Messaggio del 05-05-2009 alle ore 19:24:43
Prima il caso Rebellin ora il caso Simeoni, prima ce ne sono stati molti altri, ma dovre sta andando a finire il ciclismo?
ROMA (4 maggio) - Filippo Simeoni è pronto a restituire la maglia tricolore conquistata lo scorso anno a causa dell'esclusione sua e della della sua squadra - la Ceramica Flaminia - dal Giro d'Italia del centenario che partirà da Venezia sabato prossimo. A rivelarlo al quotidiano francese l'Equipe è lo stesso ciclista lombardo.
Un gesto, spiega Simeoni, che è «un atto forte, una provocazione contro l'ingiustizia, un atto d'amore per il ciclismo». «È inaccettabile - ha dichiarato il corridore - che il campione d'Italia non possa partecipare al più grande evento del suo paese. (L'organizzazione, ndr) dovrà spiegare agli appassionati perché i valori nazionali non sono rispettati, perché i criteri di selezione sono poco chiari e privilegiano l'aspetto commerciale piuttosto che quello sportivo».
L'atleta 37enne ha lasciato intendere, ma senza dirlo esplicitamente, che dietro la sua esclusione ci siano gli strascichi di un'antica polemica con il texano Lance Armstrong, vincitore di sette Tour de France, che per la prima volta parteciperà alla corsa "rosa". Nel 2004, infatti, in una tappa del Tour, il ciclista americano aveva bloccato la fuga dell'italiano, che in precedenza aveva testimoniato davanti al giudice contro il preparatore Michele Ferrari, in quegli anni legato ad Armstrong, accusandolo di aver favorito l'utilizzo di sostanze dopanti (la giustizia italiana lo assolse nel 2006).
«Angelo Zomegnan (il direttore del Giro, ndr) mi ha detto che non meritavo alcuna spiegazione per la mia esclusione - ha affermato il ciclista -. Non è Filippo Simeoni a volere una spiegazione, ma è a tutti gli sportivi italiani che avrebbero avuto piacere di vedermi con il tricolore che si deve dare una spiegazione, perché le motivazioni me le posso immaginare».
«In Italia certi giornali lo considerano (Armstrong, ndr) come un messia, questo fa capire il suo enorme potere - ha spiegato Simeoni -. Se vuole dare veramente un segnale di riconciliazione, potrebbe adoperarsi affinché possiamo partecipare anche noi».
Messaggio del 05-05-2009 alle ore 19:43:19
il più titolato della storia, eddie merckx, era dopatissimo. però tutti ricordano le vittorie. inizio a pensare che ci sia qualcosa dietro per cercare di infangare il più possibile questo sport.
chiedo venia. non avevo letto tutto, leggendo rebellin ho pensato al doping. di quest'argomento non ne so niente. ------------ Editato da Ziomitch il 05/05/2009 alle 19:45:52
Messaggio del 05-05-2009 alle ore 19:45:43
eddie merckx è stato pure scoperto ed è stato fermo un po' di tempo, il vero problema è ad Armstrong tutto viene perdonato e viene trattato in un certo modo, è lui il vero dopato.
Messaggio del 05-05-2009 alle ore 19:46:57
ovvio. ma finchè la gente non si sveglia può continuare a fare il bello e cattivo tempo. probabilmente avrà anche dei meriti, ma uno che per sette anni fa una sola corsa l'anno non è tutto sto gran campione. pure se quella corsa la vince.
Messaggio del 05-05-2009 alle ore 20:04:25
eh, ma lui è armstrong, lui può. è quello che fa incazzare. pantani lo hanno fatto fuori, ma poi pure lui ci dava dentro.
Messaggio del 10-05-2009 alle ore 00:15:14
in quel caso molto probabilmente si è trattato di un complotto, e dire che era dopatissimo solo perchè in una lunga carriera dove ha vinto tutto è stato trovato positivo al controllo antidoping una sola volta, secondo me è eccessivo.
