Massmedia
Saviano
Messaggio del 09-12-2010 alle ore 03:58:10
Nendemol
------------
Editato da El Treble il 09/12/2010 alle 04:01:56
Nendemol
------------
Editato da El Treble il 09/12/2010 alle 04:01:56
Messaggio del 06-12-2010 alle ore 23:53:37
La produzione di vieni via con me è endemol, la produzione del concorrente (GF) è endemol. VIVA IL COMUNISMO!!!!
ps. saviano è edito Mondadori....
La produzione di vieni via con me è endemol, la produzione del concorrente (GF) è endemol. VIVA IL COMUNISMO!!!!
ps. saviano è edito Mondadori....
Messaggio del 02-12-2010 alle ore 17:02:54
Fin quando Saviano & Co si arricchiscono senza arrecare danno a nessuno... co facessero pure.
Non credo che, prima di Saviano, non si sapesse il funzionamento di certe cose, così come credo che non ha smosso proprio niente, era già sotto gli occhi di tutti (quelli con almeno 1 neurone) che questo governo può essere solo criticato e offeso.
Complimenti per la trasmissione e i risultati ottenuti.
Fin quando Saviano & Co si arricchiscono senza arrecare danno a nessuno... co facessero pure.
Non credo che, prima di Saviano, non si sapesse il funzionamento di certe cose, così come credo che non ha smosso proprio niente, era già sotto gli occhi di tutti (quelli con almeno 1 neurone) che questo governo può essere solo criticato e offeso.
Complimenti per la trasmissione e i risultati ottenuti.
Messaggio del 30-11-2010 alle ore 11:07:08
Mi dispiace ma io oltre all'ottimo giornalista e ad una trasmissione fatta bene e sempre centrata nelle discussioni, vedo un personaggio(Saviano) sfruttare la popolarità proprio sotto Natale (lo sai i libri che si venderanno per le feste)e dall'altro è di fatto entrato in politica con la sinistra, ma a parte che può essere anche un aspetto positivo, senza volerlo è stato strumentalizzato e usato per attaccare il governo e i suoi partiti in un periodo in cui le sue dichiarazioni oltre a smuovere le coscenze morali delle persone può smuovere anche quelle di preferenza elettorale.
Alla fine sempre e solo di soldi si tratta
Mi dispiace ma io oltre all'ottimo giornalista e ad una trasmissione fatta bene e sempre centrata nelle discussioni, vedo un personaggio(Saviano) sfruttare la popolarità proprio sotto Natale (lo sai i libri che si venderanno per le feste)e dall'altro è di fatto entrato in politica con la sinistra, ma a parte che può essere anche un aspetto positivo, senza volerlo è stato strumentalizzato e usato per attaccare il governo e i suoi partiti in un periodo in cui le sue dichiarazioni oltre a smuovere le coscenze morali delle persone può smuovere anche quelle di preferenza elettorale.
Alla fine sempre e solo di soldi si tratta
Messaggio del 30-11-2010 alle ore 10:44:33
l'ultima puntata di "Vieni via con me"
Fazio: chi non si sente rappresentato può sempre fare un'altra trasmissione
Benedetta Tobagi rende omaggio al padre Walter. Saviano racconta il terremoto in Abruzzo
l'ultima puntata di "Vieni via con me"
Fazio: chi non si sente rappresentato
può sempre fare un'altra trasmissione
Benedetta Tobagi rende omaggio al padre Walter. Saviano racconta il terremoto in Abruzzo
Fabio Fazio e Roberto Saviano
Ultima puntata di "Vieni via con me", a metà della quale è stata anche data la notizia in diretta della morte del regista Mario Monicelli. Fabio Fazio l'aveva aperta precisando che se qualcuno non si è sentito rappresentato da "Vieni via con me" può sempre fare «un’altra trasmissione». Il conduttore ha tracciato il suo bilancio senza dimenticare le polemiche che hanno accompagnato il programma. «Ho imparato - ha detto il conduttore - che la Rai è ancora un pezzo importante di questo Paese, anche se spesso dimentica di esserlo; ho imparato che per molti televisione pubblica vuol dire che siccome è di tutti, allora non si può dire niente; ho imparato che per molti altri televisione di Stato vuol dire televisione dei partiti; ho imparato che aveva ragione il poeta Edoardo Sanguineti quando disse: "Le parole sono potenti, non sprecatele"; ho imparato che qualcuno si definisce pro-vita, come se qualcun altro potessi definirsi pro-morte; ho imparato che ai racconti si può replicare solo con altri racconti. Chi non si è sentito rappresentato da questa trasmissione, può farne un'altra: e noi la guarderemo volentieri». E ancora: «Ho imparato che tutti quelli che vogliono spiegarti che cosa piace al pubblico per fortuna non lo sanno; ho imparato che Roberto Saviano è molto telegenico; ho imparato che la scorta di Roberto Saviano, non contenta di vederselo davanti tutto il giorno, lo guarda anche la sera in televisione. Ho imparato che tutti sapevano che al Nord c'è la 'ndrangheta, ma se lo erano dimenticati; ho imparato che nessuno sapeva che la spazzatura del Sud arriva anche dal Nord; ho imparato che le facce della gente comune e le facce della gente famosa spesso sono le facce della stessa medaglia».
TOBAGI - Tra gli spunti della puntata anche l'omaggio a Walter Tobagi, letto dalla figlia Benedetta che ha elencato le cose ereditate dal padre: tra queste, «migliaia di libri; il sorriso; 98 quaderni pieni di pensieri; la fierezza di portare il suo cognome; l'amore per la storia e la speranza di aprire finalmente gli archivi per poterla scrivere; gli occhi; l'importanza di ascoltare gli altri; tante lettere, ma soprattutto quella del Natale 1978 a mia madre; la mania di scrivere lettere, il potere della gentilezza; una bella definizione di giornalismo: "Poter capire, voler spiegare"; una vecchia Olivetti verde; l'amore per la complessità; una lunga sciarpa di lana che mi protegge come un abbraccio; l'indignazione; la lucidità dei suoi articoli». E ancora una frase di Gregorio Magno: «Se la verità provoca uno scandalo, meglio accettare lo scandalo che abbandonare la verità; la nostalgia di quello che ci hanno tolto; la convinzione che il terrorismo e la violenza si combattono rendendo la società più giusta; la consapevolezza che migliorare le cose è molto difficile, ma è possibile» e, per chiudere, «la vita».
A L'AQUILA BOMBA A OROLOGERIA - E' stata poi la volta di Roberto Saviano che ha raccontato il terremoto a L'Aquila. I ragazzi morti nella Casa dello studente all'Aquila, crollata con la scossa del 6 aprile 2009, ha detto lo scrittore «si definiscono vittime del terremoto. Ma forse non è così, c'è qualcosa in più: secondo le perizie della procura quel palazzo era una bomba a orologeria, era fatto male. Dunque non vittime solo del terremoto, ma anche e soprattutto del cemento, della cattiva costruzione». Nel suo monologo Roberto Saviano ha poi messo in fila i numeri della tragedia: 308 vittime, oltre 1.550 feriti, più di 65 mila sfollati, 23 mila case distrutte in cinque province. «La procura - accusa Saviano - dice che c'erano errori in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori e nell'ala crollata mancava un pilastro: le concause sono lì che urlano in questa perizia», ha aggiunto lo scrittore, dando poi la parola a Lilli Centofanti, sorella di Davide, uno dei ragazzi della Casa dello Studente, che ha letto l'elenco delle anomalie nella costruzione dell'edificio.
