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DEDICATO A VOI DELLA MIA GENERAZION
Messaggio del 07-10-2007 alle ore 17:50:23
Un giorno mi sono fermato a ripensare a quei mitici cartoni, e poi ho riflettuto, non perché ero uno specchio, ma perché anch’io, sembra incredibile, ho una testa che pensa.
Certo, sono concetti molto semplici tipo: la capra dà il latte, il fuoco produce calore, una pietra legata ad un bastone serve per cacciare, ma ultimamente, vi assicuro, sto facendo progressi.
Insomma pensavo: "Perché non fanno più quei cartoni che sconvolsero tanto la nostra vita nei favolosi anni 80? Dove sono finiti i robot?
Dove sono finite quelle fantastiche violenze?
Dove sono i cattivi che morivano, sanguinavano, esplodevano?
E quelli in cui addirittura c’era del sesso?"
RIDATECELI!
E non sui canali del cazzo, io li voglio sulla Rai e sulla Fininvest!
Chi li ha soppressi? Chi decide? Ci sarà pure un RCG (Responsabile Cartoni Giapponesi).
E fu proprio così in un tragico venerdì che non avevo come sempre una cippa da fare che iniziò la storia che vado a raccontare.
Deciso più che mai ad avere una risposta alle mie mille domande, cacca, anzi feci una serie di telefonate, e tutti ogni volta cercavano di cambiare discorso, mah! mih! moh! mah! C’era chi diceva che si erano persi in un incendio, chi faceva finta di non sapere nulla. Praticamente ho incontrato un muro di gomma, ma era chiaro che tutti fossero d’accordo, era un complotto, anzi un complnove. Mi sono sentito come il maresciallo Piccione, il terribile cugino del tenente Colombo, e sospettai subito un collegamento: chi aveva organizzato questa farsa sicuramente era lo stesso autore di Ustica.
Quando ormai mi stavo per dare per vinto, ecco che alla redazione di Canale 5, un tale, un fanatico di Gundam, che per mantenere l’anonimato disse di chiamarsi Peter Rei, mi diede una soffiata che la bora in confronto era un alito di un novantenne. Infatti mi disse che per i corridoi di Mediaset girava la voce che all’ottavo piano nell’ultima stanza in fondo a destra, vi fosse del materiale Top-Top-Secret. E proprio là, dentro quegli scatoloni impolverati dal tempo, c’erano i master interi di tutte le serie impossibili e inimmaginabili di cartoni giapponesi dalla A alla Z prodotte dagli anni 70 agli 80.
Qualcuno era stato licenziato in tronco per aver rivelato l’esistenza di puntate come quella dal titolo: "Lupin III e il Tesoro nascosto di Craxi", o quella dove Candy fa una sega ad Albert, oppure quella dove l’uomo Tigre riceve un colpo micidiale all’uccello e dopo un intervento ricomincia a combattere col nome di Lady Pantera e altre puntate mostruosamente inedite.
Allora chiesi a Peter se per il bene dell’umanità era disposto a entrare in quella stanza, ma lui disse:
"Il destino dell’umanità ormai è segnato: il futuro è nello spazio a combattere con i robot gli invasori...comunque ci sono già entrato ed era vuota!"
"Dannazione!" pensai. "Possibile che fosse solo una balla?" Ma la storia non era finita lì. Peter continuò dicendomi che esisteva un’altra antica leggenda su un tale, che una notte entrò in sede, caricò dei pacchi su un TIR e scomparve nella nebbia. Umh...chi poteva avere accesso di notte alla sede di Mediaset?
"Qualcuno in alto...molto in alto" disse Peter.
"Altri indizi?" gli domandai
"Era scuro, calvo e sorrideva sempre"
"Umh un negro pelato! Forse Weah"
"Ma che Weah! Era scuro perché abbronzato"
"Non mi viene in mente nessuno"
"Ti aiuto: quando fece per uscire il custode cominciò a baciargli la mano e a quel punto lui disse: "Mi consenta, ma è tardi devo andare"
"Il Berlusca!"
"Esatto!"
"Ma non potevi dirmelo subito?"