Si sta correndo il 52° Giro d'Italia e Eddy Merckx è in maglia rosa da sei giorni. Il cavallo nostrano, Felice Gimondi da Sedrina, dopo 16 tappe, accusa un ritardo di 1'41'. Gira voce che il deus ex machina dell'antidoping, dott. Genovese, al seguito del Giro per garantire gli interessi dei corridori, abbia già scoperto diversi casi di doping, ma che in qualche modo sia riuscito a "occultare" le analisi dei "fuori legge". C'è chi dice anche che quei casi riguardano un solo atleta, Merckx appunto, che si ritiene di dover ancora favorire. Uno dei menestrelli della corsa rosa, Bruno Raschi, scrive sulle pagine della Gazzetta: - Il Giro d'Italia ha lasciato oggi a Savona la sua entusiasmante maglia rosa. Eddy Merckx non è partito, costretto al palo dal regolamento. Era risultato positivo sia alla prima che all'analisi di controllo, effettuate dopo la tappa Parma-Savona. Quando la mattina del 2 giugno del 1969 viene annunciata la sua positività anche alle controanalisi dell'antidoping il telecronista della RAI, Sergio Zavoli, piazza il suo microfono sotto la bocca di Merckx, nella sua camera di hotel ad Albisola. La domanda fa rabbrividire chi ascolta: - Signor Merckx, lei ha sempre sostenuto di non essersi mai sottoposto a doping. Cosa può dirci ora che è stata riconfermata la sua "positività" anche alle controanalisi?- Piagnucolando e con una smorfia di sgomento dipinta sul volto, il Lupo, ora Agnello, risponde che...lui non ha preso niente e non sa cosa dire. Il giallo che nasce in quel momento non è ancora stato risolto. Merckx non ha mai ammesso la sua colpevolezza né in quell'occasione nè in altre. Nemmeno ora, che con la sua mole pachidermia si aggira per gli stessi alberghi, nelle stesse camere, ma dalla parte di quelli che organizzano, dirigono e comandano, si lascia andare al Purgatorio della confessione spontanea. Dopo quell'episodio che sconvolse il mondo del ciclismo e non solo, anche nei Parlamenti di mezza Europa si parlò dell'accaduto, e l'Ambasciata d'Italia a Bruxelles e il nostro Ministero degli Esteri ebbero il loro daffare per "contenere" e "arginare" il fiume di polemiche che scoppiarono a Savona in quella primavera del 1969. Colpevole o innocente? Pietro Nenni, ministro degli Esteri, dovette prodigarsi per evitare l'incidente diplomatico col Belgio, paese che considera lo sport della bicicletta quasi una religione di Stato. La parola d'ordine sui giornali dell'epoca era Fencamfamina. Questo stimolante era contenuto in un prodotto allora importato da una ditta farmaceutica con sede a Johannesburg, in Sud Africa, il cui proprietario, scherzo del destino o micidiale coincidenza, si chiamava Merckx . Addirittura mezzo governo belga si mosse per smentire l'accusa di doping. Il documento ufficiale del Governo belga parla di "...assoluta infondatezza delle accuse", e avanza l'ipotesi del complotto perpetrato ai danni del "cannibale" per favorire l'alfiere italico, l'enfant du pais, Felice Gimondi, a Savona secondo in classifica generale. Fatto sta che, nonostante la difesa d'ufficio da parte della sfera politica, anche nel Parlamento belga si parlò ripetutamente di ..."notevole diffusione della pratica del doping diffusa nelle principali attività sportive. I casi conclamati di atleti dopati nel 1969 si avvicinava a 100, di cui quasi 80 sanzionati". Il ministro aggiunse anche che in Italia la situazione era particolarmente delicata e la normativa relativa al doping particolarmente "restrittiva". Salomonicamente il dibattito nel Parlamento belga conclude con la riaffermazione che gli organizzatori del Giro d'Italia avevano confermato la loro imparzialità, e che però il corridore belga era da considerarsi la "vittima sacrificale di un disegno criminoso". L'intervento del ministro Nèmeche si conclude con l'auspicio di "una armonizzazione delle legislazioni sanitarie di tutti i paesi europei" e della necessità di "unificare gli elenchi dei medicinali off-limits per evitare errori involontari da parte degli stessi atleti". E' certo che alla fine degli anni '70 in Belgio si assistette ad un vero terremoto xenofobo nei nostri confronti, e i lavoratori italiani si trovarono a dover affrontare situazioni veramente spiacevoli. D'altra parte va anche detto che negli ambienti delle due ruote da parecchio si vociferava di un Merckx spesso dedito alle pratiche del doping, e si giurava anche che in alcune precedenti occasioni sarebbe già stato ammonito. Si tratta dunque di truffa o di beffa? Va comunque detto, ad onore del vero e per sgombrare il campo da accuse esagerate, che il prodotto in questione, la Fencamfamina, rispetto agli ormoni sintetici introdotti negli anni '90 nel mondo dello sport, costituisce quasi un innocuo placebo dagli effetti blandi e molto limitati nel tempo. Pensate che per avere qualche beneficio lo si doveva prendere insieme alle vitamine B1, B6, B12 e C.
Dopo la fine di quel pandemonio, asciugate le lacrime di Savona, Merckx rimonta in sella e stravince il Tour de France, indossando ancora una volta quella maglia di colore giallo, simbolo di primato ma anche di dubbio e incertezza. E questo dubbio ha sempre accompagnato tanti appassionati di ciclismo.
