Salute & Benessere

CANNABIS LIBERA ;)
Messaggio del 18-09-2006 alle ore 23:22:54
Premessa:

Vi consiglio di salvare il papiro ( non e' un mio articolo )e di leggerlo quando avrete un po' di tempo. Allora... chi fa uso di cannabis non e' automaticamente un drogato o un delinquente in senso generale... rimane il fatto che la cannabis e' illegale; purtroppo e' ancora molto diffusa la leggenda popolare secondo cui tutto sommato la canna non fa male... e' rilassante, rende piacevole una serata... etc. etc.
Ok, l'uso di canne e' diffuso e se non ti fai una canna ti pigliano per balengo... etc. etc.

ma le canne fanno male... e lo si sa da anni e anni e anni e aaaaaanni

quindi basta con la favoletta della canna che non fa male....

non voglio essere moralista ma semplicemente realista: e' dannosa e quindi non conviene usarla... e' un consiglio da amico ...poi ognuno e' libero di fare cio' che vuole e.. amici come prima

Bene.

Che cos’è la marijuana?
La marijuana - spesso chiamata “pot” “grass” “weed” (erba, erbaccia), “mary jane” o “mj” - è una mistura verdastro-grigia di foglie, gambi, semi, e fiori della canapa - Cannabis sativa – essiccati e tagliuzzati. La maggior parte degli utilizzatori fuma marijuana in forma di sigarette fatte a mano, chiamate fra l’altro “joints” (spinelli), mentre alcuni usano pipe o pipe d’acqua (“bongs”). Sono anche diventati di moda dei sigari di marijuana (“blunts”). Per fare questi ultimi, coloro che fumano aprono i sigari con un taglio e sostituiscono il tabacco con la marijuana, spesso in combinazione con altra droga come crack o cocaina. La marijuana viene anche usata per tisane e a volta mescolata in pietanze.
Il principale principio attivo nella marijuana è delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) che provoca gli effetti psicoattivi della droga. L'ammontare di THC (che è anche il principio psicoattivo dell’hashish) determina la potenza e, perciò, gli effetti di marijuana. Tra il 1980 ed il 1997, la quantità di THC è aumentata drammaticamente nella marijuana disponibile negli Stati Uniti.

Quanto è usata la marijuana in Italia?
Dai dati sul possesso emerge che la cannabis è la sostanza maggiormente utilizzata in Italia. I dati riguardanti la prevalenza di utilizzo nella popolazione generale confermano la dominanza di cannabis come droga maggiormente utilizzata. Le indagini dell’ESPAD e reports locali confermano questi elementi.
I dati mostrano anche che l’uso della cannabis sta aumentando sempre di più e indicano che vi è un incremento dei problemi collegati all’uso di questa droga. Comunque, l’indagine ESPAD osserva che l’uso di cannabis nel corso della vita per i minorenni è sceso al 30.9% del 2000, quando invece era salito dal 19% del 1995, al 33% del 1999. Le cifre del ministero della difesa mostrano un continuo incremento sebbene l’informazione non sia interamente comparabile da un anno all’altro. I dati sulla domanda di trattamento mostrano un aumento annuo dell’uso di cannabis come droga primaria e un conseguente declino della stessa come droga secondaria.
Data la quantità di cannabis confiscata e la sua diffusa disponibilità, non deve sorprendere che ci sia un uso così diffuso all’interno della popolazione.

Quanto è usata la marijuana negli Stati Uniti?
La marijuana è la droga illecita più comunemente usata in America. Più di 83 milioni di americani (37 %) con più di 12 anni di età hanno provato marijuana almeno una volta nella vita (secondo il National Household Survey on Drug Abuse 2001- NHSDA)
L’uso di marijuana è molto esteso fra gli adolescenti e i giovani adulti. La percentuale di studenti della scuola media che ha ammesso di aver utilizzato tale sostanza è stata in continuo aumento per tutti gli anni novanta. Negli ultimi anni, secondo lo studio Monitoring the Future del 2001, un sondaggio annuale sull’uso di droga da parte degli studenti della scuola Media e Superiore, il livello dell’uso di droga da parte degli studenti dell’ottavo e del decimo anno scolastico si è assestato. Nonostante questo fatto, nel 2001 il 20 % degli studenti dell’8° anno hanno ammesso di avere provato la marijuana mentre il 9% erano utilizzatori “correnti” (definiti come persone che avevano usato la droga almeno una volta nei 30 giorni prima del sondaggio). Fra quelli del 10° anno, 40% avevano provato marijuana almeno una volta nella vita, e quasi il 20% erano utilizzatori correnti. Come ci si potrebbe aspettare, le percentuali di utilizzo fra quelli del 12° (ultimo) anno scolastico erano ancora più alte: quasi la metà aveva provato marijuana e il 22% erano utilizzatori correnti.
La Drug Abuse Warning Network (DAWN), una rete di lavoro che ha come scopo lo studio dell'impatto della droga sulla salute, ha stimato che, nel 2001, la marijuana era uno dei fattori che ha contribuito a più di 110,000 casi di visite presso i reparti di emergenza negli Stati Uniti, con circa 15 % dei pazienti con un’età compresa tra i 12 e i 17 anni di età e quasi due-terzi di questi erano maschi.
Nel 1999, il National Institute of Justice’s Arrestee Drug Abuse Monitoring Program (ADAM), che raccoglie i dati da 34 luoghi sul numero di maschi adulti arrestati che risultano positivi per varie sostanze, ha trovato che, mediamente, il 39 % degli adulti maschi arrestati e il 26 % delle femmine risultano positivi per la marijuana. L’ADAM ha raccolto dati sui minori arrestati in nove luoghi e ha riscontrato che la droga più comunemente usata fra questi giovani era la marijuana. Mediamente il 53 % dei minori maschi e il 38 % delle femmine arrestati risultano positivi per la marijuana.
Il Gruppo di Lavoro Epidemiologico del NIDA (CEWG), una rete di ricercatori che segue le tendenze, il tipo e i modelli d’uso di sostanza nelle maggiori città Americane, trova costantemente che la marijuana è frequentemente usata in combinazione con altre sostanze come la cocaina, il crack, il PCP, la formaldeide e lo sciroppo per la tosse contenente codeina (a volta senza che l'utilizzatore lo sappia). Così i rischi associati con l’uso di marijuana possono essere resi più gravi a causa dall’aggiunta d’altre droghe.