"Non potevo, qui appena lo si nomina tirano fuori la lingua e si inginocchiano, è uno spettacolo disgustoso oukh! No lasciatemi! Houf! Ahia! Nooooo! TU TU TU TU TU"
"Peter! Peter! Rispondiiiii! Maledetti, ma il tuo sacrificio non sarà inutile"
C’era aria di X FILES, e io come Mulder mi resi conto di essermi imbattuto in qualcosa di più grande di me, ma ormai ero deciso ad andare fino in fondo a questa storia e soprattutto mi sarei fatto volentieri Scully. Armato di binocolo e Walkie-Talkie vinto con le merendine del Mulino Bianco, arrivai ad Arcore nella Villa di Silvio, decisi che la tattica migliore era l’attacco frontale, citofonai dall’ingresso principale e mi rispose una voce calma: "Chi è?"
"Non fare il furbo so che hai tu quelle video cassette restituiscile al mondo, ladro!"
"Mi perdoni io non sapevo, gliele rendo subito, ma lei chi è, un parente di Moana?"
"Moana? Silvio, ma io parlo dei cartoni"
"Mi scusi, ma io non mi chiamo Silvio, forse lei cerca la villa di Berlusconi qui di fronte"
"Ah, chiedo scusa"
"Di nulla"
Il piccolo imprevisto non mi scoraggiò, citofonai alla villa di fronte e mi rispose un’altra voce calma: "Chi è?"
"Non fare il furbo so che hai tu quelle video cassette restituiscile al mondo ladro!"
"Guardi che se parla degli inediti di Moana Pozzi deve suonare alla villa di fronte"
"No, io parlo dei cartoni giapponesi!"
"Se ne vada o sguinzaglio i cani!"
"Di che razza?"
"Quelli che mordono!"
Maledizione la razza che odio di più, capii che dovevo giocare d’astuzia...ricitofonai
"Chi è"
"C’è Silvio"
"No!"
"E la cremeria?"
I cancelli si aprirono, e io che pensavo che in casa Berlusconi mangiassero solo caviale...Dopo un’ora giunsi alla villa, il viale era un po’ lungo, ma ben tenuto.
Ad aspettarmi c’era proprio lui, Silvio, con una coppa di gelato in mano:
"Ecco, tenga il suo gelato e adesso se mi consente se ne vada"
"Sappia che non sono venuto per il gelato!"
"Accidenti ci casco sempre, per quale giornale lavora"
"Dove sono i cartoni giapponesi?"
"Non conosco nessuna testata con questo nome, è nuova?"
"Non è un giornale, è una domanda!"
"Ah...ma tu chi sei?"
"Sono soltanto uno che vuole restituire al mondo intero ciò che gli spetta di diritto!". Premetto che ci avevo pensato tutta la notte prima di mettere assieme tutta la frase.
Dinanzi ad una affermazione del genere Silvio confessò. Mi raccontò tutta la storia, sugli spostamenti di quelle scatole sacre, sulle mille peripezie che compirono prima che arrivassero a lui, in confronto il santo Grall sembrava la coppa del nonno, disse di aver ritirato personalmente tutte le copie quella notte, perché dentro la stanza all’ottavo piano non erano più al sicuro.
"Al sicuro da chi?" Gli chiesi.
"Dai giovani, dai pirati, dai drogati, vedi quei cartoni erano a lungo andare logorroici, deleterei al cervello, e i ragazzi crescevano violenti e con gravi turbe mentali"
"Ma cosa dice, ho tanti amici che sono cresciuti con i cartoni giapponesi e son venuti su benissimo, guardi me per esempio, anch’io sono uno di loro"
Silvio mi guardò dalla testa ai piedi e disse: "Appunto"
Non potevo sopportare un simile affronto, e passai all’attacco:
"Ma non dica cagate, piuttosto guardi i giovani d’oggi, stanno sempre in casa davanti ai videogiochi, non sono più incentivati dall’uomo tigre ad uscire a fare a botte, non vengono più invogliati da Ataru Moroboshi ad andare un po’ a figa, il bambino oggi viene sù lesso! E poi sono tutti uguali, sembrano fatti con lo stampino: hanno tutti i brufoli per via degli hambuger che trangugiano continuamente, gli occhiali perché stanno sempre davanti ai monitor e le occhiaie per le pippe che si sparano davanti ai milioni di immagini di Internet. Noi a quei tempi avevamo l’Atari 2600, i più fortunati al massimo l’Intellevision, ma trovavamo comunque più divertente uscire a giocare a nascondino, a guardie e ladri, al gioco della bottiglia, piuttosto che una partita a Burgertime.
Silvio rimase un attimo perplesso, poi disse:
"Forse è meglio se parla con il mio esperto del settore..." schiacciò un tasto sull’orologio, si udì un fischio, poi continuò "Il capitano chiede di entrare nella sala computer" Da una piccola cassa posta sull’orologio si udì una vocina:
"Cosa vuoi? Sai che non voglio essere disturbato a quest’ora!"