Messaggio del 13-05-2009 alle ore 18:13:30
Giro, Menchov brucia Di Luca ma l'abruzzese va in rosa
Il corridore russo trionfa nella quinta tappa. Bene Ivan Basso, indietro Cunego, Armstrong e Simoni
BOLZANO - La tappa a Denis Menchov, la maglia rosa a Danilo Di Luca. Le salite della quinta tappa del Giro, 125 km da San Martino di Castrozza all'Alpe di Siusi, emettono le prime sentenze. Promozione a pieni voti per il russo della Rabobank, capace di tenere il ritmo impresso da Ivan Basso sulle rampe finali e di bruciare allo sprint proprio Di Luca. Bene anche l'abruzzese, che strappa la maglia rosa allo svedese Thomas Loevkvist, terzo classificato. E bene anche Basso, che ha fatto selezione nella parte finale della frazione.
LA CLASSIFICA - Il gruppo si è allungato a 6 km dal traguardo, quando il ritmo imposto dagli uomini della Liquigas ha provocato la prima selezione rilevante. Lance Armstrong, scortato dai suoi compagni di squadra, ha perso contatto rispetto agli altri big. Poco dopo, ha iniziato a perdere terreno anche Cunego. A circa 4 km dalla conclusione, Basso è uscito allo scoperto: la progressione del varesino ha ridotto ulteriormente il plotone. A 2 km dall'epilogo, sono rimasti in 7 a giocarsi la vittoria. Con tanta sofferenza è rimasto agganciato al trenino anche Lovkvist, che ha onorato così la maglia rosa. I battistrada hanno alzato il piede dall'acceleratore nell'ultimo chilometro: Menchov, dopo aver gestito in maniera oculata le energie, è scattato senza concedere chance ai rivali. L'ultimo ad arrendersi è stato Di Luca, che ha chiuso a 2" dal vincitore. L'abruzzese si è ampiamente consolato conquistando la maglia rosa. Armstrong, invece, è arrivato con 2'59" di ritardo e ora è 22° in classifica generale a 3'34". Distacchi importanti anche per Simoni, Cunego e Garzelli.
Messaggio del 15-05-2009 alle ore 09:20:07
MAYRHOFEN (Austria) - La sesta tappa del Giro d'Italia, la Bressanone-Mayrhofen im Zillertal di 248 km, è stata vinta da Michele Scarponi dopo una fuga di 193 km. Si tratta della prima vittoria al Giro del ciclista marchigiano, che quest'anno si era già imposto alla Tirreno-Adriatico, giunto da solo sul traguardo in Austria lasciando il gruppo della maglia rosa a 36 secondi. «Bisogna fare però i complimenti a Scarponi, che ha fatto una grandissima corsa», ha detto Ivan Basso dopo l'arrivo. «Questo Giro è molto duro e lo vincerà il corridore che saprà essere ogni giorno puntuale all'arrivo».
DI LUCA IN ROSA - Danilo Di Luca resta in maglia rosa, Lance Armstrong ha perso ancora una trentina di secondi dai migliori. Venerdì la settima tappa, Innsbruck-Chiavenna, di 244 km: partenza in Austria, sconfinamento in Svizzera e ritorno in Italia con la scalata del passo del Maloja a meno di 37 km dal traguardo, poi una lunga discesa sino alla fine in Valtellina.
Messaggio del 15-05-2009 alle ore 10:41:34
ogni singolo ciclista usa pratiche dopanti sia nel professionismo nocr peggio tra i dilettanti dove hanno ancor piu'liberta'dai controllirendere o lasciare qs e'la realta':da sempre.
Messaggio del 20-05-2009 alle ore 03:00:00
non riuscirò mai a capire come cazzo si possa seguire uno sport come il ciclismo nel quale è oggettivamente appurato che il 90% dei praticanti (ad alti livelli) si dopa.. Ovviamente questo succede anche in altre discipline ma non con percentuali simili..
Preferirei gare in cui si corre a medie inferiori ma in maniera pulita...
che me ne frega se uno va a 50 all'ora, ma per farlo deve ricorrere a pratiche scorrette e proibite dalla legge?
Messaggio del 20-05-2009 alle ore 09:50:02
più o meno allo stesso modo come si segue il calcio, dove i giocatori si tirano piste di cocaina a tutto andare, vanno per troie, prendono sitpendi decine di volte superiori ai ciclisti, non rischiano la vita e si permettono pure di "essere tristi, infelici e stressati", le società sono indebitate fino al collo, piene di mafiosi eccetera eccetera.
in pianura io riesco a tenere una media di 30 all'ora, ma peso più di 80 kg, ho una bicicletta più pesante delle loro e zero allenamento. conosco gente che con un minimo di allenamento tiene medie di tutto rispetto anche in salita. i ciclisti professionisti vivono in bicicletta, è ovvio che riescono a fare quello che fanno. ------------ Editato da Ziomitch il 20/05/2009 alle 09:53:33
Messaggio del 20-05-2009 alle ore 09:52:39
tra l'altro vedere la maglia rosa che a poco dal traguardo scatta e lascia tutti sul posto è semplicemente stupendo ed è un gesto atletico molto superiore a qualunque gol in rovesciata o di qualunque altra fattura.
purtroppo qua se non c'è la palla non si parla neanche di sport....
