Cultura & Attualità

NON ERA PEDOFILO...
Messaggio del 25-08-2009 alle ore 16:53:20
"(please, evitare di dire: "Però ci sono altri in giro che lo sono", vorrei umilmente capire perché accadono queste cose parlando di questo caso non di altri, se ci si riesce...)"
Messaggio del 25-08-2009 alle ore 13:51:33
ps

nulla è paragonabile al kenya
nel bene e nel male
Messaggio del 25-08-2009 alle ore 13:50:51
anima
io concordo pienamente e i pedofili (aggravante se preti) sono la peggior feccia dell'umanità

è il caso specifico che mi fa dubitare fortemente. ripeto, non avrebbe mai e poi mai avuto bisogno di
fare opere di bene per avere accesso a bambini/ragazzini.

avrebbe vissuto spanzato al fresco a malindi, non a rischiare la pellaccia negli slums di nairobi dove uno ci passa una sola volta nella vita e per sbaglio pure....
Messaggio del 25-08-2009 alle ore 13:39:19
Mike,

appunto il Kenia NON E' PARAGONABILE all'Irlanda.

In Irlanda la giustizia funziona, e infatti sono stati scoperti, denunciati e condannati CENTINAIA di Religiosi di ogni ordine e grado.

NEGLI Stati Uniti, la Chiesa Cattolica ha dovuto pagare fino ad ora ben 2 MILIARDI di Euro in risarcimenti alle migliaia di vittime di abusi sessuali.
Non vorrai mica paragonare gli Stati Uniti al Kenia vero?

Etc etc.

Soltanto i TG catto talibani queste cose non te le dicono. O se le dicono esce subito il santocchiaro di turno (o uno dei suoi lecchini) che grida al "complotto" contro la Chiesa
Non sarà che l'UNICO paese paragonabile al Kenia sia proprio l'Italia ?


Messaggio del 25-08-2009 alle ore 13:37:08
un PS un pò meno piccolo:

non si contano gli italiani (e tedeschi) che molestano i giovanissimi in kenya, altissima la concentrazione a malindi e watamu, le zone di maggiore approdo di jene schifose che arrivano dall'italia (dove sono morti di fame) con 4 soldi in tasca e il volo low cost, giocano a fare i ricconi e solo cosi si sentono grandi.

vecchiacci bavosi schifosi riempiono le 2 discoteche di malindi frequentate da ragazzini che adescano con pochi scellini e una coca cola, ragazzi che si concedono e accettano qualsiasi bassezza per un cellulare

Messaggio del 25-08-2009 alle ore 13:28:38
un PS piccolo piccolo:

se fosse un dannato pedofilo sarebbe a malindi, al fresco a sorseggiare succo di mango, dire 4 ave maria e simulare altre preghiere, non avrebbe necessità di ammazzarsi per creare centri di accoglienza e recupero, purtroppo avrebbe facilissimo accesso a centinaia di bambini/ragazzi figli di nessuno che si raccattano facilmente per strada e che si comprano con un biscotto o un gelato.

no, non avrebbe bisogno di fare centri di recupero
non in kenya almeno.

Messaggio del 25-08-2009 alle ore 13:24:17
anima mica mi paragoni il kenya all'irlanda?

poveraccio, sarà stato il bersaglio di chi gli voleva sottrarre tutto il suo lavoro/sacrificio, ma avete idea di cosa significhi metter su dei centri di accoglienza a nairobi? occhio..il kenya non è mica malindi e watamu..

la corruzione è spaventosa, a tutti i livelli, dal poliziotto che ti ferma per strada e ti chiede se preferisci dargli 10 euro o finire in gattabuia , a chi detiene il potere vero e proprio

peccato, perchè è un paradiso e io l'adoro

ecco a voi padre renato, il michael jackson dei poveri
Messaggio del 25-08-2009 alle ore 13:16:47
"Se si facessero processare in tutta serenità, avendo fiducia nella giustizia, magari tutto il clamore e le accuse contro la Chiesa cattolica svanirebbe come neve al sole o almeno si spera."



in kenya? farsi processare in tutta serenità????????

ma voi scherzate ma neanche per una multa per parcheggio ....

Messaggio del 25-08-2009 alle ore 13:13:02
Se si facessero processare in tutta serenità, avendo fiducia nella giustizia, magari tutto il clamore e le accuse contro la Chiesa cattolica svanirebbe come neve al sole o almeno si spera.

