Massmedia

Baricco e la critica
Messaggio del 01-03-2006 alle ore 18:03:48
Cari critici, ho diritto
a una vera stroncatura

di ALESSANDRO BARICCO

QUESTO è un articolo che non dovrei scrivere. Lo so. Me lo dico da me. E lo scrivo. Dunque. La scorsa settimana, su queste pagine, esce un articolo di Pietro Citati. Racconta quanto lo ha deliziato mettersi davanti al televisore e vedere i pattinatori-ballerini delle Olimpiadi. Lo deliziava a tal punto - scrive - che "dimenticavo tutto: le noie, le mediocrità, gli errori della mia vita; dimenticavo perfino "l'Iliade" di Baricco, e la vasta e incomprensibile ottusità dei volti di Roberto Calderoli e di Alfonso Pecoraro Scanio". Io ero lì, innocente, che mi leggevo con piacere l'esercizio di stile sull'argomento del giorno e, trac, mi arriva la coltellata. Va be', dico. E, giusto per mite rivalsa, lascio l'articolo e vado a leggermi l'Audisio.

Qualche giorno dopo, però, vedo sull'Unità un lungo articolo di Giulio Ferroni sull'ultimo libro di Vassalli. Bene, mi dico. Perché mi interessa sapere cosa fa Vassalli. Malauguratamente, alcuni dei racconti che ha scritto sono sul rapporto tra gli uomini e l'automobile.

Mentre leggevo la recensione sentivo che finivamo pericolosamente in area "Questa storia" (il mio ultimo romanzo, che parla anche di automobili). Con lo stato d'animo dell'agnello a Pasqua vado avanti temendo il peggio. E infatti, puntuale, quel che mi aspettavo arriva. Al termine di una lunghissima frase in cui si tessono (credo giustamente) elogi a Vassalli, arriva una bella parentesi. Neanche una frase, giusto una parentesi. Dice così: "Che distanza abissale dalla stucchevole e ammiccante epica automobilistica dell'ultimo Baricco!". E voilà. Con tanto di punto esclamativo.

Ora, nessuno è tenuto a saperlo, ma Citati e Ferroni sono, per il loro curriculum e per altre ragioni per me più imperscrutabili, due dei più alti e autorevoli critici letterari del nostro paese. Sono due mandarini della nostra cultura. Per la cronaca, Citati non ha mai recensito la mia "Iliade", e Ferroni non ha mai recensito "Questa storia". Il loro alto contributo critico sui miei due ultimi libri è racchiuso nelle due frasette che avete appena letto, seminate a infarcire articoli che non hanno niente a che vedere con me.

È un modo di fare che conosco bene, e che è piuttosto diffuso, tra i mandarini. Si aggirano nel salotto letterario, incantando il loro uditorio con la raffinatezza delle loro chiacchiere, e poi, con un'aria un po' infastidita, lasciano cadere lì che lo champagne che stanno bevendo sa di piedi. Risatine complici dell'uditorio, deliziato. Io sarei lo champagne.

Potrei dire che non me ne frega niente. Ma non è vero. Mi ferisce poco la gomitata assestata a tradimento, ma mi offende molto il fatto che sia tutto ciò di cui sono capaci. Mi sorprende il loro sistematico sottrarsi al confronto aperto. La critica è il loro mestiere, santo iddio, che la facciano. Cosa sono queste battutine trasversali messe lì per raccogliere l'applauso ottuso dei fedelissimi? Vi fa schifo che uno adatti l'Iliade per una lettura pubblica e lo faccia in quel modo? Forse è il caso di dirlo in maniera un po' più argomentata e profonda, chissà che ci scappi una riflessione utile sul nostro rapporto con il passato, chissà che non vi balugini l'idea che una nuova civiltà sta arrivando, in cui l'uso del passato non avrà niente a che fare con il vostro collezionismo raffinato e inutile.

E se trovate così stucchevole un libro che centinaia di migliaia di italiani si affrettano a leggere, e decine di paesi nel mondo si prendono la briga di tradurre, forse è il caso di darsi da fare per spiegare a tutta questa massa di fessi che si stanno sbagliando, e che la letteratura è un'altra cosa, e che a forza di dare ascolto a gente come me si finirà tutti in un mondo di illetterati dominati dal cinema e dalla televisione, un mondo in cui intelligenze come quelle di Citati e Ferroni faranno fatica a trovare uno stipendio per campare.

