrai che starà buono e farà stare buoni anche le teste calde dei suoi colleghi...
adesso non posso fare nomi... ma un Lancianese dice sempre: a me mi da accide pikkè anche tra 20 ann quanda ariesce lu prime ca tocche e fijete e poi passe a te....
Sonyca, mi torna in mente il finale di 1984 dove il protagonista viene prelevato ogni giorno regolarmente dalla sua cella e sottoposto alle cure mediche ed interrogatori molto persuasivi del dottore...
ultimissima da studio aperto....
STEFANO avrebbe firmato due volte con un NO per non informare la sua famiglia sul suo stato di salute....
mah...mah...
DOSSIER: SOLO A OTTOBRE, IN OTTO UCCISI COME CUCCHI - Con quella di Stefano Cucchi salgono a otto le morti in carcere nel solo mese di ottobre. Lo segnala 'Morire di carcere' il dossier realizzato da Ristretti Orizzonti. Le sette precedenti sono state dovute a suicidi, malattie e cause ancora da accertare. Due si sono verificate nel carcere Poggioreale di Napoli, tre in questa sola settimana.
Sono ancora da accertare le cause del decesso di un detenuto del carcere di Frosinone Elio O. ,avvenuto il 13 ottobre scorso.
L'inchiesta e' ancora in corso, e per ora l'ipotesi e' che si sia trattato di un'overdose, come ha riferito il suo legale , che lo ha appreso dall'incarico peritale conferito dal pm. Il che vuol dire, osserva il dossier, che l'istituto penitenziario non era 'impermeabile al traffico di sostanze stupefacenti'.
In tutti e tre i casi di suicidio i detenuti si sono impiccati. Roberto Capri, 31 anni, il 4 ottobre, con la cinta dei pantaloni appesa al soffitto della sua cella, a Poggioreale: era gia' morto quando gli agenti della polizia penitenziaria sono arrivati per prestargli soccorso. Era stato arrestato per minaccia e tentata estorsione aggravata dal metodo camorristico, e il ferimento di un uomo. Tredici giorni dopo il secondo suicidio, stavolta nel carcere di Tolemzzo: a togliersi la vita un detenuto romeno di 24 anni. Il terzo caso, il 27 ottobre scorso, ha avuto per protagonista un esponente della cosca Latella di Reggio Calabria , Francesco Gozzi di 53 anni, condannato all'ergastolo e sottoposto al regime del 41 bis:si e' tolto la vita con una corda improvvisata fatta di giornali intrecciati e aveva alle spalle altri due tentativi di suicidio.
Sulla vicenda e' in corso un'inchiesta della procura di Bologna che ha ipotizzato il reato di istigazione al suicido. Secondo gli avvocati dell'uomo, il loro assistito era psicologicamente provato dal particolare regime a cui era sottoposto.
Tra i tre morti per malattia, l'ultimo caso e' quello di Marcello Cali', 50 anni (Poggioreale),deceduto due giorni fa al Cotugno e risultato positivo al test dell'influenza A. Un infarto ha stroncato il 26 ottobre nel carcere di Isernia il tunisino Rahmoni Wissen, 30 anni. Mentre per un'emorragia cerebrale e' morto l'11 ottobre a Lanciano Gennaro Cerbone, di 41 anni: i familiari lamentano di aver chiesto inutilmente di poterlo vedere quando era ormai in fin di vita.
Non si sta scoprendo l'acqua calda, di morti "strane" nelle nostre carceri, ce ne sono veramente tante...
Da gennaio al 30 ottobre nelle carceri italiane sono morti 146 detenuti, di cui 59 per suicidio.
+
Le morti per "cause da accertare" sono più numerose di quelle per "malattia".
=
Pizza Spaghetti Mafia Mandolino