Quali sono gli effetti a breve termine dell’uso di marijuana?
Gli effetti della marijuana cominciano subito dopo l’ingresso della droga nel cervello e durano da una a tre ore. Se la marijuana viene assunta attraverso il cibo o se è bevuta, gli effetti a breve termine cominciano più lentamente, di solito dopo una mezz’ora od un’ora, e durano di più, anche fino a 4 ore. Se l’utente fuma la droga, la marijuana deposita molto più THC nel sangue di quando è mangiata o bevuta.
Pochi minuti dopo l’inalazione del fumo di marijuana, il cuore dell’individuo comincia a battere più rapidamente, le vie bronchiali si rilassano e si dilatano, e i vasi sanguigni negli occhi si espandono e diventano rossi. Il battito cardiaco, normalmente a 70 o 80 battiti al minuto, può aumentare da 20 a 50 battiti al minuto o, in altri casi, può perfino raddoppiarsi. Quest’ultimo effetto può essere ancora più evidente se con la marijuana vengono assunte altre droghe.
Quando il THC entra nel cervello la persona comincia a sentirsi euforica. La droga agisce sul sistema di gratificazione del cervello, nelle aree che rispondono agli stimoli della fame e anche agli stimoli prodotti dalle maggiori sostanze di cui normalmente si abusa. Il THC attiva il sistema di ricompensa/premiazione (reward) nello stesso modo in cui lo fanno quasi tutte le sostanze d’abuso, stimolando il cervello a rilasciare dopamina.
Un utente di marijuana può provare delle sensazioni piacevoli, i colori e i suoni possono sembrare più intensi, e il tempo passare più lentamente. La bocca diventa asciutta e possono verificarsi improvvisamente sensazioni molto forti di fame e di sete. Le mani possono tremare o diventare fredde. Dopo un po’ l'euforia passa e poi l'utente può sentirsi sonnolento o depresso. Qualche volta l’uso della marijuana produce ansia, paura, diffidenza nei confronti degli altri o panico.
L’uso della marijuana danneggia l'abilità di una persona di memorizzare eventi, richiamarli (cfr. La Marijuana, la Memoria e l’Ippocampo), e di spostare l’attenzione da una cosa ad un’altra. Il THC diminuisce anche la coordinazione e l’equilibrio, legandosi ai recettori dei gangli basali nel cervelletto, le zone del cervello che regolano l’equilibrio, la postura, la coordinazione motoria e il tempo di reazione. Con i suoi effetti sul cervello e sull’organismo in genere, l'ebbrezza di marijuana può essere causa d’incidenti. Diversi studi dimostrano che approssimativamente dal 6 all’11 % delle vittime di incidenti mortali risultano positivi per il THC, e spesso anche per l’alcool.
Secondo uno studio condotto dalla National Highway Traffic Safety Association (Associazione nazionale per la sicurezza stradale), una dose modesta di marijuana da sola può influire negativamente sulla capacità di guidare, inoltre se questa viene addizionata ad alcool gli effetti negativi diventano ancora più marcatamente vistosi. Gli indici misurati per la capacità di guidare includevano il tempo di reazione, la frequenza di ricerca visuale (dove il conducente controlla le strade laterali), e l'abilità di percepire e/o rispondere a variazioni nella velocità relativa di altri veicoli.
I tossicodipendenti che hanno assunte dosi alte di tale sostanza possono provare psicosi tossica acuta con la presenza di allucinazioni, illusioni e depersonalizzazione - una perdita del senso dell'identità personale. Anche se le cause specifiche di questi sintomi rimangono ignote, sembra che accadano più frequentemente quando un’alta dose di cannabis viene assunta in cibo o bevande anziché fumato in uno spinello.

Gli effetti prodotti dalla marijuana sul cervello
Quando la marijuana viene fumata, il suo ingrediente attivo (THC) passa per tutto l’organismo, cervello incluso. Il THC si lega ai siti chiamati recettori dei cannabinoidi sulle cellule nervose del cervello ed esercita un’influenza sulla loro funzione. I recettori dei cannabinoidi si trovano soprattutto nelle zone del cervello che regolano il movimento, la coordinazione, l’apprendimento e la memoria, e le funzioni cognitive complesse come il giudizio e il piacere.

L’effetto dell’uso di marijuana sulla salute fisica
È stato dimostrato che l’uso di marijuana aumenta l’incapacità di smettere di fumare tabacco. Un recente studio comparato fra fumatori adulti di marijuana e tabacco e fumatori di solo tabacco, dimostra che la relazione tra l’uso di marijuana e l’abitudine di fumare era particolarmente forte fra coloro che fumavano la marijuana quotidianamente al momento dell'intervista iniziale, vale a dire 13 anni prima dell'intervista di follow-up.
Uno studio di 450 individui ha verificato che le persone che fumano marijuana frequentemente, ma non fumano tabacco, hanno più problemi di salute e perdono più giorni di lavoro dei non fumatori. Molti dei giorni di malattia in più avevano come causa malattie respiratorie.
Anche un uso infrequente di marijuana può provocare bruciore e rossore di bocca e gola, spesso accompagnato da tosse pesante. Un individuo che fuma marijuana regolarmente può essere soggetto a molti degli stessi problemi respiratori che colpiscono i fumatori di tabacco: es. tosse abituale, la produzione di catarro, una più alta frequenza di malattie respiratorie acute, un più elevato rischio d’infezioni ai polmoni ed una tendenza a soffrire di ostruzione delle vie aeree.
L’abitudine di fumare marijuana può anche essere un fattore di causa per il cancro del tratto respiratorio e dei polmoni. Uno studio comparato di 173 pazienti con cancro e 176 individui sani, ha evidenziato che la probabilità di sviluppare cancro alla testa o al collo è più alta fra i fumatori di marijuana, e che questa probabilità è correlata anche con la quantità fumata. Un'analisi statistica dei dati ha indicato che fumare la marijuana raddoppia o triplica il rischio della comparsa di queste forme di cancro.
La marijuana ha il potenziale di favorire lo sviluppo di cancro, in particolare ai polmoni e alle altre regioni del tratto respiratorio perché contiene agenti irritanti e cancerogeni. Il fumo di marijuana contiene dal 50 al 70 % di idrocarburi cancerogeni in più rispetto al fumo del tabacco. Esso produce anche alti livelli di un enzima che trasforma certi idrocarburi nella loro forma cancerogena, raggiungendo valori che possono accelerare le variazioni che alla fine producono delle cellule maligne. Di solito gli assuntori di marijuana aspirano più profondamente e trattengo il respiro più a lungo rispetto ai fumatori di tabacco, e questo aumenta l'esposizione dei polmoni al fumo cancerogeno. Questi fatti suggeriscono che a parità di sigarette il fumatore di marijuana sia più soggetto ai rischi di cancro del fumatore di solo tabacco.
Ci possono essere effetti avversi per la salute provocati da marijuana dovuti al fatto che il THC danneggia la capacità del sistema immunitario di combattere le malattie infettive ed il cancro. Esperimenti di laboratorio che hanno esposto le cellule di animali e cellule umane a THC e alle altre sostanze contenute nella marijuana, hanno dimostrato che in molti tipi di cellule immunitarie le normali reazioni di prevenzione di malattia s’inibiscono. Altri studi sui topi esposti a THC, o sostanze simili, hanno rivelato che questi animali avevano una maggiore probabilità di sviluppare infezioni batteriche e tumori rispetto a topi non esposti.
Uno studio ha indicato che il rischio che una persona subisca un infarto cardiaco entro la prima ora dopo avere fumato marijuana è quattro volte più alto del rischio normale per quel soggetto. I ricercatori hanno ipotizzato che questo può essere in parte dovuto al fatto che la marijuana alza la pressione sanguigna e il battito cardiaco e riduce la capacità del sangue di distribuire ossigeno.

Marijuana, memoria, e ippocampo
Il danno che la marijuana provoca alla memoria a breve termine sembra essere dovuto al fatto che il THC altera il modo in cui l’ippocampo (un'area del cervello responsabile per la formazione di memoria) elabora le informazioni. Ratti di laboratorio ai quali è stato somministrato THC hanno mostrato ridotta la stessa abilità di eseguire compiti che richiedevano l’uso della memoria a breve termine rispetto ad altri ratti con alcune cellule nervose dell’ippocampo distrutte. I ratti trattati con THC avevano inoltre la maggiore difficoltà con i compiti al momento di massima interferenza col normale funzionamento delle cellule dell’ippocampo.
Man mano che le persone invecchiano, normalmente perdono neuroni nell’ippocampo e con questo la loro abilità di ricordare eventi. L’esposizione cronica a THC può accelerare la perdita di neuroni dell’ippocampo che avviene con l’invecchiamento. In una serie di studi, ratti esposti a THC ogni giorno per 8 mesi (approssimativamente 30 % della loro aspettativa di vita), esaminati a 11 o 12 mesi di età, dimostravano una perdita di cellule nervose equivalente ad animali con il doppio della loro età.