Si dirà che è un diritto dei critici scegliersi i libri di cui scrivere. E che anche il silenzio è un giudizio. E' vero. Ma non è completamente vero. Lo so che per persone intelligenti e colte come Citati e Ferroni i miei libri stanno alla letteratura come il fast-food alla cucina francese, o come la pornografia all'erotismo. Per usare una frase di Vonnegut che mi fa sempre tanto ridere, mi sa che per loro i miei libri, nel loro piccolo, stanno facendo alla letteratura quello che l'Unione Sovietica ha fatto alla democrazia (non si riferiva a me, Vonnegut, che purtroppo non sa nemmeno che esisto).

Ma quale arroganza intellettuale può indurre a pensare che non sia utile capire una degenerazione del genere, e magari spiegarla a chi non ha gli strumenti per comprenderla? Come si fa a non intuire che magari i miei libri sono poca cosa, ma lì i lettori ci trovano qualcosa che allude a un'idea differente di libro, di narrazione scritta, di emozione della lettura? Perché non provate a pensare che esattamente quello - una nuova, sgradevole, discutibile idea di piacere letterario - è il virus che è già in circolo nel sistema sanguigno dei lettori, e che magari molta gente avrebbe bisogno da voi che gli spiegaste cos'è questo impensabile che sta arrivando, e questa apparente apocalisse che li sta seducendo?

Non sarà per caso che la riflessione nel campo aperto del futuro vi impaurisce, e che preferite raccogliere consensi declinando da maestri mappe di un vecchio mondo che ormai conosciamo a memoria, rifiutandovi di prendere atto che altri mondi sono stati scoperti, e la gente già ci sta vivendo? Se quei mondi vi fanno ribrezzo, e la migrazione massiccia verso di loro vi scandalizza, non sarebbe esattamente vostro degnissimo compito il dirlo? Ma dirlo con l'intelligenza e la sapienza che la gente vi riconosce, non con quelle battutine, please.

Per quello che ne capisco, i miei libri saranno presto dimenticati, e andrà già bene se rimarrà qualche memoria di loro per i film che ci avranno girato su. Così va il mondo. E comunque, lo so, i grandi scrittori, oggi, sono altri. Ma ho abbastanza libri e lettori alle spalle per poter pretendere dalla critica la semplice osservanza di comportamenti civili. Lo dico nel modo più semplice e mite possibile: o avete il coraggio e la capacità di occuparvi seriamente dei miei libri o lasciateli perdere e tacete. Le battute da applauso non fanno fare una bella figura a me, ma neanche a voi.
Ecco fatto. Quel che avevo da dire l'ho detto.

Adesso vi dico cosa avrei dovuto fare, secondo il galateo perverso del mio mondo, invece che scrivere questo articolo. Avrei dovuto stare zitto (magari distraendomi un po' ripassando il mio estratto conto, come sempre mi suggerisce, in occasioni come queste, qualche giovane scrittore meno fortunato di me), e lasciar passare un po' di tempo. Poi un giorno, magari facendo un reportage su, che ne so, il Kansas, staccare lì una frasetta tipo "questi rettilinei nella pianura, interminabili e pallosi come un articolo di Citati". Il mio pubblico avrebbe gradito. Poi, un mesetto dopo, che so, andavo a vedere la finale di baseball negli Stati Uniti, e avrei sicuramente trovato il modo di chiosare, in margine, che lì si beve solo birra analcolica, "triste e inutile come una recensione di Ferroni". Risatine compiacenti. Pari e patta. E' così che si fa da noi. Pensate che animali siamo, noi intellettuali, e che raffinata lotta per la vita affrontiamo ogni giorno nella dorata giungla delle lettere...

Purtroppo però non è andata così. Il fatto è che l'altro giorno ho visto il film su Truman Capote. Si impara sempre qualcosa spiando i veri grandi. Lui in quel film è così orrendo, spregevole, sbagliato, megalomane, imprudente, indifendibile. Mi ha ricordato una cosa, che talvolta insegno perfino a scuola, e che però mi ostino a dimenticare. Che il nostro mestiere è, innanzitutto, un fatto di passione, cieca, maleducata, aggressiva e vergognosa. Posa su una autostima delirante, e su un'incondizionata prevalenza del talento sulla ragionevolezza e sulle belle maniere. Se perdi quella prossimità al nocciolo sporco del tuo gesto, hai perso tutto. Scriverai solo cosette buone per una recensione di Ferroni (no, scherzo, davvero, è uno scherzo). Scriverai solo cosette che non faranno male a nessuno.