Inutile volersi mettere i paraocchi e far finta di non sapere.
e ci mancherebbe pure che non aprano indagini e istruiscano processi...
col clamore che ha suscitato questa vicenda per via delle foto ovviamente...perchè di tanti altri ammazzati di botte non se ne sa niente...
mah , se aprire indagini e processi me lo chiami coprire i prsunti autori di tali malefatte...
poi è ovvio che i ministri devono tutelare le persone oneste che operano nel settore della sicurezza
casomai generalizza chi dice che le forze dell'ordine sono tutte innocenti a priori.
no Just, ora, parlando seriamente
non è generalizzare, almeno per quanto mi riguarda
hai detto giustamente che le mele marce sono dappertutto ed è verissimo,
l'importante è infatti prendere coscienza di questo e agire di conseguenza, punendole
io posso essere anticlericale ad esempio, ma aldilà delle battute è chiaro che non tutti i preti sono pedofili no?
infatti nell'altro mio 3d sull'argomento di Cucchi dicevo che per come la vedo io,avrei preferito che un ministro, anche se la figura istituzionale lo pone di fronte alla necessità di agire in un certo modo, avesse detto che si impegnava a far uscire fuori la verità e punire i colpevoli piuttosto che a priori difendere carabinieri, guardie carcerarie etc...
un pò di sincerità di fronte a fatti del genere fa anche bene all'opinione pubblica che si sente quantomeno rassicurata e difesa contro i soprusi (questo ovviamente a chiacchiere e in teoria)
invece di far capire che i colpevoli saranno puniti ci si affretta a dire che le forze dell'ordine sono innocenti...
e se si verrà a scoprire che sono stati dei carabinieri teste calde ad esempio, che cosa dovremo pensare?
che il ministro spara le solite cazzate? probabilmente sì a quanto pare.
eccomi.
non mi sembra di avere mai detto che sono tutti dei santi ,
le mele marce sono ovunque
invece qui generalizzate , come sempre
le carceri dovrebbero essere monitorate da telecamere a registrazione continua ovunque, è l'unica soluzione. o che cominciassero a inzaccarle in galera quelle cazzo di telecamere non per strada a lu cors
just che fine ha fatto?
Dopo i fatti di Teramo sono ancora più SCHIFATO

Just mò che dici?

ho lo stomaco a pezzi...ho avuto anche io anni fà la mia esperienza...sò che significa subire un abuso da un tutore della legge, per fortuna andò tutto bene.
continuo a leggere queste notizie ed ho il ribrezzo, delinquenti in divisa.
[url=http://tv.repubblica.it/copertina/il-detenuto-si-massacra-da-solo-non-davanti-a-tutti/38587?video]l'audio[/url]
non c'entra con Cucchi ma ecco aggornamenti da Teramo:
clicca
[url=http://tv.repubblica.it/copertina/il-detenuto-si-massacra-da-solo-non-davanti-a-tutti/38587?video]l'audio[/url]
mentre alcuni ancora si coprono occhi e orecche col prosciutto...
giusto o no, queste cose ACCADONO e vanno punite.
Perchè gli incivili non hanno nessun dritto di insegnare la civiltà.
E dopo siamo noi che diamo sentenze ancora prima di.....
sconvolgente!!!
La cosa che mi da fastidio in assuluto è che 2 MINISTRI hanno praticamente scacato tutta la faccenda,se ero ministro io,avrei fatto finire il mondo,i generali lì avrei presi a calci nel culo.
La Procura abruzzese ha aperto un'inchiesta sulle voci registrate
di due guardie carcerarie che discutono sul pestaggio di un uomo
"Un detenuto non si picchia in sezione"
Audio shock dal carcere di Teramo
"Queste cose si fanno sotto... Abbiamo rischiato la rivolta, perché il negro ha visto..."
di GIUSEPPE CAPORALE
"Un detenuto non si picchia in sezione" Audio shock dal carcere di Teramo
TERAMO - "Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto. Un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto...". Parole dal carcere di Castrogno a Teramo, parole registrate all'interno di uno degli uffici degli agenti di polizia penitenziaria. Frasi spaventose impresse in un nastro. Ora questo audio è nelle mani della Procura della Repubblica di Teramo che ha aperto un'inchiesta sulla vicenda. Sono parole che raccontano di un "pestaggio" ai danni di un detenuto, quasi come fosse la "prassi", un episodio che rientra nella "normalità" della gestione del penitenziario. Un concitato dialogo tra un superiore e un agente che svelerebbe un gravissimo retroscena all'interno di un carcere già alle prese con carenze di organico e difficoltà strutturali.
Il nastro è stato recapitato al giornale locale La Città di Teramo, ed è scoppiata la bufera. Il plico era accompagnato da una lettera anonima.
In merito alla vicenda la deputata Radicale-Pd Rita Bernardini, membro della commissione Giustizia, ha presentato un'interrogazione al ministro Alfano.
La deputata chiede al ministro Alfano se ritenga di dover accertare "se questi corrispondano al vero e di promuovere un'indagine nel carcere di Castrogno di Teramo per verificare le responsabilità non solo del pestaggio di cui si parla nella registrazione, ma anche se la brutalità dei maltrattamenti e delle percosse sia prassi usata dalla Polizia Penitenziaria nell'istituto".
Proprio questa mattina la Bernardini ed il segretario Generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno, faranno visita al carcere.
Intanto la Uil chiede chiarezza e verità anche a tutela della professionalità e dell'impegno quotidiano della polizia penitenziaria di Teramo.
"Noi possiamo solo affermare - sottolinea la segreteria regionale - che la violenza gratuita non appartiene alla cultura dei poliziotti penitenziari in servizio a Teramo che, invece, pur tra mille difficoltà hanno più volte operato con senso del dovere, abnegazione e professionalità. Ciò non toglie che la verità vada ricercata con determinazione e in tempi brevi. Noi vogliamo contribuire a questa ricerca impedendo, nel contempo, che si celebrino processi sommari, intempestivi e impropri".
Anche il notevole sovraffollamento è causa di forti tensioni. L'istituto potrebbe contenere al massimo 250 detenuti, ne ospita circa 400. Un solo agente per sezione deve sorvegliare, nei turni notturni, anche più di 100 detenuti; un flusso di traduzioni che determina l'esaurimento di tutte le risorse disponibili.
© Riproduzione riservata (2 novembre 2009) Tutti gli articoli di cronaca