Le sostanze simili a THC che si trovano naturalmente nell’organismo
Molti degli effetti del THC sono dovuti alla loro somiglianza ad una famiglia di sostanze chimiche denominate cannabinoidi endogeni che sono sostanze naturali simili alla canapa. La somiglianza alla forma della molecola di THC di questi cannabinoidi endogeni permette di interagire con gli stessi recettori sulle cellule nervose, con cui i cannabinoidi endogeni interagiscano, ed esercita quindi un’influenza su molti processi. La ricerca ha dimostrato che i cannabinoidi endogeni aiutano a controllare una vasta gamma di processi mentali e fisici nel cervello ed in tutto il corpo, inclusa la memoria, la percezione, la coordinazione motoria fine, le sensazioni di dolore, l’immunità alle malattie e la riproduzione.
Quando viene inalata la marijuana, la sostanza THC stimola eccessivamente i recettori dei cannabinoidi conducendo ad una disgregazione del controllo normale dei cannabinoidi endogeni. Questa stimolazione eccessiva produce l'ebbrezza provata dai fumatori di marijuana. Col tempo l’abitudine può degradare i recettori dei cannabinoidi, ed è possibile che produca effetti avversi permanenti e contribuisca ad una dipendenza con il rischio di crisi di astinenza.

Quali sono le conseguenze di un utilizzo di marijuana sul rendimento a scuola, nel lavoro e nella vita sociale?
Gli studenti che fumano marijuana ottengono voti più bassi e hanno meno probabilità di diplomarsi alla fine del liceo rispetto ai loro compagni di classe che non fumano. In uno studio comparato i ricercatori hanno sottoposto studenti fumatori e non fumatori di marijuana dell’ultimo anno di scuola a prove standardizzate di abilità verbali e matematiche. Nonostante il fatto che tutti gli studenti avessero segnato punteggi uguali quando erano nel quarto anno di scuola, i punteggi erano significativamente più bassi nel 12° anno fra i fumatori rispetto ai non fumatori.
Gli operai che fumano marijuana hanno una probabilità più elevata di riscontrare problemi sul lavoro. Molti studi hanno associato l’abitudine di fumare la marijuana tra lavoratori con un aumento di assenze dal lavoro, ritardi, incidenti, domande per compensazione a lavoro e cambiamenti di lavoro. Uno studio fra lavoratori municipali ha riscontrato che i dipendenti che fumavano marijuana (al posto di lavoro o fuori dall’orario di lavoro) avevano mostrato più “comportamenti di ritiro” – per esempio lasciare il lavoro senza permesso, sognare ad occhi aperti, utilizzare l’orario di lavoro per questioni personali ed evitare di conseguire i loro compiti. Tutti questi con un’influenza avversa sulla produttività e il morale.
La depressione, l’ansia, e disturbi della personalità sono tutti associati all’uso di marijuana. La letteratura dimostra chiaramente che l’uso di marijuana ha il potenziale di provocare problemi nella vita quotidiana o di peggiorare problemi personali già esistenti. Come conseguenza del fatto che la marijuana compromette l'abilità di imparare e ricordare informazioni, un uso più elevato fa sì che la persona sia più soggetto a rimanere indietro nell’apprendere nuove abilità intellettuali, di lavoro e sociali. La ricerca ha inoltre dimostrato che l’uso di marijuana può avere un effetto negativo sulla memoria e sull’apprendimento, per giorni o per settimane dopo gli effetti acuti dell'uso della droga.
Per esempio uno studio condotto su 129 studenti universitari ha riscontrato che fra gli assuntori abituali di marijuana – coloro che avevano fumato la droga in almeno 27 dei 30 giorni prima dello studio - mostravano una peggiore performance nelle abilità critiche riguardo all’attenzione, la memoria e l’apprendimento, e questo continuava anche se non avevano fumato la droga per più di 24 ore. In questo studio, gli utilizzatori abituali di marijuana avevano maggior difficoltà a mantenere ed a spostare la loro attenzione, o immagazzinare, organizzare ed impiegare le informazioni rispetto ai partecipanti allo studio che avevano usato marijuana in non più di 3 dei 30 giorni precedenti. Di conseguenza, è possibile che una persona che fumi la marijuana una volta al giorno diventi sempre meno efficiente intellettualmente. Più recentemente gli stessi ricercatori hanno riscontrato che un gruppo di utenti abituali di marijuana aveva una ridotta capacità di ricordare le parole in una lista anche una settimana dopo il cessato uso di marijuana, mentre le loro abilità di ricordare tornava normale dopo 4 settimane. Un'implicazione di questa scoperta è che, anche dopo un uso pesante e a lungo termine di marijuana, se l’individuo smette di assumere la droga, almeno una parte delle sue capacità conoscitive può essere recuperata.
Un altro studio ha fornito ulteriori evidenze sul fatto che gli effetti della marijuana sul cervello a lungo andare possono provocare un deterioramento cumulativo delle abilità importanti per la vita in genere. I ricercatori avevano dato agli studenti dell’ottavo anno una serie di prove per misurare le loro capacità di problem-solving e le abilità emotive. Queste prove venivano poi ripetute con gli stessi studenti arrivati al dodicesimo anno di scuola. I risultati rivelavano che gli studenti che già bevevano alcol e anche fumavano marijuana nell’ottavo anno erano leggermente svantaggiati rispetto ai loro compagni ma questa distanza si era accentuata significativamente giungendo al loro ultimo anno di scuola. L'analisi ha associato l’uso di marijuana, indipendentemente dall’uso di alcol, a una ridotta capacità di ‘self-reinforcement’ - un’insieme di capacità psicologiche che permette all’individuo di mantenere la sua autostima e di perseverare nei propri scopi.

L’uso di marijuana durante la gravidanza può danneggiare il bambino?
Diversi studi hanno dimostrato che i bambini nati da donne che usano la marijuana durante la gravidanza hanno risposte alterate agli stimoli visivi, un aumento di tremori ed un pianto dal tono stridulo che potrebbero indicare problemi di sviluppo psicologico . È stato osservato che durante l'infanzia e gli anni prescolari i bambini esposti al fumo di marijuana hanno più problemi comportamentali e sono meno efficienti dei bambini non esposti ad eseguire compiti di percezione visiva, comprensione linguistica, mantenere l’attenzione e di memoria. È anche più probabile che questi bambini esibiscano a scuola deficit nelle abilità decisionali, nella memoria, e nell'attenzione.