"C’è qui un ragazzo che vorrebbe delle spiegazioni riguardo ai vecchi cartoni giapponesi"
"Come si chiamava il pilota del Grande Mazinga?" chiese la vocina.
"Tetsuya!" Risposi lesto.
"E il pilota del piccolo Mazinga?"
"...ma non esiste"
"Ok è pulito, probabilmente non è una spia, portalo su papà, ma che sia bendato".
Silvio mi bendò e mi portò dal figlio, quando mi tolse la benda vidi una stanza che sembrava un negozio di Tv e Hi-Fi. Seduto su un enorme poltrona in pelle (umana forse) c’era un ragazzino brufoloso di circa 11 anni con gli occhiali...scuri, quindi le occhiaie non si vedevano, ma sicuramente c’erano, che stava discutendo per via Internet con un suo amichetto della fusione dell’atomo e di quanto l’ultima versione di AUTOCAD fosse scadente.
"Vi lascio soli" disse Berlusconi a voce bassa e se ne andò da una porta che si chiuse tipo Star Trek. Poi il super bambino parlò
"Dunque mi diceva mio padre che vuoi delle delucidazioni su quegli orribili vecchi e stupidissimi cartoni made in Japan." Ferito nell’orgoglio gli risposi ringhiando:
"Stupidi? Ma se tu manco eri nato, probabilmente allora eri ancora nelle palle di tuo padre che giravi, e comunque sappi, caro il mio brufolo Bill, che quegli orribili cartoni, come li hai chiamati tu, sono comunque meglio di quelli che tu e tuo padre ci propinate adesso, e poi le tartarughe ninja gli fanno una sega a Goldrake, ecco toh moh! Bimbo lesso! Ciapa su e porta a ca’!" Solo dopo vedendo il suo sguardo allibito, capii di essermi comportato un poco infantilmente, decisi di tornare inflessibile e maturo, ma fu duro trattenere le lacrime.
"Vedo che abbiamo un fanatico del campo. Ma vedi, per quanto ti possa sembrare strano, io sono molto più esperto di te"
"A si?" con tono di sfida.
"Certo! Ma non vi rendete conto che ogni volta che ripensate a quei cartoni chissà perché ve li ricordate tutti belli, quando invece erano in realtà: violenti, volgari e tecnicamente scadenti "
"Ma erano belli per questo! Erano vivi erano veri erano vari erano originali!"
"Guarda che magari erano anche più originali di quelli attuali, ma integravano al loro interno delle incongruenze inammissibili, noi ora saremo anche lessi, ma siamo svegli, non scemi come eravate voi. Come potevate non accorgervi di simili castronerie e del danno che hanno portato alla società? Per fortuna che papà è intervenuto in tempo sequestrando la maggior parte di quella robaccia"
"Addirittura!" Esclamai facendo finta di trovare interessante quello che aveva appena detto, in realtà non avevo capito un cazzo, ma non volevo mostrarmi vulnerabile a quel Cinno presuntuoso.
Quindi presi un bel respiro e con aria molto elegante e intellettuale gli chiesi: "Spiegati meglio"
"Si va beh! Ho capito, non hai compreso una parola di ciò che ho appena detto, vorrà dire che cercherò di usare parole più semplici" diventai rosso, poi il piccolo genio proseguì "Allora io non sono uno sprovveduto, mi sono informato, ho fatto delle ricerche su quei cartoni giapponesi per voi tanto mitici, pensa che su internet girano filmati, tesi, documenti e perfino notizie di cronaca dell’epoca tipo questi per esempio" mi mostrò alcuni vecchi articoli:
- Il figlio di un contadino taglia con la falce la testa alla madre gridando: "Alabarda spaziale"
- Bambino si sfracella dal quarto piano di un palazzo, dopo essersi gettato nel vuoto gridando "Jeeg Robot!", le sue ultime parole sono state: "Perché la mamma non mi ha lanciato i componenti?"
- Una ragazzina paralitica casca dalla sedia a rotelle fratturandosi il naso dopo aver visto nella serie Heidi Clara camminare.