IL «COSTO» DEI VOTI - Nono solo L'Aquila però. Citando alcune inchieste della Dda, Saviano fa l'elenco del "costo" dei voti, portando come esempio della Campania, «dove si va dai 20 ai 50 euro, un seggio alla Regione fino a 60 mila euro e i politici lo sanno. Le europee costano meno». «Il voto di scambio - dice l'autore di Gomorra - ti sembra conveniente, all'apparenza, ma non lo è: ti dà una cosa ma ti toglie tutto il resto». «Non partecipare alla vita del proprio Paese - ha aggiunto Saviano - significa consegnarlo in mano a coloro che sanno organizzare il consenso: la politica così si è ridotta a scambio» e «la democrazia è spesso determinata da questi meccanismi».
L'ELENCO DI BIAGI - Dopo l'omaggio a Walter Tobagi, c'è stato anche spazio per il ricordo di Enzo Biagi, affidato a una serie di frasi del celebre giornalista sull'Italia lette da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Tra le altre: «Gli italiani non esistono. Nessuno è riuscito neppure a catalogarli. Venire al mondo a Palermo o a Catania, è già una classifica. Qui si può morire di mafia come di cassa integrazione».
GLI ALTRI OSPITI - Grande spazio occupato dallo show di Dario Fo, che ha ripreso alcuni dei consigli de "Il Principe" di Macchiavelli: mentire e ripetere la menzogna fino quasi a trasformarla in verità; stare attenti alle fazioni che rischiano di trascinarti nella rovina; non farsi cogliere nella condizione di essere ricattato o ricattabile, ma eventualmente attaccare il proprio accusatore accusandolo di atti indegni. Milena Gabanelli ha invece letto l'elenco delle cause e le richieste dei danni chiesti a Report mentre una ricercatrice ha raccontato le difficoltà che incontrano nel suo lavoro in Italia mentre il procuratore Antimafia Piero Grasso ha elencato cosa serve per vincere la lotta alla Mafia.
«GRAZIE ANCHE A CHI NON CI HA AIUTATO» - In conclusione i ringraziamenti finali: «a tutta la gente che ci ha aiutato, a Raitre, a Ruffini, a Mazzetti», ma anche «a quelli che non ci hanno aiutato perché hanno reso ancor più bella questa trasmissione» ha detto Fabio Fazio in chiusura dell'ultima puntata di "Vieni via con me". Anche Susanna, operatrice dello studio Rai di "Vieniviaconme", insieme agli altri lavoratori dello studio, ha scritto un elenco: «la tv che ci piace è quella che ci pone in grado di rappresentare una finestra sul mondo, e non il mondo visto dalla finestra. La tv che ci piace è quella che ci ha consentito di fare squadra, ponendo il meglio della nostra professionalità al servizio di un progetto degno, piccolo o grande che sia». E ancora: «la tv che ci piace è quella che lascia spazio a tutta la gamma della commozione, con l'unica eccezione del riso sguaiato e della lacrima a comando. La tv che ci piace è quella che ci riconsegna il senso di appartenenza a una grande azienda di servizio pubblico».
Redazione online corriere.it
29 novembre 2010(ultima modifica: 30 novembre 2010)
l'ultima puntata di "Vieni via con me"
Fazio: chi non si sente rappresentato può sempre fare un'altra trasmissione
Benedetta Tobagi rende omaggio al padre Walter. Saviano racconta il terremoto in Abruzzo
l'ultima puntata di "Vieni via con me"
Fazio: chi non si sente rappresentato
può sempre fare un'altra trasmissione
Benedetta Tobagi rende omaggio al padre Walter. Saviano racconta il terremoto in Abruzzo
Fabio Fazio e Roberto Saviano
Ultima puntata di "Vieni via con me", a metà della quale è stata anche data la notizia in diretta della morte del regista Mario Monicelli. Fabio Fazio l'aveva aperta precisando che se qualcuno non si è sentito rappresentato da "Vieni via con me" può sempre fare «un’altra trasmissione». Il conduttore ha tracciato il suo bilancio senza dimenticare le polemiche che hanno accompagnato il programma. «Ho imparato - ha detto il conduttore - che la Rai è ancora un pezzo importante di questo Paese, anche se spesso dimentica di esserlo; ho imparato che per molti televisione pubblica vuol dire che siccome è di tutti, allora non si può dire niente; ho imparato che per molti altri televisione di Stato vuol dire televisione dei partiti; ho imparato che aveva ragione il poeta Edoardo Sanguineti quando disse: "Le parole sono potenti, non sprecatele"; ho imparato che qualcuno si definisce pro-vita, come se qualcun altro potessi definirsi pro-morte; ho imparato che ai racconti si può replicare solo con altri racconti. Chi non si è sentito rappresentato da questa trasmissione, può farne un'altra: e noi la guarderemo volentieri». E ancora: «Ho imparato che tutti quelli che vogliono spiegarti che cosa piace al pubblico per fortuna non lo sanno; ho imparato che Roberto Saviano è molto telegenico; ho imparato che la scorta di Roberto Saviano, non contenta di vederselo davanti tutto il giorno, lo guarda anche la sera in televisione. Ho imparato che tutti sapevano che al Nord c'è la 'ndrangheta, ma se lo erano dimenticati; ho imparato che nessuno sapeva che la spazzatura del Sud arriva anche dal Nord; ho imparato che le facce della gente comune e le facce della gente famosa spesso sono le facce della stessa medaglia».
TOBAGI - Tra gli spunti della puntata anche l'omaggio a Walter Tobagi, letto dalla figlia Benedetta che ha elencato le cose ereditate dal padre: tra queste, «migliaia di libri; il sorriso; 98 quaderni pieni di pensieri; la fierezza di portare il suo cognome; l'amore per la storia e la speranza di aprire finalmente gli archivi per poterla scrivere; gli occhi; l'importanza di ascoltare gli altri; tante lettere, ma soprattutto quella del Natale 1978 a mia madre; la mania di scrivere lettere, il potere della gentilezza; una bella definizione di giornalismo: "Poter capire, voler spiegare"; una vecchia Olivetti verde; l'amore per la complessità; una lunga sciarpa di lana che mi protegge come un abbraccio; l'indignazione; la lucidità dei suoi articoli». E ancora una frase di Gregorio Magno: «Se la verità provoca uno scandalo, meglio accettare lo scandalo che abbandonare la verità; la nostalgia di quello che ci hanno tolto; la convinzione che il terrorismo e la violenza si combattono rendendo la società più giusta; la consapevolezza che migliorare le cose è molto difficile, ma è possibile» e, per chiudere, «la vita».
A L'AQUILA BOMBA A OROLOGERIA - E' stata poi la volta di Roberto Saviano che ha raccontato il terremoto a L'Aquila. I ragazzi morti nella Casa dello studente all'Aquila, crollata con la scossa del 6 aprile 2009, ha detto lo scrittore «si definiscono vittime del terremoto. Ma forse non è così, c'è qualcosa in più: secondo le perizie della procura quel palazzo era una bomba a orologeria, era fatto male. Dunque non vittime solo del terremoto, ma anche e soprattutto del cemento, della cattiva costruzione». Nel suo monologo Roberto Saviano ha poi messo in fila i numeri della tragedia: 308 vittime, oltre 1.550 feriti, più di 65 mila sfollati, 23 mila case distrutte in cinque province. «La procura - accusa Saviano - dice che c'erano errori in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori e nell'ala crollata mancava un pilastro: le concause sono lì che urlano in questa perizia», ha aggiunto lo scrittore, dando poi la parola a Lilli Centofanti, sorella di Davide, uno dei ragazzi della Casa dello Studente, che ha letto l'elenco delle anomalie nella costruzione dell'edificio.
