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Ferreira Pinto...
Messaggio del 23-04-2011 alle ore 12:45:16
...scrive un libro:
«Andare a scuola è importante»
Adriano Ferreira Pinto ha scritto un libro. Lui che non è andato a scuola - aveva sei anni quando la mamma l'ha mandato a lavorare in campagna perché servivano soldi, in casa non c'era da mangiare - ha scritto un libro per spiegare quanto conta andare a scuola. E quanto bisogna combattere per realizzare i propri sogni.
«Volevo solo giocare a calcio» racconta la storia della famiglia Ferreira Pinto, dalla nascita di Adriano (1979) al suo arrivo in Italia, al Lanciano (2002). Gli otto anni successivi (Perugia, Cesena, Atalanta) sono concentrati in poche pagine, perché sono storia nota.
Prima c'è un racconto incredibile, che nessuno crederebbe vero se non fosse la vita di un uomo nato poverissimo in Brasile e diventato un calciatore professionista in Italia. Eccone una piccola parte.
Adriano, perché ha deciso di raccontare la sua vita?
«Su pressione del procuratore. Ho sentito il dovere di dire ai bambini che la vita può anche essere dura, molto dura, ma che puoi comunque affrontare qualsiasi problema e vincere».
La sua famiglia era poverissima.
«Papà José Carlos era un contadino che la domenica mattina giocava a calcio, mamma Julia in tre anni ha messo al mondo mia sorella Miriam, io che sto nel mezzo e mio fratello Edievaldo. Papà era un contadino, lavorava a mezzadria coltivando verdura. Pomodori, zucchine, quello che pensava potesse rendere meglio».
Rendevano poco.
«Abbiamo girato 14 campagne diverse prima di fermarci a Porto Ferreira, in quel terreno allora in periferia dove oggi sorgono le nostre quattro case. Mamma però vive in centro, ha sempre sognato il centro. Lei non lavora più, ha solo 51 anni ma non voglio che faccia altra fatica, ci penso io».
Gli altri invece lavorano?
«Sì, tutti dobbiamo lavorare per avere una dignità nella vita. Miriam che fa la commessa in un negozio d'abbigliamento, Edievaldo è operaio in una fabbrica di mobili».
Non li porta in Italia?
«Impossibile. Nessun brasiliano lascia il Brasile senza un motivo. Io invece resterò qui, a fine carriera spero di fare l'aiutante di qualche preparatore atletico... Non c'è niente da ridere, non ho mai pensato di diventare Mourinho».
Suo figlio leggerà il libro della sua vita?
«Certo che sì. Spero lo aiuti a crescere. Perché se hai tanto dai tuoi genitori impari i valori della vita. E io cercherò di educarlo come hanno educato me».
L'Eco di Bergamo del 20 aprile
...scrive un libro:
«Andare a scuola è importante»
Adriano Ferreira Pinto ha scritto un libro. Lui che non è andato a scuola - aveva sei anni quando la mamma l'ha mandato a lavorare in campagna perché servivano soldi, in casa non c'era da mangiare - ha scritto un libro per spiegare quanto conta andare a scuola. E quanto bisogna combattere per realizzare i propri sogni.
«Volevo solo giocare a calcio» racconta la storia della famiglia Ferreira Pinto, dalla nascita di Adriano (1979) al suo arrivo in Italia, al Lanciano (2002). Gli otto anni successivi (Perugia, Cesena, Atalanta) sono concentrati in poche pagine, perché sono storia nota.
Prima c'è un racconto incredibile, che nessuno crederebbe vero se non fosse la vita di un uomo nato poverissimo in Brasile e diventato un calciatore professionista in Italia. Eccone una piccola parte.
Adriano, perché ha deciso di raccontare la sua vita?
«Su pressione del procuratore. Ho sentito il dovere di dire ai bambini che la vita può anche essere dura, molto dura, ma che puoi comunque affrontare qualsiasi problema e vincere».
La sua famiglia era poverissima.
«Papà José Carlos era un contadino che la domenica mattina giocava a calcio, mamma Julia in tre anni ha messo al mondo mia sorella Miriam, io che sto nel mezzo e mio fratello Edievaldo. Papà era un contadino, lavorava a mezzadria coltivando verdura. Pomodori, zucchine, quello che pensava potesse rendere meglio».
Rendevano poco.
«Abbiamo girato 14 campagne diverse prima di fermarci a Porto Ferreira, in quel terreno allora in periferia dove oggi sorgono le nostre quattro case. Mamma però vive in centro, ha sempre sognato il centro. Lei non lavora più, ha solo 51 anni ma non voglio che faccia altra fatica, ci penso io».
Gli altri invece lavorano?
«Sì, tutti dobbiamo lavorare per avere una dignità nella vita. Miriam che fa la commessa in un negozio d'abbigliamento, Edievaldo è operaio in una fabbrica di mobili».
Non li porta in Italia?
«Impossibile. Nessun brasiliano lascia il Brasile senza un motivo. Io invece resterò qui, a fine carriera spero di fare l'aiutante di qualche preparatore atletico... Non c'è niente da ridere, non ho mai pensato di diventare Mourinho».
Suo figlio leggerà il libro della sua vita?
«Certo che sì. Spero lo aiuti a crescere. Perché se hai tanto dai tuoi genitori impari i valori della vita. E io cercherò di educarlo come hanno educato me».
L'Eco di Bergamo del 20 aprile

Messaggio del 23-04-2011 alle ore 14:13:28
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Editato da Sojit_e_sorvnut il 23/04/2011 alle 14:17:51

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Editato da Sojit_e_sorvnut il 23/04/2011 alle 14:17:51
Messaggio del 23-04-2011 alle ore 21:28:21
mi sa ca quiss ca joche mo a lu stadio ni l' sa che sem vist a jucà nu!!!!?!?!?!?!?!?
mi sa ca quiss ca joche mo a lu stadio ni l' sa che sem vist a jucà nu!!!!?!?!?!?!?!?

Messaggio del 23-04-2011 alle ore 21:37:54
non lo sanno no..davanti alla loro presunzione si può rispondere solo ridendo perchè è inutile pure dirgli male..ripeto questo era il campionato piu mediocre di questi 10 anni e siamo a 42 punti..ne ha fatti 46 zeman senza portiere e con tutti ragazzini..altro che i"nostri"
non lo sanno no..davanti alla loro presunzione si può rispondere solo ridendo perchè è inutile pure dirgli male..ripeto questo era il campionato piu mediocre di questi 10 anni e siamo a 42 punti..ne ha fatti 46 zeman senza portiere e con tutti ragazzini..altro che i"nostri"
Messaggio del 26-04-2011 alle ore 16:17:21
più che dirlo alla nostra SQUADRA DI LIMONI....ditelo al nostro CICCI
il nano che siede ogni domenica in panchina.......e dopo va in TV a sparlare....
più che dirlo alla nostra SQUADRA DI LIMONI....ditelo al nostro CICCI



Messaggio del 26-04-2011 alle ore 19:01:14
certo che riuscire a fare peggio di zeman....
certo che riuscire a fare peggio di zeman....
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Ferreira Pinto...
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