Sport

W le cassanate!
Messaggio del 10-06-2004 alle ore 13:34:05
Freca,solo una cosa.Gentile a maradona non ha strappato nessuna maglia,gli ha messo l'ombrellone con sedia sdraio,entrando sempre deciso e prendendo palla e piede.Anche con le regole di adesso non sarebbe stato espulso.Di sicuro esiste la cassetta di quella partita,il fatto della maglia di maradona strappata da Gentile e' una leggenda.
Messaggio del 10-06-2004 alle ore 13:21:02
Gilardino è una punta centrale ed è chiuso da Vieri e Corradi. Miccoli fa la panca nella juve, addò si present?
Messaggio del 10-06-2004 alle ore 13:05:23
..secondo me era meglio convocare o Miccoli o Gilardino al suo posto!!
Messaggio del 10-06-2004 alle ore 12:46:58
Thierry Henry:
Henry spiega chi è Cassano a Trapattoni


--------------------------------------------------------------------------------

A 3 giorni dall'inizio degli Europei, la punta di diamante della Francia, Thierry Henry incorona l'Italia e Cassano: "Tra le finaliste vedo l'Italia. Hanno una difesa incredibile e mi piace molto Cassano. Quando lo vedi giocare ti fa saltare sulla sedia. E' un creativo, un pazzo, gioca a calcio come se fosse in cortile con gli amici. Totti e Zidane sono dei fenomeni, ma Cassano è una grande sorpresa".

non capisce una mazza di calcio questo...

Messaggio del 25-02-2004 alle ore 15:23:44
che mito...lui si che è un giocatore..o freca che caramella ha scartato
Messaggio del 25-02-2004 alle ore 09:08:37
W le Cassanate, solo i geni del calcio possono farle, gli altri devono solo svolgere il compitino; Maradona, Pelè, Best, non si dice "Genio e Sregolatezza?"
Messaggio del 24-02-2004 alle ore 21:43:02
ha fatto paura cassano.....!!!!!.....
Messaggio del 24-02-2004 alle ore 14:07:54


cassano ricorda molto il cucciolo dei tempi migliori...
Messaggio del 24-02-2004 alle ore 13:35:09
Messaggio del 24-02-2004 alle ore 13:16:29
da Corrier.it

