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Una vita da piccoli
Messaggio del 15-05-2009 alle ore 09:52:22
Bellissimo!
Messaggio del 15-05-2009 alle ore 09:13:45

La gioia di uno stadio pieno, di un tifo indemoniato ed eccitato, di volti segnati dalle lacrime di gioa, di colori





sfiorando le labbra arricciate in un piacevole sorriso





Forza Lazio


detto da un romanista è molto romantico
Messaggio del 15-05-2009 alle ore 08:20:36

e, più indietro,


era specificato il riferimento a qualche anno fa
Messaggio del 15-05-2009 alle ore 08:19:22
magnifico:

Messaggio del 15-05-2009 alle ore 01:09:33
datato, e porta sfiga
Messaggio del 15-05-2009 alle ore 00:43:30

Savona, Fermana, Castel di Sangro



magister, ho idea che l'articolo sia datato
Messaggio del 15-05-2009 alle ore 00:20:17
ho da ridire su un paio di cose, poi con calma perchè mo ho un certo sonno
Messaggio del 15-05-2009 alle ore 00:04:26
Lazio-Sampdoria, finale di coppa Italia. Uno stadio stracolmo, bandiere biancocelesti in ogni angolo "come non se ne vedevano dal 2000". Migliaia di bluecerchiati assiepati intorno alla sud, cuore di un altro tifo domenicale ma divinamente alimentata da altri colori.
Una finale di Coppa Italia, o meglio Tim Cup: modernizzato il nome, mica la struttura. Una lunga cavalcata dagli assolati e vuoti campi estivi della C e della B al primo sudore di metà maggio, in notturno. Teatro, la Capitale d'Italia, per una coppetta che in tanti, troppi hanno snobbato e che ha salvato la stagion del tifo in questo paese.
L'Italia è fatta di comuni, migliaia. Alcuni sono enormi, aglgomerati confusi a volte di case ed industrie, cemento e verde che combattono strenuamente; a volte, come per Genova, Livorno, Napoli, Bari, accompagnate dal meraviglioso contrasto del mare che, lì stagliato ed immobile, sembra non poter parteggiare nè per il verde nè per il cemento. Ma anche lui, tifa.
Comuni, tantissimi. Ogni comune, anche qualche quartiere a dire il vero, con la sua squadra, i suoi colori, il suo simbolo spesso retaggio di un passato fatto di magliettine di lana e senza i parastinchi giù, con le scarpe tutte nere e i tacchetti chiodati.
Comuni, e squadre. Tantissimi.
Alcune hanno preso il sopravvento, e vengono tutte dal nord, industrializzato nella quotidianità come nel pallone: Juventus, Milan, Internazionale. Tre squadre in lotta per i vertici del campionato più bello del mondo, quello dove Zico poteva giocare con l'Udinese e non voler più altro dalla carriera.
Tante altre squadre, piccole nella bacheca ma grandi nel cuore e nelle persone, a combattere sotto il tavolo, raccogliendo le briciole cadute dai lauti pranzi consumati ai piani alti: Roma, Lazio, Fiorentina, Genoa, Napoli, Sampdoria. Arrivate raramente a banchettare in alto e costrette poi subito a ricadere, spesso pesantemente, a terra: il tavolo è molto stretto, la bisca lissù costa cara e per fare un giro, ti devi indebitare. Crolli ancora più in basso, vedi il baratro della serie minore dove il calcio sembra diventare rionale: Cittadella, Albinoleffe e, più indietro, Savona, Fermana, Castel di Sangro. Città di cui ti trovi a dire la serie di appartenenza ma non la regione.
Costrette a ricadere pesantemente, ma sempre in piedi poco dopo: giù, di nuovo, con l'occhio verso il tavolo di sopra, pronte ad afferrare ogni briciola rimasta: un quarto posto, una vittoria di prestigio nella grande casa altrui, una Coppa Italia. Sì, una Coppa Italia.
La fierezza di tifare una piccola, la gioia di poter sorridere per una piccola coppa nel mese di maggio, nel silenzio delle tv e nella mesta prima pagina di un giornale. La gioia di uno stadio pieno, di un tifo indemoniato ed eccitato, di volti segnati dalle lacrime di gioa, di colori che "te fanno sentì grande anche quanto nun conto niente". Una vita mesta ai margini dell'esistenza di altri grandi, quelli che giorno dopo giorno ti comandano, bacchettano, urlano e decidono: per te.
La scelta del tifo è una scelta di cuore, di contesto e di irrazionalità: come l'amore, no?! Dove il battito del sentimento, una amicizia in comune e la bellezza di un gesto folle di fanno capire di essere realmente posseduto da un'altra persona, di amarla: come definirlo diversamente? Io, per fortuna, non ci riesco.
Tifare per una piccola è meraviglioso, e ti dà il sapore assolutamente non assuefatto di ciò che è la vita: una piccola e ritmata corsa verso il gradino sopra di noi, senza l'arroganza del doppio salto e con la soddisfazione della goccia di sudore che cade al suolo, sfiorando le labbra arricciate in un piacevole sorriso di benessere.
Forza Lazio, forza Samp, forza Genoa, forza Napoli. E forza Roma.

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