L’uso di marijuana crea dipendenza?
L’uso di marijuana a lungo termine può condurre a dipendenza nei casi di alcune persone; ovvero, loro continuano ad usare la droga abitualmente anche se interferisce spesso con la famiglia, la scuola, il lavoro e le attività ricreative. Il National Household Survey on Drug Abuse nel 2001 ha stimato che 5.6 milioni di americani dai 12 anni in su hanno riportato problemi associati all’uso di droga illecita nei 12 mesi precedenti. Di questi, 3.6 milioni hanno soddisfatto i criteri diagnostici per dipendenza da droga. Nel 1999, più di 220,000 persone che sono entrati in programmi di terapia per abuso di droga riportavano che la marijuana era la loro prima droga di abuso.
Sintomi d’astinenza possono rendere la cessazione dell’uso della droga difficile per fumatori di marijuana a lungo termine. Le persone che tentano di smettere provano irritabilità, difficoltà di dormire ed ansia. In test psicologici mostrano anche un aumento di aggressività che raggiunge il punto più alto circa una settimana dopo che hanno smesso di usare la droga.

Quali terapie sono disponibili per aiutare le persone che abusano di marijuana?
Sono pochi i programmi di trattamento diretti all'abuso di marijuana, in parte questo è dovuto al fatto che molte delle persone che usano la marijuana la impiegano in combinazione con altre droghe quali cocaina ed alcol. Tuttavia, con l’aumento del numero di persone che cercano aiuto per controllare il loro uso smodato di marijuana, la ricerca si è concentrata sulla individuazione di terapie utili per superare i problemi associati all’uso di questa droga.
Non ci sono farmaci oggi disponibili per trattare l'abuso di marijuana. Recenti scoperte sui recettori di THC hanno tuttavia hanno fatto sperare che gli scienziati potranno sviluppare farmaci in futuro che inibiranno gli effetti inebrianti di THC. È probabile che tali farmaci possano essere usati per prevenire ricadute, abuso di marijuana o per eliminare la sua attrazione.

Glossario
Astinenza: Sindrome che compare dopo la cessazione o la riduzione nell’uso di una sostanza psicotropa. Varietà di sintomi che si verificano dopo la riduzione o l'eliminazione dell'uso di droga
Cancerogeno: Qualsiasi sostanza che può provocare il cancro.
Cannabis: è una delle diverse specie di canapa che germogliano un po' dappertutto nelle zone temperate e tropicali del pianeta. Appartenente anch'essa alla famiglia delle Urticacee, si differenzia dalle altre varietà per la consistente percentuale di cannabinoidi e, in particolare, di THC (v.) contenuta nelle infiorescenze femminili, che ne fa una sostanza stupefacente.
Dipendenza: Malattia cronica con ricadute, caratterizzata dall’uso compulsivo ed abuso di droga ed associata con alterazioni a lungo termine nei processi chimici nel cervello. Condizione secondaria all'uso cronico di una sostanza che si manifesta con un bisogno fisico e psichico di assumere una determinata sostanza, accompagnato spesso da sindrome di astinenza successiva alla sospensione dell'uso, craving di vario tipo ed intensità in base alla sostanza d'abuso ed alle caratteristiche neuropsichche dell'individuo.
Dopamina: sostanza chimica del cervello, un neurotrasmittente che si trova nelle regioni del cervello che regola il movimento, l'emozione, la motivazione e il piacere.
Idrocarburo: in chimica organica, sostanza composta soltanto di idrogeno e di carbonio
Ippocampo: area del cervello cruciale per l’apprendimento, la memoria e l'integrazione delle esperienze sensorie con emozioni e motivazioni.
Psicoattivo: Con un effetto specifico sulla mente.
THC (abbreviazione di Delta-9-tetraidrocannabinolo)principio attivo contenuto in alcune varietà di Cannabis sativa L.



Bibliografia

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Editato da Cintamani il 18/09/2006 alle 23:24:50
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Editato da Cintamani il 18/09/2006 alle 23:52:36
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Editato da Cintamani il 18/09/2006 alle 23:54:27
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Editato da Cintamani il 19/09/2006 alle 00:06:50
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Editato da Cintamani il 19/09/2006 alle 00:07:35
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Editato da Cintamani il 19/09/2006 alle 00:08:49
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Editato da Cintamani il 19/09/2006 alle 00:09:01
Messaggio del 18-09-2006 alle ore 23:26:24
scusate il papiro... ma e' sempre meglio di una breve favoletta; salvatelo e leggetelo con mooolta calma
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Editato da Cintamani il 18/09/2006 alle 23:32:34
Messaggio del 19-09-2006 alle ore 13:14:31
..e questi studi mi pare di capire siano americani.............

..gli stessi americani che iniziarono una campagna denigratoria falsa e diffamante contro la cannabis???????

...e tutto ciò dovrebbe essere attendibile??

...gli stessi americani che dicevano che l'IRAQ aveva armi di disruzione di massa pigliando tutti per il culo??? quante risate.............
Messaggio del 19-09-2006 alle ore 13:17:25
Cintamani puoi scrivere quello che ti pare sugli effetti negativi della cannabis...ma mi spieghi chi cazzo ti ridarà l'età x farti un tubbo?la vita è una solo devi spremerla...se cominci a vivere pensando a tutto ciò che può farti minimamente male nn esci più di casa!!!!lasciati andare un attimo cazzo!!!

alla fine nessuno afferma che tu abbia torto solo che alla fine forse ne vale la pena che dici?
x me si!!!...il resto sono chiacchiere e statistiche inutili!!!
Messaggio del 19-09-2006 alle ore 13:20:00
risposta al post:

Messaggio del 19-09-2006 alle ore 15:20:00

Messaggio del 31-05-2008 alle ore 14:51:15
30-04-2008

Circa il 4% degli adulti nel mondo, quindi 162 milioni di persone, utilizzano almeno una volta all’anno la cannabis, rendendola così la droga illecita più utilizzata tra tutte. In alcuni paesi poi, dalle ricerche emerge che più della metà dei giovani l’hanno provata almeno una volta nella vita. In realtà, nonostante sia così impiegata, molte problematiche legate a questa sostanza non sono ancora state indagate. In particolare, d’interesse sono il potenziamento che ha subito negli ultimi anni e il legame esistente tra cannabis e malattia mentale. La ricerca ha dimostrato infatti che la cannabis è diventata più pericolosa. Studi di mercato compiuti tra i Paesi Bassi, gli Stati Uniti e il Canada, per esempio, hanno dimostrato che la potenza della cannabis sinsemilla, ricavata dalla fertilizzazione dei germogli della pianta femmina, si è raddoppiata. Questo ha come conseguenza che gli utenti avvertono, nell’utilizzo, effetti psicologici più potenti. Dalle ricerche effettuate emerge come gli effetti della cannabis sulla salute del sistema nervoso centrale possano essere molto più importanti rispetto a quello che si era sempre creduto
L’utilizzo di questa sostanza comporta notevoli rischi per la salute, anche quando viene utilizzata una sola volta. La cannabis infatti può dare effetti negativi, come ad esempio attacchi di panico, paranoia, sintomi psicotici ed altri effetti acuti sfavorevoli. La droga può precipitare in psicosi negli individui più vulnerabili, e intensificare i sintomi in pazienti con diagnosi di schizofrenia. La cannabis inoltre è maggiormente affumicata rispetto al tabacco, e contiene livelli più elevati di catrame, quindi mette gli utenti a rischio di cancro polmonare e altre malattie respiratorie. Inoltre i ricercatori hanno dimostrato che il rischio di diventare psicologicamente dipendenti è superiore rispetto a quanto si pensava. Gli utenti infatti utilizzano la cannabis, e non riescono a rinunciarvi nemmeno quando inizia ad influenzare negativamente altre aree della loro vita, come ad esempio il lavoro e i rapporti personali. Circa il 9% di coloro che fanno uso di cannabis diventano dipendenti, e negli ultimi anni in Europa e negli Stai Uniti è aumentata la richiesta di trattamento per i problemi cannabis-correlati.

