Sport
....e lippi rosikkia...
Messaggio del 16-02-2004 alle ore 09:03:07
la rometta ke nn riesce a vincere ad ancona e il milan ke fa 1 a 1 a lecce....
e la giuventus ke ti ripija 2 bei punticini...
ma totti ad ancona nn diceva ke segnava na goleada...AH!!!è vero!!!quello più di 5 nn sa contare
la rometta ke nn riesce a vincere ad ancona e il milan ke fa 1 a 1 a lecce....
e la giuventus ke ti ripija 2 bei punticini...
ma totti ad ancona nn diceva ke segnava na goleada...AH!!!è vero!!!quello più di 5 nn sa contare
Messaggio del 16-02-2004 alle ore 09:06:11
Generale al contrattacco
Freca prevedo guai per te
Generale al contrattacco
Freca prevedo guai per te
Messaggio del 16-02-2004 alle ore 11:32:04
Infatti è da tipico romanazzo, si esaltano per una partita e poi non vanno oltre lo 0-0 con l'Ancona di Galeone (la squadra più battuta del campionato).Le chiacchiere stanno a zero! Totti non sa che è meglio perdere una partita 4 a 0 e vincere le altre che viceversa, ma questo si può capire, è ignorante!
Infatti è da tipico romanazzo, si esaltano per una partita e poi non vanno oltre lo 0-0 con l'Ancona di Galeone (la squadra più battuta del campionato).Le chiacchiere stanno a zero! Totti non sa che è meglio perdere una partita 4 a 0 e vincere le altre che viceversa, ma questo si può capire, è ignorante!
Messaggio del 16-02-2004 alle ore 12:58:24
forest pure la juve sta a 0..e ne avete presi 4! do u remember?
forest pure la juve sta a 0..e ne avete presi 4! do u remember?
Messaggio del 16-02-2004 alle ore 13:22:10
Messaggio del 16-02-2004 alle ore 15:04:05
è meglio finire il nandrolone ke i soldi
fonte fideiussioni
ammazzate quanta gente..AHOOO!se stavate in cina ve prendevano per dei polli malati de polmonite atipica
cmq quello striscione nn può essere frutto di totti!!!!quello nn sa fa neanke na o con lu bikkiere
però si sta imparando a parlare il linguaggio dei gesti
è meglio finire il nandrolone ke i soldi
fonte fideiussioni
ammazzate quanta gente..AHOOO!se stavate in cina ve prendevano per dei polli malati de polmonite atipica
cmq quello striscione nn può essere frutto di totti!!!!quello nn sa fa neanke na o con lu bikkiere
però si sta imparando a parlare il linguaggio dei gesti
Messaggio del 16-02-2004 alle ore 15:32:24
si specialmente con la juve
si specialmente con la juve
Messaggio del 16-02-2004 alle ore 19:34:56
bella ciccioooooooooo!
bella ciccioooooooooo!
Messaggio del 16-02-2004 alle ore 20:10:17
siamo sempre i migliori!
siamo sempre i migliori!
Messaggio del 17-02-2004 alle ore 22:57:34
in compenso totti ti sa fare bene il cukkiaio col piede
in compenso totti ti sa fare bene il cukkiaio col piede
Messaggio del 18-02-2004 alle ore 15:30:25
Marcello Lippi, l'uomo che sapeva solo vincere
di Pippo Russo
> 18/2/2004
E no!- disse un giorno il sig. Marcello Lippi , professione allenatore di pallone, a Francesco Totti - bisogna saper vincere!
Sottintendendo che certi gesti non si fanno, e che mai si dovrebbe essere smargiassi verso gli sconfitti. Parole benedette, quelle dell'allenatore juventino; che così volle stigmatizzare il comportamento di quello, mettendone in dubbio la sportività. E mai pulpito fu più propizio, poiché proprio in materia di "saper vincere" il Marcello fu maestro. Di più: egli, a partire da un certo punto della sua carriera, seppe solo vincere'. Rifiutando schizzinosamente di prendere in considerazione ogni altra possibilità che il gioco prevedesse. Un po' come quei ragazzetti che se una sessione di campionato alla playstation va maluccio, resettano e ricominciano da capo, perché che gusto c'è a perdere?