Leggendo quelle frasi cercai di difendermi come potevo:
"Si ma dai! Erano solo bambini in fondo, questi sono incidenti che possono capitare"
"Sarà, ma oggi questi incidenti non succedono più" disse con superiorità
"Ma per forza, una volta bastava poco per sentirti un Dio, era sufficiente uscire di casa con un CD appiccicato in fronte e gridare -Daitarn III! Energia! Attacco solare!- che tutti i tuoi amici si affacciavano alla finestra e ti urlavano -Vai Daitarn ammazza tutti i Meganoidi- Adesso al massimo esci con la parrucca e il tutù e gridi :- Sono Sailor Moon!- E i tuoi amici si affacciano dalle finestre e ti gridano -Frocio!- Dai ammettiamolo non c’è paragone i cartoni di oggi sono orrendi!"
"Saranno anche orrendi, ingenui, banali, ma comunque nella loro fantasia sono pur sempre coerenti non come i vostri che erano così assurdi e superficiali"
"Ueh piano con i termini, non mi verrai a dire che Goldrake era un superficiale, lui era uno che calcolava tutto, lui era un..."
"Coglione!"
"Ma come ti permetti?!"
"Ma smettila di difenderlo, era l’unico robot che per volare aveva bisogno di un bidone volante a cui tutte le volte si doveva agganciare e sganciare, che bisogno c’era di quel bagaglio, che fra l’altro non si sapeva chi lo governasse quando Actarus era sganciato, non era più semplice costruirgli un paio di ali come al suo cugino Mazinga?
"Va beh, ma Goldrake era uno dei primi, aveva un tecnologia arretrata, e di Daitarn cosa mi dici lui era un ganzo, era perfetto era..."
"Un imbecille! A parte il cattivo gusto di fare entrare la Match Patrol dal culo di Daitarn, poi non si capisce perché per trecento puntate subisce regolarmente dei gran danni, ma poi riesce a vincere sempre grazie all’attacco solare, quando grida: - Attacco finale!- Se sapeva che funzionava sempre tanto valeva che la usasse subito, non ti pare? Magari gridando: - Attacco iniziale!- evitandosi così di prendere per dieci minuti delle gran botte"
"Si bella roba, senti ma almeno Jeeg Robot me lo salvi?"
"Ecco su Jeeg potremmo parlare delle ore, esistono milioni di trattati su di lui in Internet, sorvoliamo subito il fatto che un uomo vestito come Elvis Presley si trasforma in una testa, ma che tutte le volte per farlo dove gettarsi con la moto giù da una scarpata è ridicolo, tanto vale che ti compri una casa al decimo piano di un palazzo.
"Beh immagino che uno del reparto della difesa giapponese, che rischia anche la vita, guadagni bene"
"Si ma con la moto era molto più figo!"
"Ma ti sei mai chiesto dove finivano tutte quelle moto?"
"...in fondo alla scarpata?"
"Esatto, dico ma ti rendi conto, ma che stipendio prendeva Hiroshi per distruggere una moto ogni puntata?"
"Già, però andava sempre in giro con gli stessi vestiti, o era una poveraccio o un merdone! Io opto per la seconda, visto che su cento puntate non lo si è mai visto lavare, però c’è anche caso fosse un poveraccio e le moto non finivano distrutte, ma era sempre la stessa che riciclavano con questo macchinario".
Mi mostrò un disegno.
"Ma figurati se c’era un bagaglio del genere sotto la scarpata. Si sarebbe visto!"
"No invece, perché era antiestetico, e poi lui doveva apparire così, a voi non importava dove finiva la moto, non vi importava se sotto i vestiti Hiroshi aveva i topi morti, per voi contava solo il lancio dei componenti dal Big-Shooter"
"E’ vero...mitico quello"
"Mitico il cazzo! Il Big-Shooter era una bagnarola grande come una roulotte però da li uscivano pezzi per montare un robot di 30 metri come lo spieghi?"
"Forse...i pezzi all’interno erano sgonfi e appena uscivano si gonfiavano"
"Allora dovevano chiamarlo Jeeg Robot d’aria e non d’acciaio!"
"Ma che palle, insomma sono solo cartoni sono belli perché bizzarri e a noi di questi particolari non frega niente, perché è la fantasia che trionfa sempre, (scusa la rima) e dacci un taglio con la coerenza, quelli di oggi sono assurdi quanto quelli di ieri, prendi per esempio i Power Ranger, non mi verrai a dire che quelli..."
"Ah no! Non mi toccare i Power Ranger!"
"Ah vedo che hai il gusto dell’orrido"
"Non vedo cosa c’entrano, i cartoni non sono altro che dei disegni su carta, creati dalla fantasia, i Power Ranger esistono veramente!"
