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Storie di tifo...
Messaggio del 31-10-2004 alle ore 16:52:01
Storie di tifo: 4 mila tifosi livornesi in piazza...
31/10/2004
4mila in piazza: la grande vittoria delle Bal. Da oggi torna il tifo organizzato a Livorno
In 4mila, non solo livornesi, hanno raccolto l’invito delle Brigate Autonome e sfilato nelle vie del centro cittadino. La novità più importante è l’annunciata ripresa del tifo già da oggi, in occasione della partita contro il Brescia. Hanno gridato a squarciagola e lanciato qualunque genere di improperi al loro nemico giurato, il questore di Livorno Antonino Puglisi.
Da quando è arrivato Puglisi a Livorno, per gli ultrà amaranto non c'è stata pace. Prima le diffide a pioggia che hanno decimato la curva, molte delle quali distribuite a casaccio, poi la devastazione della sede del comitato elettorale di Matteoli, un’azione per cui sono stati costruiti i più improbabili teoremi pur di attribuirne le responsabilità alle Brigate (cosa peraltro non riuscita). Quindi le perquisizioni al Centro Politico 1921 (luogo di ritrovo di parte delle Bal) e i venticinque indagati per associazione a delinquere (senza peraltro che ne sia stata specificata la finalità), dodici dei quali lo hanno saputo soltanto in coincidenza della proroga dell’inchiesta stessa.
Infine l’aggressione subita domenica scorsa da un manipolo di tifosi livornesi, attorno alle 11.30, ad opera di un pullman di ultrà bolognesi giunti allo stadio senza scorta. Un episodio che a Livorno non aveva precedenti e che ha ulteriormente inasprito i non già facili rapporti tra città e questore.
Arrivati inspiegabilmente sotto la curva degli ultrà livornesi, i “Mods” (un gruppo di estrema destra già noto per fatti analoghi) sono scesi caricando uno sparuto gruppo di tifosi amaranto al grido di “Boia chi molla!”. Tutti con coltelli e colli di bottiglie alla mano. Nel parapiglia, durato pochi minuti, un giovane di 32 anni è rimasto accoltellato. Per lui dodici punti e sedici giorni di prognosi. Dopo pochi minuti di smarrimento, i livornesi sono passati al contrattacco, stupiti dal fatto che gli stessi Mods si stessero tranquillamente rifocillando da un paninaro di fronte al settore di gradinata: mezz’ora di autentica guerriglia nella terra di nessuno.
Il ferimento del giovane ha scatenato l’indignazione di tutti i tifosi amaranto e dato vita nel corso della partita ad una contestazione nei confronti del questore, presente in tribuna d’onore. L’episodio ha invelenito ancor più i rapporti tra tifosi e Puglisi, critici fin dal suo arrivo a Livorno (già nel giugno 2001, quando era questore di Arezzo, ordinò più volte di caricare senza motivo gli ultrà livornesi).
Nel corso della settimana, era pure circolata la voce che i Mods volessero cercare lo scontro con i livornesi. La questura toscana, evidentemente, non solo ha tralasciato di scortare allo stadio il pullman del più pericoloso gruppo ultrà rossoblu (arrivato a Livorno dall’autostrada, non da stradine di campagna), ma evidentemente non era neanche a conoscenza dei propositi bellicosi degli ultrà emiliani. Già la scorsa settimana, quattro ore prima dell’incontro Livorno-Roma, ad una sessantina di ultrà nazifascisti giallorossi ex-appartenenti di “Opposta Fazione” fu permesso di bivaccare senza scorta, per quasi un’ora, davanti alla stazione ferroviaria. Erano armati di spranghe, coltelli e pure un’accetta. E’ mai possibile che dalla Polfer non sia partita neanche una telefonata alla questura? Perché per Puglisi era “a rischio” l’amichevole estiva tra Pontedera e Livorno, ma non gli incontri con Roma e Bologna? Sui due episodi la deputata di Rifondazione, Graziella Mascia, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere “chiarezza”.
