Calcio-Pescara: è crisi societaria

Tre giorni fa Daniele Sebastiani, ieri Acciavatti, Di Tieri, Di Cosimo e Pirocchi. Il 30% dell' intero pacchetto lascia la società. Sebastiani non condivide il modo di gestire il sodalizio. Piuttosto esplicita, in tal senso, la lettera inviata a tutti i soci lo scorso 27 novembre. E così, lunedì prossimo, in occasione dell' assemblea straordinaria, a questo punto indifferibile, qualcuno dovrà ripianare il debito e contestualmente ricapitalizzare per la parte mancante.

Su tutte le furie Peppe De Cecco che all' Ansa ha dichiarato" la città deve sapere che questa è Pescara. Questi sono i pescaresi che dicono di voler bene alla loro squadra. Non ci aspettavamo questa prova di forza che lascia la Pescara calcio in oggettive difficoltà. Posso solo dire che noi abbiamo già ricapitalizzato per il nostro 70%, ma non lo faremo per coprire i debiti contratti anche da chi è andato via. Se entro il 21 dicembre non ci sarà qualche fatto nuovo, i libri contabili della Pescara Calcio andranno in tribunale". Intanto, l'ex presidente Angelo Renzetti sarebbe pronto a sottoscrivere il 10%

di MassimoProfeta

Armando Caldora, ultimo di tredici figli, trasferitosi da Lanciano a Pescara, aveva iniziato la sua intrapresa commerciando in prodotti agricoli. Ben presto comprese le potenzialità urbanistiche di alcuni terreni e intuì - prima di altri - l'importante domanda di abitazioni, uffici e locali commerciali che il territorio avrebbe espresso. Acquistò i primi appezzamenti sulla parola, spesso con una semplice stretta di mano e cominciò a costruire. Non si fermò più. Nacque una nuova Pescara.

a me m'è ne frega

il 10% me lo piglio io tranquilli e metto blaz svliskovic al posto di cuccureddu