ci vorrebbero gli sbirri degli sbirri, persone al di sopra di ogni dubbio e sospetto però, che indaghino e facciano il loro lavoro, altro che superiori, giudici e politici di stu cazz, stanno a fa solo chiacchiere per nen fa niend. gli sbirri esistono per difenderci va bene va bene, ma nel caso, chi ci difende da loro??????!!!! aekk ce vo la rivoluzione on the road, gne li francis, molotov e blocco della capitale per 1 mese, poi vediamo, no le chiacchiere di chi si caga sotto solo all'idea di dover muovere poi veramente un dito
cmq gasparri e la russa, giovanardi, ecco i maggiori respondabili, oltre al popolo e A CHI PERMETTE A DEGLI SQUILIBRATI IGNORANTI DI FARE QUESTO MESTIERE SENZA ALCUNA SELEZIONE ALL'INFUORI DELLA ZAMBATA 'NGULO MIGLIORE
E' anche vero che le forze dell'ordine italiane mi ricordano le fantomatiche armate popolari tanto in voga nell'epoca d'oro del socialismo reale o del sogno panarabo....5 milioni di uomini in divisa inefficaci e spesso messi fuori uso da 10.000 cazzuti paracaduti israeliani...come in ogni ambito la quantita' non serve a nulla senza la qualita'....e spesso i corpi di polizia sono divenuti una sorta di superalitalia si arruola per garantire occupazione a migliaia di ragazzi meriodionali senza prospettive di sorta....abbiamo un nr di uomini in divisa paragonabile alle peggiori dittature sovietiche delle scorso secolo un rapporto elevatissimo rispetto al nr di cittadini...un "ordigno" organizzativo e burocratico che costa miliardi....senza contare le polizie provinciali frutto della follia particolaristica leghistica e i vigili urbani ci sono 2 entita' che praticamente svolgono lo stesso lavoro spesso senza scambio di informazioni per gelosie e personalismi all'interno dei corpi...Basterebbe riorganizzare tutto su basi di elevata professionalita' e pagarli in maniera decente....basterebbero meta' degli uomini se non un quarto degli uomini,un po' come nei paesi scandinavi...
Non si puo' non quotare in parte Just ed Albertone...purtroppo le forze dell'ordine sono un "male" necessario.... necessario proprio perche' non viviamo in un mondo perfetto.C'e cmq la necessita' di aspettare i tempi della giustizia e le procedure previste dal codice...anche se nei panni di quei genitori deve esser impossibile tollerare cio'e l'impotenza e la rabbia sono piu' che condivisibili....Come in ogni settore e in ogni ambito le teste di cazzo sono ovunque e proprio per il bene e la serieta' delle istituzioni e di chi fa questo lavoro con professionalita' c'e' bisogno di processi e pene esemplari.per evitare che certe male marce vadano a devastare tutto il cesto...purtroppo sappiamo che spesso e' difficile dimostrare certi abusi e violenze inaudite e purtroppo penso che anche in questa occasione e' probabile che si risolva tutto in una bolla di sapone o cmq con pene piu' miti rispetto a quelle giustamente invocate....
Il problema della giustizia qui in Italia è secondo me assai grave.
Non pagano dui stupratori ed assassini figuriamoci dei carabinieri o dei poliziotti.
A me fa schifo leggere sul giornale che i 2 romeni che hanno violentato e ucciso la signora Reggiani abbiano avuto le attenuanti in primo grado perchè la signora si è difesa ed ha cercato di liberarsi quindi ha spinto i carnefici ad ucciderla.
Come fa schifo che un poliziotto che spara a una 50ina di metri di distanza ad una macchina in movimento per fermarla attraverso 4 corsie autostradali uccide un ragazzo e sia ancora lì, al suo posto, come nostro dipendente e con la pistola nella fondina...
Io non vedo nessuna differenza a chiamarli entrambi assassini! con la divisa o meno. La differenza sostanziale sta nel fatto che nei casi in cui cè di mezzo la divisa ci sia sempre una qualche sorta di casualità che offusca la verità. La cosa fa più rabbia perchè noi ci affidiamo a loro per proteggerci. Loro sono lo STATO!
Una qualsiasi madre quando ha vede che suo figlio viene preso in custodia dallo Stato, non deve avere paura che suo figlio muoia e lei sia avvisata solo per nominare un tutore legale per l'autopisia e non venga neanche avvisata dallo Stato che il ragazzo è morto!!!
e già...chissà..sicuramente aveva detto qualche parolaccia ai poliziotti...e lo hanno punito...ai ai ai
vedete?
abram ha già fatto il processo