Messaggio del 31-05-2008 alle ore 14:52:31
!
Messaggio del 31-05-2008 alle ore 14:53:14
12-05-2008

Il Ministro degli Interni del governo britannico, Jacqui Smith, ha proposto di riclassificare la cannabis da droga di classe C, a bassa pericolosità, a droga di classe B, ad alta pericolosità, secondo quanto riportato dalla testata giornalistica “The Guardian” (http://www.guardian.co.uk/society/2008/may/07/drugsandalcohol.drugspolicy).
La decisione nasce in seguito all’allarme lanciato dal governo inglese in merito alla forte diffusione dell’uso di skunk, una tipologia di cannabis molto più potente e dannosa, che rappresenta la droga “di inizio” tra i giovani, e alla necessità di mandare un messaggio inequivocabile e contrario all’uso di sostanze stupefacenti. Il governo infatti è intenzionato ad inasprire le leggi per l’uso di cannabis, soprattutto in presenza di aggravanti quali disordine pubblico e microcriminalità.
Il recente rapporto al Parlamento dell’Advisory Council on the Misure of Drugs (ACMD) rivela che l’80% della cannabis sequestrata appartiene alla varietà della marijuana, piuttosto che alla resina di hashish, molto più potente e con un contenuto di principio attivo (THC) due volte e mezzo superiore rispetto all’hashish. Una forte preoccupazione è espressa, infatti, in merito ai notevoli rischi per la salute e ai gravi sintomi psicotici che l’uso di cannabis comporta.
Messaggio del 31-05-2008 alle ore 20:27:19
ma Jacqui Smith fà uso di droghe?
Messaggio del 02-06-2008 alle ore 16:30:20
Il controsenso fatto persona...
Messaggio del 03-06-2008 alle ore 10:02:33
Droga e alcool servono x scappare temporaneamente dalla realtà, xchè ti fanno stare rincoglionito e ti rendono avulso da ciò che ti circonda.
Mi sembra stupido cercare di negare che fanno male, xchè FANNO MALE. E' più corretto chi dice "MI piace stare fuori " come diceva un mio amico, e accetta le conseguenze delle sostanze dannose che si ficca in corpo, che chi cerca di smentire la tossicità di sostanze tossiche.

Sono contraria alla legalizzazione solo xchè nn voglio che sia legittimato un danno fatto a ME, come fumo passivo, come succede ora con le sigarette. Per il resto ognuno scelga come più gli aggrada.
Ma cmq la droga FA MALE. (in più puzza )
Messaggio del 03-06-2008 alle ore 11:32:15

Per il resto ognuno scelga come più gli aggrada.



Il problema è qui.

Non si è liberi di scegliere.

Non si è liberi di far crescere una pianta nel proprio giardino e fumarsela nella propria casa.

Ben vengano le punizioni per chi non si sa controllare, combina casini o spaccia.

Ma il proibizionismo è sotto gli occhi di tutti quali bei risultati sta portanto nel nostro Paese e tra i nostri "giovani"....

E cmq, per il fatto che fa male, potrei postare un' enciclopedia che ne parla "male" e un' altra che ne parla "bene".

Messaggio del 03-06-2008 alle ore 11:34:12
allora anche l'alcol, via dagli scaffali dei supermercati, non coltiviamo più l'uva il malto ecc ecc.
e so cazzi a chi di fa la grappa e il limoncello in casa.

sdassssssssssss
Messaggio del 03-06-2008 alle ore 11:34:27
Credo che qualsiasi cosa portata all'esagerazione può far male...
Messaggio del 04-06-2008 alle ore 23:16:37
....è una pianta,è naturale......è un dono della natura...!!!!!
Messaggio del 31-10-2008 alle ore 17:24:59
Un Grande Dono! Che, oltre tutte le chiacchiere, è anche una medicina naturale contro vari disturbi, dall'epilessia alle malattie cardiache. Leggete le publicazioni serie! Anzi, vi dirò....non ci rinuncio.....e non da ieri,anzi!
Messaggio del 30-12-2008 alle ore 10:53:38
io mi chiedo, quando uno compra un prodotto qualsiasi controlla le scadenze, le date, nel caso delle medicine legge le controindicazioni, i composti ecc... ma quando uno compra l'erba o come si chiama da un drogato, delinquente, fuorilegge, mafioso-camorrista che cosa controlla?
Ciò che ti vende non è controllato, potrebbe essere sterco di vacca, e va ad arricchire la malavita.
Messaggio del 30-12-2008 alle ore 17:09:37
Ovviamente se chi la compra si chiama Crasso, il tuo discorso non fa una piega...
Messaggio del 30-12-2008 alle ore 17:27:35
Mk22, tu invece non arricchisci la camorra?

Mk22, tu invece a naso capisci se ciò che acquisti è un buon prodotto?

Mk22, tu chiaramente lo fai per fini medici?




Messaggio del 30-12-2008 alle ore 17:35:05
Be Crasso, purtroppo mi chiami in causa in un argomento a me sconosciuto, quindi alzo le mani, non saprei risponderti...
Però potresti chiedere a quelli che fanno sempre la faccia da culo in tv, che si mostrano schifati e contro ogni tipo di droga, tolleranza zero e bla bla bla... Ma che poi alla fine sono loro che arricchiscono il mercato nero della droga, visto che sono affezzionati clienti con tanto di scheda raccogli punti... Come si suol dire in questi casi? Razzolate insieme quindi?
Messaggio del 07-01-2009 alle ore 19:45:32
il problema più grave è che dopo la cannabis si passa quasi automaticamente a droghe più pesanti quali cocaina ed altre... e non ditemi che non è vero perchè tutti i maggiori esperti di lotta alla droga esprimono questo parere ogni volta che parlano di cannabis!!!
Messaggio del 07-01-2009 alle ore 19:49:34
....io a chi usa le droghe e in particolar modo la cannabis darei l'ergastolo,andate a lavorare branco di fannulloni al posto di rincitrullirvi con gli spinelli.....per questo l'iTALIA Và A ROTOLI!!!!!!!
Messaggio del 02-02-2009 alle ore 10:15:51

il problema più grave è che dopo la cannabis si passa quasi automaticamente a droghe più pesanti quali cocaina ed altre... e non ditemi che non è vero perchè tutti i maggiori esperti di lotta alla droga esprimono questo parere ogni volta che parlano di cannabis!!!



Infatti non è vero, proprio perchè tutti i maggiori esperti di lotta alla droga esprimono questo parere ogni volta che parlano di cannabis.

Ma se ti venisse uno a parlare in qualitá di esperto di lotta al vino o lotta alla benzina, tu che gli diresti? Io conosco tanta gente che fa uso regolare di cannabis e sono tutte persone normalissime che non fanno del male a nessuno e sporattutto dopo svariati anni di utilizzo sono rimaste alla cannabis, come conosco tanta gente che sta fuori di coccia e fa uso di cannabis.

