La Piazza

volareeeee
Messaggio del 06-10-2009 alle ore 10:17:40
Truscià

guarda che al "IO NON VOTO NE' MAI HO VOATATO BERLUSCONI" non ci crede più nessuno oramai.

Se parli con le persone il 90% ti dice "io non ho votato" per Berlusconi.
Spiegami come ca22o fà a prendere ogni volta la maggioranza se le persone ti dicono sempre "io non ho votato per Belrusconi".

E poi io posso permettermi di parlare PROPRIO perchè

1- girando molto, ed in particolare NEI PAESI DEL NORD EUROPA, HO VISTO COME VANNO LE COSE LI.

Lì SI DIMETTONO TUTTI (non solo i magistrati) anche al solo annuncio di possibile corruzione.
In Norvegia (o forse era Svezia adeso non ricordo), un politico SI E' DIESSO PERCHE' AVEVA PAGATO UNA SEMPLICE CENA PERSONALE CON SOLDI PUBBLICI !

Nei paesi del nord l'opinione pubblica non giustifica il ladro dicendo "vabbhè ma tanto quelli dall'altro lato che fanno ?" oppure "vabbè ma lo fanno tutti perchè non dovrebbe farlo Lui" etc etc...

2- dalle "piattaforme" ho una visione super partes di come fuzionano le cose in Italia.
Da noi in piattaforma se non fai le cose per bene TI CACCIANO senza tanti complimenti.
In Italia fare le cose MALE fà curriculum e gli INCOMPETENTI sono quelli che vanno avanti perchè MANIPOLABILI.
"Vuoi lavorare? Ti dò io lu pusticin però devi voatre per me..."

3- Nonnò me buonanaima mi diceva sempre di "IMPARARE DA LU CCHIU' BRAV NO DA LU CCHIU' CIUCC".
E' un dato di fatto che i popoli del Nord sono "più bravi" di noi e prendere esempio da loro non è "esterofilia" bensì ammissione di umiltà e rispetto per potersi migliorare e fare del nostro paese un posto migliore.
Purtroppo noi italiani siamo CIUCCI (perchè perennemente appresso a ideologie vecchie e becere, e condanate dalla Storia stessa) E PURE PRESUNTOUSI perchè pensiamo sempre che il nostro giardinetto di un metro quadro sia il più bello del mondo, il migliore, il massimo che c'è.

Messaggio del 06-10-2009 alle ore 09:46:35
anima inutile che fai il Di Pietro della situazione che tira per la giacca,che con me non attacca
io da 15 anni non voto,giusto o errato che sia,quando vuoi ti faccio vedere il mio foglio/voto senza bollini
da chi cazz li piie li voti berlusconi,da nonno me che vota PCI da 40 anni???
allora interrogati,visto che sei sempre all'estero ma risiedi in Italia se non faccia parte del nostro dna andarci nel culo.Io non dico mai ma Prodi,perche' lui o Berlusca li ritieni colpevoli??
Colpevoli in toto,vittime di ricatti da coalizioni(ma questa e' la politica,per gli estremisti non c'e' posto,infatti io non voto).quel che diverse volte ho sostenuto,ma tu e altri con te tirate sempre a diritto e' la mancanza di un minimo di morale della classe politica italiana,questo e' il vero problema
e tu,difensore di DI Pietro dovresti schifarti anche di lui
visto che giri tanto,parla ogni tanto di Nord Europa,dalle piattaforme forse ti manca una visione delle vere,moderne democrazie
quelle democrazie che se un magistrato prende dei soldi,e poi li restituisce,dopo che e' scoppiata la bufera,SI DIMETTE
dove uno come il Nano,come lo chiama Ki,non fa il capo di governo(voluto in minuscolo)
dove non si mette a tacere il legame Coop/Banche con tarallucci e vino
dove(cosi' li prendo tutti)quando lo scandalo sanita' a Roma si trascina mezza AN e Co.(poi mangiare piace a tutti)esce a tarallucci e vino
di che caxxo vogliamo parlare??
chiudo la bocca a chi adesso pensera',mo si diventat esterofilo??assolutamente no
imparo dall'estero,cerco nel mio piccolo di fargli le spese,gli altri paesei non sono assolutamente migliori di noi,ma hanno piu' morale,MORALE
ti saluto,con garbo e rispetto,che il lavoro duro per guadagnarmi la pagnotta mi aspetta
ciao
Messaggio del 06-10-2009 alle ore 09:31:14
Truscià

