Un milione per salvare le Torri

Le mura antiche a rischio crollo: il Comune chiede i fondi dell'8 per mille

lanciano

+
-

di Teresa Di Rocco
zoom
Un milione per salvare le Torri
LANCIANO. Serve un milione di euro per consolidare e ristrutturare le Torri Montanare. La stima è contenuta nello studio effettuato dal Comune allo scopo di salvare uno dei simboli della città, che continua a scricchiolare. Le crepe si allargano a vista d'occhio. Per reperire le risorse necessarie, l'amministrazione chiede al governo di accedere ai fondi dell'8 per mille. Due mesi di studi, di analisi palmo a palmo delle torri, del perimetro murario, del fossato, dell'interno. Due gruppi di studio a lavoro: uno formato da tecnici che si sono occupati della parte relativa al consolidamento, l'altro di architetti per il restauro. Ed ecco che il progetto di recupero per le Torri Montnare è pronto. «Non solo è pronto», dice l'assessore ai lavori pubblici, Antonio Di Naccio, «ma è stato anche presentato alla presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento per il coordinamento amministrativo, per chiedere i fondi dell'8 per mille. Visti i tempi di magra, i tagli dei fondi nei bilanci comunali, provinciali, e regionali, abbiamo pensato di chiedere i fondi dell'8 per mille destinati allo Stato, perché ormai è indispensabile intervenire sulle Torri. I tecnici comunali hanno eseguito rilievi puntuali su tutta la cinta muraria: sono state analizzate parti che non lo erano mai state. L'ingegnere Fausto Boccabella continua a seguire i movimenti che avvengono sotto le mura e i problemi ci sono». E sono anche evidenti. «La situazione è delicata», conferma Boccab
ella, «ma è anche vero che da anni non si effettuano interventi sulla struttura, se non la pulizia delle erbacce. L'ultimo, e forse unico, consolidamento risale agli anni '70». E i problemi sugli antichi bastioni sono tanti. L'ultimo, in ordine di tempo, è la crepa che si è aperta a gennaio sulla parte delle mura che danno verso l'ex istituto De Giorgio, a causa di un'acacia e di arbusti cresciuti tra gli antichi bastioni e che ne stanno minando la stabilità. Ma l'albero è solo uno dei problemi di stabilità delle mura che sorgono su un costone franoso, quello di Sant'Egidio. La Provincia, nei lavori per le frane, ha effettuato un intervento ma non è bastato. Lo dimostra il cedimento a valle della strada che da via Spaventa immette in largo dell'Appello. Le stesse Torri Montanare, nel 2006, furono lesionate da una frana che colpì il lato di via Spaventa. Allora furono poste delle sonde per controllare le tre crepe che si aprirono lungo le mura, ma dopo due mesi furono tolte. Eppure le crepe sono rimaste. Lungo il marciapiede che costeggia le mura in via Spaventa ci sono sempre delle pietre cadute dai bastioni. Per non parlare dei vandali che hanno imbrattato il monumento con scritte celesti e viola. «Occorrono fondi», conclude Di Naccio, che ha esteso i rilievi anche a Porta San Biagio e ai Bastioni, «oltre 800mila euro per il consolidamento e 120mila per la riqualificazione del fossato e delle luci. La risposta da Roma però non l'avremo tanto presto». A parte i tempi lunghi, la speranza è che i soldi arrivino, come accaduto anni fa per il restauro della Torre Civica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
5 aprile 2012