IL «COSTO» DEI VOTI - Nono solo L'Aquila però. Citando alcune inchieste della Dda, Saviano fa l'elenco del "costo" dei voti, portando come esempio della Campania, «dove si va dai 20 ai 50 euro, un seggio alla Regione fino a 60 mila euro e i politici lo sanno. Le europee costano meno». «Il voto di scambio - dice l'autore di Gomorra - ti sembra conveniente, all'apparenza, ma non lo è: ti dà una cosa ma ti toglie tutto il resto». «Non partecipare alla vita del proprio Paese - ha aggiunto Saviano - significa consegnarlo in mano a coloro che sanno organizzare il consenso: la politica così si è ridotta a scambio» e «la democrazia è spesso determinata da questi meccanismi».
L'ELENCO DI BIAGI - Dopo l'omaggio a Walter Tobagi, c'è stato anche spazio per il ricordo di Enzo Biagi, affidato a una serie di frasi del celebre giornalista sull'Italia lette da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Tra le altre: «Gli italiani non esistono. Nessuno è riuscito neppure a catalogarli. Venire al mondo a Palermo o a Catania, è già una classifica. Qui si può morire di mafia come di cassa integrazione».
GLI ALTRI OSPITI - Grande spazio occupato dallo show di Dario Fo, che ha ripreso alcuni dei consigli de "Il Principe" di Macchiavelli: mentire e ripetere la menzogna fino quasi a trasformarla in verità; stare attenti alle fazioni che rischiano di trascinarti nella rovina; non farsi cogliere nella condizione di essere ricattato o ricattabile, ma eventualmente attaccare il proprio accusatore accusandolo di atti indegni. Milena Gabanelli ha invece letto l'elenco delle cause e le richieste dei danni chiesti a Report mentre una ricercatrice ha raccontato le difficoltà che incontrano nel suo lavoro in Italia mentre il procuratore Antimafia Piero Grasso ha elencato cosa serve per vincere la lotta alla Mafia.
«GRAZIE ANCHE A CHI NON CI HA AIUTATO» - In conclusione i ringraziamenti finali: «a tutta la gente che ci ha aiutato, a Raitre, a Ruffini, a Mazzetti», ma anche «a quelli che non ci hanno aiutato perché hanno reso ancor più bella questa trasmissione» ha detto Fabio Fazio in chiusura dell'ultima puntata di "Vieni via con me". Anche Susanna, operatrice dello studio Rai di "Vieniviaconme", insieme agli altri lavoratori dello studio, ha scritto un elenco: «la tv che ci piace è quella che ci pone in grado di rappresentare una finestra sul mondo, e non il mondo visto dalla finestra. La tv che ci piace è quella che ci ha consentito di fare squadra, ponendo il meglio della nostra professionalità al servizio di un progetto degno, piccolo o grande che sia». E ancora: «la tv che ci piace è quella che lascia spazio a tutta la gamma della commozione, con l'unica eccezione del riso sguaiato e della lacrima a comando. La tv che ci piace è quella che ci riconsegna il senso di appartenenza a una grande azienda di servizio pubblico».
Redazione online corriere.it
29 novembre 2010(ultima modifica: 30 novembre 2010)
Messaggio del 29-11-2010 alle ore 18:09:37
Messaggio del 27-11-2010 alle ore 16:25:30
senza sta storia dei comunisti sarebbero 22.800.000
senza sta storia dei comunisti sarebbero 22.800.000
Messaggio del 23-11-2010 alle ore 16:32:30
11.400.000 !!! Cazz quanti comunisti!!!
11.400.000 !!! Cazz quanti comunisti!!!
Messaggio del 23-11-2010 alle ore 12:13:33
il programma migliore negli ultimi 10 anni.......
e vi ricordo che Saviano non è nessuno è un'umo normale....è il resto che è il nulla!!
il programma migliore negli ultimi 10 anni.......
e vi ricordo che Saviano non è nessuno è un'umo normale....è il resto che è il nulla!!
Messaggio del 23-11-2010 alle ore 11:43:39
è il più bel programma da molti anni.
è il più bel programma da molti anni.
Messaggio del 18-11-2010 alle ore 18:14:57
Grande Fratello:Sociologia=Vieni via con meolitica
Grande Fratello:Sociologia=Vieni via con meolitica
Messaggio del 16-11-2010 alle ore 18:42:00
Sciabbolone, Benigni ha fatto meglio di chiunque altro nella RAI se parliamo di qualità-costo e Masi (chi è?) ci ha fatto una figura di merda
Sciabbolone, Benigni ha fatto meglio di chiunque altro nella RAI se parliamo di qualità-costo e Masi (chi è?) ci ha fatto una figura di merda
Messaggio del 16-11-2010 alle ore 18:39:16
MILANO - La puntata con Gianfranco Fini e Pier Luigi Bersani ha sbancato l'Auditel (nove milioni e 31 mila telespettatori, pari al 30.21% di share ). Vieni via con me, il programma di Fazio e Saviano su Rai 3, ha realizzato ascolti record, insomma, sollevando anche numerose polemiche. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in particolare, non ha gradito alcuni passaggi dell'intervento dell'autore di Gomorra, chiedendo di poter essere invitato alla trasmissione per un diritto di replica. Al titolare del Viminale, che ha parlato di «accuse infamanti», non è piaciuto soprattutto il racconto fatto da Saviano di approcci della 'ndrangheta ad un consigliere regionale leghista. «Chiedo risposta - ha spiegato Maroni - anche a nome dei milioni di leghisti che si sono sentiti indignati dalle insinuazioni gravissime di Saviano e quindi auspico che mi venga concesso lo stesso palcoscenico per replicare ad accuse così infamanti che devono essere smentite».
BOTTA E RISPOSTA - Il caso finirà mercoledì sul tavolo del Cda Rai, alla luce anche del netto rifiuto del capostruttura di Rai 3 Loris Mazzetti al faccia a faccia tra Maroni e Saviano in tv, auspicato dal ministro. Ma la vicenda è già diventata oggetto di un botta e risposta a distanza tra lo scrittore e il titolare del Viminale. «Sono stupito e allarmato dalle parole del ministro Maroni. Non capisco di quali infamie parli. Temo che abbia visto un'altra trasmissione» ha detto Saviano. Dal canto suo il ministro ha fatto capire che resterà sulle sue posizioni e, anzi, ha promesso che se la Rai non dovesse concedergli il diritto di replica girerà la questione al capo dello Stato Giorgio Napolitano. «Saremmo di fronte alla nuova inquisizione» ha aggiunto. «Di fronte ad accuse come quelle che ha fatto Saviano mi viene la pelle d'oca. Sono offeso e indignato per questo ho chiesto alla Rai di poter andare a replicare» ha poi spiegato Maroni parlando in diretta a Radio Padania. «Nessun ministro dell'Interno - ha aggiunto - può vantare risultati come quelli che ho ottenuto contro la mafia. Dire che la mafia e la camorra sono presenti al nord è una ovvietà. Ma accusare, come ha fatto Saviano, un intero partito di essere il referente della mafia mi fa venire la pelle d'oca». «Se il ministro Maroni - aveva dichiarato il capostruttura di Rai 3 - ha qualcosa da dire e si è sentito offeso, essendo un ministro ha la possibilità di parlare in tutti i programmi e in tutti i telegiornali, quindi si organizzi in qualche maniera. Noi stiamo facendo un programma culturale e quindi non credo che ci sarà la possibilità di replicare. Se noi abbiamo detto cose non vere, cose smentibili se lo abbiamo ingiuriato o offeso, si rivolga direttamente alla magistratura».