Che schifo!!! quel ragazzo l'hanno preso a manganellate fino alla morte!!! Ma per quale motivo poi?? voglio vedere come si giustificheranno quegli assassini!!!
Seh...ma senza scagionare gli aguzzini a prescindere...
nessuno scrive che c'è un PM che indaga su questo caso e che i presunti assassini subiranno un processo?
bene , facciamolo fare stò processo e poi vediamo.
Dal Sole 24 ore
ILSOLE24ORE.
Carceri italiani: da gennaio a oggi 146 morti, 59 suicidi
Da gennaio al 30 ottobre nelle carceri italiane sono morti 146 detenuti, di cui 59 per suicidio. Secondo i dati del centro studi di «Ristretti Orizzonti» i suicidi riguardano prevalentemente i detenuti più giovani: i 10 "morti di carcere" più giovani del 2009 sono tutti suicidi e due di loro avevano solo 19 anni. Le morti per "cause da accertare" sono più numerose di quelle per "malattia".
I dati complessivi del 2009 denunciano un aumento di ben 20 suicidi rispetto ai primi 10 mesi del 2008, mentre il totale delle morti "di carcere" hanno già superato il totale dello scorso anno: 146 contro 142. In 10 anni, secondo i dati di Ristretti Orizzonti, nelle carceri italiane sono morti più di 1.500 detenuti, oltre un terzo dei quali per suicidio: i suicidi sono stati, nell'arco di 10 anni, 543 a fronte di 1.529 morti in totale.
30 ottobre 2009
Se fosse caduto semplicemente dalle scale perchè non fargli incontrare i suoi familiari mentre era ricoverato in ospedale? E' una cosa orribile e mostruosa questa che è successa..questo ragazzo è morto in ospedale da solo..senza poter dire addio a chi voleva bene e se ci penso mi si spezza il cuore..avrà avuto paura da solo, in ospedale, capendo in che condizioni era e che stava per morire..io ne avrei avuta..quali saranno stati i suoi ultimi pensieri..e per chi?! Non si può morire così..uno stato che si dica democratico non può permettere che accadano certe cose e sopratutto non può giustificare e nascondere "lo sporco", quando c'è, sotto il tappeto! Stefano Cucchi era un ragazzo di 31 anni che aveva una vita, un lavoro, degli affetti..gli sbirri dimenticano di avere davanti a loro dei cuori e delle vite e questo è tristissimo..