Agli occhi di tutti risalta l’adozione di due pesi e due misure. Per uno striscione stupido, becero e volgare nei confronti di una consigliera comunale dalle spiccate simpatie nostalgiche, tredici ultrà livornesi sono indagati per “associazione a delinquere”. I romanisti, all’interno dello stadio di Livorno, hanno esposto due svastiche, tre celtiche, lanciato bombe carta, un coltello, svariate monete con lamette e torce. Per loro neanche una denuncia, mentre – è notizia di ieri – cinque livornesi della curva Sud (attigua al settore ospiti) saranno diffidati.
Tutti i rappresentanti delle istituzioni contestano l’operato del questore, ma nessuno ne chiede le dimissioni. “Non voglio criticare nessuno - ha detto il prefetto di Livorno, Giancarlo Trevisone - ma è chiaro che domenica qualcosa non ha funzionato”. “Forse c’è stato un difetto di comunicazione tra le questure di Bologna e Livorno”, ha detto il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi. “Evidentemente - ha aggiunto Cosimi - tutte le componenti che contribuiscono alla gestione dell’ordine pubblico stanno pagando lo scotto della serie A, che per noi tutti è una novità assoluta”. Sulle palesi disparità di trattamento nei confronti dei tifosi livornesi da parte delle forze dell'ordine, ha poi aggiunto: “Purtroppo la nostra tifoseria ha una fama negativa per episodi certamente meno negativi di quelli avvenuti oggi”. Puglisi, prendendo in prestito un noto slogan delle Bal, non ha fatto un passo indietro. Né un atto di pubbliche scuse alla cittadinanza, né una telefonata di auguri al giovane accoltellato (che domani, invitato dal Livorno, vedrà la partita accanto al presidente amaranto, Aldo Spinelli). Solo la promessa che saranno presi provvedimenti sia di tipo penale che amministrativo a carico dei cinquantasette Mods. Che, seppur identificati, hanno avuto il privilegio di guardare la partita e indirizzare saluti romani a destra e a manca.
www.calciotoscano.it
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31/10/2004
4mila in piazza: la grande vittoria delle Bal. Da oggi torna il tifo organizzato a Livorno
In 4mila, non solo livornesi, hanno raccolto l’invito delle Brigate Autonome e sfilato nelle vie del centro cittadino. La novità più importante è l’annunciata ripresa del tifo già da oggi, in occasione della partita contro il Brescia. Hanno gridato a squarciagola e lanciato qualunque genere di improperi al loro nemico giurato, il questore di Livorno Antonino Puglisi.
Da quando è arrivato Puglisi a Livorno, per gli ultrà amaranto non c'è stata pace. Prima le diffide a pioggia che hanno decimato la curva, molte delle quali distribuite a casaccio, poi la devastazione della sede del comitato elettorale di Matteoli, un’azione per cui sono stati costruiti i più improbabili teoremi pur di attribuirne le responsabilità alle Brigate (cosa peraltro non riuscita). Quindi le perquisizioni al Centro Politico 1921 (luogo di ritrovo di parte delle Bal) e i venticinque indagati per associazione a delinquere (senza peraltro che ne sia stata specificata la finalità), dodici dei quali lo hanno saputo soltanto in coincidenza della proroga dell’inchiesta stessa.
Infine l’aggressione subita domenica scorsa da un manipolo di tifosi livornesi, attorno alle 11.30, ad opera di un pullman di ultrà bolognesi giunti allo stadio senza scorta. Un episodio che a Livorno non aveva precedenti e che ha ulteriormente inasprito i non già facili rapporti tra città e questore.