BOOM DI CONTATTI - La seconda puntata di Vieni via con me ha registrato quasi 20 milioni di contatti. Un'audience clamorosa, alimentata probabilmente dal grande battage di polemiche che l'ha preceduta: il direttore generale della Rai, Mauro Masi, aveva criticato la decisione dei conduttori di invitare il leader di Futuro e Libertà, Gianfranco Fini, e il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, affinché leggessero ciascuno un elenco di valori relativi all'essere di destra e all'essere di sinistra. E proprio i loro interventi, così come il primo monologo di Saviano sulle infiltrazioni della 'ndrangheta al Nord, hanno avuto un seguito medio di oltre 10 milioni di spettatori. Tra gli altri momenti significativi, quello dedicato alla vita e alla morte, con gli interventi della vedova di Piergiorgio Welby e del padre di Eluana Englaro.
«INTIMIDAZIONE INACCETTABILE» - La presa di posizione del ministro Maroni ha scatenato la polemica politica. «Nessuno tocchi Saviano - ha detto il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando -. Dal ministro Maroni arriva un'intollerabile intimidazione ad uno scrittore che vive sotto scorta per la sua denuncia coraggiosa di tutte le mafie. Il ministro dell'Interno, invece di reagire in maniera scomposta, faccia pulizia all'interno del suo partito e cacci i disonesti».
LE CRITICHE DEL PDL - Il Pdl si era affiancato alla protesta dell'amministratore delegato della Rai e lunedì sera aveva subito commentato criticamente l'intervento dei due leader. In seno al Cda di viale Mazzini era nato uno scontro tra i consiglieri legati all'area della maggioranza e quelli della minoranza e si era arrivati addirittura a parlare di una possibile sospensione o del divieto di far partecipare esponenti politici (o, ancora, di riequilibrare ex post la situazione con analoghi inviti per Bossi, Berlusconi e Casini). Alla fine, però, il programma è andato regolarmente in onda e con la scaletta prevista dagli autori. Ancora oggi il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha parlato della trasmissione come un misto di «settarismo e mediocrità». E Maurizio Gasparri ha bollato l'intervento di Fini sui valori della destra come un «compitino di quinta elementare».
«MASI SI DIMETTA» - Di diverso tono il commento di Articolo21, Giuseppe Giulietti: «Non siamo particolarmente appassionati alla guerra dei numeri ma di fronte ai risultati conquistati con le unghie e con i denti e persino con il gruppo dirigente della propria azienda che remava contro non si possono che ringraziare gli autori, Raitre e tutti quelli che ci hanno regalato una serata di qualità e di impegno civile e gli oltre nove milioni di italiani che hanno scelto la trasmissione e che, con il loro gesto, hanno dato un segno inequivocabile contro tutti quelli che vorrebbero mettere bavagli e censure a quei programmi che non piacciono al signor padrone del conflitto di interessi». «I cittadini - dice ancora Giulietti - hanno già dato espresso il loro voto di sfiducia al direttore generale. In qualsiasi altra azienda non sarebbe neanche necessario chiedere le dimissioni, sarebbero già state consegnate. Oggi è un'ottima giornata per farlo».
Redazione online
16 novembre 2010
MILANO - La puntata con Gianfranco Fini e Pier Luigi Bersani ha sbancato l'Auditel (nove milioni e 31 mila telespettatori, pari al 30.21% di share ). Vieni via con me, il programma di Fazio e Saviano su Rai 3, ha realizzato ascolti record, insomma, sollevando anche numerose polemiche. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in particolare, non ha gradito alcuni passaggi dell'intervento dell'autore di Gomorra, chiedendo di poter essere invitato alla trasmissione per un diritto di replica. Al titolare del Viminale, che ha parlato di «accuse infamanti», non è piaciuto soprattutto il racconto fatto da Saviano di approcci della 'ndrangheta ad un consigliere regionale leghista. «Chiedo risposta - ha spiegato Maroni - anche a nome dei milioni di leghisti che si sono sentiti indignati dalle insinuazioni gravissime di Saviano e quindi auspico che mi venga concesso lo stesso palcoscenico per replicare ad accuse così infamanti che devono essere smentite».
BOTTA E RISPOSTA - Il caso finirà mercoledì sul tavolo del Cda Rai, alla luce anche del netto rifiuto del capostruttura di Rai 3 Loris Mazzetti al faccia a faccia tra Maroni e Saviano in tv, auspicato dal ministro. Ma la vicenda è già diventata oggetto di un botta e risposta a distanza tra lo scrittore e il titolare del Viminale. «Sono stupito e allarmato dalle parole del ministro Maroni. Non capisco di quali infamie parli. Temo che abbia visto un'altra trasmissione» ha detto Saviano. Dal canto suo il ministro ha fatto capire che resterà sulle sue posizioni e, anzi, ha promesso che se la Rai non dovesse concedergli il diritto di replica girerà la questione al capo dello Stato Giorgio Napolitano. «Saremmo di fronte alla nuova inquisizione» ha aggiunto. «Di fronte ad accuse come quelle che ha fatto Saviano mi viene la pelle d'oca. Sono offeso e indignato per questo ho chiesto alla Rai di poter andare a replicare» ha poi spiegato Maroni parlando in diretta a Radio Padania. «Nessun ministro dell'Interno - ha aggiunto - può vantare risultati come quelli che ho ottenuto contro la mafia. Dire che la mafia e la camorra sono presenti al nord è una ovvietà. Ma accusare, come ha fatto Saviano, un intero partito di essere il referente della mafia mi fa venire la pelle d'oca». «Se il ministro Maroni - aveva dichiarato il capostruttura di Rai 3 - ha qualcosa da dire e si è sentito offeso, essendo un ministro ha la possibilità di parlare in tutti i programmi e in tutti i telegiornali, quindi si organizzi in qualche maniera. Noi stiamo facendo un programma culturale e quindi non credo che ci sarà la possibilità di replicare. Se noi abbiamo detto cose non vere, cose smentibili se lo abbiamo ingiuriato o offeso, si rivolga direttamente alla magistratura».
BOOM DI CONTATTI - La seconda puntata di Vieni via con me ha registrato quasi 20 milioni di contatti. Un'audience clamorosa, alimentata probabilmente dal grande battage di polemiche che l'ha preceduta: il direttore generale della Rai, Mauro Masi, aveva criticato la decisione dei conduttori di invitare il leader di Futuro e Libertà, Gianfranco Fini, e il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, affinché leggessero ciascuno un elenco di valori relativi all'essere di destra e all'essere di sinistra. E proprio i loro interventi, così come il primo monologo di Saviano sulle infiltrazioni della 'ndrangheta al Nord, hanno avuto un seguito medio di oltre 10 milioni di spettatori. Tra gli altri momenti significativi, quello dedicato alla vita e alla morte, con gli interventi della vedova di Piergiorgio Welby e del padre di Eluana Englaro.