É vero hanno in comune che usano cannabis, ma hanno in comune che respirano, che mangiano, bevono dormono, si riproducono parlano ecc. Insomma l'accusa alla cannabis é un'accusa infondata che fa ridere i polli al giorno d'oggi. Apret' l'ucchie
Messaggio del 02-02-2009 alle ore 13:28:13

Apret' l'ucchie



gipsy dixit e basta questo
Messaggio del 02-02-2009 alle ore 23:48:14
ci sono molte cose vere nel papiro....ma l'abuso di qualsiasi cosa è dannosa per l'uomo,questo è vero;ma non sono stati riscontrati danni seri nell'uomo (il danno è temporaneo,se ti fa 100 canne al giorno per tutta la vita è normale che ti distruggi)....rendere illegale questa sostanza ha solo peggiorato la situazione....ci sono stati più morti per una scoreggia vicino al camino che nel fumare cannabis......incidenti mortali causati dalla cannabis non si sono mai visti (a parte con l'aggiunta dell'alcol).

con questo non voglio dire a tutti di continuare a fumare,ma voglio che finisca questo accanimento da medioevo verso chi fuma cannabis...chi fuma (sperando sia maggiorenne) conosce gli effetti positivi e negativi di questa sostanza,quindi è libero di decidere se prenderla o no
Messaggio del 03-02-2009 alle ore 01:02:44
Novità...

Una sostanza simile alla marijuana, la “spice”, è stata sottoposta a provvedimenti legislativi nell’ambito delle politiche antidroga in alcuni paesi dell’Unione Europea, dopo la conferma che la miscela di erbe da fumare ha effetti psicoattivi. La droga è conosciuta anche con il nome "Spice Diamond", "Spice Silver", "Spice Gold", "Spice Arctic Synergy" and "Spice Yukatan Fire": circola dal 2008 (Gli ingredienti di questa miscela sono di origine vegetale pertanto, fino a questo momento, in molti paesi europei la vendita della spice era legale).

L’analisi della composizione chimica della spice ha rinvenuto la presenza di un composto sintetico utilizzato nella produzione, il JWH-018, quattro volte più potente del principio attivo presente nella cannabis.

I test hanno rivelato che l’uso di tale sostanza può causare disturbi all’apparato cardiocircolatorio, al sistema nervoso e può portare alla dipendenza.

Germania e Austria ne hanno già vietata la produzione, la vendita e il consumo.

...attenzione quindi
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Editato da Cintamani il 03/02/2009 alle 01:05:26
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Editato da Cintamani il 03/02/2009 alle 01:07:13
Messaggio del 03-02-2009 alle ore 22:42:42
La cosa che meno tollero delle canne è l'aspetto socializzante. Uno che per star bene, per essere se stesso, per farsi accettare ha bisogno di una canna è uno che ha scarsa personalità. Io legalizzerei le canne e metterei al bando i conformisti e quelli che usano le canne come status-symbol. Vedi come i panetti di hashish resterebbero tutti invenduti, pure se facessero una svendita di fine millennio.

P.S.: Ovviamente, io inasprirei persino le leggi che già ci sono, quindi è evidente ironia, cari compagni , l'idea di legalizzarla !!
Messaggio del 04-02-2009 alle ore 15:41:53
Troppe cose fanno male.
Anche abbuffarsi di cif&ciaf fa male.O lavorare in fabbrica.

Sicuramente le canne fanno male.

Ma ritengo che un uso intelligente e consapevole non possa essere dannoso più dell'alcol o delle sigarette.(nelle quali il nostro bravo STATO guadagna fior di miliardi di euro)

Quindi non capisco questo accanito proibizionismo bigotto.

Certo se beccassi mio figlio a 15 anni che si ammazza di canne gli farei capire che non è un bene.

Ma se a 25 in modo consapevole ci si fa una canna con gli amici ogni tanto non credo sia peggio di ubriacarsi,anzi.
Messaggio del 04-02-2009 alle ore 18:54:03
cintamani....e fattel na fruste...così puoi riscontrare,se tutto quello che hai scritto è vero!!!!!!!per sempre!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Messaggio del 05-02-2009 alle ore 01:14:00
Fa bene, fa male... ma a me che me ne frega? Vi potete pure strafogare di barattoloni di nutella... io penso alla mia linea, non alla vostra.
Messaggio del 05-02-2009 alle ore 15:05:26


scusami Cinta
Messaggio del 05-02-2009 alle ore 15:08:56
ma non è il messaggio di quando si inchiova l'amiga?
Messaggio del 05-02-2009 alle ore 15:10:47
yes ...quando c'era l'Amiga non si drogava nessuno
Messaggio del 06-02-2009 alle ore 20:40:47

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Editato da Jena Plissken il 06/02/2009 alle 20:46:43
Messaggio del 08-02-2009 alle ore 01:49:00

quando c'era l'Amiga non si drogava nessuno


Bella battuta... Bohhhhhhhhhhh!!!

Per rispondere un pò a tutti direi... Ma vaffangul va...
Messaggio del 11-02-2009 alle ore 10:46:45


Per rispondere un pò a tutti direi... Ma vaffangul va
Messaggio del 01-03-2009 alle ore 02:15:02
01-03-2009


L'uso frequente nel tempo di marijuana genera un aumento delle probabilità di sviluppare una forma molto aggressiva di cancro ai testicoli.

I ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle hanno pubblicato uno studio sulla rivista Cancer, su 350 uomini di età compresa trai 18 e i 44 anni affetti da neoplasia testicolare: hanno confrontato le abitudini di consumo e l’età di primo inizio d’uso con un gruppo di volontari sani. Dall’analisi è emerso che il rischio di sviluppare questa forma di cancro è superiore al 70% tra gli utilizzatori di marijuana, ed è circa il doppio tra quanti hanno iniziato a fumare marijuana da adolescenti o usano questa sostanza almeno una volta la settimana, rispetto a chi non la ha mai utilizzata.
I risultati hanno evidenziato inoltre il collegamento tra uso di marijuana e la forma più aggressiva e rapida di tumore ai testicoli, il non seminoma. Questo tipo di neoplasia colpisce i giovani tra i 20 e i 35 anni, e rappresenta circa il 40% di tutti i casi di tumore testicolare.

“Il nostro studio non è il primo ad indicare che l'ambiente o lo stile di vita possono rappresentare fattori di rischio per lo sviluppo di tumori testicolari, ma questa è la prima volta che viene puntato il dito contro l’uso di marijuana” ha commentato il dottor Schwartz, epidemiologo e coordinatore dello studio.
Messaggio del 01-03-2009 alle ore 10:22:50
Messaggio del 01-03-2009 alle ore 11:50:11
vergognati
Messaggio del 02-03-2009 alle ore 09:08:56
Più Marjia e meno alcool...sai quanti morti in meno? Meditate gente, meditate
Messaggio del 02-03-2009 alle ore 12:15:38

Dall’analisi è emerso che il rischio di sviluppare questa forma di cancro è superiore al 70% tra gli utilizzatori di marijuana, ed è circa il doppio tra quanti hanno iniziato a fumare marijuana da adolescenti o usano questa sostanza almeno una volta la settimana, rispetto a chi non la ha mai utilizzata.



Ma dove le hai lette 'ste statistiche su topolino o su mega2000 ?

Cioé al 70% di chi si fa le canne gli viene il tumore alle palle, e al 140% di chi se le fa regolarmente o da quando é adolescente... oddio sono un po'confuso, il 40% in piú chi sarebbe?