Un giorno mi sono fermato a ripensare a quei mitici cartoni, e poi ho riflettuto, non perché ero uno specchio, ma perché anch’io, sembra incredibile, ho una testa che pensa.
Certo, sono concetti molto semplici tipo: la capra dà il latte, il fuoco produce calore, una pietra legata ad un bastone serve per cacciare, ma ultimamente, vi assicuro, sto facendo progressi.
Insomma pensavo: "Perché non fanno più quei cartoni che sconvolsero tanto la nostra vita nei favolosi anni 80? Dove sono finiti i robot?
Dove sono finite quelle fantastiche violenze?
Dove sono i cattivi che morivano, sanguinavano, esplodevano?
E quelli in cui addirittura c’era del sesso?"
RIDATECELI!
E non sui canali del cazzo, io li voglio sulla Rai e sulla Fininvest!
Chi li ha soppressi? Chi decide? Ci sarà pure un RCG (Responsabile Cartoni Giapponesi).
E fu proprio così in un tragico venerdì che non avevo come sempre una cippa da fare che iniziò la storia che vado a raccontare.
Deciso più che mai ad avere una risposta alle mie mille domande, cacca, anzi feci una serie di telefonate, e tutti ogni volta cercavano di cambiare discorso, mah! mih! moh! mah! C’era chi diceva che si erano persi in un incendio, chi faceva finta di non sapere nulla. Praticamente ho incontrato un muro di gomma, ma era chiaro che tutti fossero d’accordo, era un complotto, anzi un complnove. Mi sono sentito come il maresciallo Piccione, il terribile cugino del tenente Colombo, e sospettai subito un collegamento: chi aveva organizzato questa farsa sicuramente era lo stesso autore di Ustica.
Quando ormai mi stavo per dare per vinto, ecco che alla redazione di Canale 5, un tale, un fanatico di Gundam, che per mantenere l’anonimato disse di chiamarsi Peter Rei, mi diede una soffiata che la bora in confronto era un alito di un novantenne. Infatti mi disse che per i corridoi di Mediaset girava la voce che all’ottavo piano nell’ultima stanza in fondo a destra, vi fosse del materiale Top-Top-Secret. E proprio là, dentro quegli scatoloni impolverati dal tempo, c’erano i master interi di tutte le serie impossibili e inimmaginabili di cartoni giapponesi dalla A alla Z prodotte dagli anni 70 agli 80.
Qualcuno era stato licenziato in tronco per aver rivelato l’esistenza di puntate come quella dal titolo: "Lupin III e il Tesoro nascosto di Craxi", o quella dove Candy fa una sega ad Albert, oppure quella dove l’uomo Tigre riceve un colpo micidiale all’uccello e dopo un intervento ricomincia a combattere col nome di Lady Pantera e altre puntate mostruosamente inedite.
Allora chiesi a Peter se per il bene dell’umanità era disposto a entrare in quella stanza, ma lui disse:
"Il destino dell’umanità ormai è segnato: il futuro è nello spazio a combattere con i robot gli invasori...comunque ci sono già entrato ed era vuota!"
"Dannazione!" pensai. "Possibile che fosse solo una balla?" Ma la storia non era finita lì. Peter continuò dicendomi che esisteva un’altra antica leggenda su un tale, che una notte entrò in sede, caricò dei pacchi su un TIR e scomparve nella nebbia. Umh...chi poteva avere accesso di notte alla sede di Mediaset?
"Qualcuno in alto...molto in alto" disse Peter.
"Altri indizi?" gli domandai
"Era scuro, calvo e sorrideva sempre"
"Umh un negro pelato! Forse Weah"
"Ma che Weah! Era scuro perché abbronzato"
"Non mi viene in mente nessuno"
"Ti aiuto: quando fece per uscire il custode cominciò a baciargli la mano e a quel punto lui disse: "Mi consenta, ma è tardi devo andare"
"Il Berlusca!"
"Esatto!"
"Ma non potevi dirmelo subito?"
"Non potevo, qui appena lo si nomina tirano fuori la lingua e si inginocchiano, è uno spettacolo disgustoso oukh! No lasciatemi! Houf! Ahia! Nooooo! TU TU TU TU TU"
"Peter! Peter! Rispondiiiii! Maledetti, ma il tuo sacrificio non sarà inutile"
C’era aria di X FILES, e io come Mulder mi resi conto di essermi imbattuto in qualcosa di più grande di me, ma ormai ero deciso ad andare fino in fondo a questa storia e soprattutto mi sarei fatto volentieri Scully. Armato di binocolo e Walkie-Talkie vinto con le merendine del Mulino Bianco, arrivai ad Arcore nella Villa di Silvio, decisi che la tattica migliore era l’attacco frontale, citofonai dall’ingresso principale e mi rispose una voce calma: "Chi è?"
