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Viene la notte... e riinizia la ricerca di fuga dai pensieri, vagando da un languido e morbido pensiero all’altro. Le ombre si stendono e appiattiscono sul muro creando strane figure, vado a letto tirandomi addosso le coperte invaso da un torpore, fremo, ardo, brucio, il battito del polso diviene più frequente mentre una tumultuosa processione di pensieri prende a farmi scorrere con forza il sangue caldo e vivo nelle vene. Ogni mia particella, senza preavviso, si muove in un’ estasi agitata e convulsa. Pensieri variegati mi inebriano di una velenosa lussuria. Sento che in ogni più piccola cosa si nasconde una turbolenza, una forza vitale, un significato e una bellezza di cui l’arte per grande che sia non è che un riflesso... voglia di quel corpo, ed eccomi quindi seduto, io l’ignobile omuncolo, a pensare al rosso di quelle labbra... vorrei, passando il pollice, creare una sbavatura di quel rossetto a lato della sua bocca, poi vedere le sue gote che piano si arrossano e gli occhi rimpicciolire fino a diventare due fessure causa l’eccitazione, il suo boccheggiare quasi a cercare più ossigeno mentre le mie mani si fanno strada sulla sua pelle... il risveglio è caldo e doloroso, mi alzo, doccia fredda a calmare il tumulto, mentre ancora le tempie impazzite non mi danno tregua, nei miei occhi ancora il rosso di quella bocca e nella mia l’amaro gusto della grappa
Viene la notte... e riinizia la ricerca di fuga dai pensieri, vagando da un languido e morbido pensiero all’altro. Le ombre si stendono e appiattiscono sul muro creando strane figure, vado a letto tirandomi addosso le coperte invaso da un torpore, fremo, ardo, brucio, il battito del polso diviene più frequente mentre una tumultuosa processione di pensieri prende a farmi scorrere con forza il sangue caldo e vivo nelle vene. Ogni mia particella, senza preavviso, si muove in un’ estasi agitata e convulsa. Pensieri variegati mi inebriano di una velenosa lussuria. Sento che in ogni più piccola cosa si nasconde una turbolenza, una forza vitale, un significato e una bellezza di cui l’arte per grande che sia non è che un riflesso... voglia di quel corpo, ed eccomi quindi seduto, io l’ignobile omuncolo, a pensare al rosso di quelle labbra... vorrei, passando il pollice, creare una sbavatura di quel rossetto a lato della sua bocca, poi vedere le sue gote che piano si arrossano e gli occhi rimpicciolire fino a diventare due fessure causa l’eccitazione, il suo boccheggiare quasi a cercare più ossigeno mentre le mie mani si fanno strada sulla sua pelle... il risveglio è caldo e doloroso, mi alzo, doccia fredda a calmare il tumulto, mentre ancora le tempie impazzite non mi danno tregua, nei miei occhi ancora il rosso di quella bocca e nella mia l’amaro gusto della grappa