«INTIMIDAZIONE INACCETTABILE» - La presa di posizione del ministro Maroni ha scatenato la polemica politica. «Nessuno tocchi Saviano - ha detto il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando -. Dal ministro Maroni arriva un'intollerabile intimidazione ad uno scrittore che vive sotto scorta per la sua denuncia coraggiosa di tutte le mafie. Il ministro dell'Interno, invece di reagire in maniera scomposta, faccia pulizia all'interno del suo partito e cacci i disonesti».
LE CRITICHE DEL PDL - Il Pdl si era affiancato alla protesta dell'amministratore delegato della Rai e lunedì sera aveva subito commentato criticamente l'intervento dei due leader. In seno al Cda di viale Mazzini era nato uno scontro tra i consiglieri legati all'area della maggioranza e quelli della minoranza e si era arrivati addirittura a parlare di una possibile sospensione o del divieto di far partecipare esponenti politici (o, ancora, di riequilibrare ex post la situazione con analoghi inviti per Bossi, Berlusconi e Casini). Alla fine, però, il programma è andato regolarmente in onda e con la scaletta prevista dagli autori. Ancora oggi il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha parlato della trasmissione come un misto di «settarismo e mediocrità». E Maurizio Gasparri ha bollato l'intervento di Fini sui valori della destra come un «compitino di quinta elementare».
«MASI SI DIMETTA» - Di diverso tono il commento di Articolo21, Giuseppe Giulietti: «Non siamo particolarmente appassionati alla guerra dei numeri ma di fronte ai risultati conquistati con le unghie e con i denti e persino con il gruppo dirigente della propria azienda che remava contro non si possono che ringraziare gli autori, Raitre e tutti quelli che ci hanno regalato una serata di qualità e di impegno civile e gli oltre nove milioni di italiani che hanno scelto la trasmissione e che, con il loro gesto, hanno dato un segno inequivocabile contro tutti quelli che vorrebbero mettere bavagli e censure a quei programmi che non piacciono al signor padrone del conflitto di interessi». «I cittadini - dice ancora Giulietti - hanno già dato espresso il loro voto di sfiducia al direttore generale. In qualsiasi altra azienda non sarebbe neanche necessario chiedere le dimissioni, sarebbero già state consegnate. Oggi è un'ottima giornata per farlo».
Redazione online
16 novembre 2010
Messaggio del 16-11-2010 alle ore 11:02:52
boom di ascolti
Per fortuna che a volte l'italiano non è così capra come vogliono farlo sembrare.....
boom di ascolti
Per fortuna che a volte l'italiano non è così capra come vogliono farlo sembrare.....
Messaggio del 15-11-2010 alle ore 19:13:58
Benigni ha riciclato il pezzo di tuttobenigni 96 ri-adattandolo all'attualità..... in effetti può fare di meglio
Benigni ha riciclato il pezzo di tuttobenigni 96 ri-adattandolo all'attualità..... in effetti può fare di meglio
Messaggio del 15-11-2010 alle ore 17:26:40
Pubblico allargato per «Vieni via con me»
I n attesa di sapere se Fazio & Saviano faranno il bis, questa sera, vale la pena rileggere con più attenzione quello che è successo nella prima puntata di «Vieni via con me». Sono già stati ampiamente sottolineati il record di ascolti per Raitre (share da ammiraglia: 25,48%), il «picco» con il Benigni musicale che omaggia Paolo Conte, il sorpasso sul «Grande fratello», la curiosa contrapposizione di due programmi opposti targati però, entrambi, Endemol. Dall'analisi della composizione del pubblico emergono altre considerazioni interessanti. Innanzitutto il fatto che il programma è stato, tecnicamente, «un evento».
Indipendentemente dalla «qualità» o dalla sua riuscita. Un «evento» è un programma in grado di andare al di là della normale routine di «fruizione»; e i segnali in questa direzione sono parecchi. Il pubblico che l'ha seguito non è l'usuale audience della televisione, perché il programma ha «catalizzato» spettatori non «tipicamente televisivi». Un pubblico spostato su fasce giovani (oltre tre milioni e mezzo fra i 25 e i 54 anni, con un picco del 30% fra i 25 e i 34 anni), più maschile (27% di share) che femminile (24% di share), in crescita direttamente proporzionale con i livelli di istruzione (oltre il 46% di share fra gli spettatori laureati). Geograficamente, sono stati più sensibili all'evento al Centro Nord di Fazio (fra il 25% e il 35% di share) che al Sud di Saviano (fra il 14% e il 21% di share). Ma il vero segnale che indica l'«evento» è una discreta quota di consumo «collettivo», con l'Auditel che ha registrato un numero consistente di «ospiti» (circa un milione) nelle case collegate con Raitre. Sulla scia di Celentano, Fazio mira a «serializzare» l'evento: domani sapremo se ce l'ha fatta.
Aldo Grasso
Pubblico allargato per «Vieni via con me»
I n attesa di sapere se Fazio & Saviano faranno il bis, questa sera, vale la pena rileggere con più attenzione quello che è successo nella prima puntata di «Vieni via con me». Sono già stati ampiamente sottolineati il record di ascolti per Raitre (share da ammiraglia: 25,48%), il «picco» con il Benigni musicale che omaggia Paolo Conte, il sorpasso sul «Grande fratello», la curiosa contrapposizione di due programmi opposti targati però, entrambi, Endemol. Dall'analisi della composizione del pubblico emergono altre considerazioni interessanti. Innanzitutto il fatto che il programma è stato, tecnicamente, «un evento».
Indipendentemente dalla «qualità» o dalla sua riuscita. Un «evento» è un programma in grado di andare al di là della normale routine di «fruizione»; e i segnali in questa direzione sono parecchi. Il pubblico che l'ha seguito non è l'usuale audience della televisione, perché il programma ha «catalizzato» spettatori non «tipicamente televisivi». Un pubblico spostato su fasce giovani (oltre tre milioni e mezzo fra i 25 e i 54 anni, con un picco del 30% fra i 25 e i 34 anni), più maschile (27% di share) che femminile (24% di share), in crescita direttamente proporzionale con i livelli di istruzione (oltre il 46% di share fra gli spettatori laureati). Geograficamente, sono stati più sensibili all'evento al Centro Nord di Fazio (fra il 25% e il 35% di share) che al Sud di Saviano (fra il 14% e il 21% di share). Ma il vero segnale che indica l'«evento» è una discreta quota di consumo «collettivo», con l'Auditel che ha registrato un numero consistente di «ospiti» (circa un milione) nelle case collegate con Raitre. Sulla scia di Celentano, Fazio mira a «serializzare» l'evento: domani sapremo se ce l'ha fatta.
Aldo Grasso
Messaggio del 13-11-2010 alle ore 08:29:04
anche a me piace ascoltare sviano, è uno che cattura la tua attenzione, e spaer raccontare e spiegare qualcosa è già di per sè un gran merito
benigni nettamente sottotono comunque, non mi è piaciuto per niente.
anche a me piace ascoltare sviano, è uno che cattura la tua attenzione, e spaer raccontare e spiegare qualcosa è già di per sè un gran merito
benigni nettamente sottotono comunque, non mi è piaciuto per niente.
