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La prima schiacciata femminile !!!
Messaggio del 12-03-2005 alle ore 14:06:53





PARMA, 11 marzo 2005 - E’ il balzo enorme di una donna, per un piccolo eppure significativo passo di avvicinamento di tutto il basket femminile verso un universo ancora sconosciuto. Un saltone che porta tutte le donne oltre un’altra barriera, al di là di un ostacolo alto 3 metri e 5 centimetri: il canestro.

Mercoledì sera, nella scuola Giordani di Parma, al 18’ del turno infrasettimanale di A-1 tra la locale Meverin e il Chieti, una ragazza lunga e secca è scappata in contropiede, ha attraversato il campo e ha lasciato tutti senza fiato. Semplicemente, invece di appoggiare al tabellone, è andata su e ha schiacciato. Michelle Donnette Snow — che per assonanza col nome e per via della passione per il mare tutti chiamano Shell (conchiglia) — ha fatto quello che, da questa parte dell’Atlantico, avevamo visto fare solo agli uomini. A saperlo vedere c’è lo spot del futuro, nel volo di questa ragazza che ha il soprannome e il cognome stridenti come un paradosso delle sue poesie. Shell Snow, Conchiglia Neve: ditelo voi se una che si chiama così non doveva essere destinata a cambiare anche solo un po’ il mondo.
Shell si è resa conto subito di aver fatto qualcosa che resterà nell’immaginario di tanta gente, non solo nel pubblico di Parma che gli ha tributato un’ovazione proseguita per tutti i restanti due minuti del primo tempo. Durante i quali lei è andata in confusione, ha preso rimbalzi, ha distribuito stoppate. Nella foga ha persino fatto un autocanestro, sigillo alla serata storica come e più di quella che Shell aveva già vissuto con un’altra schiacciata, il 25 novembre del 2001.
Allora giocava in Ncaa con Tennessee, quella sera contro Illinois. Non che altre non avessero schiacciato prima di allora, questo no. Ma nelle occasioni dei rarissimi precedenti non c'erano mai state le telecamere, dunque ciò che le riuscì quella sera entrò in tutte le case d’America. E da allora Shell è "Quella che schiaccia". Fama che l’ha accompagnata in Italia, dove è arrivata quest’anno nell’unica città dove sarebbe potuta arrivare. "Io ho tre giocatrici che considero modelli: Cinthya Cooper, Yo-Yo Griffith e DeLisha Milton", ha spiegato: tutte e tre ex stelle di Parma. Dove, sponsorizzata proprio da Cooper, è giunta all'inizio della stagione. Peccato tuttavia che fino a due giorni fa solo le compagne fossero in grado di confermare quella peculiarità per cui andava tanto celebre: le schiacciate le aveva fatte vedere solo in allenamento.
Fino all'altro ieri, quando ancora al mattino aveva spiegato: "In partita non ci provo, se solo ti azzardi a saltare in area ti prendi di quelle gomitate...In Europa il gioco è molto diverso, e Veskovic mi insegna movimenti che non conoscevo, perché qui servono i fondamentali, mentre in Wnba si punta più sul fisico". Dunque anche se aveva raccontato che "schiacciare è stupendo perché senti il pubblico che si diverte e non c'è niente di più bello che dare emozioni alla gente", sembrava voler escludere di poter mostrare a noi le sue meraviglie. Ma aveva anche concluso con un sardonico: "Mai dire mai".
Viene quindi da credere che avesse già programmato tutto. Omagari no, è stato solo un caso: comunque sia, poche ore dopo ha fermato il momento che secondo molti sarà ricordato come il più significativo della stagione. Ben consapevole della valenza anche divulgativa dell’ impresa. "So che schiacciando attiro l'attenzione di chi a noi ragazze non si è mai interessato". Una bella soddisfazione per una che ha cominciato ad arrampicarsi fino al ferro perché fin dall'High School a Pensacola, Florida, non aveva mai voluto essere da meno dei maschi. "Ho cominciato a schiacciare con loro, prima con una pallina da tennis, poi con una maglietta raggomitolata, quindi con il pallone da pallavolo". E alla fine ce l'ha fatta. "La prima volta avrò avuto 16, forse 17 anni". Poi al College ha affinato la tecnica, aiutata da Vincent Yarbourgh, ex Denver e Messina, all’epoca anche lui a Tennessee e oggi in Belgio, nell’Ostende di Matteo Boniciolli.
Va detto però che parlare solo di schiacciate sarebbe quanto mai limitativo. Non è certo solo grazie a quelle che Shell nel 2002 è arrivata alle Houston Comets, in Wnba, dove nel 2003 è stata votata "giocatrice più progredita della lega". Con un piccolo segreto: "Sì è vero: pago le compagne di squadra. L’ho sempre fatto fin dai tempi della scuola: stabilisco una cifra per ogni assist che ricevo". Se sia così anche a Parma non è del tutto chiaro, sull'argomento ha glissato, ma parlano i numeri: attualmente è prima nella classifica dei rimbalzi ed è sopra il 60% di realizzazione nei tiri da due. Il tutto con un'idea molto chiara: "Non voglio che si parli di me come di una che gioca solo a basket". Anzi, lo sport per Michelle è un bel mezzo per guardarsi attorno. Ha solo 24 anni, ed è già riuscita a giocare in Sud Corea, in Israele (nel Ramat Hasharon) e in Russia (nel Cska Mosca). "Vorrei continuare a conoscere il mondo giocando, anche se qui mi piace molto e ho già detto a Bertolazzi che il prossimo anno vorrei tornare a Parma". Senza però mai perdere di vista tutto il resto che nel seuo caso è davvero molto.
"Maschere", "Amore", "Confessioni", sono titoli di alcune delle poesie che Michelle ha scritto recentemente e che presto vorrebbe racchiudere in una raccolta. Così come "Conversazione con Dio, parte prima", sintesi del suo fortissimo senso religioso. Lo stesso che le fa alzare gli indici al cielo dopo ogni canestro. E che la porta ad impegnarsi in mille progetti di solidarietà. Come "gogirlgo" nell’ambito della Women’s Sports Foundation di Billie Jean King. "Il Signore ci ha benedetti, noi dobbiamo fare di tutto per portare agli altri la benedizione", dice. Shell si dà da fare per le ragazze in difficoltà, partecipa a piani che si propongono di combattere la droga, l’abuso di alcool, ma anche l'obesità e le gravidanze tra le teenager. "Mi piace impegnarmi anche per le cause minori, risolvere piccoli problemi quotidiani. Non voglio che per nessuno la mancanza di denaro possa essere una scusa per non comportarsi bene". Nel suo caso, forse perché viene da una famiglia numerosa (ha due fratelli e due sorelle), più probabilmente perché le prezzolate compagne di squadra la imbottivano di assist, ai tempi della scuola le difficoltà economiche l'hanno solo dirottata in un'altra delle sue passioni: la musica. "Volevo imparare a suonare il sax ma siccome non avevo i soldi per comprarmelo, sono entrata nella banda della scuola dove mi hanno dato un trombone gratis. So ancora suonarlo, ma presto comprerò finalmente un sax". E' uno dei suoi obiettivi. Insieme a quello di "diventare la prima donna a schiacciare all’indietro". Lo ha confessato mercoledì mattina e si riferiva alla Wnba. Poche ore dopo però ha scoperto che si può farlo anche in Italia. Dunque: mai dire mai.
Messaggio del 12-03-2005 alle ore 15:15:54
Si ne ho sentito parlare..

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