Just sono indifendibili,lo hanno riempito di botte e tu lo sai bene.

Io ho sempre difeso le forze dell'ordine,anche nel caso del G8 di Capranica,ma questa volta sono con il culo per terra e spero che qualche avvovato o magistrato gli rompa il culo......IL MASSIMO DELLA PENA E SENZA ATTENUANTI E/O INDULTINI.
Pof, hai ragione, peccato che come sempre, la famosa giustizia che tutti chiedono come in qualsiasi altro paese civile, non ci sarà mai...
Quoto in tutto e per tutto il Catra pensiero, ma scriverlo su internet come lui ben sa, non serve a niente come le stesse fiaccolate e company...
Just, considerandoti per 3 secondi, ti dico semplicemente che anche la peggior persona non avrebbe meritato quella fine ed in quel modo e perfavore, non cacciamo dal cappello scale o un tir che si trovava dentro la caserma o in ospedale casualmente... Babbo Natale e la Befana non esistono...
7 righe più questa 8 di chiacchiere... Bonanott...
amico mio Just,se ti getti da un pino mediterraneo ti fai meno male

la merda come la giri e la rivut sempre merda rimane

ti voglio bene ma qui non si puo' difendere l'INgiustizia,sai come si dice:chi sbaglia paga
o co paghess chi ha sbaiat
just, uno si mette le manette e si butta per le scale ci rimane secco, ma mica pensi che questo po essere un suicidio?
Comprendo ma non condivido le tue risposte. Il primo no, forse, andrebbe motivato per reggersi.
Spero converrai che se una vicenda diventa di dominio pubblico è lecito farsi una propria idea. La mia idea, peraltro condivisa da altri, non può essere rigettata da te in base a tue supposizioni. Motiva i tuoi no. Non affermare "appunto era in detenzione" quando sai benissimo che l'orario di visita è uguale tanto in carcere quanto in ospedale.
Catra...il sito di cui parlavo è Repubblica.it

Forse scateno un inferno... però è il mio pensiero
E se tutto ciò accadeva ad un romeno di caz... che stupra ed uccide selvaggiamente qualcuno durante qualche rapina?????
Subito si gridava allo scandalo!!! Italiani razzisti! Carabinieri razzisti!
Italia, bel paese! a noi Italiani ci massacrano (in tutti i sensi), e gli extracomunitari del caz... sono pieni di diritti.... e nessun dovere....
Paese di merda!
trovo strano che gente con una cosi sensibile fiducia nell'operato della magistratura come siete voi ,
dubiti del loro operato
Just, la prendo come battuta...
Sennò devo pensare che sei proprio in mala fede...
La faccina te la potevi risparmiare...
trovo strano che gente con una cosi sensibile fiducia nell'operato della magistratura come siete voi

dubiti del loro operato
In ultimo...affermando "sappiamo solo quello che gli uni o gli altri vogliono farci sapere" e sapendo che una parte è lo Stato...e tu li hai serviti...non provi una certa tristezza?
no
Just perchè non ci dici, allora, come mai quel ragazzo è morto. Come mai quel ragazzo ha riportato tutte quelle ferite.
c'è gente che lo fà di lavoro , io penso al mio
faccio molta difficoltà a credere che una persona, caduta per le scale, riesca a ridursi in quello stato.
mettiti le manette e buttati per le scale , vedi come ne esci
non capisco come mai i genitori non abbiano potuto vedere il figlio durante la detenzione in ospedale.
appunto perchè era in stato di detenzione.
il mio parere è che vi fate troppe seghe mentali.
non dico che per forza di cose non ci siano responsabilità
dico solo che non lo sappiamo con certezza , e nel dubbio la gente dà per scontate cose che scontate non sono.
giudicando e sentenziando senza averne i titoli e le conoscenze
Just, no, non viviamo sotto una dittatura militare ma certi metodi e atteggiamenti, me li fa tanto ricordare...
In ultimo...affermando "sappiamo solo quello che gli uni o gli altri vogliono farci sapere" e sapendo che una parte è lo Stato...e tu li hai serviti...non provi una certa tristezza?
Rins, come non quotarti...
Just perchè non ci dici, allora, come mai quel ragazzo è morto. Come mai quel ragazzo ha riportato tutte quelle ferite.
Io ho affermato ciò che ho detto prima in base ad articoli di giornale e foto. Aggiungo che queste foto sono state repentinamente tolte da siti di fama nazionale. Se non c'è niente da nascondere...se il ragazzo è caduto per le scale...perchè tanta secretezza sul caso?
Ancora...faccio molta difficoltà a credere che una persona, caduta per le scale, riesca a ridursi in quello stato.
Ancora...non capisco come mai i genitori non abbiano potuto vedere il figlio durante la detenzione in ospedale.
E non capisco nemmeno come mai non sia stata data nessuna giustificazione circa la morte.
Se permetti questo non è gettare merda. E' fare un ragionamento prendendo in considerazione alcuni fatti accaduti.
In ultimo...affermando "sappiamo solo quello che gli uni o gli altri vogliono farci sapere" e sapendo che una parte è lo Stato...e tu li hai serviti...non provi una certa tristezza?
beh , qui non viviamo sotto una dittatura militare