Messaggio del 12-11-2010 alle ore 00:48:14
Mi piace molto il modo in cui Saviano ti racconta le cose.... come fosse li con te, seduto sul divano li di fianco... e pensare che c'ha appena trent'anni..... continua così, sei un grande!
Mi piace molto il modo in cui Saviano ti racconta le cose.... come fosse li con te, seduto sul divano li di fianco... e pensare che c'ha appena trent'anni..... continua così, sei un grande!
Messaggio del 09-11-2010 alle ore 22:31:58
una bella serata, mi è piaciuta un po' meno la parte di abbado, sembrava un po' stanco e la bordata contro sciascia.
la parte sulla macchina del fango nemmeno mi ha fatto impazzire, cose che si sapevano, spero saviano non diventi prigioniero di se stesso perchè è davvero un grande e quando sorride e si commuove si vede che è una persona autentica.
benigni sempre un gigante
una bella serata, mi è piaciuta un po' meno la parte di abbado, sembrava un po' stanco e la bordata contro sciascia.
la parte sulla macchina del fango nemmeno mi ha fatto impazzire, cose che si sapevano, spero saviano non diventi prigioniero di se stesso perchè è davvero un grande e quando sorride e si commuove si vede che è una persona autentica.
benigni sempre un gigante
Messaggio del 09-11-2010 alle ore 16:41:19
la pagina dedicata a Falcone era da brividi.
la pagina dedicata a Falcone era da brividi.
Messaggio del 09-11-2010 alle ore 13:55:19
Era tanto che non si vedeva un programma di prima serata così COLTO
Era tanto che non si vedeva un programma di prima serata così COLTO
Messaggio del 09-11-2010 alle ore 11:05:50
per la questura 100 persone 0,1 di share
per la questura 100 persone 0,1 di share
Messaggio del 09-11-2010 alle ore 10:50:39
Messaggio del 09-11-2010 alle ore 10:49:35
Per "Vieni via con me" 7,6 milioni con il 25.48% di share. Al GF 4 milioni 850 mila.
Per "Vieni via con me" 7,6 milioni con il 25.48% di share. Al GF 4 milioni 850 mila.
Messaggio del 09-11-2010 alle ore 10:41:32
Saviano in apertura: «democrazia a rischio con la macchina del fango»
Benigni: gag sul premier, Ruby e la Bindi
Il comico: «Silvio non ti dimettere, ci rovini»
Saviano in apertura: «democrazia a rischio con la macchina del fango»
Benigni: gag sul premier, Ruby e la Bindi
Il comico: «Silvio non ti dimettere, ci rovini»
MILANO - Una battuta dopo l'altra e come filo conduttore Berlusconi e il caso Ruby. La comicità di Roberto Benigni ha fatto irruzione (con successo, a giudicare dagli applausi in studio) a Vieni via con me, il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano lunedì sera alla prima puntata su Raitre. «Premetto che i gossip sessuali sono spazzatura. Sono qui per parlare di politica», è stato l'incipit del lungo monologo del premio Oscar. «Se queste notizie venissero confermate, ma io non credo, figurati se è vero, dice che c'è un premier che è stato con una minorenne marocchina, ma per ragioni d'età non è stata resa nota l'identità del premier».
«SILVIO DIMETTITI» - Rivolgendosi direttamente al presidente del Consiglio, Benigni ha affondato a più riprese il dito nella piaga della sempre più vicina crisi di governo. «Silvio, non ti dimettere, non dare retta a Fini, perché altrimenti ci rovini, non si lavora più. Santoro, Fazio, l'Unità, Repubblica non lavorano più. E poi Ghedini che fa, torna a fare il solito film horror? Silvio, tieni duro, dai retta a me». Quindi il dietrofront, appena accennato: «Silvio dimettiti... Non ne possiamo più». E di nuovo Ruby: «Torniamo a parlare di politica. Dunque, Ruby... Berlusconi ha detto che la vicenda è stata una vendetta dalla mafia. La mafia una volta ti ammazzava, ora invece ti manda due escort in bagno... Io ho il terrore di questo». Per poi incalzare: «Voi mafiosi siete delle bestie, fate schifo. Vi fornisco l'indirizzo del mio albergo a Milano: vendicatevi di me».
MESSAGGIO ALLA BINDI - Quindi la frecciatina al Pd: «Berlusconi dice che i giudici sono di sinistra, la Corte costituzionale è di sinistra, i giornali sono di sinistra... Se pure il Pd fosse di sinistra sai che rabbia gli farebbe». Quindi l'appello lanciato direttamente alla Bindi. «Rosy, dai, tu gli garbi, sacrificati per il partito», dice sempre parlando di Berlusconi e delle feste di Arcore. «Rosy tu gli piaci, si vede, ti nomina sempre... Fa continui riferimenti a te. Fai così: dai una foto a Fede e così ti intrufoli ad Arcore. Vai là e digli che sei maggiorenne - urla il comico toscano - tutto regolare mi raccomando. E quando resti sola con lui... Digli chi sei! Rosy non devi temere niente perché se ti arrestano basta che dici che sei la suocera di Zapatero. O la nonna di Fidel Castro».
GAG SUL COMPENSO - Nel suo lungo monologo, il comico toscano non ha lesinato ironie sulle polemiche legate al compenso inizialmente indicato per la sua partecipazione al programma di Fazio e Saviano (ma il regista e attore toscano ha poi deciso di andare in tv a titolo gratuito): «Sono d'accordo a venir gratis, la Rai ha bisogno di soldi, però Masi non fare scherzi. A un semaforo quando ho abbassato il vetro un polacco mi ha riconosciuto e mi ha dato un euro...» ha detto. «Ringrazio la Rai, e anche Saviano e Fazio che mi hanno invitato: a voi do il 70 per cento del mio cachet di questa sera. Meglio gratis. Io ho portato lo champagne, Masi i bicchieri, i suoi personali, abbiamo brindato. Direttore generale siamo qua, ma chi c'è dietro, chi manovra?. Che fai mi cacci? Sarebbe il colmo».
SAVIANO E IL FANGO - La puntata di Vieni via con me si è aperta con l'editoriale di Roberto Saviano. «Da un po' di tempo - ha detto lo scrittore - vivo come una sorta di ossessione, che riguarda la macchina del fango, il meccanismo che arriva a diffamare una persona»: per questo «la democrazia è letteralmente in pericolo. Ed è a rischio - ha aggiunto l'autore di Gomorra - nella misura in cui se tu ti poni contro certo poteri, contro questo governo, quello che ti aspetta è un attacco della macchina del fango, che parte da fatti minuscoli della tua vita privata». «C'è differenza - ha detto ancora Saviano - tra inchiesta e diffamazione», perché «la diffamazione usa un solo elemento e lo costruisce contro la persona che decide di diffamare». Lo scopo del meccanismo è «poter dire: siamo tutti uguali» e invece «dobbiamo sottolineare le differenze». Lo scrittore ha poi citato «la storia della casa di Montecarlo di Fini, che è stato intimidito», poi la vicenda di Boffo, «direttore cattolico che inizia a criticare governo da un giornale cattolico (Avvenire, ndr). E la macchina del fango lo presenta come una specie di criminale perché omosessuale: impensabile, incredibile». E ancora la vicenda della «presunta omosessualità di Caldoro (governatore della Campania, ndr)» diventata «l'arma usata da un suo collega di partito, Cosentino». Lo scrittore si è poi rivolto direttamente ai giovani: «Mi piacerebbe raccontarvi di una persona che è riuscita a resistere a una macchina del fango gigantesca, Giovanni Falcone». Di qui un lungo excursus, scandito da brani di articoli di quotidiani - in parte letti anche dall'attrice Angela Finocchiaro - sulle accuse e sui tentativi di delegittimazione del giudice e dell'intero pool antimafia siciliano.