Messaggio del 20-05-2009 alle ore 14:55:35
contenti voi...
per zio Mitch: se leggi bene h detto che il doping esiste anche negli altri sporti, ma in percentuali minori rispetto al ciclismo. la media dei 50kmh era per fare un esempio, ma per quanto si allenino tutti i giorni, per tenere certi ritmi in tappe lunghissime e dure come quelle del Giro o del Tour bisogna per forza affidarsi a qualcosa di artificiale. personalmente, pur non essendo un patito di questo sport, sarei più contento di una tappa che dura tre ore in più ma è "pulita" che di quello che si vede mediamente in giro.
Cmq zio mitch, tè raggione chi dice che da quando la Ferrari ha ninacciato di ritirarsi dalle corse sei diventato particolarmente molesto...
Messaggio del 20-05-2009 alle ore 15:00:21
ah dimenticavo: a me piace vedere in tv solo le tappe in salita, ma raramente ci riesco perchè non sopporto quelle persone che chiudono la strada ai corridori o gli corrono dietro a rischio di farli cadere. Mi ci viene un tale nervoso che preferisco cambiare canale...
e il non plus ultra, in tal senso è quell'imbecille vestito da diavolo che, a 60 anni e passa (lo vedo in azione da almeno na ventina, quindi tè na certa età) nin te niene di meje da fà che corre appress a gente che sta schiumando sangue, nghe nu forcone...
Messaggio del 20-05-2009 alle ore 22:42:42
non è la ferrari, è la primavera se la ferrari si ritira dalle corse sono quasi contento, perchè poi mosley e ecclestone si vanno a pesare.
comunque, tornando ai ciclisti, di luca ha passato praticamente gli ultimi mesi su e giù per la maiella, a preparare la tappa. testimoni oculari mi hanno riferito che andava come un treno, provava gli scatti ecc ecc. due anni fa dopo la sua vittoria del giro gli hanno impedito di correre il tour per motivi stupidi, cercando di accusarlo di doping. ne è uscito pulito e oggi è più forte di allora. per me non è dopato, e spero veramente di non sbagliarmi. comunque fidati, la preparazione e quelle biciclette fanno miracoli. poi gli scandali doping ci sono stati e probabilmente ci saranno ancora, ma perchè accusare gli altri quando sono puliti? è come se adriano si tira le piste di coca e io dicessi che tutti i calciatori sono dei tossici (ammesso e non concesso che siano puliti, cosa che si dimostra continuamente falsa).
per le tappe di salita sono d'accordo con te. volevo andarci al block haus, ma vedi pochino e per poco tempo e con tutta quella gente è pure un casotto, anche per salire.
Messaggio del 25-05-2009 alle ore 18:38:49
SASTRE: «SONO QUI PER VINCERE» - «Il Giro non è finito, sono qui per vincere». Carlos Sastre avanza la sua candidatura dopo la vittoria nella 16esima tappa. Il corridore spagnolo del team Cervelo è terzo in classifica generale, a 2'19 dalla maglia rosa Denis Menchov. «Sapevo di poter fare qualcosa di buono e ci sono riuscito. La squadra mi ha aiutato tutto il giorno nella tappa più dura di tutto il Giro - dice Sastre. Ora ci aspettano altre due giornate importanti con le frazioni del Blockhaus e del Vesuvio. Martedì abbiamo la possibilità di riposarci, poi vediamo se riusciamo a fare qualcosa».
BASSO: «CI HO PROVATO. SASTRE E' STATO PIU' FORTE» - «Ci ho provato in tutti i modi» ha detto Ivan Basso dopo il suo quarto posto. «Sastre è stato più forte. Menchov e Di Luca hanno tenuto benissimo. Sono scattati per riprendermi? È normale che sia così», ha commentato il corridore della Liquigas. «Il Giro è finito? Vediamo dopodomani al Blockhaus e poi sul Vesuvio».
Messaggio del 25-05-2009 alle ore 19:52:47
hanno sbagliato a non far crepare menchov prima. e di luca ha sbagliato l'altro giorno a far lavorare la squadra per riprendere una fuga che non serviva riprendere. vediamo che succede mercoledì, ma mi sa tanto che sto giro lo vince il russo