Più volte il Marcello dimostrò di avere un'idea radicale della sua identità di 'vincente'. Né in modo alcuno si peritò d'apparir fanciullo capriccioso, e rimediare penose figure ogni qualvolta la ruota e il pallone giravano in senso inverso. Fu così nel maggio 2003, dopo una finale di Champions League contro il Milan. La perse ai rigori, e cosa mai di disonorevole c'era in questo? Per lui sì che c'era: e poiché resettare non si poteva (c'era solo da ingoiare l'esito del campo) il giorno dopo, parlando ai giornalisti, minacciò di lasciare la panchina urlando al mondo di non essere ancora bollito (excusatio non petita), e che se non fosse riuscito nell'impresa al successivo colpo avrebbe mollato tutto. Nulla in confronto a ciò che aveva fatto soltanto poche ore prima; quando, a gara appena conclusa, andò impettito nello spogliatoio milanista per complimentarsi con gli avversari e ricordar loro che comunque, negli ultimi due campionati, la sua Juventus aveva sommato 21 punti di scarto rispetto ai rossoneri. Lasciandoseli dietro le spalle interdetti, a chiedersi se quello lì ci fosse o ci facesse.
Era il suo modo di essere un vincente: rimuovere la sconfitta dal proprio orizzonte, e affrontarla a muso duro ogni volta che quella s'azzardasse a fare capolino. Come nei giorni dell'Inter, quando arrivò da trionfatore e l'unica cosa che gli riuscì di ottenere, dopo una campagna acquisti faraonica, fu l'ultimo posto valido per la Champions League, e solo dopo uno spareggio. Una fatica immane, per un risultato immediatamente vanificato al turno preliminare contro l'Helsingborgs, una modesta masnada di svedesotti. Compresa la malaparata, e persa la prima gara del successivo torneo (a Reggio Calabria, contro una squadra che poi avrebbe infilato 8 sconfitte consecutive), il Marcello preferì resettare. E a fine gara invitò il presidente a prenderlo a calci in culo. Di dimettersi lui, manco a parlarne. Perché perdere sul campo, ancora poteva tollerarlo; ma perdere i denari del contratto, col kaiser.
Del resto, l'esperienza qualcosa doveva pur insegnargli: e lui aveva imparato da quell'altra volta che era stato alla Juve, e nel mezzo di una stagione in cui s'avviava a vincere nulla volle resettare. In capo a una gara persa 4-2 in casa, decise di presentare le dimissioni. Accadde ciò che mai si sarebbe aspettato: gliele accettarono. Lasciandogli feriti l'orgoglio e il portafoglio.
-------------------------------------------------Editato il 15:32:10 18/02/2004 da frecavento
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Editato il 15:36:20 18/02/2004 da frecavento
Marcello Lippi, l'uomo che sapeva solo vincere
di Pippo Russo
> 18/2/2004
E no!- disse un giorno il sig. Marcello Lippi , professione allenatore di pallone, a Francesco Totti - bisogna saper vincere!
Sottintendendo che certi gesti non si fanno, e che mai si dovrebbe essere smargiassi verso gli sconfitti. Parole benedette, quelle dell'allenatore juventino; che così volle stigmatizzare il comportamento di quello, mettendone in dubbio la sportività. E mai pulpito fu più propizio, poiché proprio in materia di "saper vincere" il Marcello fu maestro. Di più: egli, a partire da un certo punto della sua carriera, seppe solo vincere'. Rifiutando schizzinosamente di prendere in considerazione ogni altra possibilità che il gioco prevedesse. Un po' come quei ragazzetti che se una sessione di campionato alla playstation va maluccio, resettano e ricominciano da capo, perché che gusto c'è a perdere?