Insomma donne, visto che non avete i testicoli, fumate pure, non rischiate una cippa
Messaggio del 02-03-2009 alle ore 15:28:47
cintimani perchè demonizzi la cannabis? provala e dopo dimmi se l'articolo è attendibile!!!posta prima articoli su:ALCOL(in italia tutti posso produrre e consumare tale sostanza),COCAINA,EROINA,METANFETAMINE VARIE,MDMA...MEDICINALI(leggete le controindicazioni di una banale aspirina)...e poi possiamo perlare di cannabis.in olanda è legale quindi gli olandesi secondo te.....................................................................................................................rileggiti il tuo articolo!!!
Messaggio del 04-03-2009 alle ore 11:12:10
la notizia circola da settimane nei siti scientifici di medicina, comunque la fonte è il Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle e l'abstract è pubblico gia' da diverse settimane...

ho ritrovato il link per leggere il testo originale in inglese:

http://www.fhcrc.org/index.html

http://www.fhcrc.org/about/ne/news/2009/02/09/marijuana.html





Messaggio del 09-03-2009 alle ore 16:04:53
quando vivrò in un mondo dove respiro un' aria PULITA, dove non è legale alcool e tabacco, dove nelle verdure e nella frutta e nei comunissimi prodotti dei supermercati siano assenti nanoparticelle dannose, solo allora crederò a queste, molto fantasiose, "scoperte".
Messaggio del 09-03-2009 alle ore 16:55:18


e vakkake...
Messaggio del 14-03-2009 alle ore 01:19:32
Ok, dal testo in inglese si capisce che vogliono dire...

Se normalmente a 10 persone su 1000 (la statistica è a cazzo, giusto per far capire) viene il cancro ai testicoli, se fumano mariuana l'incidenza è 17 su 1000.
Se ne fumano un botto è 20.

Ora, se posso dire la mia... un' articolo del genere, che non riporta numeri, ma solo statistiche approssimative, lascia il tempo che trova.
Messaggio del 16-08-2009 alle ore 13:31:05


Se non ci fosse il problema marijuana la canapa potrebbe essere una normale
pianta coltivata, e noi potremmo usarla per risolvere i tanti problemi
dell’agricoltura, dell’economia e dell’ambiente. Se da alcune varietà di
questa pianta si ricava una droga è solo una sfortunata coincidenza.
Ma le cose stanno proprio così?
In realtà i termini della questione dovrebbero essere rovesciati: non è vero
che noi non possiamo usare questa pianta per risolvere i problemi ambientali
perché – purtroppo – è anche una droga. E’ vero invece il contrario:
la canapa ricca di resina è in realtà prima di tutto un importante
medicinale, ed è stata fatta diventare una droga
negli anni Trenta per eliminare un pericoloso concorrente
del petrolio, dell’industria chimica e della carta fabbricata
col legno degli alberi.
E’ questa la ragione per cui chi si interessa della canapa per ragioni sia
economiche che ambientali, deve prima o poi fare i conti, anche se non
vuole, con la il problema droga.
La canapa (cannabis sativa) è sempre stata una delle principali piante coltivate,
di grande importanza sia economica che strategica, perché serviva
per fabbricare i più diffusi tessuti, le vele delle navi e le corde. La canapa
è anche una delle poche piante coltivate fi n dall’antichità sia in Oriente
che in Occidente. Non si può nemmeno immaginare la società
antica senza la canapa, senza i suoi tessuti, senza le vele e le corde
di canapa robuste e immarcescibili. L’importanza della canapa nelle società
antiche emerge anche dalle località geografi che che portano ancora
il suo nome (Canavese in Italia, Hempshire in Inghilterra, Bangladesh in
Oriente sono solo alcuni esempi). La canapa è stata spesso celebrata da
scrittori e da poeti.
Solo nel corso dell’Ottocento la coltivazione della canapa ha perso gran
parte della sua importanza perché è stata sostituita progressivamente dal
cotone, e le navi a vela sono state sostituite dalle navi a vapore.
Anche gli usi medici della canapa (cannabis indica) sono altrettanto
antichi. Sono tradizionali in Oriente, ma l’uso della cannabis con effetti
soporiferi era conosciuto anche tra le civiltà del Mediterraneo (antichi Egizi)
e successivamente presso i paesi arabi. Furono gli Inglesi a (ri)scoprire
in India nella prima metà dell’Ottocento l’importanza medica della cannabis.
Nel 1842 il medico inglese O’Shaunghnessey ritornò in Inghilterra
portando con sé la tintura di canapa, e ben presto questo nuovo farmaco
si diffuse al punto da diventare, nella seconda metà dell’Ottocento, uno
dei più diffusi nei paesi anglosassoni.
Gli usi medici della canapa indiana sono numerosi e importanti, e ne
fanno una delle piante medicinali più utili in assoluto. La cannabis indica
è uno dei farmaci più effi caci, o il più effi cace di tutti, come analgesico,
antiemetico, antidepressivo, nel mal di testa ed emicrania, nell’epilessia,
nel glaucoma, nell’asma ecc.
A cavallo tra Ottocento e Novecento la canapa indiana cominciò ad essere
sostituita dai farmaci sintetici, che avevano il vantaggio di poter essere
dosati con esattezza e di funzionare in modo più evidente, ed anche di far
guadagnare di più, mentre gli effetti collaterali non erano ancora evidenti.
Cominciò così ad essere sostituita per le stesse ragioni che portarono alla
sostituzione progressiva dei farmaci naturali con i farmaci sintetici. La canapa
ha quindi una lunga storia alle spalle, e per quanto riguarda quella
ricca di resina usata a scopo medico, il problema dei suoi blandi effetti
psicoattivi era considerato trascurabile.
LA RISCOPERTA DELLA CANAPA DEGLI ANNI ‘30
E LA PROIBIZIONE DEL 1937
Per quanto riguarda gli usi industriali, negli anni Trenta ci fu un rinnovato
interesse per la canapa: vennero studiati nuovi materiali ad alto contenuto
di fi bra per l’industria, materie plastiche ricavate dalla cellulosa del legno,
e venne anche studiata la possibilità di fabbricare la carta col legno della
canapa. Infi ne con l’olio già si producevano in grande quantità vernici e
carburante per auto.
Proprio in quegli anni il magnate del petrolio Henry Ford costruì un prototipo
di automobile in cui sia la carrozzeria che gli interni e persino i vetri
dei fi nestrini erano fatti di canapa. Quest’auto pesava un terzo di meno,
e anche il carburante che la faceva muovere era di canapa. Negli anni
Trenta la canapa era diventata matura per servire come fonte abbondante
di materie prime per numerosi settori dell’industria. Un’industria molto
più sostenibile per l’ambiente rispetto a quella che conosciamo.
Purtroppo queste promesse non furono mantenute. Si erano allora
già costituiti dei grossi interessi che si contrapponevano
alla canapa. Con il petrolio si incominciavano a produrre materiali
plastici e vernici, e la carta di giornale della catena Hearst era fabbricata a
partire dal legno degli alberi con un processo che richiedeva grandi quan-
tità di solventi chimici, forniti dalla industria chimica Du Pont.
La Du Pont e la catena di giornali Hearst quindi si coalizzarono. Con una
martellante campagna di stampa durata anni la cannabis, chiamata da
allora con il nome di “marijuana”, venne accusata di essere responsabile
di tutti i delitti più efferati riportati dalla cronaca
del tempo. Il nome messicano “marijuana” era stato scelto con cura al
fi ne di mettere la canapa in cattiva luce, dato che il Messico era allora un
paese “nemico” contro il quale gli Stati Uniti avevano appena combattuto
una guerra di confi ne. Inoltre era un termine sconosciuto in America, per
cui l’opinione pubblica, sentendo parlare di una droga tanto pericolosa,
non poteva certo immaginare che fosse l’innocuo e gentile farmaco
chiamato cannabis dalle proprietà rilassanti, che come blando effetto collaterale
poteva provocare solo una moderata allegria.
Approfi ttando anche del fatto che l’America degli anni Trenta attraversava
una profonda crisi economica, con milioni di disoccupati e un’opinione
pubblica esasperata alla ricerca di qualcuno con cui prendersela, nel
1937 venne approvata una legge che proibiva la coltivazione di qualsiasi
tipo di canapa. Da notare che non venne proibita solo la canapa ricca
di resina, ma anche la normale canapa coltivata. Da notare inoltre che
non di semplice proibizionismo si tratta, ma di iperproibizionismo,
tanto più iper quanto più ingiustifi cato. In America ancora oggi vanno
in galera ogni anno alcune centinaia di migliaia di persone solo perché
trovati a fumare qualche canna. Da notare che il proibizionismo è
stato determinante nel diffondere l’uso consumistico della
canapa, mentre prima esisteva solo quello medico. Da notare infi ne che,
a conti fatti, l’unico proibizionismo che ha veramente funzionato, è stato
quello nei confronti della canapa per uso industriale, il vero obiettivo della
proibizione, oltre che della canapa medica.
Dagli anni Trenta in poi l’industria chimica del petrolio e quella della carta
fabbricata col legno degli alberi hanno provocato infi nite distruzioni negli
ecosistemi mondiali. Se oggi si vuole costruire una società dei consumi
molto più sostenibile per l’ambiente è quindi necessario rovesciare quella
decisione che nel 1937 ha trasformato uno dei più importanti e innocui
farmaci in una pericolosa droga.
Come già detto la cannabis può anche essere una vera droga, se non
per i danni, almeno per gli effetti che può provocare. La resina allo stato
puro (conosciuta come hashish) assunta a forti dosi provoca effetti allucinogeni,
tanto più intensi quanto maggiore è la dose. Non è stata però
questa la ragione della proibizione della canapa del 1937, perché allora
l’uso allucinogeno era di fatto sconosciuto in America, non corrispondeva
al nome messicano di marijuana, e in ogni caso non avrebbe potuto
provocare i fatti di cronaca violenti che le venivano attribuiti.
Ad ogni modo questo problema esiste. Un uso consumistico della cannabis
a scopo allucinogeno è da sconsigliare: l’hashish non è una sostanza
anodina; può provocare forti sensazioni sia piacevoli che spiacevoli, e
quindi bisognerebbe almeno usarla con cautela.
In defi nitiva, salvo che qualcuno riesca a dimostrare il contrario (ma
ci hanno già provato in tanti…) la situazione può essere riassunta nei
seguenti punti:
• la coltivazione della canapa per uso industriale, coltivata ovunque fi n
da quando esiste l’agricoltura, è sempre più indispensabile per l’equilibrio
dell’ambiente e per una economia sostenibile;
• la coltivazione della canapa industriale è proibita, salvo deroghe e limitazioni,
perché è diffi cilmente distinguibile dalla canapa indiana;
• la canapa indiana a basse dosi (marijuana) è proibita come se fosse
una droga, mentre i suoi effetti psicoattivi sono blandi e socialmente accettabili,
non provoca danni né a breve né a lungo termine ed è anzi un
importantissimo farmaco;
• la canapa indiana ad alte dosi (hashish) è ugualmente proibita perché
dà effetti allucinogeni, anche se non provoca danni fi sici ma forse solo
una leggera dipendenza;
Di conseguenza:
• non si può liberalizzare la coltivazione della canapa industriale perché
ciò comporterebbe il rischio di allentare la proibizione sulla marijuana;
• non si può liberalizzare la marijuana, anche se non è una droga ma
un farmaco naturale, perché ciò comporterebbe il rischio di allentare la
proibizione sull’hashish;
• per la proprietà transitiva non si può coltivare la canapa industriale
perché ciò comporterebbe il rischio di allentare la proibizione sull’hashish,
anche se l’hashish è di fatto una sostanza innocua e comunque ben poco
usata!
fonte: usidellacanapa.it