Just, hai mai vissuto sotto una dittatura militare????...
Beh...io si e di quelli con divisa ne capisco un bel po...
SON TUTTI "DURI" CON LE ARMI E I MANGANELLI!!!!
Ma senza sono INFAMONI E SENZA PALLE!!!!
E per questi non esistono le nazionalità....
------------
Editato da Ramblert il 31/10/2009 alle 20:44:05
io non condanno i carabinieri o la polizia in generale ma purtroppo sai benissimo che la in mezzo c'è tanta gente che scredita anche chi fa il suo lavoro con onestà.l'avissa sapè pure tu...
come non quotarti?
invece c'è gente che fà di tutta l'erba un fascio.
posso capire l'astio del mio amore

ma gli altri parlano tanto x parlare
alessà anch'io ho fatto la mia piccola esperienza nell'arma e per quel poco che ci so stato ho visto gente con la divisa che era vera feccia, io non condanno i carabinieri o la polizia in generale ma purtroppo sai benissimo che la in mezzo c'è tanta gente che scredita anche chi fa il suo lavoro con onestà.l'avissa sapè pure tu...
Just, tu quale autopsie hai visto?


Il taglio dovrebbe essere ad Y : i bracci corti della Y dovrebbero andare dall'estremità di ogni spalla all'inferiorità dello sterno e il braccio lungo estendersi fino all'osso pubico. Almeno su questo credo che si possa giudicare tranquillamente che chi ha effettuato l'operazione su Stefano Cucchi sia un macellaio o roba simile

------------
Editato da Ciusi il 31/10/2009 alle 17:53:43
O accaso perchè i tuoi amici Alfano e La Russa già l'hanno giustificato????...
Just, come cazzo sarebbe che non si può giudicare l'operato dei carabinieri????, perchè loro sono al di sopra della legge????...
il mio presentimento è che finisca anche questa morte dimenticata dalla burocrazia...
Just se è per questo sono peggio di 1 avvocato posso contestarti pure come l'hà ricucito



i carabinieri non li puo' vedere piu nessuno
questo da quale sondaggio esce?
just guarda che chi butta merda su qualcuno semmai è chi vuole difendere ste merde, e omette di dire la verità, non solo chi gli ha menato, ma pure chi ha sentito o visto e non ha detto nulla

e cmq si da troppo facilmente na divisa e un'arma in mano alla gente e lo dimostra sto clima, i carabinieri non li puo' vedere piu nessuno
Cmq altra cosa il medico legale che ha fatto l'autopsia è un cane,ha aperto il corpo di quel ragazzo come una pecora.
hai mai assistito ad una autopsia?
pure su questo vogliamo dare giudizi?
in tutte le autopsie il patologo apre il busto da sotto la gola fino al basso ventre(è qui che sale un tanfo incredibile).
poi solitamente apre pure il cranio.
normalissimo
Just,lo sai benissimo che se và un carabiniere in ospedale e non ha un cazzo gli danno minimo 5-6 giorni di prognosi,se ci và un tossico massacrato di botte,dicono che stà benissimo e lo cacciano pure a calci nel culo.
Cmq altra cosa il medico legale che ha fatto l'autopsia è un cane,ha aperto il corpo di quel ragazzo come una pecora.
Just,tu sei un ex carabiniere e sai come funziona nessun medico e/o collega vede niente.
non è vero per un cazzo.
è facile generalizzare.
non so cosa sia successo in questo o in altri casi ,
ma mi fà sorridere il modo cosi semplicistico di molti utenti di buttare merda e sentenze a vanvera.
ps: ricordate che sappiamo solo quello che gli uni o gli altri vogliono farci sapere