io non sono fazioso. Infatti ho parlato di DUE squadre in un derby perenne.

Io sono schifato di questa cosiddetta "politica" in TOTO.
Il fatto che parlo di Berluconi è semplicemente perchè sono 15 anni che lui incarna il sistema politico italiano, da cui la relativa Berlusconizzazione.

Berlusconi (non inteso in senso personale, cioè la persona di Silvio) è l'ideale di politico che abbiamo da 15 anni a questa parte. Perchè?

da un lato le sue televisioni (RAI compresa), dall'altra il tramonto di una vera "alternativa" a questo ideale.

SOno schifato da entrambi.

Ma voi siete solo capaci di schierarvi in curva...
"o con me o contro di me".

E spacciate per "furbizia" quello che in realtà è il vero male dell'italia: il "realismo cinico" di cui parla Beha appunto.

Il "così fan tutti".
Ebbene io questo lo rifiuto.
Ma voi questo non lo capite e continuate a frigare come bambinetti il solito "va bhe però Prodi non ha fatto di meglio e allora...."

Ma andate a voi e Prodi e tenetevi Belrusconi che è quello che vi meritate !
Messaggio del 06-10-2009 alle ore 09:22:26
anima poi non dire che non sei fazioso(non di Fazio)
parti da destra e sinistra e finisci su Berlusconi(che speriamo salti democraticamente con il Lodo e venga sostituito con un governicchio cosi' vi piace se Letta fa il Presidente del Consiglio)
nel testo il signore(manager) si schifa di Amicone,Paolini,D'Alfonso.....insomma si schifa,non si schifa di bla bla bla
si schifa a prescindere
Messaggio del 06-10-2009 alle ore 09:13:13

E’ l’Italia del basso impero, della regressione culturale, della prostituzione accettata, promossa e valorizzata come forma di realismo cinico, della mercificazione più spinta in cui lavoro e denaro non hanno quasi più nulla a che fare l’uno con l’altro.

L’Italia di Berlusconi, ma soprattutto della berlusconizzazione, in cui due schieramenti detti “poli” si affrontano con le armi tra i denti ma in un sentore di oggettiva complementarietà che rende sempre più spesso la politica quasi indistinguibile sbiadendone il senso.

L’Italia che vive della tv ormai come fine - di comunicazione di massa - e non come mezzo, palcoscenico che tende a sostituire la realtà e a far ritenere una vita degna di essere vissuta solo se “pubblica”. E’ in una parola un’Italia che Pasolini prefigurava tentando di esorcizzarla e che invece ci ha travolto.


Messaggio del 06-10-2009 alle ore 09:02:48
La solita "politica" all'italiana.

Due squadre ("destra" e "sinistra" ) che giocano un eterno derby e relativi ultras lobotomizzati.


E in culo alla meritocrazia, alle scelte oculate, alla buona gestione della cosa pubblica, allo sviluppo, al progresso etc etc...

Se non sei con me sei contro di me e affanculo il resto.

Il solito squallore mafio-politico.
Messaggio del 06-10-2009 alle ore 08:07:12
vergognoso,come sempre purtroppo
Messaggio del 05-10-2009 alle ore 14:17:09
come al solito....GENTE INCOMPETENTE E LAVATIVI!
Messaggio del 05-10-2009 alle ore 13:55:53
da primadanoi.it

Aeroporto story. Dai successi alla crisi: «competenze volate via»

PESCARA. Da 105 mila passeggeri del 1999 a 350 mila del 2005. E poi il lento declino dell'aeroporto d'Abruzzo fino ai 264 mila passeggeri stimati per il 2009.