Arrivati inspiegabilmente sotto la curva degli ultrà livornesi, i “Mods” (un gruppo di estrema destra già noto per fatti analoghi) sono scesi caricando uno sparuto gruppo di tifosi amaranto al grido di “Boia chi molla!”. Tutti con coltelli e colli di bottiglie alla mano. Nel parapiglia, durato pochi minuti, un giovane di 32 anni è rimasto accoltellato. Per lui dodici punti e sedici giorni di prognosi. Dopo pochi minuti di smarrimento, i livornesi sono passati al contrattacco, stupiti dal fatto che gli stessi Mods si stessero tranquillamente rifocillando da un paninaro di fronte al settore di gradinata: mezz’ora di autentica guerriglia nella terra di nessuno.
Il ferimento del giovane ha scatenato l’indignazione di tutti i tifosi amaranto e dato vita nel corso della partita ad una contestazione nei confronti del questore, presente in tribuna d’onore. L’episodio ha invelenito ancor più i rapporti tra tifosi e Puglisi, critici fin dal suo arrivo a Livorno (già nel giugno 2001, quando era questore di Arezzo, ordinò più volte di caricare senza motivo gli ultrà livornesi).
Nel corso della settimana, era pure circolata la voce che i Mods volessero cercare lo scontro con i livornesi. La questura toscana, evidentemente, non solo ha tralasciato di scortare allo stadio il pullman del più pericoloso gruppo ultrà rossoblu (arrivato a Livorno dall’autostrada, non da stradine di campagna), ma evidentemente non era neanche a conoscenza dei propositi bellicosi degli ultrà emiliani. Già la scorsa settimana, quattro ore prima dell’incontro Livorno-Roma, ad una sessantina di ultrà nazifascisti giallorossi ex-appartenenti di “Opposta Fazione” fu permesso di bivaccare senza scorta, per quasi un’ora, davanti alla stazione ferroviaria. Erano armati di spranghe, coltelli e pure un’accetta. E’ mai possibile che dalla Polfer non sia partita neanche una telefonata alla questura? Perché per Puglisi era “a rischio” l’amichevole estiva tra Pontedera e Livorno, ma non gli incontri con Roma e Bologna? Sui due episodi la deputata di Rifondazione, Graziella Mascia, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere “chiarezza”.
Agli occhi di tutti risalta l’adozione di due pesi e due misure. Per uno striscione stupido, becero e volgare nei confronti di una consigliera comunale dalle spiccate simpatie nostalgiche, tredici ultrà livornesi sono indagati per “associazione a delinquere”. I romanisti, all’interno dello stadio di Livorno, hanno esposto due svastiche, tre celtiche, lanciato bombe carta, un coltello, svariate monete con lamette e torce. Per loro neanche una denuncia, mentre – è notizia di ieri – cinque livornesi della curva Sud (attigua al settore ospiti) saranno diffidati.
Tutti i rappresentanti delle istituzioni contestano l’operato del questore, ma nessuno ne chiede le dimissioni. “Non voglio criticare nessuno - ha detto il prefetto di Livorno, Giancarlo Trevisone - ma è chiaro che domenica qualcosa non ha funzionato”. “Forse c’è stato un difetto di comunicazione tra le questure di Bologna e Livorno”, ha detto il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi. “Evidentemente - ha aggiunto Cosimi - tutte le componenti che contribuiscono alla gestione dell’ordine pubblico stanno pagando lo scotto della serie A, che per noi tutti è una novità assoluta”. Sulle palesi disparità di trattamento nei confronti dei tifosi livornesi da parte delle forze dell'ordine, ha poi aggiunto: “Purtroppo la nostra tifoseria ha una fama negativa per episodi certamente meno negativi di quelli avvenuti oggi”. Puglisi, prendendo in prestito un noto slogan delle Bal, non ha fatto un passo indietro. Né un atto di pubbliche scuse alla cittadinanza, né una telefonata di auguri al giovane accoltellato (che domani, invitato dal Livorno, vedrà la partita accanto al presidente amaranto, Aldo Spinelli). Solo la promessa che saranno presi provvedimenti sia di tipo penale che amministrativo a carico dei cinquantasette Mods. Che, seppur identificati, hanno avuto il privilegio di guardare la partita e indirizzare saluti romani a destra e a manca.
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