La leggenda narra che un giorno, vedendolo distratto mentre lui parlava, Claudio Gentile, c.t. della Under 21, gli disse: «Tu devi ascoltarmi, io sono un campione del mondo, ho marcato Maradona». Antonio avrebbe sorriso senza scomporsi di un centimetro: «Marcato? Tu al massimo a Maradona gli hai strappato la maglia».
Da allora, chissà come, Cassano quella nazionale l’ha vista solo in tv, ammesso che uno come lui perda le serate a guardare le partite della Under. Forse è solo una bufala come i coccodrilli nei tombini di New York, di certo è una storiella verosimile se riferita a un ragazzo di 21 anni, ex tifoso dell’Inter, che - esordito in serie A a 17 anni e 5 mesi e stupita l’Italia una settimana dopo con un gol cult proprio alla sua squadra amata - è diventato personaggio prima che campione, e di questa curiosa inversione dei tempi e delle cose è rimasto a lungo prigioniero e chissà se si è finalmente liberato del tutto.
Perché ora è facile dire Cassano: tripletta al Siena domenica, la notte capolavoro contro la Juve, il record personale di gol in serie A (9) a neanche due terzi di campionato, colpi di tacco e colpi di testa, petto in fuori e presunzione assoluta («Io non studio gli avversari, sono loro che devono studiare me»), la suprema simbiosi tecnica con Totti, una città ai suoi piedi, persino un altro c.t. come Giovanni Trapattoni che, pur avendo marcato Pelé, si dimostra più possibilista dell’altro sul suo futuro azzurro: «Cassano è un talento. Deve continuare in questa sua ascesa, ha grandi qualità e si è anche disciplinato tatticamente». Tradotto, significa che possibilità di vederlo in Portogallo ci sono ed è anche facile capire perché: uno come lui, con le sue non prevedibili invenzioni, è l’uomo adatto a cogliere l’attimo, qualità che in un torneo breve e impietoso come un Europeo è spesso decisiva.
Questo adesso. Ma non è sempre stato così. Cassano e le cassanate, per esempio, quante volte ragazzo? Atti non sempre puri, dita nel cappuccino di Batistuta, strade prese contromano, auto guidate senza patente e motorini senza casco, il soprannome Peter Pan che non sempre è un complimento, bandierine spezzate, corna agli arbitri come quella volta a Rosetti in un Milan-Roma di Coppa Italia («La prima cosa che non rifarei più nella mia vita»), innumerevoli vaffa a Capello, l’ultimo dei quali non più tardi di gennaio: un colpo di tacco di troppo in allenamento, il tecnico (il quale, a dire il vero, lo cazzia persino quando toglie la maglietta per esultare e mostrare al mondo il teschio tibetano e il segno del Cancro tatuati sul corpo) che gli dice «Non sei Maradona», lui che torna polemico in spogliatoio e Capello che chiosa: «Solo i conigli se ne vanno».
E dunque fenomenologia del coniglio e psicologie di riporto: le origini difficili, Bari vecchia, il passaggio dalla Bari bozzolo alla Roma metropoli, da papà Fascetti al manager Capello, dagli amici di sempre alle corti furbe che si formano in un amen intorno a chi è importante. «Cassano è un grande giocatore, ma deve diventare un grande uomo», diceva spesso Capello. Molti lo hanno preso come un giudizio, forse è solo un dato di fatto. O il mondo è così pieno di grandi uomini di 21 anni?
In realtà, come disse il tecnico dopo Roma-Juventus 4-0, Antonio - e non solo perché investimento da 54 miliardi di lire - «bisogna saperlo aspettare». Poi qualcosa di buono arriverà. In campo, là dove, dice sempre, «il calcio è fantasia e senza non c’è il calcio»; e pure fuori. Dove il privato riesce ancora a restare privacy senza diventare mai privazione, concetto francamente impraticabile per uno che, benché si immagini in un lontano futuro «con una moglie e due figli, anzi tre», per ora distribuisce felice i propri vizi tra auto (quattro) e donne (tante, dice) senza mai, incredibile eppure vero, essere paparazzato.
«Che cosa ho trovato di speciale a Roma? Le donne. Tante e belle. Proprio il massimo. Ma non mi beccheranno mai con nessuna, anche se sono uscito pure con donne famose. Il trucco? Non dico mai in anticipo dove le porto. Le foto le lascio a quelli che vogliono farsi fotografare». Così, anche l’ultima presunta storia con Stefania Orlando non ha pezze d’appoggio se non il pettegolezzo. Si racconta di una telefonata estasiata di Antonio dagli spogliatoi dopo la doppietta alla Juve, si registrano i gridolini di lei domenica all’Olimpico e in tv. Ma prove zero. E anche questa è un’arte.
Abile dunque come può esserlo uno che «la maggior parte delle cose che ho visto sono negative e la vita non può insegnarmela nessuno», Cassano gioca, segna, giura che non parlerà fino a fine stagione e condivide la sua vita solo con chi vuole lui, il che sembra ovvio e invece non è mai semplice neanche per chi fa una vita normale: la madre, qualche amico di infanzia, naturalmente Totti, che sulla sua integrazione in squadra e in città ha avuto un peso decisivo.
Dopo l’ennesima grande domenica, ieri è stato Antonio a passare a prendere Francesco e portarlo a Trigoria per l’allenamento. Là, in un lunedì non proprio uguale agli altri, avrà letto sui giornali che anche Franco Baldini, il d.g. che non gli ha mai risparmiato un rimprovero in più, ora pensa che «Cassano da solo vale il prezzo del biglietto»,( CONFERMO! DOMENICA HA SCARTATO IL PORTIERE COME NA CARAMELLA! nota del frecavento presente in tribuna ) e avrà capito che la via è tracciata. Poi, ma forse è solo una leggenda metropolitana, sognando di mettere un giorno il dito nel cappuccino di Trapattoni, avrà detto all’amico quello che cominciano a pensare molti italiani: «A’ France’, quello se non mi porta agli Europei fa la più grande cassanata del mondo».

Antò sei un mito!

Nuova reply all'argomento:

W le cassanate!

Login




Registrati
Mi so scurdate la password
 
Hai problemi ad effettuare il login?
segui le istruzioni qui

© 2025 Lanciano.it network (Beta - Privacy & Cookies)