"Non fare il furbo so che hai tu quelle video cassette restituiscile al mondo, ladro!"
"Mi perdoni io non sapevo, gliele rendo subito, ma lei chi è, un parente di Moana?"
"Moana? Silvio, ma io parlo dei cartoni"
"Mi scusi, ma io non mi chiamo Silvio, forse lei cerca la villa di Berlusconi qui di fronte"
"Ah, chiedo scusa"
"Di nulla"
Il piccolo imprevisto non mi scoraggiò, citofonai alla villa di fronte e mi rispose un’altra voce calma: "Chi è?"
"Non fare il furbo so che hai tu quelle video cassette restituiscile al mondo ladro!"
"Guardi che se parla degli inediti di Moana Pozzi deve suonare alla villa di fronte"
"No, io parlo dei cartoni giapponesi!"
"Se ne vada o sguinzaglio i cani!"
"Di che razza?"
"Quelli che mordono!"
Maledizione la razza che odio di più, capii che dovevo giocare d’astuzia...ricitofonai
"Chi è"
"C’è Silvio"
"No!"
"E la cremeria?"
I cancelli si aprirono, e io che pensavo che in casa Berlusconi mangiassero solo caviale...Dopo un’ora giunsi alla villa, il viale era un po’ lungo, ma ben tenuto.
Ad aspettarmi c’era proprio lui, Silvio, con una coppa di gelato in mano:
"Ecco, tenga il suo gelato e adesso se mi consente se ne vada"
"Sappia che non sono venuto per il gelato!"
"Accidenti ci casco sempre, per quale giornale lavora"
"Dove sono i cartoni giapponesi?"
"Non conosco nessuna testata con questo nome, è nuova?"
"Non è un giornale, è una domanda!"
"Ah...ma tu chi sei?"
"Sono soltanto uno che vuole restituire al mondo intero ciò che gli spetta di diritto!". Premetto che ci avevo pensato tutta la notte prima di mettere assieme tutta la frase.
Dinanzi ad una affermazione del genere Silvio confessò. Mi raccontò tutta la storia, sugli spostamenti di quelle scatole sacre, sulle mille peripezie che compirono prima che arrivassero a lui, in confronto il santo Grall sembrava la coppa del nonno, disse di aver ritirato personalmente tutte le copie quella notte, perché dentro la stanza all’ottavo piano non erano più al sicuro.
"Al sicuro da chi?" Gli chiesi.
"Dai giovani, dai pirati, dai drogati, vedi quei cartoni erano a lungo andare logorroici, deleterei al cervello, e i ragazzi crescevano violenti e con gravi turbe mentali"
"Ma cosa dice, ho tanti amici che sono cresciuti con i cartoni giapponesi e son venuti su benissimo, guardi me per esempio, anch’io sono uno di loro"
Silvio mi guardò dalla testa ai piedi e disse: "Appunto"
Non potevo sopportare un simile affronto, e passai all’attacco:
"Ma non dica cagate, piuttosto guardi i giovani d’oggi, stanno sempre in casa davanti ai videogiochi, non sono più incentivati dall’uomo tigre ad uscire a fare a botte, non vengono più invogliati da Ataru Moroboshi ad andare un po’ a figa, il bambino oggi viene sù lesso! E poi sono tutti uguali, sembrano fatti con lo stampino: hanno tutti i brufoli per via degli hambuger che trangugiano continuamente, gli occhiali perché stanno sempre davanti ai monitor e le occhiaie per le pippe che si sparano davanti ai milioni di immagini di Internet. Noi a quei tempi avevamo l’Atari 2600, i più fortunati al massimo l’Intellevision, ma trovavamo comunque più divertente uscire a giocare a nascondino, a guardie e ladri, al gioco della bottiglia, piuttosto che una partita a Burgertime.
Silvio rimase un attimo perplesso, poi disse:
"Forse è meglio se parla con il mio esperto del settore..." schiacciò un tasto sull’orologio, si udì un fischio, poi continuò "Il capitano chiede di entrare nella sala computer" Da una piccola cassa posta sull’orologio si udì una vocina:
"Cosa vuoi? Sai che non voglio essere disturbato a quest’ora!"