Just era sbirro?....adesso capisco le sue immense conoscenze dei locali notturni

Just,tu sei un ex carabiniere e sai come funziona

si uno ha detto qualcosa.
L’udienza è alle 12.50, e finisce alle 13.30. Cucchi ha occasione di vedere il padre, ha il volto tumefatto, le palpebre abbassate, ma non riferisce di aver subito percosse. Pensa di tornare a casa, ai domiciliari, invece il giudice lo condanna e lo spedisce a Regina Coeli. Qui il medico lo visita appena arrivato e lo spedisce di corsa al pronto soccorso del Fatebenefratelli: le lastre evidenziano una frattura della vertebra coccigea e altre lesioni alla testa. E’ qui che comincia il calvario che lo porterà al decesso. Ed è su queste ore trascorse in mano allo Stato che il pm dovrà fare piena luce.
si è stato visitato dei medici nel tribunale e alla entrata al carcere e quando è andato al ospedale, nessun medico ha denunciato il fatto. E' possibile che nessun medico a detto niente??
hai detto tutto

Bartam o ti sentivi cosi male che non avevi fame, ma per quei casi esistono le flebo e le cure mediche.
che giustizia si può fare???!!! si è stato visitato dei medici nel tribunale e alla entrata al carcere e quando è andato al ospedale, nessun medico ha denunciato il fatto. E' possibile che nessun medico a detto niente?? Che sono abituati a vedere queste cose e non dicono niente?? sembra che è una prassi normale soltanto che questa volta è scapato il morto
Luzy, è probabile che si sia messo in sciopero della fame e forse per quello l'hanno mazziato ancora di più.
frechete!
sapete già tutto...
avete studiato il caso...
avete già fatto il processo e dato la sentenza...
bravi!
Indignazione, ribrezzo... che venga fatta giustizia, subito!!
Beautiful people...
Agghiacciante!!!!! ripeto,purtroppo da tutte le parti ci stanno le persone di merda

Da Alfano il mafiosetto me lo aspettavo un comportamento del genere,ma La Russa mi ha deluso.....vabbè da un governo dello Psiconano non puoi aspettarti di meglio.....

Luzy mi sono fatta la stessa domanda anch'io!
Comunque è davvero sconvolgente!
Si è la ricucitura della autopsia.
non capisco la eccessiva magrezza, non l'hanno dato di mangiare per 10 giorni?
w la mafia!
non si può ridurre un essere umano in condizioni simili, a prescindere da qualsiasi cosa.
concedetemi una fredda curiosità.. quel cordone che ha lungo l'addome che accidenti è? la ricucitura in seguito all'autopsia?
L'orrore ci governa...
E questi sono i risultati...
Due ministri a giustificare una roba simile...
L'ORRORE CI GOVERNA...
gente di merda, vigliacchi...
Il Ministro Alfano ha parlato di “caduta accidentale dalle scale”
Il Ministro La Russa, aggiungo io, ha parlato di comportamento "senz'altro esemplare da parte dei Carabinieri"
Come mai si sono mossi addirittura due ministri?
Si stanno muovendo troppi serpenti, dev'esserci qualcosa di particolare sotto...
nn ci sono parole....!!!!
Una vergogna!
Come dire...avoje a mette lu rum....nu stronze nen divente maje nu babbà!

come non quotarti....
da non credere!!! Allucinante!!!
Darei l'impiccagione via scroto dopo aver visto le immagini del ragazzo!
Ah già..ma la notizia sta passando in secondo piano...Marrazzo con un trans fa più notizia! Roba da matti!
E dopo mi devo far prende male per Rciti...per Nassirya...ma andate a cagare va!
meglio in piazza questo topic... dopo Aldrovandi e Rasma ... ora anche Cucchi ....
chi sarà il prossimo?
Il Ministro Alfano ha parlato di “caduta accidentale dalle scale”
Nuova reply all'argomento:
Stefano Cucchi
Registrati
Mi so scurdate la password
Hai problemi ad effettuare il login?
segui le istruzioni qui