Napoli, Mazzarri apre a Balotelli: 'Mai avuto problemi con i caratteri difficili'

15:12 del 24 aprile

pure a me na vot n'allenatore m'ha detto figlio di puttana, io mica prendo i soldi di balotelli

materazzi è da galera

aggiungici che mourinho 2,3 azioni prima gli ha detto figlio de puta

pure un ex giocatore come Materazzi non perde occasioni per cazziarlo o addirittura mettergli le mani addosso

un porco maiale del genere sul cervello di un 19enne orgoglioso che non capisce ancora un tubo

"Se non vuole allenarlo lo mandi via"

Mino Raiola, procuratore di Mario Balotelli, ammette l'errore del suo assistito nel match col Barcellona ma passa al contrattacco, prendensola con José Mourinho. "Ci vuole equilibrio in tutto - ha detto l'agente dell'interista al programma radiofonico di Simona Ventura -. Perché poi esce Mourinho e dice che è educato, non educato: ma chi cavolo ti ha chiesto mai di educarlo? Tu devi allenarlo, e se poi non ti va bene allenarlo lo mandi via. Mario è d'accordo che quello che ha fatto è molto brutto e non necessario, non lo deve più fare. Ha sicuramente ha accumulato tanto stress, battibecchi, discussioni sia con la società che con un paio di compagni". Ma Ormai è una situazione persa. Credo che sia un ciclo negativo, una spirale negativa. C'è solo da arrivare a fine stagione e sapere al più presto possibile quali sono le intenzioni. Questo doveva essere il suo anno. Così ha perso anche la Nazionale, che era il suo sogno: faremo tutto il possibile per non farlo succedere l'anno prossimo. Bisogna vedere se questo sarà possibile nell'Inter".

NOTIZIA FLASH
Balotelli nuova rottura: abbandona il ritiroL'attaccante dell'Inter ha avuto un alterco con l'allenatore e i compagni che non hanno ritenuto sincere le sue scuse. È intervenuto Moratti e SuperMario ha lasciato la PinetinaTra poco l’approfondimento

Sai bene che i fischi che ti sono piovuti sulla testa da parte di tutto lo stadio non erano il frutto di un tiro sbilenco, di un passaggio sbagliato o di un dribbling mal riuscito, ma della rabbia nel vedere dieci giocatori con la tua stessa maglia sputare sangue inseguendo gli avversari, mentre tu trotterellavi in mezzo al campo col tuo solito

la maggioranza dei supporter ha deciso di non contestarlo

Per noi non esisti più caro Mario, e con questa nostra, ti diciamo addio

i convocati per l'atalanta — Josè Mourinho ha convocato 22 giocatori in vista della gara con l'Atalanta, gara valida per l'anticipo della 16^ giornata di ritorno della Serie A in programma domani a San Siro a Milano (ore 18). Ci sono Balotelli e Maicon, fuori solo Pandev.

MILANO, 23 aprile 2010 - Porte aperte alla Pinetina per la seduta di allenamento di oggi dell'Inter e grande risposta dei tifosi nerazzurri, accorsi in più di 2 mila

la maggioranza dei supporter ha deciso di non contestarlo e alla fine della seduta sono prevalsi i segnali di distensione fra SuperMario e i tifosi; il giocatore, rispondendo agli appluasi, ha lanciato due volte il pallone verso la tribuna.

«Ciao SuperMario,
dopo i fiumi di parole e di inchiostro versati all’indomani del tuo exploit durante Inter-Barcellona, anche noi, sommessamente, vorremmo dire la nostra.
Sai bene che i fischi che ti sono piovuti sulla testa da parte di tutto lo stadio non erano il frutto di un tiro sbilenco, di un passaggio sbagliato o di un dribbling mal riuscito, ma della rabbia nel vedere dieci giocatori con la tua stessa maglia sputare sangue inseguendo gli avversari, mentre tu trotterellavi in mezzo al campo col tuo solito atteggiamento di fastidiosa indolenza e superiorità nei confronti di tutto e di tutti.
Del resto, come avresti potuto, tu che ti appresti a diventare il giocatore più forte al mondo e che esulterai solo per un tuo goal nella finale dei campionati del mondo, sprecare sudore per una squadretta che si sta giocando la semifinale di Champions? Che ci pensassero gli altri a sbattersi! E chi se ne frega se si tratta di campioni, alcuni con quasi il doppio dei tuoi anni, tutti nazionali nei rispettivi paesi e con alle spalle trionfi di cui oggi tu nemmeno ti puoi sognare?
Certo, tu ti meriti una società più prestigiosa (il Milan!?), con un pubblico che finalmente sappia apprezzare il tuo attaccamento e dedizione alla maglia.
Se la società decidesse di ritirare il numero di maglia, oltre che per meriti sportivi, anche che per chi ha infangato l’immagine del club, il 45 non potrebbe più comparire sulla schiena dei nostri giocatori per i prossimi 200 anni!!!
Ci auguriamo solo che, al termine di questa stagione sportiva, assolutamente esaltante comunque vada a finire, quando ci ritroveremo a tributare il dovuto applauso ai protagonisti, tu non abbia l’ardire di presentarti.
Ti ricorderemo sempre, Mario, ti ricorderemo come il bamboccio che, primo (e, speriamo, ultimo) nella storia, a San Siro, si è permesso di sfilarsi la maglia e di gettarla per terra in segno di spregio. Quella stessa maglia per cui ciascuno di noi spende tempo, denaro e amore per seguirla ovunque e che tu hai avuto la fortuna di indossare.
Per noi non esisti più caro Mario, e con questa nostra, ti diciamo addio.
Grazie… no, quello proprio non ce la sentiamo…».

