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Anche questo Lanciano se ne va…
Messaggio del 09-04-2008 alle ore 02:40:29
Fuori dal limbo. Dal non luogo. Fuori da ogni ipotesi, congettura, supposizione (ne abbiamo ascoltate e lette tantissime sull’S.S. Lanciano)...noi Lancianesi abbiamo finalmente una certezza: il FALLIMENTO della S.S. Lanciano srl. Sancito dall’inequivocabilità dei fatti. Ratificato da un manifesto stato d’insolvenza. Si chiude una brutta storia. Tramonta l’epoca (del Grande Ezio). E’ FINITA… Però, il calcio Lancianese torna ad avere diritto ad un futuro. Parliamoci chiaro, con i debiti che ci sono, si sarebbe corso continuamente il rischio di fare i conti col passato. Un passato recente, per noi Lancianesi, oscuro ed ingombrante. Un passato recente, fatto di ricapitalizzazioni mai effettuate, debiti spalmati, norme disattese e, forse, firme false…In due parole? C A T T I V A G E S T I O N E. Un passato recente pieno di inganni, mortificazioni e veleni. Un passato recente che non ne voleva sapere di passare. E che, invece, ora è passato. Tutto ciò, appartiene alla lunghissima giornata (08 aprile 2mila8 – ndr) del calcio ROSSONERO. Il fallimento, e questo è che a me fa più male, non decreta soltanto la morte giuridica di un sodalizio e di tutto il suo apparato. Il fallimento certifica, senza mezzi termini, l’inaffidabilità e l’inadeguatezza di chi, a questo epilogo traumatico ha “lavorato” con pervicacia, avvalendosi di una fitta rete di complicità, di sostegni, di aderenze. Sto parlando, naturalmente, di Paolo Di Stanislao e della sua variegata consorteria. Ma, sia l’uno che gli altri, fortunatamente, fanno parte di ciò che è stato. L’impegno di noi TIFOSI, da questo momento in poi, è un altro. Ora è tempo di ricominciare. Di riprendere la corsa, di tornare a vivere. Prendiamolo questo, disgustoso, evento come una specie di clamoroso rito purificatore. Come un’occasione per rientrare in ‘partita’. Adesso tocca alla Città adottare la squadra (parlo dei Tifosi, non degli…, vabbè lasciamo pendere…, amministratori pubblici). Allo stesso tempo la squadra dovrà spingere la Tifoseria. Come un mutuo soccorso spontaneo e solidale. Altresì, i citati amministratori pubblici dovranno far qualcosa (qualche dubbio mi sorge spontaneo…) che renda possibile il proseguir del campionato fino alla famosa fase di transizione. Cioè quella che dovrebbe culminare con l’aggiudicazione del titolo sportivo. E, finalmente, aprire ufficialmente il nuovo ciclo. Che non dovrà limitarsi a d essere ‘nuovo’ rispetto al ‘vecchio’. Ma che dovrà realmente contenere elementi di diversità, di rottura e di autentica novità. Il calcio a Lanciano ha bisogno di chiarezza d’intenti, di stabilità gestionale, di accorta programmazione, di diffusa qualità. Serve, innanzitutto, un salto di qualità. Servono una riscossa morale e una mobilitazione che coinvolga tutti. Se non vogliamo che il fallimento resti stampato nel nostro DNA calcistico, bisogna fare meglio e pretendere molto. Bisogna creare una società che torni ad essere la sede naturale dell’idea e dell’energia (il Buon Ezio Insegna…). Il Tifoso Lancianese, dopo questa brutta esperienza, penso abbia capito quello che serve. Ora, più di prima, non è più disposto a lasciare che il SUO calcio ricada in mani sbagliate. Perché il LANCIANESE PUROSANGUE NON MOLLA MAI! FORZA LANCIANO!!!!!!!!
Fuori dal limbo. Dal non luogo. Fuori da ogni ipotesi, congettura, supposizione (ne abbiamo ascoltate e lette tantissime sull’S.S. Lanciano)...noi Lancianesi abbiamo finalmente una certezza: il FALLIMENTO della S.S. Lanciano srl. Sancito dall’inequivocabilità dei fatti. Ratificato da un manifesto stato d’insolvenza. Si chiude una brutta storia. Tramonta l’epoca (del Grande Ezio). E’ FINITA… Però, il calcio Lancianese torna ad avere diritto ad un futuro. Parliamoci chiaro, con i debiti che ci sono, si sarebbe corso continuamente il rischio di fare i conti col passato. Un passato recente, per noi Lancianesi, oscuro ed ingombrante. Un passato recente, fatto di ricapitalizzazioni mai effettuate, debiti spalmati, norme disattese e, forse, firme false…In due parole? C A T T I V A G E S T I O N E. Un passato recente pieno di inganni, mortificazioni e veleni. Un passato recente che non ne voleva sapere di passare. E che, invece, ora è passato. Tutto ciò, appartiene alla lunghissima giornata (08 aprile 2mila8 – ndr) del calcio ROSSONERO. Il fallimento, e questo è che a me fa più male, non decreta soltanto la morte giuridica di un sodalizio e di tutto il suo apparato. Il fallimento certifica, senza mezzi termini, l’inaffidabilità e l’inadeguatezza di chi, a questo epilogo traumatico ha “lavorato” con pervicacia, avvalendosi di una fitta rete di complicità, di sostegni, di aderenze. Sto parlando, naturalmente, di Paolo Di Stanislao e della sua variegata consorteria. Ma, sia l’uno che gli altri, fortunatamente, fanno parte di ciò che è stato. L’impegno di noi TIFOSI, da questo momento in poi, è un altro. Ora è tempo di ricominciare. Di riprendere la corsa, di tornare a vivere. Prendiamolo questo, disgustoso, evento come una specie di clamoroso rito purificatore. Come un’occasione per rientrare in ‘partita’. Adesso tocca alla Città adottare la squadra (parlo dei Tifosi, non degli…, vabbè lasciamo pendere…, amministratori pubblici). Allo stesso tempo la squadra dovrà spingere la Tifoseria. Come un mutuo soccorso spontaneo e solidale. Altresì, i citati amministratori pubblici dovranno far qualcosa (qualche dubbio mi sorge spontaneo…) che renda possibile il proseguir del campionato fino alla famosa fase di transizione. Cioè quella che dovrebbe culminare con l’aggiudicazione del titolo sportivo. E, finalmente, aprire ufficialmente il nuovo ciclo. Che non dovrà limitarsi a d essere ‘nuovo’ rispetto al ‘vecchio’. Ma che dovrà realmente contenere elementi di diversità, di rottura e di autentica novità. Il calcio a Lanciano ha bisogno di chiarezza d’intenti, di stabilità gestionale, di accorta programmazione, di diffusa qualità. Serve, innanzitutto, un salto di qualità. Servono una riscossa morale e una mobilitazione che coinvolga tutti. Se non vogliamo che il fallimento resti stampato nel nostro DNA calcistico, bisogna fare meglio e pretendere molto. Bisogna creare una società che torni ad essere la sede naturale dell’idea e dell’energia (il Buon Ezio Insegna…). Il Tifoso Lancianese, dopo questa brutta esperienza, penso abbia capito quello che serve. Ora, più di prima, non è più disposto a lasciare che il SUO calcio ricada in mani sbagliate. Perché il LANCIANESE PUROSANGUE NON MOLLA MAI! FORZA LANCIANO!!!!!!!!
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