VENDOLA, SAVIANO E I GAY - Sul palco di Vieni via con me è salito anche il governatore pugliese Nichi Vendola. Da «invertito» a «buzzarone», da «pederasta» a «cripto-checca»: Vendola ha elencato tutti i modi per definire gli omosessuali. Subito gli ha fatto eco Saviano che ha messo in fila i comportamenti che «dalle sue parti» individuano i gay: dalla «birra con le fette di limone» alle «unghie pulite» alle «scarpette sugli scogli» al «fare la puntura da sdraiati». Commento ironico di Vendola: «Non so più qual è la mia natura sessuale». Poi però il tono si è fatto serio e Vendola ha letto l'elenco delle possibili espiazioni dell'omosessualità: da «evirato» a «deportato nei lager e nei gulag», da «confinato» a «ricoverato in manicomio» e «stuprato per punizione». E ancora le classificazioni dell'omosessualità nella vita pubblica: «crimine», «disordine», «pulsione di morte», «sporcizia», «peccato». Allora, ha concluso Fazio citando una recente battuta del premier Berlusconi, «si dice che è molto meglio guardare le belle ragazze che essere gay?». «È molto meglio essere felici», ha chiosato Vendola.
Redazione online
08 novembre 2010(ultima modifica: 09 novembre 2010)
Saviano in apertura: «democrazia a rischio con la macchina del fango»
Benigni: gag sul premier, Ruby e la Bindi
Il comico: «Silvio non ti dimettere, ci rovini»
Saviano in apertura: «democrazia a rischio con la macchina del fango»
Benigni: gag sul premier, Ruby e la Bindi
Il comico: «Silvio non ti dimettere, ci rovini»
MILANO - Una battuta dopo l'altra e come filo conduttore Berlusconi e il caso Ruby. La comicità di Roberto Benigni ha fatto irruzione (con successo, a giudicare dagli applausi in studio) a Vieni via con me, il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano lunedì sera alla prima puntata su Raitre. «Premetto che i gossip sessuali sono spazzatura. Sono qui per parlare di politica», è stato l'incipit del lungo monologo del premio Oscar. «Se queste notizie venissero confermate, ma io non credo, figurati se è vero, dice che c'è un premier che è stato con una minorenne marocchina, ma per ragioni d'età non è stata resa nota l'identità del premier».
«SILVIO DIMETTITI» - Rivolgendosi direttamente al presidente del Consiglio, Benigni ha affondato a più riprese il dito nella piaga della sempre più vicina crisi di governo. «Silvio, non ti dimettere, non dare retta a Fini, perché altrimenti ci rovini, non si lavora più. Santoro, Fazio, l'Unità, Repubblica non lavorano più. E poi Ghedini che fa, torna a fare il solito film horror? Silvio, tieni duro, dai retta a me». Quindi il dietrofront, appena accennato: «Silvio dimettiti... Non ne possiamo più». E di nuovo Ruby: «Torniamo a parlare di politica. Dunque, Ruby... Berlusconi ha detto che la vicenda è stata una vendetta dalla mafia. La mafia una volta ti ammazzava, ora invece ti manda due escort in bagno... Io ho il terrore di questo». Per poi incalzare: «Voi mafiosi siete delle bestie, fate schifo. Vi fornisco l'indirizzo del mio albergo a Milano: vendicatevi di me».
MESSAGGIO ALLA BINDI - Quindi la frecciatina al Pd: «Berlusconi dice che i giudici sono di sinistra, la Corte costituzionale è di sinistra, i giornali sono di sinistra... Se pure il Pd fosse di sinistra sai che rabbia gli farebbe». Quindi l'appello lanciato direttamente alla Bindi. «Rosy, dai, tu gli garbi, sacrificati per il partito», dice sempre parlando di Berlusconi e delle feste di Arcore. «Rosy tu gli piaci, si vede, ti nomina sempre... Fa continui riferimenti a te. Fai così: dai una foto a Fede e così ti intrufoli ad Arcore. Vai là e digli che sei maggiorenne - urla il comico toscano - tutto regolare mi raccomando. E quando resti sola con lui... Digli chi sei! Rosy non devi temere niente perché se ti arrestano basta che dici che sei la suocera di Zapatero. O la nonna di Fidel Castro».
GAG SUL COMPENSO - Nel suo lungo monologo, il comico toscano non ha lesinato ironie sulle polemiche legate al compenso inizialmente indicato per la sua partecipazione al programma di Fazio e Saviano (ma il regista e attore toscano ha poi deciso di andare in tv a titolo gratuito): «Sono d'accordo a venir gratis, la Rai ha bisogno di soldi, però Masi non fare scherzi. A un semaforo quando ho abbassato il vetro un polacco mi ha riconosciuto e mi ha dato un euro...» ha detto. «Ringrazio la Rai, e anche Saviano e Fazio che mi hanno invitato: a voi do il 70 per cento del mio cachet di questa sera. Meglio gratis. Io ho portato lo champagne, Masi i bicchieri, i suoi personali, abbiamo brindato. Direttore generale siamo qua, ma chi c'è dietro, chi manovra?. Che fai mi cacci? Sarebbe il colmo».
SAVIANO E IL FANGO - La puntata di Vieni via con me si è aperta con l'editoriale di Roberto Saviano. «Da un po' di tempo - ha detto lo scrittore - vivo come una sorta di ossessione, che riguarda la macchina del fango, il meccanismo che arriva a diffamare una persona»: per questo «la democrazia è letteralmente in pericolo. Ed è a rischio - ha aggiunto l'autore di Gomorra - nella misura in cui se tu ti poni contro certo poteri, contro questo governo, quello che ti aspetta è un attacco della macchina del fango, che parte da fatti minuscoli della tua vita privata». «C'è differenza - ha detto ancora Saviano - tra inchiesta e diffamazione», perché «la diffamazione usa un solo elemento e lo costruisce contro la persona che decide di diffamare». Lo scopo del meccanismo è «poter dire: siamo tutti uguali» e invece «dobbiamo sottolineare le differenze». Lo scrittore ha poi citato «la storia della casa di Montecarlo di Fini, che è stato intimidito», poi la vicenda di Boffo, «direttore cattolico che inizia a criticare governo da un giornale cattolico (Avvenire, ndr). E la macchina del fango lo presenta come una specie di criminale perché omosessuale: impensabile, incredibile». E ancora la vicenda della «presunta omosessualità di Caldoro (governatore della Campania, ndr)» diventata «l'arma usata da un suo collega di partito, Cosentino». Lo scrittore si è poi rivolto direttamente ai giovani: «Mi piacerebbe raccontarvi di una persona che è riuscita a resistere a una macchina del fango gigantesca, Giovanni Falcone». Di qui un lungo excursus, scandito da brani di articoli di quotidiani - in parte letti anche dall'attrice Angela Finocchiaro - sulle accuse e sui tentativi di delegittimazione del giudice e dell'intero pool antimafia siciliano.