"C’è qui un ragazzo che vorrebbe delle spiegazioni riguardo ai vecchi cartoni giapponesi"
"Come si chiamava il pilota del Grande Mazinga?" chiese la vocina.
"Tetsuya!" Risposi lesto.
"E il pilota del piccolo Mazinga?"
"...ma non esiste"
"Ok è pulito, probabilmente non è una spia, portalo su papà, ma che sia bendato".
Silvio mi bendò e mi portò dal figlio, quando mi tolse la benda vidi una stanza che sembrava un negozio di Tv e Hi-Fi. Seduto su un enorme poltrona in pelle (umana forse) c’era un ragazzino brufoloso di circa 11 anni con gli occhiali...scuri, quindi le occhiaie non si vedevano, ma sicuramente c’erano, che stava discutendo per via Internet con un suo amichetto della fusione dell’atomo e di quanto l’ultima versione di AUTOCAD fosse scadente.
"Vi lascio soli" disse Berlusconi a voce bassa e se ne andò da una porta che si chiuse tipo Star Trek. Poi il super bambino parlò
"Dunque mi diceva mio padre che vuoi delle delucidazioni su quegli orribili vecchi e stupidissimi cartoni made in Japan." Ferito nell’orgoglio gli risposi ringhiando:
"Stupidi? Ma se tu manco eri nato, probabilmente allora eri ancora nelle palle di tuo padre che giravi, e comunque sappi, caro il mio brufolo Bill, che quegli orribili cartoni, come li hai chiamati tu, sono comunque meglio di quelli che tu e tuo padre ci propinate adesso, e poi le tartarughe ninja gli fanno una sega a Goldrake, ecco toh moh! Bimbo lesso! Ciapa su e porta a ca’!" Solo dopo vedendo il suo sguardo allibito, capii di essermi comportato un poco infantilmente, decisi di tornare inflessibile e maturo, ma fu duro trattenere le lacrime.
"Vedo che abbiamo un fanatico del campo. Ma vedi, per quanto ti possa sembrare strano, io sono molto più esperto di te"
"A si?" con tono di sfida.
"Certo! Ma non vi rendete conto che ogni volta che ripensate a quei cartoni chissà perché ve li ricordate tutti belli, quando invece erano in realtà: violenti, volgari e tecnicamente scadenti "
"Ma erano belli per questo! Erano vivi erano veri erano vari erano originali!"
"Guarda che magari erano anche più originali di quelli attuali, ma integravano al loro interno delle incongruenze inammissibili, noi ora saremo anche lessi, ma siamo svegli, non scemi come eravate voi. Come potevate non accorgervi di simili castronerie e del danno che hanno portato alla società? Per fortuna che papà è intervenuto in tempo sequestrando la maggior parte di quella robaccia"
"Addirittura!" Esclamai facendo finta di trovare interessante quello che aveva appena detto, in realtà non avevo capito un cazzo, ma non volevo mostrarmi vulnerabile a quel Cinno presuntuoso.
Quindi presi un bel respiro e con aria molto elegante e intellettuale gli chiesi: "Spiegati meglio"
"Si va beh! Ho capito, non hai compreso una parola di ciò che ho appena detto, vorrà dire che cercherò di usare parole più semplici" diventai rosso, poi il piccolo genio proseguì "Allora io non sono uno sprovveduto, mi sono informato, ho fatto delle ricerche su quei cartoni giapponesi per voi tanto mitici, pensa che su internet girano filmati, tesi, documenti e perfino notizie di cronaca dell’epoca tipo questi per esempio" mi mostrò alcuni vecchi articoli:
- Il figlio di un contadino taglia con la falce la testa alla madre gridando: "Alabarda spaziale"
- Bambino si sfracella dal quarto piano di un palazzo, dopo essersi gettato nel vuoto gridando "Jeeg Robot!", le sue ultime parole sono state: "Perché la mamma non mi ha lanciato i componenti?"
- Una ragazzina paralitica casca dalla sedia a rotelle fratturandosi il naso dopo aver visto nella serie Heidi Clara camminare.