Più volte il Marcello dimostrò di avere un'idea radicale della sua identità di 'vincente'. Né in modo alcuno si peritò d'apparir fanciullo capriccioso, e rimediare penose figure ogni qualvolta la ruota e il pallone giravano in senso inverso. Fu così nel maggio 2003, dopo una finale di Champions League contro il Milan. La perse ai rigori, e cosa mai di disonorevole c'era in questo? Per lui sì che c'era: e poiché resettare non si poteva (c'era solo da ingoiare l'esito del campo) il giorno dopo, parlando ai giornalisti, minacciò di lasciare la panchina urlando al mondo di non essere ancora bollito (excusatio non petita), e che se non fosse riuscito nell'impresa al successivo colpo avrebbe mollato tutto. Nulla in confronto a ciò che aveva fatto soltanto poche ore prima; quando, a gara appena conclusa, andò impettito nello spogliatoio milanista per complimentarsi con gli avversari e ricordar loro che comunque, negli ultimi due campionati, la sua Juventus aveva sommato 21 punti di scarto rispetto ai rossoneri. Lasciandoseli dietro le spalle interdetti, a chiedersi se quello lì ci fosse o ci facesse.
Era il suo modo di essere un vincente: rimuovere la sconfitta dal proprio orizzonte, e affrontarla a muso duro ogni volta che quella s'azzardasse a fare capolino. Come nei giorni dell'Inter, quando arrivò da trionfatore e l'unica cosa che gli riuscì di ottenere, dopo una campagna acquisti faraonica, fu l'ultimo posto valido per la Champions League, e solo dopo uno spareggio. Una fatica immane, per un risultato immediatamente vanificato al turno preliminare contro l'Helsingborgs, una modesta masnada di svedesotti. Compresa la malaparata, e persa la prima gara del successivo torneo (a Reggio Calabria, contro una squadra che poi avrebbe infilato 8 sconfitte consecutive), il Marcello preferì resettare. E a fine gara invitò il presidente a prenderlo a calci in culo. Di dimettersi lui, manco a parlarne. Perché perdere sul campo, ancora poteva tollerarlo; ma perdere i denari del contratto, col kaiser.
Del resto, l'esperienza qualcosa doveva pur insegnargli: e lui aveva imparato da quell'altra volta che era stato alla Juve, e nel mezzo di una stagione in cui s'avviava a vincere nulla volle resettare. In capo a una gara persa 4-2 in casa, decise di presentare le dimissioni. Accadde ciò che mai si sarebbe aspettato: gliele accettarono. Lasciandogli feriti l'orgoglio e il portafoglio.
-------------------------------------------------Editato il 15:32:10 18/02/2004 da frecavento
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Editato il 15:36:20 18/02/2004 da frecavento
Messaggio del 18-02-2004 alle ore 17:57:19
ke bella storiella
ma sto Pippo russo ki è il nipone di paperino o lo zio di totti???
fa piacere notare come si vada a cercare sempre il pelo nell'uovo...come direbbe quel filosofo di hellraiser
quando ci sta da parlar male è semplice tirare fuori le solite 4 fregnacce e collegarle nel vostro maniacale puzzle di antijuventini...ma quando ci sta di parlare bene della Juve...non lo farete mai e non perchè non capita l'occasione ma perchè vi cooce...ahimè l'attrosi alle mani vi freca
del resto questo dell'attrosi alle mani è un tipico dolore di voi romanisti, basta vedere come totti ad ancora non sia riuscito ad alzare neanche il mignolo...poverino...magari la sua illary bisogna farla visitare dalla Gf...li gli faceme arrizzà pure li capill
jete a pagà le fideiussioni
ke bella storiella
ma sto Pippo russo ki è il nipone di paperino o lo zio di totti???
fa piacere notare come si vada a cercare sempre il pelo nell'uovo...come direbbe quel filosofo di hellraiser
quando ci sta da parlar male è semplice tirare fuori le solite 4 fregnacce e collegarle nel vostro maniacale puzzle di antijuventini...ma quando ci sta di parlare bene della Juve...non lo farete mai e non perchè non capita l'occasione ma perchè vi cooce...ahimè l'attrosi alle mani vi freca
del resto questo dell'attrosi alle mani è un tipico dolore di voi romanisti, basta vedere come totti ad ancora non sia riuscito ad alzare neanche il mignolo...poverino...magari la sua illary bisogna farla visitare dalla Gf...li gli faceme arrizzà pure li capill
jete a pagà le fideiussioni
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