VENDOLA, SAVIANO E I GAY - Sul palco di Vieni via con me è salito anche il governatore pugliese Nichi Vendola. Da «invertito» a «buzzarone», da «pederasta» a «cripto-checca»: Vendola ha elencato tutti i modi per definire gli omosessuali. Subito gli ha fatto eco Saviano che ha messo in fila i comportamenti che «dalle sue parti» individuano i gay: dalla «birra con le fette di limone» alle «unghie pulite» alle «scarpette sugli scogli» al «fare la puntura da sdraiati». Commento ironico di Vendola: «Non so più qual è la mia natura sessuale». Poi però il tono si è fatto serio e Vendola ha letto l'elenco delle possibili espiazioni dell'omosessualità: da «evirato» a «deportato nei lager e nei gulag», da «confinato» a «ricoverato in manicomio» e «stuprato per punizione». E ancora le classificazioni dell'omosessualità nella vita pubblica: «crimine», «disordine», «pulsione di morte», «sporcizia», «peccato». Allora, ha concluso Fazio citando una recente battuta del premier Berlusconi, «si dice che è molto meglio guardare le belle ragazze che essere gay?». «È molto meglio essere felici», ha chiosato Vendola.
Redazione online
08 novembre 2010(ultima modifica: 09 novembre 2010)
Messaggio del 08-11-2010 alle ore 11:30:22
"Così racconterò i segreti della macchina del fango"- Ecco l'articolo di Roberto sulla sfida di "Vieni via con me". Questa sera la prima puntata alle 21,05 su Rai Tre.
"Così racconterò i segreti della macchina del fango"- Ecco l'articolo di Roberto sulla sfida di "Vieni via con me". Questa sera la prima puntata alle 21,05 su Rai Tre.
Messaggio del 22-10-2010 alle ore 11:00:54
Saviano: "Non ci arrestano, ma abbassano i decibel del volume". "La censura oggi? L'Italia resta un
paese democratico, non è la Cuba di Castro, il Venezuela di Chavez, non ci arrestano, abbassano i decibel del volume, non pagano gli ospiti, ci diffamano pensando che per il semplice fatto che facciamo il nostro lavoro non dobbiamo essere pagati". Roberto Saviano, in collegamento da Berlino con Annozero, è tornato sugli ostacoli alla realizzazione del programma Vieni via con me. La questione del compenso degli ospiti, ha detto tra l'altro lo scrittore, "è anche un favore alla concorrenza: la Rai è l'unica azienda che lavora contro se stessa". "I soldi che hanno chiesto gli ospiti - ha detto - sono al di sotto dei prezzi del mercato, sono soldi che daremo dalla pubblicità generata dal programma. Essere pagato significa essere professionale, se invece l'ospite arriva gratis lo spettatore deve accontentarsi". Saviano, poi, ha parlato anche della struttura della trasmissione: "La nostra trasmissione - ha sottolineato - è diversa da un programma politico o di inchiesta, anche perché non saprei farne, ma è un programma di narrazione: così l'abbiamo sognato con Fazio e la redazione, con un principio estetico ancor prima che etico". "Masi e la dirigenza - ha ribadito l'autore di Gomorra - ci hanno chiesto la scaletta: è giusto, è il mio editore. Ma da quando abbiamo consegnato la scaletta, tutto è cambiato". Tra i temi su cui stava preparando i monologhi, Saviano ha citato "la 'ndrangheta in Lombardia, una riflessione sul Risorgimento da uomo del Sud: volevo parlare di cosa significa il paese unito, la convenienza per il nord di avere il sud''.
Parole che il dg Rai, Masi, respinge al mittente: "Non esistono e non sono mai esistite difficoltà amministrative relative al programma 'Vieni via con me'", dichiara in una nota, e attacca: "Le affermazioni del signor Roberto Saviano sulla presunta consegna delle scalette e su banali questioni logistiche riguardanti gli ospiti sono completamente prive di ogni fondamento".
Saviano si dice comunque pronto ad andare in onda: "La voglia di fare la trasmissione è tantissima", dichiara ad Annozero. "Ma voglio anche chiedere a Masi: dimmi che mi sopporti e vorresti tanto non farmela fare, e giuro che non faccio polemiche. Se la Rai ci dice che siamo tollerati e non supportati, giuriamo che non facciamo polemiche". Insomma, ha concluso lo scrittore, "Masi si prenda le sue responsabilità e ci dica come stanno chiaramente le cose".
Saviano: "Non ci arrestano, ma abbassano i decibel del volume". "La censura oggi? L'Italia resta un
paese democratico, non è la Cuba di Castro, il Venezuela di Chavez, non ci arrestano, abbassano i decibel del volume, non pagano gli ospiti, ci diffamano pensando che per il semplice fatto che facciamo il nostro lavoro non dobbiamo essere pagati". Roberto Saviano, in collegamento da Berlino con Annozero, è tornato sugli ostacoli alla realizzazione del programma Vieni via con me. La questione del compenso degli ospiti, ha detto tra l'altro lo scrittore, "è anche un favore alla concorrenza: la Rai è l'unica azienda che lavora contro se stessa". "I soldi che hanno chiesto gli ospiti - ha detto - sono al di sotto dei prezzi del mercato, sono soldi che daremo dalla pubblicità generata dal programma. Essere pagato significa essere professionale, se invece l'ospite arriva gratis lo spettatore deve accontentarsi". Saviano, poi, ha parlato anche della struttura della trasmissione: "La nostra trasmissione - ha sottolineato - è diversa da un programma politico o di inchiesta, anche perché non saprei farne, ma è un programma di narrazione: così l'abbiamo sognato con Fazio e la redazione, con un principio estetico ancor prima che etico". "Masi e la dirigenza - ha ribadito l'autore di Gomorra - ci hanno chiesto la scaletta: è giusto, è il mio editore. Ma da quando abbiamo consegnato la scaletta, tutto è cambiato". Tra i temi su cui stava preparando i monologhi, Saviano ha citato "la 'ndrangheta in Lombardia, una riflessione sul Risorgimento da uomo del Sud: volevo parlare di cosa significa il paese unito, la convenienza per il nord di avere il sud''.
Parole che il dg Rai, Masi, respinge al mittente: "Non esistono e non sono mai esistite difficoltà amministrative relative al programma 'Vieni via con me'", dichiara in una nota, e attacca: "Le affermazioni del signor Roberto Saviano sulla presunta consegna delle scalette e su banali questioni logistiche riguardanti gli ospiti sono completamente prive di ogni fondamento".
Saviano si dice comunque pronto ad andare in onda: "La voglia di fare la trasmissione è tantissima", dichiara ad Annozero. "Ma voglio anche chiedere a Masi: dimmi che mi sopporti e vorresti tanto non farmela fare, e giuro che non faccio polemiche. Se la Rai ci dice che siamo tollerati e non supportati, giuriamo che non facciamo polemiche". Insomma, ha concluso lo scrittore, "Masi si prenda le sue responsabilità e ci dica come stanno chiaramente le cose".
Nuova reply all'argomento:
Saviano
Registrati
Mi so scurdate la password
Hai problemi ad effettuare il login?
segui le istruzioni qui