Massmedia

"Produrre pubblico"
Messaggio del 24-02-2006 alle ore 12:10:47

o frà ni l'appiccià la television..che nessuno ti obbliga!!!


può anche essere corretto questo, nessuno lo obbliga. ma nel momento in cui c'è un canone obbligatorio, questo non significa che bisogna necessariamente subire il dictat imposti dalla maggioranza: la televisione non deve essere la dittatura dei più, soprattutto per i connotati numerici che ha ai giorni nostri e l'influenza che ha. in america, durante lo shock post mucca pazza, la vendita di carne non è scesa, grazie ad una discreta politica antipanico ( strano a dire il vero per gli states ). sai come avvenne il crollo delle vendite? dopo che la simpatica oprah winfrey, regina indiscussa dei talk show americani da oltre vent'anni con una media ( e sottolineo media ) di spettatori a puntata che sfonda i 45 milioni di spettatori, fece un lieve accenno ai pericoli del morbo.
quindi vada bene tutto, dice bene il principe ( è una questione di strategia aziendale, una "missione economica" ), però non mi sembra corretto imporre lo spegnimento obbligatorio di fronte ad una palese situazione di errore di utilizzo del mezzo.
Messaggio del 24-02-2006 alle ore 11:57:27
La missione economica della TV è questa: vendere pubblico alle agenzie pubblicitarie. Nulla di strano, si tratta si pura strategia aziendale
Messaggio del 17-02-2006 alle ore 00:20:36
o frà ni l'appiccià la television..che nessuno ti obbliga!!!
Messaggio del 16-02-2006 alle ore 17:55:40
anche tu mi sei mancato dean
Messaggio del 16-02-2006 alle ore 17:51:10
tu hai rotto i coglioni
Messaggio del 16-02-2006 alle ore 17:49:53
Prima c'era

Origini storiche: la comparsa di messaggi promozionali nella televisione è datata 3 febbraio 1957 (Carosello) con la formula del racconto breve, due minuti di spettacolo cui seguiva un rapido advertising, che diventò un appuntamento di grandissimo richiamo popolare. Ogni sera, dopo il telegiornale, al suono di trombe e mandolini, dietro un sipario inventato dallo scenografo Giulio Coltellacci, si susseguono le piazze e le fontane più celebri d'Italia disegnate dalla matita di Artioli. Carosello rappresenta una storia di costume e, nello stesso tempo, di linguaggio e di creatività, creatore di un vero è proprio star-system (Macario, Peppino De Filippo, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Nino Taranto, Dario Fo, Raimondo Vianello, Carlo Giuffrè, Renato Rascel, Paolo Panelli, Totò); il programma pubblicitario stimolò la fantasia di più di un autore (Age e Scarpelli, Gillo Pontecorvo, Lina Wertmuller, Dino Risi, Ermanno Olmi, Pupi Avati, i fratelli Taviani, Sergio Leone, Ugo Gregoretti). Esistevano dei divieti: sesso, adulterio, lusso eccessivo, oggetti superflui, e nessuna creazione di troppi desideri e odio di classe. L'obiettivo pubblicitario era il tentativo di dare una giustificazione artistica a una forma di comunicazione merceologica, e l'esito fece nascere un gusto ed un linguaggio per nulla banali.

Dopo venne

La nuova televisione: con l'obiettivo primario di "produrre pubblico", cambia la logica della costruzione dei palinsesti secondo un preciso ordine marketing oriented; i network sviluppano una strategia del tutto opposta a quella della prima fase dell'emittenza locale riqualificando le tecniche di scrittura del palinsesto, e cercando di rendere effettivamente catturabile il maggior numero di spettatori potenziali. L'allungamento degli orari di trasmissione, e il massiccio aumento dei generi di acquisto furono i primi livelli sui quali venne impostato il cambiamento. La seconda intuizione fu quella di organizzare gli appuntamenti dei programmi in senso orizzontale e quotidiano, replicando lo stesso schema per fasce orarie durante tutti i giorni della settimana, e con l'acquisto di programmi seriali e a basso costo per fidelizzare fasce di pubblico. Nell'offerta della televisione commerciale i programmi, ancor prima di sedurre il pubblico, devono essere di gradimento per gli investitori, i quali selezionano target che la televisione tende a creare ed a offrire agli inserzionisti. Si vanno definendo anche le strategie di creazione di un brand di impresa, che renda l'immagine dell'emittente legata ad una certa politica di palinsesto, che identifichi un determinato pubblico (avviene, ad esempio, con la riforma della Rai che mise in risalto reti e testate con la creazione della sfera, del cubo e della piramide).


Da qui alla "produzione" di elettorato il passo è breve...


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