Insomma è tutta colpa di quel film su Truman Capote. D'improvviso mi è sembrato così falso starmene lì, come una bella statuina, a prendere sberle dal primo che passa. E' una cosa che non c'entra niente col mestiere che è il mio. Vedi, se me ne stavo a casa a vedere Lazio-Roma, oggi eravamo tutti più sereni e tranquilli. E penosi, of course.
Messaggio del 01-03-2006 alle ore 18:25:08
l'ho letto cartaceo stamattina. non saprei come interpretarlo sinceramente, mi sembra più il grido di un uomo deluso da se stesso per questa storia più che una cosa sentita. non so, te la vedi come?
Messaggio del 01-03-2006 alle ore 18:56:15
E' un il grido di un vanesio egocentrico, che fin'ora ha goduto di una fama immeritata ed ora non sopporta di tornare con i piedi per terra
COME GODOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 02:38:57
..sinceramente ha scolvolto anche me..

..ma rileggendo credo di poter capire le sue ragioni..

..la critica ha spesso snobbato i suoi libri..senza effettivamente soffermarsi meticolosamente sulle sue opere..

..credo stia invocando il diritto ad una stroncatura "vera" e non fittizia..

..e su questo non posso che dargli ragione..
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 02:44:57

..la critica ha spesso snobbato i suoi libri..senza effettivamente soffermarsi meticolosamente sulle sue opere..



ma chi è che si sofferma meticolosamente su qualche opera?

La critica una volta ha premiato anche me, pensa tu quanto può essere attendibile
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 09:25:09
essere idolatrati dalle masse provoca sempre reazioni negative nei critici, è raro far andare d'accordo questi due poli di giudizio. poi baricco passando alla fargo ha fatto la sua scelta definitiva: commercializzarsi a go go.
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 09:35:25
Io li odio i critici, per loro stessa ammissione quelli cinematograifci non guardano i film, ma cmq hanno il diritto di scrivere quello che vogliono, ovviamente se scrivono il falso ci sono le vie legali.
E così Baricco la smetterà di scrivere come se volesse solo scoparsi le lettrici e magari si troverà un lavoro vero
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 11:43:33
mah vi dirò...
posso capire il suo punto di vista
dopo essere stato osannato così tanto, sentirsi così attaccato gli ha fatto male
poteva sbollire la sua delusione tra le 4 mura del suo studio...ma lui con questo articolo ha deciso di sporcarsi le mani...e questo io lo apprezzo...
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 11:51:51
Bah una reazione del genere la trovo isterica, da Diva anni 30, il tuo libro è considerato un flop? e allora? scrivine un altro per smentirli
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 12:55:45
scusate, ma non avete saputo interprtare il messaggio che Baricco ha lanciato con il suo articolo....eppure nn era difficile!!!

credo che l'essenza del suo discorso possa riassumersi in questa frase
"Si aggirano nel salotto letterario, incantando il loro uditorio con la raffinatezza delle loro chiacchiere, e poi, con un'aria un po' infastidita, lasciano cadere lì che lo champagne che stanno bevendo sa di piedi. Risatine complici dell'uditorio, deliziato. Io sarei lo champagne."

insomma è la battutina lanciata lì, tanto per strappare dei sorrisini odiosi sotto i baffi...è l'atteggiamento stizzito e sussiegoso di alcuni guru della critica a infastidirlo. e giustamente, aggiungerei.
Questo loro occuparsi ANPASSANT (nn si scrive così...ma...ci siamo capiti ) dei suoi libri; questi sbadigli accennati ai suoi scritti quando si sta parlando d'altro; questi evidenti "attacchi spot" senza però prendersi la briga di recensirlo...sono solo dei comportamenti direi quasi mafiosetti e allusivi. Li trovo vergognosi e immorali.
Se devi dire una cosa dilla. non accennarla. non insinuare. Dì. che è il tuo mestiere.
baricco può anche essere "un vanesio egocentrico che ha goduto di fama immeritata" ma che qualcuno(critici) abbia la compiacenza di dirlo apertamente e di spiegare anche il perchè.
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 13:05:03
esselè è arrivata il difensore d'ufficio
Non me ne frega niente di quello che ha voluto dire, potrebbe anche aver ragione (io l'ho premesso che odio i critici), ma chi è lui per pretendere una critica?
I 2 critici hanno fatto capire che non gli piace questo ultimo lavoro, sta a loro decidere se motivare o meno queste affermazioni, da quello che ho capito lo hanno fatto in mezzo ad articoli che non c'entravano niente, cattivo gusto? può essere
Ma ripeto Baricco non è nessuno per poter pretendere spiegazioni.
E cmq...BARICCO IN UNA MINIERA DI SALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 13:15:18
anche Ferrara entra in guerra con baricco