Un'acacia mette in pericolo le Torri

Crepa sulle antiche mura per un albero: i bastioni rischiano il crollo


di Teresa Di Rocco

Un'acacia mette in pericolo le Torri
LANCIANO. Le nuove tecnologie vanno in soccorso della storia. Da una segnalazione su Facebook sulla presenza di una nuova crepa sulle medievali Torri Montanare arriva il sopralluogo dei tecnici comunali che scoprono che a far sgretolare parte delle mura è un albero cresciuto al loro interno. Estrarlo non sarà facile: si rischia che venga giù la parte alta dei bastioni. La crepa che taglia la parte delle Torri Montanare sul versante di via Spaventa c'è da tempo, ma ad allarmare è la ferita che si è aperta verso l'ingresso dell'ex scuola De Giorgio. La parte superiore dei bastioni sembra che da un momento all'altro possa cadere nel fossato portando dietro di sé gran parte delle mura erette a partire dall'XI secolo per difendere il nuovo quartiere di Civitanova. Una situazione di pericolo, segnalata anche su Facebook, che ha allertato l'amministrazione comunale. «Abbiamo fatto un sopralluogo», spiega l'assessore ai lavori pubblici Antonio Di Naccio, «perché conosciamo le condizioni precarie delle Torri. Con sorpresa abbiamo scoperto che a far allargare la crepa non è uno smottamento (la zona è a rischio idrogeologico, ndc) ma un'acacia cresciuta nel muro». Scovare l'albero non è stato facile. Per arrivarci sono stati tagliati rovi e arbusti cresciuti in uno spazio angusto tra le mura storiche e quelle di metà '900 della palestra dei funai. «Aver individuato la causa non risolve il problema», precisa Di Naccio, «
;perché non basta tagliare o sradicare l'albero: si rischia di far venire giù tutto il muro. La parte dei bastioni che si sta sporgendo in avanti è infatti molto fragile: è spessa circa 15 centimetri ed è vuota. Bisognerà quindi procedere con cautela». Prima si taglieranno i rovi attorno all'albero per permettere ai mezzi comunali di accedere nell'area larga appena un metro. Poi si taglieranno i rami dell'acacia. Si lascerà essiccarla, creando dei rinforzi e si proverà ad estrarla con estrema cautela. «Quello di giovedì è stato solo il primo di una serie di sopralluoghi che faremo nella zona», annuncia l'assessore, «dalla prossima settimana i tecnici saranno al lavoro per analizzare palmo a palmo l'intero perimetro delle Torri per preparare poi uno studio di fattibilità per il consolidamento e il restauro». Prima, però, bisogna capire a chi spetta intervenire se alla Provincia o al Comune. «Quella delle competenze è una questione complessa», spiega Di Naccio, «che affronteremo a breve. Ma il problema maggiore da risolvere è quello della mancanza dei fondi». Secondo uno studio fatto dalla Provincia nel 2008, occorrono almeno 2 milioni e mezzo di euro per il consolidamento. Intanto le mura sono anche in balia dei vandali. Le pietre del muretto che le divide dalla strada sono staccate e buttate nel fossato pieno di immondizia. Per non parlare delle scritte con l'inchiostro.

Torri a rischio crollo la Provincia al Comune: spetta a voi intervenire

di Teresa Di Rocco

Torri a rischio crollo la Provincia al Comune: spetta a voi intervenire
LANCIANO. «Le Torri Montare sono di proprietà del Comune. Metterle in sicurezza non spetta alla Provincia. Sono però pronto a una riunione per trovare una soluzione per evitare che crollino». Il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, liquida con poche parole il problema di chi spetta l'intervento per bloccare il lento sgretolamento delle Torri Montanare, se alla Provincia o al Comune. Un problema da risolvere al più presto perché la ferita che si è aperta verso l'ingresso dell'ex scuola De Giorgio, nella parte superiore dei bastioni, sembra che da un momento all'altro possa far cadere nel fossato gran parte delle mura erette a partire dall'XI secolo per difendere il nuovo quartiere di Civitanova. Se per il Comune la questione della competenza è da chiarire, per la Provincia non ci sono dubbi: le torri sono del Comune. Lo dimostra anche il fatto che, Piazza d'armi, all'interno delle mura, da anni è usata dall'amministrazione comunale per concerti e manifestazioni. «Se il Comune non fosse proprietario delle Torri allora le avrebbe occupate per anni senza autorizzazione», fa notare Di Giuseppantonio, «e non credo sia possibile. Se si pensa alla Provincia perché ha realizzato il parco delle arti musicali al suo interno, bisogna chiarire che la struttura è ricavata nell'ex carcere di Santa Giovina che è provinciale. Sono pronto a un incontro chiarificatore». In attesa della riunione il Comune va avanti con i sopralluoghi perch&ea
cute; la causa della crepa è stata scoperta: è un'acacia cresciuta nel muro. Ma ora bisogna estrarre quella pianta senza far venire giù tutto il muro. «La parte dei bastioni che si sta sporgendo in avanti è di circa 15 centimetri, è molto fragile», sottolinea l'assessore ai lavori pubblici, Antonio Di Naccio, «bisognerà quindi procedere con cautela: si taglieranno i rami dell'acacia per farla seccare, si creeranno i rinforzi nel muro e si proverà a estrarre la pianta con estrema cautela. Ma l'albero è solo uno dei problemi di stabilità delle mura che sorgono su un costone franoso, quello di Sant'Egidio». La Provincia nei lavori per le frane ha effettuato un intervento ma non è bastato. Lo dimostra il cedimento a valle della strada che da via Spaventa immette in largo dell'Appello.

Si,in effetti ci sono un pò di crepe,mi auguro che il Comune interviene

deduco che non hai capito tanto cosa intendevo dire...