A leggere le statistiche, ma soprattutto a vedere i grafici, si percepisce visivamente che c'è stato un periodo d'oro, di crescita, durato circa 5 anni (sotto la presidenza di Filippo Antonio De Cecco) e che l'ultimo dato sul traffico dell'aeroporto è invece drammatico, con 100 mila passaggi in meno, quasi un ritorno al periodo tra il 2001 ed il 2002.
C'è però una differenza sostanziale: allora si era in un periodo di crescita ed il grafico saliva, oggi il declino sembra inarrestabile e il grafico punta decisamente in giù perché la crisi sembra strutturale e non congiunturale.
Sconta, infatti, scelte amministrative miopi, come, ad esempio, la mancanza di un direttore commerciale esperto del settore aeronautico o la creazione di linee aeree non “incoming” (cioè che portano persone verso l’Abruzzo), ma “outgoing”, cioè rotte che portano via i turisti.
Vedi il Pescara-Barcellona che al massimo serve a qualche abruzzese che sceglie la Costa Brava e non agli spagnoli che vogliono conoscere l'Abruzzoshire.




L’UOMO CHE LANCIÒ LA SAGA:«AVEVO SCOMMESSO SULL'ABRUZZO»

Per capire di più cosa è successo negli anni d'oro e come faceva la Saga ad inanellare successi e dati positivi, siamo riusciti ad incontrare Domenico Di Roberto, direttore commerciale della Saga dal 1 settembre 2000 al 31 agosto 2003.
«Il 4 settembre 2000, tre giorni dopo la nomina, ero già alla Fiera Routes di Amsterdam a trattare con Ryanair, che aveva già avuto un contatto non molto positivo con Pescara – racconta Di Roberto – allora in cuor mio pensavo: se porto risultati, mi riconfermeranno. Non è andata così».
Lo dice senza rancore, nella sua bella casa di Pescara dove si è trasferito lasciando Milano, quasi per una scommessa sul futuro dell'Abruzzo.
«Mi dicevo – e lo ricorda con precisione – certo la mia regione non sarà la Lombardia, ma nemmeno la Calabria. E invece ho avuto invidie, ostacoli, quasi emarginazione dal settore amministrativo: pensi che non sono mai stato invitato al CdA, l'ho visto solo la prima volta, appena assunto».
Originario di Tocco da Casauria, studi negli Usa, dove ha vissuto 15 anni, e poi a Milano, due lauree (una in Lingue presa in America, ma quello che più conta è che di lingue ne parla 4 e l'inglese è la sua seconda lingua madre), esperienze di lavoro a New York (nell'82 era già in Air France e poi direttore commerciale della Twa) e Milano (Linee Aeree Turche e Air Mauritius) Di Roberto – come detto – approda (meglio sarebbe dire: atterra) a Pescara con la gestione De Cecco, con cui condivide il piano di attacco per rendere più grande l'aeroporto.
«Su Pescara non c'era il bacino di utenza per le grandi compagnie di bandiera – spiega – abbiamo subito pensato alle low cost. Ad esempio far capire alla Ryanair che Pescara poteva essere uno scalo di Roma. Ci ho messo un po', diciamo qualche mese, ma a Natale 2000 il contratto c'era ed il volo per Londra è partito il 12 aprile del 2001».