Leggendo quelle frasi cercai di difendermi come potevo:
"Si ma dai! Erano solo bambini in fondo, questi sono incidenti che possono capitare"
"Sarà, ma oggi questi incidenti non succedono più" disse con superiorità
"Ma per forza, una volta bastava poco per sentirti un Dio, era sufficiente uscire di casa con un CD appiccicato in fronte e gridare -Daitarn III! Energia! Attacco solare!- che tutti i tuoi amici si affacciavano alla finestra e ti urlavano -Vai Daitarn ammazza tutti i Meganoidi- Adesso al massimo esci con la parrucca e il tutù e gridi :- Sono Sailor Moon!- E i tuoi amici si affacciano dalle finestre e ti gridano -Frocio!- Dai ammettiamolo non c’è paragone i cartoni di oggi sono orrendi!"
"Saranno anche orrendi, ingenui, banali, ma comunque nella loro fantasia sono pur sempre coerenti non come i vostri che erano così assurdi e superficiali"
"Ueh piano con i termini, non mi verrai a dire che Goldrake era un superficiale, lui era uno che calcolava tutto, lui era un..."
"Coglione!"
"Ma come ti permetti?!"
"Ma smettila di difenderlo, era l’unico robot che per volare aveva bisogno di un bidone volante a cui tutte le volte si doveva agganciare e sganciare, che bisogno c’era di quel bagaglio, che fra l’altro non si sapeva chi lo governasse quando Actarus era sganciato, non era più semplice costruirgli un paio di ali come al suo cugino Mazinga?
"Va beh, ma Goldrake era uno dei primi, aveva un tecnologia arretrata, e di Daitarn cosa mi dici lui era un ganzo, era perfetto era..."
"Un imbecille! A parte il cattivo gusto di fare entrare la Match Patrol dal culo di Daitarn, poi non si capisce perché per trecento puntate subisce regolarmente dei gran danni, ma poi riesce a vincere sempre grazie all’attacco solare, quando grida: - Attacco finale!- Se sapeva che funzionava sempre tanto valeva che la usasse subito, non ti pare? Magari gridando: - Attacco iniziale!- evitandosi così di prendere per dieci minuti delle gran botte"
"Si bella roba, senti ma almeno Jeeg Robot me lo salvi?"
"Ecco su Jeeg potremmo parlare delle ore, esistono milioni di trattati su di lui in Internet, sorvoliamo subito il fatto che un uomo vestito come Elvis Presley si trasforma in una testa, ma che tutte le volte per farlo dove gettarsi con la moto giù da una scarpata è ridicolo, tanto vale che ti compri una casa al decimo piano di un palazzo.
"Beh immagino che uno del reparto della difesa giapponese, che rischia anche la vita, guadagni bene"
"Si ma con la moto era molto più figo!"
"Ma ti sei mai chiesto dove finivano tutte quelle moto?"
"...in fondo alla scarpata?"
"Esatto, dico ma ti rendi conto, ma che stipendio prendeva Hiroshi per distruggere una moto ogni puntata?"
"Già, però andava sempre in giro con gli stessi vestiti, o era una poveraccio o un merdone! Io opto per la seconda, visto che su cento puntate non lo si è mai visto lavare, però c’è anche caso fosse un poveraccio e le moto non finivano distrutte, ma era sempre la stessa che riciclavano con questo macchinario".
Mi mostrò un disegno.
"Ma figurati se c’era un bagaglio del genere sotto la scarpata. Si sarebbe visto!"
"No invece, perché era antiestetico, e poi lui doveva apparire così, a voi non importava dove finiva la moto, non vi importava se sotto i vestiti Hiroshi aveva i topi morti, per voi contava solo il lancio dei componenti dal Big-Shooter"
"E’ vero...mitico quello"
"Mitico il cazzo! Il Big-Shooter era una bagnarola grande come una roulotte però da li uscivano pezzi per montare un robot di 30 metri come lo spieghi?"
"Forse...i pezzi all’interno erano sgonfi e appena uscivano si gonfiavano"
"Allora dovevano chiamarlo Jeeg Robot d’aria e non d’acciaio!"
"Ma che palle, insomma sono solo cartoni sono belli perché bizzarri e a noi di questi particolari non frega niente, perché è la fantasia che trionfa sempre, (scusa la rima) e dacci un taglio con la coerenza, quelli di oggi sono assurdi quanto quelli di ieri, prendi per esempio i Power Ranger, non mi verrai a dire che quelli..."
"Ah no! Non mi toccare i Power Ranger!"
"Ah vedo che hai il gusto dell’orrido"
"Non vedo cosa c’entrano, i cartoni non sono altro che dei disegni su carta, creati dalla fantasia, i Power Ranger esistono veramente!"
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