estratto da un editoriale del foglio sui fatti di sassuolo

"Una città dove ormai si parla solo di due argomenti, gli immigrati e la penuria di alloggi. E ci si arrabbia molto (più che a leggere l’ultimo, soporifero romanzo di Baricco) se qualcuno parla della percezione di paura e ostilità nei confronti degli stranieri perché qui la percezione non c’entra niente, dicono, “qui si parla di delinquenti che sono entrati nei nostri quartieri per rubarci la vita”. "



(più che a leggere l’ultimo, soporifero romanzo di Baricco)





glielo stanno facendo a posta


VAI GIULIANONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
BARICCO IN MINIERAAAAAAAAAAAAAAAAA

Messaggio del 02-03-2006 alle ore 13:16:42
per avendolo in passato amato, mi sento di quotare dean più o meno su tutto, soprattutto

Bah una reazione del genere la trovo isterica, da Diva anni 30, il tuo libro è considerato un flop? e allora? scrivine un altro per smentirli


anche se pretendere un giudizio completo è spesso una legittima richiesta, nel mare della mediocrità critica che si trova oggi, anche su riviste specializzate.
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 13:39:27
e comunque ferroni aveva recensito baricco:
qui
( non so quando, sulla pagina non c'è data )

------------
Editato da Atelkin33 il 02/03/2006 alle 13:40:40
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 13:45:56
Nel sommario si legge: 8 dicembre 2005
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 14:37:49
..poteva e (forse doveva) star zitto..e contarsi i suoi soldoni come dice lui..ma ha preferito esporsi..coraggiosa la sua scelta..

..anche perchè offendendo i suoi lavori..si offende anche i suoi lettori..e son tanti..

..e poi il suo ultimo romanzo non è una cagata..
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 14:51:00

anche perchè offendendo i suoi lavori..si offende anche i suoi lettori..e son tanti..


io offendo beautiful & co. tutti i giorni
avrò contro milioni di persone, allora
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 14:52:51
Caro Baricco, io la recensisco
ma lei non mi legge

di GIULIO FERRONI

Caro Baricco, sono davvero pentito, ma non per la battuta contro Questa storia inserita nell'articolo su l'Unità del 26 febbraio, sì invece per aver scritto più volte su di lei, senza che lei abbia avuto la condiscendenza di leggermi. Ne ho scritto nel supplemento al Novecento della Storia della letteratura italiana Garzanti, ne ho scritto nell'ultimo volume, appena uscito, della Storia e antologia della letteratura italiana (Mondadori Università e Einaudi Scuola), e ho addirittura recensito (nel numero di dicembre della nuova rivista Giudizio Universale) il romanzo automobilistico Questa storia, che lei mi rimprovera letteralmente di non aver recensito.

Qui la differenza è grande: io la leggo, ahimè, senza ricavarne molto, e lei non legge me e ne ottiene un successo planetario. Se le sue emozioni e seduzioni invadono ogni angolo della terra, diffondendo quel virus apocalittico, quell'avvento dell'impensato con cui Citati e Ferroni dovrebbero confrontarsi, ciò vale certamente come un trionfo del made in Italy e dell'azienda Italia: ma non mi pare un trionfo della letteratura.

Certo la letteratura è passione, emergenza dell'imprevisto, conoscenza in profondità di ciò che non si vede: la sua mi sembra invece una letteratura patinata, proiettata sull'orizzonte di una trasgressione pubblicitaria, tra moda e sport... Il "campo aperto del futuro", che lei oppone a chi indugia a frequentare le "mappe di un vecchio mondo", non viene in realtà nemmeno sfiorato dalla "seduzione" mediatica che promana da quella sua scrittura così disinvolta, accattivante, appunto "sportiva".

Siamo proprio lontani da quell'abietto ma sconvolgente Truman Capote a cui è dedicato il film che lei è andato a vedere invece di Lazio-Roma: io ho visto sia il film che la partita e ne sono uscito doppiamente depresso (anche in quanto laziale).