«SONO STATO IO A PORTARE QUI LA RYANAIR»

Dunque è stato lei a portare la Ryanair a Pescara e non l'assessore Enrico Paolini?
«La storia è quella che ho raccontato, perché quello era il mio mestiere – continua Di Roberto – ricordo pure che c'era scetticismo per un aereo così capiente: eppure 189 posti giornalieri con un Boeing 737/800 hanno fatto registrare 100 mila passeggeri in un anno. Lo stesso successo c'è stato per il volo Torino-Pescara operato con successo da Air Vallée e tuttora il loro cavallo di battaglia, pur con numeri minori. Mi dicevano: è facile portare qui una Compagnia con queste tariffe (29 euro) e pagando noi i servizi. La miopia della direzione era proprio questa: i contributi marketing che diamo a Ryanair sono noccioline rispetto a quello che questa compagnia aerea ha portato all'Abruzzo. Diciamo che più che di una spesa si tratta di un investimento per il futuro. Credo di aver avuto ragione con quella scelta, visto che oggi la Ryanair ha addirittura optato per una base su Pescara».

QUANDO LA SAGA MIETEVA SUCCESSI

Il suo lavoro come si svolgeva?
«Ero in contatto quotidiano con le aziende Abruzzesi, con le agenzie di viaggio, i Tour Operator, cercando di individuare i possibili flussi dei passeggeri, battevo il territorio verificando il fabbisogno delle aziende in relazione alle destinazioni europee e mondiali di loro interesse, spedivo centinaia di mail informandoli delle novità e degli aggiornamenti. E facevo anche contemporaneamente da punto di riferimento per quelle compagnie che non avevano a Pescara una struttura commerciale. Anni intensi, ma non da tutti apprezzati. Ad esempio, inizialmente le agenzie di viaggio si lamentavano perché Ryanair non riconosceva loro la commissione sui biglietti emessi. Successivamente invece hanno avuto un reale beneficio applicando le “fee” (servizio di biglietteria) alla clientela che preferiva comunque rivolgersi alle agenzie per non utilizzare la propria carta di credito. Sono stato emarginato anche per questi piccoli egoismi».

LA CRISI DI OGGI:«IL DIRETTORE NON CONOSCE L'INGLESE...»

E da quando è andato via, cosa è successo all'aeroporto?
«Non ho più seguito le vicende Saga – spiega – sono tornato nel mio mondo, tra le altre cose sono stato direttore commerciale alla Baltour. Posso solo dire che nei 3 anni e mezzo trascorsi “dall’altra parte”, non ho mai ricevuto una mail informativa dall'aeroporto. Deduco che sia questo il loro modo di lavorare. Credo che sia stato un errore non assumere un altro direttore commerciale di reale competenza nel settore. A mio avviso l’aeroporto, dopo il 2003, è tornato a rivestire un ruolo di esecutore piuttosto che ideatore e creatività. E’ tornato all’anonimato, come lo era stato in passato. Si fa presto a dire marketing, ma se non ti muovi sul territorio e all’estero, se non parli l'inglese – non basta conoscerlo soltanto – sei tagliato fuori. A proposito di inglese, credo che l’aeroporto d’Abruzzo sia l’unico al mondo in cui il direttore non parla l’inglese. Anche molto personale Saga al mio arrivo non lo conosceva affatto nonostante il ruolo che ricopriva ed io organizzai corsi di lingua. Ricordo anche che mi arrivavano segnalazioni per colloqui di assunzione: nessuno conosceva l'inglese».

«L'ERRORE CHE MI HA FATTO LICENZIARE»

Pare di capire che i suoi rapporti con la politica siano stati difficili…
«Sicuramente sì».
Qualche gelosia?
«Chissà. Certo i meriti dello sviluppo dell’aeroporto venivano attribuiti a me e non ai politici. Mi avevano fatto anche proposte per “scendere in campo” ed aderire a questo o quel partito, ma questo non era nei miei interessi – conclude Di Roberto - io pensavo a lavorare per l'Abruzzo e non per Amicone, D'Alfonso o Paolini. Sa quale è stato il mio errore fatale? Si può riassumere in una consonante, la “L”. Io pensavo a portare voli, loro pensavano a portare voti».








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