Purtroppo non lo fanno e qui si può capire anche il perchè SEX IN A COLD CLIMATE Documentario sottotitolato sugli abusi della Chiesa Cattolica in Irlanda
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Editato da Animamundi il 25/08/2009 alle 13:16:32
Messaggio del 25-08-2009 alle ore 12:42:14
Messaggio del 25-08-2009 alle ore 12:38:54
Monique,
comincia con il distruggere la cultura manettara, giustizialista e populista in questo Paese. Poi edifica una cultura del diritto e delle garanzie a tutele dei cittadini accusati. Solo così non avrai più la distruzione degli uomini e delle donne per un avviso di garanzia che è, per di più, a garanzia dell'accusato oppure di un giusto processo nel quale bisogna accertare la verità giudiziale.
Messaggio del 25-08-2009 alle ore 12:24:48
NAIROBI (KENYA) - Eric Kiraithe, il capo della polizia di Nairobi, in una dichiarazione pubblica ha scagionato completamente il missionario comboniano italiano, Padre Renato Kizito Sesana, dall’accusa di pedofilia rivoltagli a metà giugno da due suoi collaboratori. «Le indagini che abbiamo effettuato sui presunti abusi sessuali di padre Kizito – ha dichiarato l’ufficiale – non hanno trovato nessuna prova e nessun indizio. L’implicazione del sacerdote in azioni di questo tipo non è stata neanche lontanamente provata. Su di lui non c’è proprio niente». Quindi assoluzione piena per il missionario, tra l’altro ex direttore della combattiva rivista comboniana Nigrizia, conosciutissimo per le sue attività umanitarie in Kenya, in Sudan e in Tanzania. La sua organizzazione vive di lasciti e finanziamenti filantropici e poiché il lavoro è giudicato più che eccellente, negli anni Kizitoha messo insieme una fortuna, che ha messo a disposizione dei poveri. Terreni sui quali ha edificato i centri di aiuto e recupero. Valore più o meno 5 milioni di euro.

LE TESTIMONIANZE - Così qualcuno ha pensato bene di portarglieli via e ha lanciato le accuse infamanti, per screditarlo, farlo cacciare ignominiosamente dal Kenya e impadronirsi di tutto. Kizito ha dimostrato la sua innocenza come aveva promesso al Corriere della Sera dopo che la catena televisiva KTN (Kenyan Television Network) avava lanciato le accuse attraverso testimonianze che alla fine si sono dimostrate maldestramente false e completamente inventate. La trappola al missionario è stata da due dei suoi più fidati, vecchi e validi collaboratori che lavoravano con lui da oltre 20 anni. «Ragazzi che ho fatto studiare – racconta il comboniano - e ho mandato all’università. Di loro mi fidavo ciecamente e infatti avevano la firma sui conti delle mie organizzazioni». «Ai primi di gennaio sono partito per la Tanzania con l’intenzione di rimanervi fino a giugno – ricorda il sacerdote -. Cercavo di controllare a distanza ciò che accadeva a Nairobi. Mi avevano insospettito alcune operazioni: il licenziamento di preziosi collaboratori e l’assunzione di altri senza alcuna comunicazione. Ho chiesto spiegazioni ma le risposte erano vaghe o minacciose. I due traditori mi continuavano a ripetere che circolavano voci e accuse di pedofilia. Cercavano di convincermi che sarebbe stato meglio per me restare lontano da Nairobi. Loro avrebbero gestito tutto».

LA VENDETTA - Il missionario vuole vederci chiaro e torna alla chetichella nella capitale keniota e riesce a bloccare i due aiutanti sleali e infedeli che avevano già avviato la vendita a loro stessi di tutti i beni della sua organizzazione umanitaria. Naturalmente immediatamente scatta la vendetta: una trasmissione televisiva in cui due testimoni accusano il sacerdote di molestie al Koinonia Centre, il centro di recupero dei ragazzi di strada di Nairobi. «Abbiamo scoperto che erano stati pagati grazie a un terzo giovane che ha rifiutato 800 euro e non si è fatto corrompere». A Nairobi padre Renato «Kizito» Sesana lo conoscono tutti. Con il suo barbone e i suoi capelli brizzolati è diventato l’icona del buon pastore; colui che aiuta i poveri (i ragazzi di strada soprattutto) ed è riuscito con gran capacità organizzativa e caparbietà testarda a mettere in piedi quattro centri di accoglienza nelle zone più malfamate della capitale keniota e un ostello, lo «Shalom House», dove chi arriva per lavorare in qualche organizzazione umanitaria può alloggiare in buone condizioni a prezzi assai contenuti. Kizito è felice delle conclusioni dell’inchiesta: «Le laccuse mi hanno infangato in un attimo ma i miei amici mi si sono stretti intorno. Continuerò il mio lavoro come sempre. I bambini di strada hanno bisogno di me». Il caso di padre Kizito ha innescato roventi polemiche in Kenya con i due gruppi editoriali leader nel Paese che si sono scontrati pesantemente: Lo Standard Group (cui fa capo il network KTN) con il suo quotidiano omonimo colpevolista; il Nation Media Group con quotidiano e tv innocentista. Ci si domanda poi cosa ha spinto alcuni deputati come Bonny Khalwale and Millie Odhiambo a prendere posizione contro il missionario «senza svolgere indagini esaustive sulle accuse lanciate impropriamente», come scrive la rivista dei comboniani kenioti New People. Le accuse verso padre Kizito arrivano dopo altre, altrettanto infondate rivolte a italiani: contro i Ricci, ad esempio, accusati falsamente di essere trafficanti di droga e rinchiusi in una galera keniota fino alla sentenza di completa assoluzione, o Medardo Caretta, accusato di pedofilia con il solo intento di ricattarlo e ottenere per lasciar cadere le accuse fasulle in cambio di una congrua cifra di denaro.

Massimo A. Alberizzi
corriere.it
24 agosto 2009(ultima modifica: 25 agosto 2009)

Almeno lui non lo era, chi gli ridarà la dignità perduta una volta massacrato dai mass-media?
Ho conosciuto una persona ingiustamente accusata che è caduta in depressione... a chi giova questa corsa al massacro delle persone?
(please, evitare di dire: "Però ci sono altri in giro che lo sono", vorrei umilmente capire perché accadono queste cose parlando di questo caso non di altri, se ci si riesce...).

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