Messaggio del 03-11-2009 alle ore 15:47:43

Alcool e tabacco sono piu' pericolosi per la salute di cannabis, Lsd ed ecstasy. Lo afferma uno studio del principale consulente del governo britannico per gli stupefacenti, riportato oggi dal Times.
Il professore David Nutt dell'Universita' di Bristol, presidente del comitato che svolge il ruolo di consulente governativo in materia di droghe, ha pubblicato oggi la sua ricerca 'Estimating Drug Harms-A Risky Business?' per il centro crimine e giustizia del Kings College di Londra.
Nella ricerca, il professore presenta una classificazione delle venti sostanze ' socialmente piu' pericolose' in cui alcolici e tabacco figurano rispettivamente al quinto e al nono posto. Nella graduatoria, l'alcool e' preceduto solo da cocaina, eroina, barbiturici e metadone, e anche il tabacco risulta piu' pericoloso di cannabis, Lsd ed Ecstasy.
Nel rapporto, Nutt attacca anche la decisione presa dall'ex ministro dell'Interno Jaqui Smith, che ha riclassificato la cannabis come una droga di 'categoria B': secondo i suoi studi, l'esposizione dei consumatori di cannabis alle malattie psichiche e' proporzionalmente minore rispetto alle probabilita' dei consumatori di sigarette di essere affetti da un tumore ai polmoni.

Messaggio del 04-11-2009 alle ore 15:41:28
il topic riguarda la cannabis alcool e tabacco fanno male, certo, ma non sottovalutate la cannabis

dire "pero' l'alcool e' piu' dannoso", etc. etc. significa solo giustificare a noi stessi il consumo di cannabis, tutto qui...

evitiamo tutto cosi' siamo sicuri di non avere problemi

Messaggio del 26-11-2009 alle ore 14:56:17
Messaggio del 27-11-2009 alle ore 13:45:55
chi non vuole fumare la maria è libero di non farlo. Basarsi sulla pericolosità per la salute, per renderla illegale è solo una strategia di controllo usata in passato da multinazionali senza scrupolo alle quali la canapa rubava una gran fetta di mercato, secondo me la pericolosità delle droghe non stà nel fatto che facciano male alla salute, la loro pericolosità è data dal fatto che rendono facilmente controllabili le persone, ci sono studi che denigrano e altri che esaltano la marijuana, quindi non è cosa semplice capire dove si trovi la verità, tranne se uno è un medico tossicologo. la verità, come si dice, si trova sempre nel mezzo, certo non fa bene ma sicuramente non fa neanche così male. è vero che il tabacco e l'alcool sono argomenti offtopic, ma lasciami fare una costatazione, "tantissimi sono i morti legati a queste due droghe, essendo che esistono multinazionali legati a questi prodotti, ci fanno credere che sia "tutto apposto legalmente", non ci sono multinazionali della canapa, perlomeno legali, che proteggono la sua commercializzazione, e poi, il proibizionismo è un argomento facile con cui accaparrarsi un bel po di voti"
Messaggio del 27-11-2009 alle ore 13:50:47

Nuova reply all'argomento:

CANNABIS LIBERA ;)

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