Ma le garantisco che ulteriore motivo di depressione è stato per me sapere che in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico della mia università si è esibito il degnissimo cantante Claudio Baglioni, ma non per cantare, sì invece per leggere brani di Aristotele e del suo Novecento: lo vede che le parole dei critici non contano nulla, nemmeno nelle università dove essi insegnano, e i rettori affidano le scelte culturali a ben diversi soggetti? E allora che se ne può fare di recensioni che del resto nemmeno ha il tempo di leggere? Contrito, le prometto che non recensirò i suoi futuri romanzi, e semmai mi limiterò a qualche frecciatina da "primo che passa".

Un saluto cordiale.

Messaggio del 02-03-2006 alle ore 14:56:55
Insomma alla fine Baricco si è fatto una bella pubblicità gratuita
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 15:44:49
dean ,mannaggisà
ho capito che ti sta antipatico baricco, ma sono convinta che gli atteggiamenti spocchiosi e snob di alcuna critica benpensante e altolocata diano ai nervi a tutti. non dico che baricco possa essere nella posizione di pretendere che i critici lo recensiscano (non lo sarebbe nessuno, cmq)ma indignarsi che lo facciano in modo puerile e "scacante" mi sembra normale!
ma cmq la discussione può essere archiviata, visto che in realtà il "buon baricco" è stato recensito dai critici che lui dileggia...
lo sai, io ne faccio sempre sempre una questione di principio c'è modo e modo di comportarsi e di lavorare..uno standard di serietà e di correttezza sarebbe bene averlo! in tutto
ps io, ad ogni modo, baricco l'ho amato in castelli di rabbia, oceano mare e novecento. seta e senza sangue nn mi sono piaciuti. "questa storia" è il libro che sto leggendo. e non mi sta dispiacendo
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 15:48:28
quindi in chiusura si può dire che ha fatto una bella figura di merda
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 16:52:55
infatti cioè l'ho trovata io la recensione, possibile che lui non l'ha letta?
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 16:59:02
Questa Storia MIDA
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 17:57:56
seta è uno dei libri più brutti che ho letto.
Perchè non è semplicemente brutto, è proprio antipatico! e ispira una forte antipatia per l'autore.
L'ho finito solo perchè ero in terra straniera e non avevo altro da leggere.

Oceano mare è allappante...(non l'ho finito)

Anch'io sono sicuro che la recensione l'aveva letta eccome! 'sto furbo!
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 18:21:45
TOM de gustibus..

..io li adoro entrambi alla follia
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 19:48:13
Dimas leggiti Ellroy piuttosto
Messaggio del 02-03-2006 alle ore 19:51:56
lungi da me criticare i tuoi gusti
Messaggio del 03-03-2006 alle ore 11:23:32
io amo questa donna, qui lo dico e qui lo affermo

mida ti amo

nn ho altro da aggiungere, quel che dice mida è più che corretto!
che baricco si sia montato la coccia è innegabile, ma chi nn si sarebbe montato dopo tutto il successo da lui ottenuto???
vuless vedè a te, caro dean, quando i tuoi libri saranno iper famosi, e la crtica jun e il critico menestrello... ti schiferanno così? come ti comporteresti???
Messaggio del 03-03-2006 alle ore 12:51:19
dean sarà famoso e noi lo venereremo soltanto
Messaggio del 03-03-2006 alle ore 12:57:56
DEAN preferisco gli italiani di solito..

..sai le traduzioni..etc..

..il linguaggio è importante per me..
Messaggio del 03-03-2006 alle ore 13:04:50
sul linguaggio non hai tutti i torti, potremmo aprire pagine e pagine di discussione sulla traduzione ( soprattutto dello sleng e co. ) ma penso sia giusto che lo facciano persone ad hoc ( es. jun aiutaci a valutare la cosa ).
Messaggio del 03-03-2006 alle ore 13:07:38
..sì dovrebbero leggere in lingua originale..

..così come le poesie..

..per capire realmente..non oso immaginare la divina commedia tradotta..sicuro perde molto..

..ma la mia attitudine alle lingue straniere inglese francese e spagnolo..è piuttosto limitata quindi spesso opto per scrittori italiani a cui attingere..
Messaggio del 03-03-2006 alle ore 14:18:05
Se Jun la tufellante mi si schifa? la piglio a muccic

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