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PERCHE' LA SINISTRA NON C'E' PIU'.
Messaggio del 27-05-2008 alle ore 20:48:56
Infatti, non c'entra un beneamato c.... perchè invece di pensare alla politica non vieni il 28 a vedere i Maiden? ti penserò intensamente...
Messaggio del 27-05-2008 alle ore 08:33:27
Messaggio del 27-05-2008 alle ore 05:08:22
ho sbagliato sezione

EDIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIITTTTTTTTTTTTTTT
Messaggio del 27-05-2008 alle ore 04:58:32

Come abbiamo cercato di mostrare ne "La sinistra rivelata” [1], la sinistra è stata caratterizzata, nei due secoli della sua esistenza, dal binomio “sviluppo ed emancipazione”: è stata cioè la parte politica, sociale e culturale che ha lottato per l’emancipazione dei ceti subalterni promuovendo lo sviluppo economico e tecnologico. Questa congiunzione è stata possibile perché, fino a tempi recenti, sviluppo ed emancipazione erano compatibili. Ma la situazione è completamente cambiata negli ultimi decenni. La fase storica che, utilizzando termini imprecisi ma ormai di uso comune, viene chiamata “globalizzazione” o “neoliberismo” rappresenta, fra le altre cose, il momento in cui sviluppo ed emancipazione si separano e si contrappongono.

Mentre fino a pochi decenni or sono lo sviluppo economico e tecnologico poteva davvero portare al miglioramento delle condizioni di vita dei ceti subalterni, oggi sviluppo significa attacco ai redditi e ai diritti conquistati dai ceti subalterni nella fase precedente, significa attacco ai territori per le grandi opere necessarie allo sviluppo stesso, significa degrado ambientale e sociale.

In questa situazione la posizione che definisce la sinistra, quella cioè di volere l’emancipazione dei ceti subalterni attraverso lo sviluppo, non è più possibile e appare come una contraddizione in termini. O si sceglie lo sviluppo, e allora, anche se ci si illude di essere progressisti o magari addirittura anticapitalisti, nella realtà si sceglie la de-emancipazione dei ceti subalterni e il degrado ambientale e sociale, oppure si sceglie l’emancipazione dei ceti subalterni, e in tal caso occorre combattere lo sviluppo fine a se stesso e porsi nell’ottica delle decrescita.

Questo carattere contraddittorio della nozione stessa di sinistra, nella fase attuale, ha potuto essere rimosso per qualche tempo. Lo strumento della rimozione è stato, per lunghi anni, l’antiberlusconismo ossessivo.

Incapaci di dare un senso all’esistenza delle proprie organizzazioni, che non fosse l’attaccamento personale al potere e ai suoi vantaggi, i ceti dirigenti della sinistra italiana hanno posto il rifiuto di Berlusconi come unico contenuto e collante della propria parte politica. Ma nel momento in cui il Partito Democratico di Veltroni ha scelto di presentarsi da solo alle elezioni, l’antiberlusconismo ha funzionato contro la sinistra (cioè la sinistra arcobaleno). Se per anni si ripete che la cosa fondamentale, alla quale tutto il resto va subordinato, è impedire l’accesso al potere di Berlusconi, se in nome di questo si sacrifica ogni contenuto reale della propria politica, è chiaro che i partiti di sinistra finiscono per perdere il proprio elettorato: nella situazione in cui ci si è trovati alle politiche del 2008, chi era legato ai contenuti reali di una politica di sinistra si è astenuto (o ha espresso un ininfluente voto per piccole formazioni di estrema sinistra) perché ha capito che tali contenuti verranno sempre e comunque sacrificati alla necessità delle alleanze antiberlusconiane, mentre chi ha davvero introiettato la necessità di combattere Berlusconi come fine principale della politica ha votato PD. Questa scomparsa della sinistra non ci addolora. Essa sgombra il campo dagli equivoci, fa chiarezza, e la chiarezza è sempre benvenuta. La realtà ha fatto tornare i conti, cancellando dalla storia ciò che era ormai un’impossibilità logica. Non si tratta ora di ricostruire una nuova sinistra (o un nuovo partito comunista), che sarà finalmente quella buona, quella giusta, quella vera. Si tratta invece di capire come sia possibile far vivere gli ideali di emancipazione, giustizia, solidarietà, in una situazione in cui non è più possibile la sinistra.



Tratto dal libro:



di Marino Badiale e Massimo Bontempelli


Mi sembra una analisi lucida, accorta e razionale ed in grado di fornire uno spunto di discussione, SPERO, senza l'intervento di faziosi, coretti da stadio inutili, sfotto' trik e trakk bombe a mano e ca22ate varie ed eventuali...


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