ma ha detto Arrigo sacchi...no lu prim scem..."Io uno così non lo prenderei mai nella mia squadra "

Lettera a Balotelli 'Mario, vieni al Palermo'

16:37 del 22 aprile


Caro Balotelli, se la giovinezza è la febbre della ragione, come sosteneva un certo filosofo, allora è sorprendente che i medici dell'Inter, senza nemmeno consultarsi con Moratti o con Mourinho, non ti abbiano ancora somministrato dosi massicce di tachipirina. O forse l'hanno fatto, senza raccontarlo in giro, ma la cura si è rivelata inefficace. Anche se sulla diagnosi non c'è alcun dubbio. Martedì sera a San Siro, coi tifosi nerazzurri in amore e i marziani del Barcellona a schiumare rabbia non solo per le sviste arbitrali, ti è saltato il ticchio di traverstirti da guastafeste: non è la prima volta che capita, certo è stata la più clamorosa se perfino Materazzi - un campione del mondo che ammuffisce in panchina senza fiatare - ha buttato via la tunica e le alucce di angelo custode, ruolo che peraltro gli si addice poco come può testimoniare la famiglia Zidane, e ti ha inseguito nel sottopassaggio. Senza un randello in mano per la semplice ragione che non ce n'erano in giro: l'assistente dell'arbitro si sarà rifiutato, magari, di imprestargli la sua bandierina, per non avvalorare i sospetti di complicità col connazionale Mourinho, che i giocatori catalani - ma non Guardiola, maestro di fair play come Ancelotti tempo fa in condizioni analoghe - hanno diffuso a denti stretti.

Qualcuno ieri ha attribuito all'allenatore, che certo non ha un debole per te, la responsabilità del tuo nervosismo: intuendo che masticavi amaro per non esser stato incluso nella formazione iniziale (al posto di Milito, poi: quello che ha risolto la partita con due assist e un gol) avrebbe dovuto risparmiarti il quarto d'ora finale, scegliendo un altro ricambio. Non sono un ammiratore sfegatato di Mourinho, che è uno dei tecnici migliori del mondo ma altresì un personaggio tignoso, svelto a lamentarsi di ogni torto subito e mai pronto a riconoscere i vantaggi ricevuti. Però stavolta, come diciamo noi nel calcio, non c'è partita: all'Inter in quel momento serviva, eccome, Balotelli, e tu non avevi il diritto, dopo aver sbagliato un paio di palloni, né di insultare i tifosi che fischiavano e tanto meno di scagliare lontano la maglia. Perché la maglia per la gente non è un indumento: è un'icona. Ti ha tradito, come al solito, l'istinto: tu stesso, d'altronde, riconosci di essere troppo impulsivo, aggiungendo che per comprare l'autocontrollo non basta la carta di credito.

Sappiamo tutti che hai avuto un'infanzia difficile, a Palermo. Sappiamo tutti che i tuoi genitori naturali ti hanno abbandonato quando eri piccolo, che sei stato dato in affido a una famiglia lombarda e che tu, raggiunto il successo, ti sei rifiutato di accettare: il sangue non basta. Sappiamo tutti che il prezzo della celebrità è pesante, specie per un giovane che viene indicato come un fenomeno. Sappiamo tutti che Mourinho non è il tuo allenatore ideale e l'Inter non è il tuo club preferito, ma è quello che ti paga, dopo averti forgiato. Sappiamo tutti che, per effetto dei tuoi atteggiamenti sfrontati, spesso provocatori, non c'è stadio, in Italia e all'estero, che non ti accolga con improperi, dileggio, cori razzisti. Ma sappiamo pure che quando ritorni nella tua città natale per le vacanze, montando una tenda nel parco dello Zingaro per goderti con gli amici quel mare ammaliante o giocando a calcetto sulla spiaggia di Mondello, vien fuori l'altro Balotelli: quello semplice, spontaneo, che non fa pesare l'auto di lusso o il portafogli gonfio; quello capace di sorridere, non più arrabbiato col mondo che pretende d'imporgli l'obbligo della normalità.

Di campioni palermitani del calcio internazionale, prima di te ce n'è stato uno solo: Schillaci. E anche lui in carriera non ha mai indossato la maglia rosanero. Ora che il Palermo sta diventando una squadra importante, sulla soglia della Champions League, abbiamo una raccomandazione da farti: crescendo, maturando, riflettendo sugli errori commessi e sulla fortuna che la vita ti ha riservato ricompensandoti ampiamente della brutta partenza, sforzati di proporti come un esempio positivo - anziché un eroe maledetto - per i giovani come te e in giro per il mondo onora il nome della città in cui sei nato. E se proprio devi lasciare l'Inter, per un anno o per sempre, perché ormai lo strappo è avvenuto, suggerisci al tuo nuovo procuratore Raiola di strizzare l'occhio a Zamparini: il Palermo non è più una provinciale, e qui saresti a casa. Tanto più che da noi, distanti non solo geograficamente da Pontida, gli italiani sono anche neri. E nessuno se ne scandalizza.

(Giornale di Sicilia)

gli farei fare la vita del porco, farlo ingrassare, farlo andare per troie, anche tutto pagato, ma cussù a pallone non ci deve giocare più.

balotelli e' un ragazzino e gli rompono il cazzo pesantemente dalla mattina alla sera a partire da mourinho

ibra ha detto che se materazzi ci provava con lui lo stendeva in due secondi, a cu lu scem

Con me ha chiuso.